[Buone Notizie ­ Testata]

Città del Vaticano, 12 marzo 2000 Servizio sperimentale

«Una nuova stagione si apre dinanzi ai nostri occhi: è il tempo dell'approfondimento degli insegnamenti conciliari, il tempo della raccolta di quanto i Padri conciliari seminarono e la generazione di questi anni ha accudito e atteso. Il Concilio Ecumenico Vaticano II è stato una vera profezia per la vita della Chiesa; continuerà ad esserlo per molti anni del terzo millennio appena iniziato. La Chiesa, ricca delle eterne verità che le sono state affidate, ancora parlerà al mondo, annunciando che Gesù Cristo è l'unico vero Salavatore del mondo: ieri, oggi e per sempre!».
(Giovanni Paolo II, 27 febbraio 2000)
   
Giovanni Paolo II consegna al terzo millennio la profezia del Concilio Ecumenico Vaticano II
Il discorso al Convegno Internazionale dedicato all'attuazione degli insegnamenti conciliari

«Il Concilio Ecumenico Vaticano II è stato una vera profezia per la vita della Chiesa; continuerà ad esserlo per molti anni del terzo millennio appena iniziato». Con queste parole Giovanni Paolo II si è rivolto ai partecipanti al Convegno internazionale sull'attuazione del Concilio Ecumenico Vaticano II, riuniti nell'Aula del Sinodo, in Vaticano, nella mattina di domenica 27 febbraio, in occasione della sessione conclusiva dei lavori. Questi alcuni punti nodali del discorso del Santo Padre:

Il Concilio è stato un dono dello Spirito alla sua Chiesa - «È per questo motivo che rimane come un evento fondamentale non solo per capire la storia della Chiesa in questo scorcio di secolo, ma anche, e soprattutto, per verificare la permanente presenza del Risorto accanto alla sua Sposa tra le vicende del mondo»;
La Chiesa ha fatto anzitutto un'esperienza di fede - «Chi volesse avvicinare il Concilio prescindendo da questa chiave di lettura si priverebbe della possibilità di penetrarne l'anima profonda. È solo in una prospettiva di fede che l'evento conciliare si apre ai nostri occhi come un dono di cui è necessario saper cogliere la ricchezza ancora nascosta»;
Il Padri conciliari furono posti dinanzi a una vera sfida - «Essa consisteva nell'impegno di comprendere più intimamente, in un periodo di rapidi cambiamenti, la natura della Chiesa e il suo rapporto con il mondo per provvedere all'opportuno "aggiornamento". Abbiamo raccolto quella sfida - c'ero anch'io tra i Padri conciliari - e vi abbiamo dato risposta cercando un'intelligenza più coerente della fede»;
Portare il Vangelo nel mondo è un compito che i cristiani non possono delegare ad altri - «È una missione che li coglie nella responsabilità propria della fede e della sequela di Cristo! Il Concilio ha voluto restituire a tutti i credenti questa verità fondamentale»;
Superare interpretazioni prevenute e parziali che hanno impedito di esprimere al meglio la novità del Magistero conciliare - «È necessario che non vada persa la genuina intenzione dei Padri conciliari»;
Il Concilio si pone nella linea della fede di sempre - «Ciò che è stato creduto da "tutti, sempre e in ogni luogo" è l'autentica novità che permette a ogni epoca di sentirsi illuminata dalla parola della Rivelazione di Dio in Gesù Cristo».

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