[Buone Notizie - Testata]

Città del Vaticano, 14 maggio 2000 Servizio sperimentale

«Il Giubileo offre un'occasione propizia per aprire gli occhi sulle povertà e sulle emarginazioni, non solo delle singole persone ma anche dei gruppi e dei popoli. Ho ricordato nella Bolla di indizione del Giubileo che "non poche Nazioni, specialmente quelle più povere, sono oppresse da un debito che ha assunto proporzioni tali da renderne praticamente impossibile il pagamento". Ridurre o addirittura condonare questo debito: ecco un gesto giubilare che sarebbe quanto mai auspicabile!»
(Giovanni Paolo II, primo maggio 2000)
   
Lungo i sentieri della santità
e della solidarietà

La canonizzazione di Suor Maria Faustyna Kowalska
e la celebrazione del Giubileo
dei Lavoratori

Due giornate vissute come un unico, ininterrotto giorno di fede e di testimonianza. Due luoghi trasformati in un solo, immenso "cenacolo della storia" che accoglie Cristo tra le "croci" e le speranze del nostro tempo.
Sul calendario del Grande Giubileo c'è ancora una data che resterà memorabile. In verità, le date sono due. Ma agli occhi dello spirito la canonizzazione di Suor Maria Faustyna Kowalska, presieduta dal Papa in Piazza San Pietro nella mattina di domenica 30 aprile, e il Giubileo dei Lavoratori, celebrato il primo maggio a Tor Vergata, si presentano come un unico grande evento storico ed ecclesiale. Come il "crocevia" pasquale verso cui convergono i sentieri giubilari della santità, del lavoro, della solidarietà. Come un pellegrinaggio nel pellegrinaggio che il popolo di Dio da ogni angolo del mondo ha intrapreso, poco più di quattro mesi fa, verso la soglia della Porta Santa.
In Piazza San Pietro, così come nella nuova sterminata "Piazza" alla periferia di Roma, si è manifestato ancora una volta quel "cenacolo della storia" dove trovano compimento e riscatto le attese, le ansie, le gioie dell'umanità. Ai pellegrini della "Divina Misericordia", così come agli infaticabili artefici del lavoro umano, Giovanni Paolo II ha indicato il volto del Risorto come "icona" dell'uomo che soffre, che fatica, che lotta. Quel volto dolente che si china su ogni miseria umana, materiale e spirituale. Quel volto radioso che, così come il sole, non è tramontato sul lungo giorno giubilare della santità e della solidarietà.

F.V.

(da L'Osservatore Romano del 2-maggio 2000)

    Giovanni Paolo II

In rete

Il testo dell'omelia del Santo Padre tenuta il 30 aprile durante la solenne canonizzazione di Suor Maria Faustyna Kowalska

La celebrazione per il mondo del Lavoro

Il testo dell'omelia del Papa alla Santa Messa del primo maggio in occasione del Giubileo del Lavoratori

Back