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Città del Vaticano, 14 maggio 2000 Servizio sperimentale

La celebrazione ecumenica al Colosseo

Giovanni Paolo II

Giovanni Paolo II

   
I Martiri: lievito della storia del Novecento

La commemorazione ecumenica
dei Testimoni della fede
del XX secolo

I Martiri: lievito della storia del Novecento. La loro memoria consegnata al terzo millennio sia trasmessa di generazione in generazione. Ecco la consapevolezza e l'impegno che Giovanni Paolo II ha affidato a tutti i cristiani del nuovo millennio nel corso della commemorazione ecumenica dei Testimoni della Fede del XX secolo svoltasi nel pomeriggio di domenica 7 maggio 2000, al Colosseo a Roma. Questi alcuni punti nodali dell'omelia del Santo Padre:

Nel secolo ventesimo, forse ancor più che nel primo periodo del cristianesimo, moltissimi sono stati coloro che hanno testimoniato la fede con sofferenze spesso eroiche - «Quanti cristiani, in ogni Continente, nel corso del Novecento hanno pagato il loro amore a Cristo anche versando il sangue!»;
Sono testimone io stesso, negli anni della mia giovinezza, di tanto dolore e di tante prove. Il mio sacerdozio, fin dalle sue origini, si è iscritto nel grande sacrificio di tanti uomini e di tante donne della mia generazione - «L'esperienza della Seconda Guerra Mondiale e degli anni successivi mi ha portato a considerare con grata attenzione, l'esempio luminoso di quanti, dai primi anni del Novecento sino alla sua fine, hanno provato la persecuzione, la violenza, la morte, per la loro fede e per il loro comportamento ispirato alla verità di Cristo»;
La loro memoria non deve andare perduta, anzi va recuperata in maniera documentata - «I nomi di molti non sono conosciuti; i nomi di alcuni sono stati infangati dai persecutori, che hanno cercato di aggiungere al martirio l'ignominia; i nomi di altri sono stati occultati dai carnefici»;
Un grande affresco dell'umanità cristiana del ventesimo secolo. Un affresco del vangelo delle Beatitudini, vissuto sino allo spargimento del sangue - «La persecuzione ha toccato quasi tutte le Chiese e le Comunità ecclesiali nel Novecento, unendo i cristiani nei luoghi del dolore e facendo del loro comune sacrificio un segno di speranza per i tempi che verranno»;
Nella loro fragilità è rifulsa la forza della fede e della grazia del Signore - «I testimoni della fede, che anche questa sera ci parlano con il loro esempio, non hanno considerato il proprio tornaconto, il proprio benessere, la propria sopravvivenza come valori più grandi della fedeltà al Vangelo. Pur nella loro debolezza, essi hanno opposto strenua resistenza al male».

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Il testo dell'omelia del Santo Padre durante la solenne celebrazione al Colosseo

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