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Spiritualità
dello sviluppo economico

 

di Ettore Gotti Tedeschi


Mentre assistiamo confusi e preoccupati alle conseguenze dell'attuale crisi economica, cominciamo anche a riconoscere gli errori commessi. Per porvi rimedio. Gli errori principali che sembrano la causa della crisi attuale sono:  un'eccessiva ricerca di risultati economici immediati, privilegiata spesso dagli investitori con visione a breve termine e gestita da manager concentrati sul corto periodo; un'ampia disponibilità di strumenti (finanziari), neutrali in sé, ma che in mano a personaggi abili e disinvolti hanno prodotto rischi imprevedibili e a volte ingestibili; inadeguate forme di controllo, interne ed esterne agli organismi economici, che hanno aggravato i rischi e hanno prodotto incerte regole del gioco; concetti etici di comportamento troppo soggettivi, orientati più a un convincimento che fosse utile "peccare fortemente e poi pentirsi" invece che a una valutazione preliminare di quanto fosse buono e necessario, per poi considerarne le conseguenze.
Questi errori - visione opportunistica a breve termine, cattivo uso di strumenti evoluti, mancanza di controllo responsabile e, soprattutto, etica relativistica - hanno portato a realizzare risultati apparenti e immediati ottenuti con abilità più che con merito, portando a uno sviluppo spesso illusorio e camuffato. Ma la diffusa mancanza di un'etica convinta e praticata, piuttosto che pubblicamente dichiarata, fa sì che questo comportamento miope continui a non essere deplorato più di tanto, se non addirittura giustificato. Forse perché essendo diventato male comune, si invita, nonostante tutto, a evitare valutazioni moralistiche e a ragionare all'opposto.
Il pensiero morale deve invece diventare un valore strategico o meglio un vero e proprio vantaggio competitivo per il vero sviluppo economico. Il progresso economico infatti, essendo un mezzo, non può essere privo di un senso strategico. Che va pensato e preparato affinché lo sviluppo sia finalizzato all'essere umano. Per questo tipo di sviluppo la Chiesa propone la sua dottrina sociale, che non è astratta. La Chiesa ha diritto e dovere di farlo e, poiché il cristianesimo ha un senso razionale, agisce con concretezza e vicinanza ai problemi umani.
A cosa dobbiamo dunque questi comportamenti che causano squilibri economici e finanziari che rischiano di cambiare la nostra vita? Lo sviluppo è squilibrato quando è troppo tecnologico e poco spirituale. E poiché l'uomo non è solo materia ma anche spirito, non solo corpo ma anche anima, come meravigliarsi se uno sviluppo solo tecnologico, trascurando l'aspetto spirituale, non riesce a soddisfare l'uomo? Come meravigliarsi se l'uomo di questi tempi pensa solo ai suoi diritti, soprattutto se acquisibili a breve termine, e ritiene di essere autorizzato a fare qualsiasi cosa, se si sente creatore di sé stesso, autonomo e onnipotente?
L'origine di questi comportamenti irresponsabili dell'uomo economico sta in un limitato uso del pensiero, in una distorta visione di diritti e doveri, nel compiacersi dei propri diritti e dei mezzi a sua disposizione, dimenticando i doveri verso il prossimo. In questo consiste l'essenza della solidarietà. Si tratta di un problema di doveri, non di mercato; di fini, non di mezzi. La soddisfazione, materiale e spirituale di tutti gli esseri umani rappresenta un vantaggio per tutti. Se l'uomo rinuncia a pensare e si limita ad agire, senza domandarsi se ciò che fa è bene o male, il pensiero di quest'uomo non saprà influenzare il suo comportamento, cosicché a poco a poco sarà al contrario il suo comportamento a influenzarne il pensiero. E la crisi economica e finanziaria attuale si ripeterà presto in altre forme. Perché in definitiva l'equilibrio economico ha bisogno di spiritualità.

 

(© L'Osservatore Romano, 29 marzo 2008)