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Le mani nelle mani

Il Papa incontra le vittime di abusi sessuali

 

di Federico Lombardi


Benedetto XVI non si è limitato a parlare del tema drammatico degli abusi sessuali compiuti da sacerdoti, ma ha anche voluto compiere un gesto significativo da molti atteso ma pur sempre difficile e delicato:  incontrare personalmente alcune delle vittime.
Giovedì pomeriggio, infatti, prima di lasciare la nunziatura per gli altri incontri previsti dal programma ufficiale, il Papa si è recato nella cappella dove si trovava ad attenderlo un piccolo gruppo di persone, vittime di abusi sessuali da parte di esponenti del clero, accompagnato dal cardinale arcivescovo di Boston, Sean Patrick O'Malley, e da un sacerdote e una signora responsabili delle attività di cura spirituale e psicologica per tali situazioni nell'arcidiocesi.
L'incontro, molto semplice, è iniziato alle 16.15 ed è stato introdotto da un momento di preghiera comune guidato dall'arcivescovo che ha poi brevemente spiegato il significato spirituale dell'incontro. Le parole del Santo Padre, ispirate non solo al profondo dolore per i fatti avvenuti, ma anche all'incoraggiamento e alla speranza, hanno creato un clima di grande confidenza spirituale così che i singoli presenti si sono poi avvicinati a lui, a uno a uno, esprimendogli i loro racconti, i loro sentimenti, la loro gratitudine per la sua comprensione e anche la ritrovata fiducia di unirsi spiritualmente con lui e con la Chiesa.
Per ognuno il Santo Padre ha trovato ancora una parola di conforto, tenendo strette le mani dei suoi interlocutori, assicurando le sue preghiere per le loro intenzioni, per le loro famiglie e per tutte le vittime di abusi sessuali. Infine la benedizione.
Il cardinale O'Malley ha anche voluto consegnare al Santo Padre un libro contenente i nomi di circa 1500 persone (i nomi soli, non accompagnati dal cognome), vittime di abusi sessuali nel corso dei decenni passati perché li ricordasse nella sua preghiera.
Poco più di venti minuti di commozione intensissima per tutti i presenti. Ma un lungo passo nel cammino di risanamento spirituale e di purificazione della Chiesa. Dalla pagina del dolore e della vergogna si passa così alla pagina della speranza. La Chiesa in America e tutta la Chiesa saranno molte grate al Papa di questo suo aiuto così determinato e spiritualmente efficace.
In soli tre giorni, dopo le parole nella conversazione con i giornalisti in aereo, le considerazioni rivolte ai vescovi e l'importante passaggio dell'omelia nella grande messa al Nationals stadium, il Santo Padre ha anche voluto fare questo gesto che, attraverso le poche persone fisicamente presenti, in realtà ne ha raggiunte moltissime proprio con un messaggio concreto di speranza cristiana, secondo il tema di questo viaggio:  Cristo è la nostra speranza.

 

(© L'Osservatore Romano 19 aprile 2008)