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Il dossier nucleare

 

In attesa
della risposta
dell'Iran

di Giuseppe M. Petrone


La comunità internazionale segue con crescente apprensione la vicenda del nucleare iraniano e attende l'ormai imminente risposta di Teheran alle proposte avanzate recentemente dal gruppo 5 più 1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu:  Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Russia e Cina; più la Germania) ai colloqui svoltisi a Ginevra due settimane fa.
La scadenza per una risposta del regime degli ayatollah all'offerta fatta dal gruppo 5 più 1 - incentivi e tecnologia in cambio della sospensione dell'arricchimento dell'uranio - non è stata fissata ufficialmente ma Washington ha lasciato intendere che una risposta è attesa entro sabato. E probabilmente una risposta ci sarà anche se il ministro degli Esteri iraniano, Manouchehr Mottaki, ha respinto qualsiasi ipotesi di ultimatum sulla crisi nucleare e insista per ulteriori negoziati.
Mottaki, ha messo le mani avanti:  "Per noi è inconcepibile il linguaggio degli ultimatum". Anzi è l'Iran che si aspetta una risposta dall'Occidente sulle sue controproposte. Nel corso dei colloqui del 19 luglio a Ginevra "le parti hanno concordato che si dovrà lavorare in futuro per raggiungere un accordo soddisfacente per entrambi, altrimenti le attività iraniane seguiranno il loro corso", ha sottolineato Mottaki.
I sei Paesi hanno più volte ribadito che sono impegnati a seguire la via della diplomazia per trovare una soluzione alla crisi. Infatti, il gruppo 5 più 1 spera che l'Iran preferisca la cooperazione alla prospettiva di un isolamento crescente. In settimana il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, ha mandato un segnale di cauta apertura agli Stati Uniti sostenendo che l'Amministrazione di Washington ha un "comportamento nuovo" che può portare a "risposte positive". La Casa Bianca ha però reagito con quella che il portavoce Dana Perino ha definito "una sana dose di scetticismo".
Anche il segretario di Stato americano, Condoleezza Rice, ha ribadito:  "Sull'Iran la nostra posizione non è cambiata. Teheran deve semplicemente sospendere l'arricchimento dell'uranio". L'Unione europea ha confermato che si appresta ad applicare in maniera ferma le nuove sanzioni imposte all'Iran con la risoluzione 1803 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Dal canto suo, Israele ha ribadito che contro l'Iran - colpevole a suo parere di preparare un arsenale nucleare - rimangono sul tavolo "tutte le opzioni", compresa quella militare.
Nonostante segnali incoraggianti di dialogo e di cooperazione internazionale, ombre minacciano la non proliferazione nucleare. Ombre che possono essere dissipate soltanto con l'impegno condiviso di perseguire con determinazione la riduzione degli armamenti.

 

(© L'Osservatore Romano 2 agosto 2008)