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Ricordo di Francesco Cossiga

Una fede granitica e aperta


di Tarcisio Bertone

Sono andato volentieri a porgere il mio tributo di omaggio e di suffragio per l'anima del presidente emerito della Repubblica italiana Francesco Cossiga, al quale mi hanno legato vincoli particolari di conoscenza e di amicizia sin dal 1991. In quell'anno infatti, in occasione della mia nomina ad arcivescovo di Vercelli, andai, come si usava, a fare visita di cortesia al capo dello Stato. Il presidente mi accolse con grande familiarità e dimostrò di conoscere i miei studi e la mia specializzazione in diritto ecclesiastico.
Iniziammo così un colloquio approfondito su temi di diritto costituzionale comparato, allargato poi a temi di teologia e spiritualità. Il tempo scorreva e l'incontro colloquio si prolungò enormemente, interrotto solo da una chiamata urgente a proposito della riunione del Consiglio di sicurezza sull'emergenza nei Balcani. Alla fine ci scambiammo alcuni volumi.
Dal 1995, dopo la mia nomina a segretario della Congregazione per la Dottrina della Fede, fui testimone dell'amicizia e della familiarità intellettuale che legò Francesco Cossiga al cardinale Joseph Ratzinger, con il quale trascorreva serate di impegnative conversazioni filosofiche e teologiche. Nel 2006, quando venni nominato da Benedetto XVI segretario di Stato, con il presidente riprendemmo una discreta frequentazione telefonica, epistolare e anche conviviale.
La cultura politica e teologica di Francesco Cossiga spaziava su vari campi e ogni incontro con lui era molto interessante e arricchiva. Per i miei incarichi nella Curia romana avevo seguito in modo speciale l'iter di "rivalutazione" del filosofo Antonio Rosmini e della redazione della nota della Congregazione per la Dottrina della Fede che ha dato il via libera alla sua beatificazione.
Ieri sera il Santo Padre, parlando del suo "illustre e caro" amico, mi ha detto che gli stavano a cuore soprattutto tre traguardi che Cossiga tenacemente perseguì e raggiunse:  la proclamazione di san Tommaso Moro a patrono dei politici cattolici, la beatificazione dell'abate Antonio Rosmini e quella del cardinale John Henry Newman.
La fede cattolica di Francesco Cossiga era granitica e aperta. E possiamo ripetere anche noi l'invocazione che il presidente emerito ha posto al termine delle lettere che ha indirizzato alle cariche istituzionali della Repubblica:  Iddio protegga l'Italia!