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Il Sinodo dei vescovi sulla nuova evangelizzazione

Tempo di missione

di Nikola Eterovic
Segretario generale del Sinodo dei vescovi

"Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo ad ogni creatura". Il tempo della missione della Chiesa comincia con queste parole del Risorto, riportate nella parte conclusiva del Vangelo di Marco (16, 15). La Chiesa infatti esiste per evangelizzare, per annunciare sempre e dappertutto la "buona notizia" a tutti gli uomini.
Il mandato resta lo stesso, come lo stesso è Gesù Cristo "ieri e oggi e per sempre" (Ebrei, 13, 8) e il suo Vangelo. Cambiano invece i destinatari e le condizioni sociali, culturali, politiche e religiose in cui essi vivono.
Il mandato missionario del Signore segnerà anche la tredicesima assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, che si apre domenica 7 ottobre con la messa celebrata da Benedetto XVI in piazza San Pietro. Del resto, proprio questa parola di Gesù Cristo ha fatto da filo conduttore al secondo capitolo dell'Instrumentum laboris intitolato "Tempo di nuova evangelizzazione".
Com'è noto, l'assemblea sinodale si svolgerà fino al 28 ottobre sul tema "La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana". È importante tenere uniti i due aspetti dell'argomento sinodale. Esso indica infatti che lo scopo della nuova evangelizzazione è la trasmissione della fede. D'altra parte, il processo della trasmissione della fede, che oggi in molti casi trova ostacoli di varia indole, si svolge nell'ambito della nuova evangelizzazione.
La preparazione e lo svolgimento di un'assemblea sinodale fanno parte di un processo complesso ed esigente, che richiede un'attività considerevole ed esige il concorso di numerose persone. In linea generale, in questo processo ci sono tre aspetti che si intrecciano: dimensione spirituale, riflessione teologica pastorale e preparazione tecnica organizzativa. Ma è soprattutto la preghiera che accompagna e anima ogni attività sinodale.
Non dimentichiamo che il cristiano è invitato a pregare ininterrottamente (cfr. 1 Tessalonicesi, 5, 17) seguendo l'esempio del Signore. A maggior ragione una riunione di vescovi, rappresentanti l'episcopato del mondo intero, intorno al vescovo di Roma, che presiede il Sinodo, non si potrebbe svolgere se non in un ambiente di preghiera. La preghiera che ha accompagnato i lavori di preparazione - e che ha per icona il pellegrinaggio appena compiuto da Benedetto XVI a Loreto giovedì 4 ottobre - avrà dunque un posto preminente durante i lavori sinodali. Non a caso, accanto all'aula, nell'adiacente cappella, sarà esposto il Santissimo Sacramento, in modo da offrire ai partecipanti all'assemblea, prima e dopo le riunioni, la possibilità di sostare in meditazione davanti al Maestro che continua a inviare i suoi discepoli per le strade del mondo ad annunciare il Vangelo, la "buona notizia" anche per l'uomo contemporaneo.
Del resto, l'assidua presenza nella preghiera, oltre che nell'ascolto e nella riflessione, non mancherà di accrescere ulteriormente l'affetto collegiale tra i presuli, e tra loro e il vescovo di Roma, capo del collegio episcopale. Inoltre, la partecipazione ai lavori di qualificati rappresentanti del popolo di Dio rafforzerà ancora di più i legami tra tutti i membri della Chiesa cattolica. In più, la presenza di delegati fraterni darà un rilevante aspetto ecumenico all'assemblea sinodale. Insieme con loro pregheremo affinché si realizzi quanto prima l'invocazione del Signore Gesù: "perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato" (Giovanni, 17, 21).
La vasta opera di evangelizzazione e di nuova evangelizzazione del mondo attuale esige il concorso di tutte le Chiese e le comunità ecclesiali. Da qui la necessità di accompagnare questo processo con la preghiera e con la testimonianza della vita cristiana. Unite a un rinnovato dinamismo nel confessare, in comunione con Benedetto XVI, successore di san Pietro apostolo: "Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente" (Matteo, 16, 16).