L'opera omnia di don Luigi Sturzo

Non solo politico
ma letterato e poeta


L'Istituto Luigi Sturzo a Roma ospita, nel pomeriggio di giovedì 25 giugno, un seminario di studio sull'opera omnia del sacerdote di Caltagirone. Uno dei relatori - responsabile dell'archivio storico dell'istituto e della pubblicazione degli scritti di Sturzo - ha sintetizzato per "L'Osservatore Romano" il suo intervento.

di Concetta Argiolas

L'importanza della pubblicazione dell'opera omnia di Luigi Sturzo è motivata dalla consapevolezza che l'intensa esperienza politica e organizzativa del fondatore del Partito Popolare Italiano non può essere ricostruita se non attraverso i suoi scritti, espressione del suo pensiero e dei momenti salienti della sua attività.
Non va dimenticato, infatti, che Sturzo fu un uomo di multiforme cultura, politico, sociologo, ma anche letterato e poeta, con sensibilità e preparazione particolari ai problemi economici, giuridici e amministrativi, e che la sua attività di scrittore e promotore di studi ebbe sempre alla base una profonda conoscenza e meditazione dei problemi che di volta in volta si preparava ad affrontare.
Pertanto, se da un lato ciascuno scritto consente la conoscenza del pensiero di Sturzo sui singoli temi, dall'altro questi scritti, uniti e coordinati insieme nel piano generale dell'opera omnia, consentono di cogliere in modo organico quel filo conduttore che ha ispirato tutto il suo pensiero e tutta la sua azione e che trova la sua sintesi nella visione morale e cristiana della vita.
Iniziata nel 1949, con l'uscita de La mia battaglia da New York, la pubblicazione dell'opera omnia fu personalmente seguita da Sturzo che ne definì il piano generale, ne discusse le condizioni contrattuali con le case editrici Atlas prima e Zanichelli poi, ne corresse le bozze e ne gestì la propaganda e la diffusione. Dai risultati emersi da ricerche condotte nel suo immenso archivio, si può dire che l'opera omnia abbia veramente rappresentato per l'autore l'interesse principale degli ultimi suoi anni  di  vita; e non è un caso che tra le volontà finali il sacerdote siciliano abbia  fatto  riferimento  proprio ai suoi scritti, di  cui  volle lasciare all'Istituto Sturzo  la  proprietà letteraria e i diritti.
Per tenere fede a questo desiderio, ancora oggi espressamente enunciato tra i principali scopi statutari dell'Istituto, durante la lunga presidenza di Gabriele De Rosa l'opera omnia è stata oggetto di un preciso programma scientifico. Anzi, possiamo dire che, grazie a un progetto di ampio respiro sostenuto dal ministero per i Beni e le Attività Culturali, nel corso degli ultimi dieci anni la pubblicazione ha subìto la crescita più forte mai registrata dalla sua origine.
Infatti, dal 1999 a oggi sono stati pubblicati ben 38 volumi, di cui 11 inediti, mentre altri 7 volumi, sempre inediti, sono in lavorazione. Tra i volumi pubblicati ricordo i carteggi intercorsi con gli amici francesi, con gli amici inglesi, con i fratelli Rosselli, con Gaetano Salvemini, nonché l'appendice al carteggio con il fratello Mario, vescovo di Piazza Armerina, e con la sorella gemella Nelina. È stata pubblicata anche la bibliografia di e su Sturzo, nonché la raccolta degli articoli giornalistici degli ultimi tre anni di vita e la miscellanea degli Scritti religiosi e morali, cioè dei componimenti, anche scolastici, in versi o in prosa, delle prediche, sermoni, panegirici, conferenze, discorsi e articoli dei primi anni di attività del sacerdote siciliano.
Tra gli inediti in lavorazione ricordo, invece, la Miscellanea americana (1940-1945) che raccoglie saggi, articoli, recensioni, commemorazioni, interviste pubblicate da numerose riviste americane nel periodo dell'esilio negli Stati Uniti.
Il carteggio con gli amici spagnoli che testimonia degli intensi rapporti intercorsi tra Sturzo e gli esponenti del mondo cattolico, culturale e politico spagnolo a partire dagli anni Venti, allorché iniziò a collaborare con il gruppo dei democratici cristiani catalani raccolti attorno al quotidiano "El Matì", e proseguiti per tutta la durata della guerra civile. E poi il carteggio con gli amici tedeschi, in particolare con alcuni intellettuali cattolici weimariani come Alois Dempf, Heinrich Brüning, Carl Sonnenschein, e con l'ambiente cattolico intellettuale renano gravitante attorno alla rivista "Abendland". E ancora il carteggio con alcuni dei più importanti fuoriusciti italiani negli Stati Uniti tra i quali il socialista Giuseppe Lupis, direttore del mensile progressista italiano "Il Mondo", Alberto Tarchiani, segretario generale della "Mazzini Society", Carlo Sforza, che vanta la corrispondenza più corposa con Sturzo, Randolfo Pacciardi, Max Ascoli e Walter Toscanini. E infine, il carteggio con Angelo Crespi, fine saggista e filosofo, già corrispondente del "Corriere della Sera" e del "Popolo" e tra i principali interlocutori di Sturzo durante l'esilio e quello, di oltre 1.100 lettere, con Barbara Barclay Carter e Cicely Mary Marshall, che per oltre quindici anni ospitarono Sturzo nel loro appartamento londinese, diventandone tra le più strette collaboratrici.
Dunque, una considerevole produzione che, con i suoi attuali 53 volumi, organicamente articolati in tre serie per un totale di 27 titoli, alcuni dei quali a loro volta articolati in collane, come la Miscellanea londinese, Politica di questi anni e l'Epistolario Scelto, ben mette in evidenza i molteplici e multiformi interessi dell'autore che da sempre hanno spaziato dalla politica alla sociologia, dalla filosofia all'economia e alla giurisprudenza, utilizzando le più diverse forme espressive:  dalle polemiche giornalistiche ai saggi, alle monografie, allo scambio epistolare - politico e familiare -, alle opere teatrali, fino alla poesia.
L'incontro organizzato dall'Istituto Sturzo, al quale parteciperanno tra gli altri Mario D'Addio, Francesco Malgeri e Aldo G. Ricci, racconterà la storia di questa monumentale opera mettendone in luce, grazie anche a una scelta di brani letti da Edoardo Sylos Labini, questa eterogeneità di produzione e di espressione e, al tempo stesso, la sua prospettiva sempre unitaria e sistematica, in cui si rinvengono i fondamentali temi sturziani della concezione della democrazia, ispirata, sostenuta e tutta impostata sul rigoroso rispetto degli essenziali valori morali.



(©L'Osservatore Romano 26 giugno 2009)
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