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In un libro di Ansaldo e Taskin

Il mistero dell'attentato
a Papa Wojtyla


 

L'attentato che portò alle soglie della morte Giovanni Paolo II il 13 maggio 1981, meno di tre anni dopo la sua elezione, torna al centro di un libro (Marco Ansaldo e Yasemin Taskin, Uccidete il papa. La vera pista dell'attentato a Giovanni Paolo II, Milano, Rizzoli, 2011, pagine 407, euro 19,50) appena uscito in Italia e anticipato con evidenza su "la Repubblica" del 20 aprile. Vaticanista e inviato speciale per la politica internazionale del quotidiano romano, Ansaldo è tra i maggiori studiosi della Turchia contemporanea - suo è il recentissimo Chi ha perso la Turchia. Viaggio al termine dell'Europa fra nuovi Lupi grigi e scrittori sotto scorta (Torino, Einaudi, 2011, pagine 279, euro 21) - mentre Ta?k?n, nata a Erzurum, è corrispondente in Italia del quotidiano turco "Sabah". L'intenzione degli autori è evidente sin dal sottotitolo: smontare la cosiddetta pista bulgara e dimostrare che il piano omicida nacque e si sviluppò tutto tra i Lupi grigi turchi. Restano però l'innegabile presenza di questi estremisti in Bulgaria, un Paese di stretta obbedienza sovietica, e soprattutto la convinzione di Giovanni Paolo II - attestata da una frase del testamento scritta nel 1982 e poi confermata nel libro Memoria e identità (pubblicato nel 2005 e basato su conversazioni mantenute nel 1993 dal Papa con due filosofi polacchi) - che l'attentato subito fosse "una delle ultime convulsioni delle ideologie della prepotenza, scatenatesi nel XX secolo" e nate "dal fascismo e dal nazismo, così come dal comunismo", criticato senza requie dal Papa. Questo scenario sembra dunque il contesto logicamente più probabile. Di un attentato che in ogni caso fu la manifestazione del mistero del male.

g.m.v.

(© L'Osservatore Romano 21/04/2011)