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La luce gentile


 

Una Chiesa che cercasse di essere attrattiva agli occhi del mondo sarebbe sulla strada sbagliata, perché suo dovere è quello di lasciare trasparire la luce di Cristo. Che i cristiani d'oriente chiamano "gioiosa" (phòs hilaròn) nella preghiera della sera e John Henry Newman avvertì e descrisse come "gentile" (kindly light) implorando di esserne guidato.
In questa chiave - di fatto preannunciata dal Papa ai giornalisti in volo verso la Scozia - l'itinerario britannico di Benedetto XVI è stato un successo pieno, come hanno riconosciuto e raccontato molti media soprattutto nel Regno Unito, ma non solo. Superando le analisi prevenute e pregiudiziali che annunciavano giorni difficili e poi le distorsioni informative, mirate anche a oscurare il significato del viaggio.
Il rovesciamento delle previsioni, evidente nell'accoglienza e nell'attenzione di quanti hanno visto e ascoltato in questi giorni il Pontefice, va attribuito proprio a come Benedetto XVI si è presentato, anche in questa visita:  con semplicità e apertura. Che si sono percepite con immediatezza nel suo volto e nelle sue parole, che si sono poste nella scia di quella tradizione di insegnamento gentile (gentle scholarship) nata nel medioevo e che arriva a Newman.
Grazie ai media che con larghezza hanno rilanciato, in un grande Paese caratterizzato da una società ormai multietnica, gesti e momenti di un itinerario perfettamente organizzato, tantissime persone hanno potuto vedere Papa Benedetto rivolgersi agli anziani e intrattenersi con loro "soprattutto come un fratello", accarezzare con dolcezza i bimbi - come l'ultimo giorno, uscendo dalla nunziatura, un bambino cieco tra le braccia di sua madre, commossa sino alle lacrime e che non finiva di ringraziare - e adorare il Santissimo nel silenzio impressionante degli ottantamila giovani riuniti per la veglia poche ore prima della beatificazione del cardinale Newman.
E proprio la tenerezza di Benedetto XVI nei confronti dei piccoli e dei deboli spiega le sue forti parole - rinnovate e ripetute - di fronte ai crimini degli abusi su minori da parte di membri del clero, il suo incontro con alcune vittime e quello con un gruppo impegnato nella protezione dei bambini. In questo l'episcopato britannico, che collabora con le autorità civili, è esemplare, in linea con una tradizione lunghissima di cura e di educazione dei giovani che storicamente è merito innegabile della Chiesa cattolica e delle sue molte istituzioni in ogni parte del mondo.
Si è trattato insomma di un viaggio storico, segnato dalla visita ufficiale e cordiale a Elisabetta ii, sovrana universalmente stimata, dall'incontro solenne con le autorità civili a Westminster Hall, dove il Papa ha reso onore all'istituzione parlamentare britannica, e dai colloqui con alcuni leader politici e con il premier David Cameron, che nel discorso di congedo ha sottolineato il contributo positivo della religione al dibattito pubblico.
A conclusione di una visita di Stato rivelatasi - anche per l'amicizia con l'arcivescovo Rowan Williams - molto importante per lo sviluppo dei rapporti con gli anglicani, con gli esponenti di altre confessioni cristiane e di altre religioni. E nella quale soprattutto Benedetto XVI ha lasciato trasparire la luce gentile che, come ha illuminato Newman, guida ogni persona umana.

g.m.v.

(© L'Osservatore Romano 20-21/09/2010)