Presto a piazza di Spagna un nuovo punto vendita della Libreria editrice vaticana dedicato a Papa Montini

Uno spazio di incontro e di cultura
nel ricordo di Paolo VI


di Nicola Gori

Con circa dieci milioni di euro all'anno di giro di affari, 3.584 titoli in catalogo, centoventisette titoli pubblicati nell'ultimo anno e con 1.863.981 libri venduti nel 2007, la Libreria editrice vaticana si inserisce a pieno titolo nel mondo dell'editoria mondiale con la sua peculiare caratteristica, quella cioè di essere la casa editrice del Papa.
Basta dare uno sguardo ai dati sulle vendite della collana "Magistero di Benedetto XVI" per rendersi conto della presenza discreta, ma incisiva nel settore editoriale. Dal 2005 a oggi le vendite della collana sono state di circa 1.500.000 copie, mentre la vendita dell'Enciclica di Benedetto XVI Spe salvi - pubblicata a dicembre dello scorso anno - si aggira intorno a 1.300.000 copie nell'edizione economica e in 50.000 per quella rilegata.
Per conoscere i progetti e le sfide del prossimo futuro, abbiamo intervistato per "L'Osservatore Romano" don Giuseppe Costa, da circa sette mesi nuovo direttore dell'editrice.

Qual è il ruolo della Libreria editrice vaticana all'interno della Santa Sede?

Secondo lo Statuto vigente la Libreria Editrice Vaticana (Lev) è un'istituzione vaticana. La sua identità è, quindi, tracciata da uno statuto che ne fa, innanzitutto, un'editrice. In quanto tale, pubblica, progetta, propone, commercializza libri e a questo scopo può creare anche punti vendita. Tutto questo è previsto dallo statuto. La sua organizzazione prevede un direttore che sovrintende a tutto e un presidente del consiglio di amministrazione, a cui spetta il controllo del bilancio. Esiste poi un consiglio di revisori dei testi per ciò che riguarda elaborati di teologia o che prevedono materie affini, ma non certamente per il magistero. Compito dell'editrice è di divulgare, innanzitutto, il magistero, la parola del Papa e gli atti di governo della Santa Sede. Questa finalità si attua pubblicando le encicliche, i documenti e gli interventi del Papa.

Cos'è questo copyright?

Il Vaticano ha firmato negli anni '70 la convenzione di Berna sui diritti d'autore. Da quel momento in poi si è reso necessario controllare e gestire il copyright, cosa che è stata accelerata quando è stato eletto Benedetto XVI che aveva già varie opere scritte e che produce continuamente. Quindi, il compito della Lev, oltre a pubblicare e divulgare il magistero petrino, è quello della gestione del copyright. Non è una gestione fiscale, ma una gestione sui progetti, sull'uso che viene fatto del messaggio del Papa. In genere, quando si dà vita a dei progetti di tipo commerciale, ci sono delle royalties da pagare. Per altri ancora, magari non vi è bisogno di pagare per l'utilizzo, ma il suo controllo tuttavia deve passare sempre dalla Libreria editrice vaticana. Infatti, la Lev per mandato ha l'esclusiva sul controllo economico e non, cioè qualitativo del copyright. Questo è avvenuto da quando Benedetto XVI ha concesso tutti i suoi diritti d'autore in gestione alla Lev. Da lì in poi l'editrice ha gestito per esempio il copyright per la pubblicazione del "Gesù di Nazaret" con la Rizzoli. Ciò ha comportato un'enorme crescita editoriale, per cui un'editrice che viveva ai margini del settore editoriale si è trovata a venire in contatto con gli editori più importanti del mondo che chiedono di poter stampare il Papa. Ci vuole perciò una capacità di dialogo, di contatto, di conoscenza e la prontezza nel quantificare il prodotto. Il livello dell'organizzazione è cresciuto grazie al copyright. In tutto questo, la valenza editoriale dell'editrice è molto aumentata. È, quindi, discrezione del direttore permettere la pubblicazione o meno di un testo. Decisione che non è un capriccio, ma basata su elementi e ragioni concrete, prima fra tutte la tutela dello stesso magistero.

Ci fa il punto della situazione del copyright sui documenti del Papa; questione che ha sollevato non poche polemiche?

Nella maggior parte dei paesi, le polemiche non ci sono, in particolare Germania e paesi anglosassoni. Dove c'è una coscienza del lavoro intellettuale, non vi sono problemi. Chi ha bisogno del copyright paga tranquillamente, semmai si discute sull'importo delle royalties.

Essere l'editrice del Papa facilita o rende più arduo l'impegno editoriale?

Chiaramente, vi può essere una strumentalizzazione, una manipolazione del pensiero del Papa e allora tutto diventa più difficile e più arduo. Effettivamente, i nostri orizzonti lavorativi si sono ampliati, perché riceviamo richieste da tutto il mondo. Per esempio il 27 febbraio vado con padre Edmondo Caruana alla "Los Angeles Religious educators convention", dove possiamo scambiare opinioni e stringere qualche accordo di collaborazione con alcuni editori.

Come è strutturata la Lev?

La Lev ha un consiglio di amministrazione, che verifica e controlla i bilanci con a capo un presidente e dei consultori di nomina della Segreteria di Stato. Vi è un consiglio di revisori dei conti - un presidente più due consiglieri - sempre di nomina della Segreteria di Stato. Si affianca un consiglio dei revisori dei testi, formato da cinque membri e presieduto dal Teologo della Casa Pontificia, che riceve i testi e dà un parere consultivo. Chi decide la linea editoriale alla fine, secondo lo Statuto, è il direttore. Il consiglio di amministrazione è chiamato ad approvare la linea editoriale solo ai fini economici. La Lev è divisa al suo interno in una sezione editoriale, una sezione commerciale e una amministrativa. In futuro cercheremo di adeguare la struttura alla nuova realtà che si sta delineando. Fra l'altro prima non era prevista la gestione del copyright. Per la vendita dei libri, la Lev si affida ai distributori, i quali acquistano i titoli con un determinato sconto, che rivendono alle varie librerie. Come Lev abbiamo un punto vendita diretto in Piazza San Pietro, intitolato a Giovanni Paolo II. Presto a Roma verrà aperto un secondo punto vendita in Piazza di Spagna intitolato a Paolo VI nel trentesimo della morte.

Che finalità riveste la nuova apertura del punto vendita in Piazza di Spagna?

La necessità di un nuovo punto vendita che fosse una sorta di luogo di incontro culturale e di scambio era nella natura stessa della Lev, in quanto editrice di testi e di studi. In un contesto moderno la libreria è il luogo della conoscenza tra il cliente e il prodotto stesso. La libreria oggi per certi aspetti sta vivendo un rilancio, per altri aspetti risente ancora di vari problemi. Spero  che in questo secondo punto vendita si  possa  creare un riferimento per la produzione  legata  al magistero e all'area specifica di cui si occupa la Lev. Sarà collocata esattamente al piano terreno del palazzo di Propaganda Fide.

Da sette mesi lei è direttore della Lev. Quali progetti ha in cantiere per il futuro?

È chiaro che i progetti legati al magistero rientrano nella normale attività della Lev. Al di là del magistero, bisogna migliorare la qualità editoriale e anche i percorsi divulgativi, cioè la fruizione per i lettori. Occorre accompagnare la pubblicazione dei documenti oltre che con una diversa qualità grafica e illustrativa, anche con dei sussidi. Tra le finalità della Lev c'è la collaborazione con la Conferenza episcopale italiana per la pubblicazione dei testi liturgici. Questo è un altro settore di routine di cui ci occupiamo. Per il resto, punteremo su alcune pubblicazioni in occasione dell'anno paolino e vogliamo promuovere delle pubblicazioni che rilancino alcune aree tipiche della Lev, per esempio l'agiografia. Vi è in programma anche la valorizzazione dei beni che esistono in Vaticano, in particolare, i beni artistici. Il Vaticano dal punto di vista artistico ha un patrimonio inestimabile. C'è, poi, un'attenzione al dibattito in corso nel mondo religioso. Oggi c'è una ripresa dell'interesse per il mondo religioso, per Dio, per la presenza della Chiesa nel mondo.

Esistono sinergie con le altre case editrici cattoliche operanti nei diversi punti del mondo?

In Europa siamo aperti a varie collaborazioni, per esempio l'editore tedesco "ConBrio" ci ha proposto di ripubblicare il graduale triplex per il rilancio del canto gregoriano, perché la Lev tradizionalmente ha nel suo catalogo dei prodotti legati alla musica. Abbiamo un ottimo rapporto con l'editrice tedesca Herder, che pubblicherà l'opera omnia di Benedetto XVI. Abbiamo buoni rapporti anche con altri editori tedeschi, francesi e con quelli dei paesi dell'est. Infatti, dato che la Lev ha un suo catalogo di opere, di alcune vengono ceduti i diritti e tradotte e stampate in altre lingue tramite accordi con vari editori. Per fare un esempio, l'"Enciclopedia della preghiera" che abbiamo presentato giorni fa, è stata richiesta dalla "Du Cerf" francese, dalla "Bac" spagnola e da un editore tedesco e uno brasiliano. Per quanto riguarda l'Italia, stiamo pubblicando un volume sull'anno paolino insieme con le Edizioni San Paolo. Con "Città nuova" stiamo pubblicando il volume sulla catechesi patristica del Papa.
La vendita dei diritti di traduzione alleggerisce i costi di produzione. Chiaramente, con gli editori degli Stati Uniti il rapporto è ottimo. Esiste, infatti, una buona editoria cattolica con la quale scambiamo libri, tipo le collaborazioni con le edizioni San Paolo, "Sant'Antony Messager", "Sunday Visitor's" e con "Ignatius" degli Stati Uniti. Abbiamo un ottimo rapporto anche con la Conferenza episcopale del Nord America. In America Latina abbiamo buoni contatti con l'editoria del Brasile, dell'Argentina e del Messico. Dobbiamo incrementare i legami con gli altri paesi dell'America Latina che si servono della produzione della Spagna o in lingua spagnola degli Stati Uniti. Per quanto riguarda l'Asia, riceviamo richieste dal Giappone, dalle Filippine e dall'India, ma negli altri Stati dobbiamo ancora lavorare molto. Per la Cina vi sono progetti in corso di realizzazione.

Per la distribuzione, anche la Lev risente delle difficoltà degli altri editori cattolici?

Certamente, anche la Lev risente delle difficoltà strutturali dell'editoria italiana in generale, non solo cattolica, alla quale si aggiunge il problema d'un mondo editoriale cattolico frammentato. I libri pubblicati non vengono venduti in tutte le librerie cattoliche. Infatti, ci sono delle librerie cattoliche che scelgono soltanto i libri prodotti dalla propria casa editrice.

Che ne pensa del fenomeno in crescita di vendere i libri cattolici in librerie laiche?

Questo fenomeno non esisteva in Italia fino a qualche anno fa e sta avvicinando le librerie italiane a quelle francesi. La sezione religiosa nelle librerie laiche si sta sviluppando, tanto che possiamo trovare libri della Lev anche in librerie laiche come la Feltrinelli di Roma, cosa che prima non avveniva. È una tendenza che va coltivata e ampliata.

Pensa che i rapporti tra Lev e altre case editrici laiche per la diffusione degli scritti sul Papa resteranno immutati?

La cordialità resterà immutata, l'organizzazione dovrà essere rivista. La Lev  deve monitorare anche la distribuzione e la collocazione del libro del Papa,  non solo cedere il copyright. Occorre esaminare attentamente il da farsi.



(©L'Osservatore Romano 27 febbraio 2008)
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