Il cardinale segretario di Stato e il ruolo del giornale del Papa

Benedetto XVI e un'informazione all'altezza dei tempi

A Bergamo per ricordare i 50 anni dell'elezione del beato Giovanni XXIII, il cardinale segretario di Stato, in una intervista al nostro giornale, coglie l'occasione per rilanciare la diffusione dell'Osservatore Romano quale giornale del Papa. La spinta di Benedetto XVI per un rinnovamento del quotidiano della Santa Sede, viene ricordata dal cardinale Tarcisio Bertone, all'interno di un'attenzione strategica che l'attuale Pontefice pone ai media capaci, ormai, di segnare in profondità la vita globalizzata del mondo e la stessa azione evangelizzatrice della Chiesa.

Lei attribuisce molta importanza alla comunicazione sociale, anzi la ritiene una delle priorità del pontificato dello stesso Benedetto XVI. Come mai?

La comunicazione influenza decisamente la rappresentazione che tutti abbiamo del mondo attuale. I media della comunicazione sociale moderna - perfino i telefonini e internet - in aggiunta agli strumenti più tradizionali del giornale, del cinema e della radio televisione, sono il nuovo ambito entro cui si svolge la vita delle persone. La stessa globalizzazione economica che ha cambiato in profondità i ritmi di vita di gran parte della popolazione mondiale, viene percepita e valutata attraverso il filtro dell'informazione.
È un luogo comune ormai dire che viviamo nel villaggio globale sebbene in questo villaggio non tutti gli abitanti godono delle stesse possibilità. La giustizia e la condivisione appaiono ancora in parte realtà lontane. E gli stessi beni della conoscenza e dell'istruzione sono distribuiti con fortissime disparità. Proprio la capacità di percepire il mondo reale così diverso dal mondo virtuale dipende dall'accesso ai media tradizionali e nuovi.
È allora evidente l'importanza che Benedetto XVI, così fedele al Concilio che ha spinto la Chiesa verso questa nuova dimensione, annette all'informazione. Evangelizzare oggi, annunciare Dio amore, passa certamente dall'ascolto personale, ma anche attraverso il contesto della conoscenza creato dai media. Unico e medesimo resta lo scopo dei diversi strumenti della comunicazione sociale:  la Chiesa deve essere in grado di raccontare lo stesso Gesù dei vangeli e il suo messaggio di salvezza, valorizzando al meglio le tecniche proprie della comunicazione in costante evoluzione.
Il Papa poi si occupa specificamente della comunicazione nel messaggio annuale per la Giornata Mondiale delle comunicazioni. Per questa circostanza propone agli operatori dell'informazione spunti e riflessioni di grande impegno che attendono di essere poi tradotti efficacemente nella pratica. Ad esempio, per la Giornata mondiale in programma il prossimo 4 maggio, Papa Benedetto ha scritto che i media non devono ridursi a "megafono del materialismo economico e del relativismo etico", ma essere strumenti "al servizio di un mondo più giusto e solidale". Il Santo Padre mette in guardia dai rischi della manipolazione della realtà, dall'asservimento agli interessi dominanti, dalla ricerca dell'audience a ogni costo. Insieme al primato dell'etica e della verità il Pontefice ricorda che la ricerca e la presentazione della verità sull'uomo costituiscono la vocazione più alta della comunicazione sociale.

L'Osservatore Romano, organo della Santa Sede, come risponde a queste attese del Papa e della Chiesa sulla comunicazione?

In occasione della nomina della nuova direzione dell'Osservatore Romano, lo scorso mese di ottobre, Benedetto XVI ha inviato una lettera al direttore nella quale richiamava la storia importante e gloriosa del giornale, ma specialmente indicava i nuovi indirizzi e i nuovi traguardi richiesti dai tempi al giornale del Papa. Mi pare che L'Osservatore Romano stia effettivamente cercando di realizzare in modo graduale gli obiettivi indicati dal Santo Padre. Si tratta di un progetto impegnativo che prevede nello stesso tempo di ampliare le nuove tecnologie fino a consolidare una significativa presenza in internet, di applicare sani criteri di marketing, di perfezionare la professionalità e di riuscire a collocarsi con voce propria e distinta, riconoscibile e stimata, nel concerto della stampa internazionale. Bastano questi cenni per cogliere la profondità delle attese del Papa e la sua sensibilità nel voler il suo giornale quale strumento perfezionato di dialogo e di ascolto all'interno della Chiesa cattolica rappresentata nella sua varietà, ma pure nel colloquio con le altre Chiese e religioni, con le culture, le scienze e i rami nuovi della ricerca sull'uomo. Incoraggiamo sempre più L'Osservatore a raccontare in forma efficace e persuasiva il cammino proposto da Benedetto XVI alla Chiesa per comunicare Dio e il suo amore al mondo di oggi.

Eminenza, in più circostanze lei si è fatto promotore convinto della diffusione e della lettura dell'Osservatore Romano.

Mi pare naturale che il segretario di Stato spinga con entusiasmo per realizzare il desiderio del Santo Padre. Mi capita così ormai di parlare dell'Osservatore Romano, di raccomandarne la lettura e la diffusione non solo a vescovi e sacerdoti, ma anche ad associazioni cattoliche, a università, alle parrocchie, alle suore e religiosi e specialmente ai laici. Il giornale della Santa Sede infatti non è un giornale interno al Vaticano, merita di essere conosciuto e letto quale mezzo di comunicazione dove ogni cristiano può trovare fedelmente riprodotti il pensiero del Papa e l'azione della Santa Sede. In una forma tipicamente giornalistica, con un orizzonte cattolico, ampio come il mondo. Il giornale aiuta a cogliere il senso della parola del Papa all'interno di un contesto mondiale dove ogni giorno si scontrano le forze del bene e del male. E manifesta la cura con la quale la Chiesa segue le vicende dei popoli.

Perché ha visto con favore la vendita domenicale abbinata dell'Osservatore Romano con l'Eco di Bergamo?

Si tratta di una importante iniziativa editoriale davvero innovativa che ho pienamente incoraggiato. L'Osservatore Romano ha bisogno di un'ampia diffusione. E per essere diffuso e richiesto deve essere anzitutto conosciuto.
La diocesi di Bergamo si è fatta carico di contribuire a lanciare questo progetto. E ha reso possibile la stampa e la distribuzione domenicale a Bergamo dell'Osservatore Romano insieme all'Eco di Bergamo al costo unitario di un euro. Una iniziativa che speriamo possa essere ripetuta altrove. Abbiamo voluto cominciare con uno dei giornali cattolici più antichi e consolidati d'Italia. È un esempio bello e promettente di sinergia tra realtà editoriali cattoliche che va sostenuto. Camminare uniti è infatti meglio che camminare divisi come a volte avviene anche in tante iniziative pur benemerite.
Trovo davvero eccellente che questa sinergia tra L'Osservatore Romano e l'Eco di Bergamo sia stata lanciata nel cinquantesimo anniversario della elezione di Giovanni XXIII al pontificato. A suo modo Papa Giovanni è stato un grande comunicatore, ha rotto d'incanto tanti pregiudizi verso la Chiesa e il Papa, aprendo una nuova stagione. Un auspicio che spero possa riproporsi oggi tra Chiesa e mondo dell'informazione grazie anche al rinnovamento progressivo dell'Osservatore Romano che abbiamo avviato.



(©L'Osservatore Romano 6 aprile 2008)
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