La questione salute
nel dibattito
sui cambiamenti climatici

Intervista a Bettina Menne dell'Oms

di Pierluigi Natalia


"Proteggere la salute davanti ai cambiamenti climatici" è il tema scelto dall'Onu e dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per la Giornata mondiale della sanità di quest'anno, che si celebra lunedì 7 aprile. Con questa scelta, si vuole porre anche e soprattutto la "questione salute" al centro del dibattito internazionale in atto sui cambiamenti climatici. Questi, infatti, in modo diretto o indiretto hanno ricadute gravi sulla salute e sui sistemi sanitari. A giudizio dell'Oms, la situazione in atto e in prospettiva è ovviamente più grave per le Nazioni più povere, ma nessun Paese è risparmiato. Ne abbiamo parlato con la tedesca Bettina Menne, responsabile del settore Cambiamento globale e salute dell'Oms Europa.
Dottoressa Menne, negli ultimi anni molti episodi hanno accentuato l'allarme per le conseguenze dei cambiamenti climatici sulla salute. Quali sono le prospettive per il futuro?
Il cambiamento climatico aumenta la frequenza e la gravità di questi episodi, basti pensare a quanto accaduto nel 2003 quando l'ondata di calore estivo provocò settantamila morti in eccesso in dodici Paesi europei. Secondo le ultime proiezioni, è probabile che in futuro ondate di calore, inondazioni e siccità, peggioramento della qualità dell'aria e altri fattori danneggeranno la salute di milioni di persone. Se il riscaldamento globale non sarà contenuto, in Europa entro la fine di questo secolo si stimano per ogni anno 86.000 morti in più per le ondate di calore e sei milioni di persone a rischio di inondazioni.

Quali sono i principali fattori che determinano il livello di impatto dei cambiamenti climatici sulla salute?

La geografia, il grado di capacità dei sistemi sanitari, lo stato di salute, l'età, la classe sociale ed i sistemi di supporto influenzano la vulnerabilità degli individui. I poveri delle zone rurali, i giovanissimi, gli anziani e gli infermi e i lavoratori esposti agli eventi estremi sono quelli che rischiano di più. Il cambiamento climatico può peggiorare significativamente le disuguaglianze nello stato di salute e le condizioni dei gruppi più poveri. Questo vale per le zone rurali soprattutto per la qualità dell'acqua e per i danni all'agricoltura, mentre nelle città il maggior fattore di rischio è dato dalla peggiorata qualità dell'aria che causa malattie cardiovascolari, respiratorie, renali e metaboliche.

Quale risposta si attende l'Oms dalle politiche governative dei diversi Paesi, a partire da quelli europei?

In campo sanitario non esiste ancora, purtroppo una politica globale, neppure a livello europeo, sebbene i sistemi sanitari possano giocare un ruolo chiave nel proteggere dal cambiamento climatico. Questo finora è stato associato soprattutto a problematiche di tipo ambientale ed economico, mentre gli esperti raccomandano un ruolo più ampio dei sistemi sanitari nel gestirne le immediate e future conseguenze sulla salute. Di conseguenza, l'Oms incoraggia i Paesi a dare ai propri sistemi sanitari questo ruolo nuovo, attivo e importante. Se le tendenze odierne continueranno, saranno le generazioni future a subirne le conseguenze. Già oggi sono proprio i bambini, insieme con gli anziani, le persone più esposte al pericolo.
Di contro, con sistemi sanitari più forti, la comunità globale sarà meglio preparata ad affrontare le sfide. Noi conosciamo il clima nel quale oggi andremo in pensione, ma possiamo ancora cambiare il clima nel quale vivranno i nostri pronipoti anche più lontani.

In che modo dovranno rafforzarsi i sistemi sanitari anche europei per fronteggiare le nuove e più gravi emergenze?

Molti degli effetti sanitari annunciati possono essere controllati attraverso interventi ben noti, tra cui la sorveglianza delle malattie, la preparazione nella gestione delle emergenze e le cure di base. Gli operatori sanitari dovrebbero ricevere una formazione adeguata per essere preparati a gestire, tra l'altro, le nuove modalità di trasmissione delle malattie infettive e i sintomi e il trattamento delle malattie legate al caldo. Si possono intraprendere una serie di azioni comuni per rafforzare la risposta. La prima di queste azioni è dare un posto di rilievo alla salute nell'agenda politica del cambiamento climatico. Fornire un'informazione accurata e tempestiva aiuterebbe i responsabili governativi e i cittadini ad agire adeguatamente. Più in generale, servono strategie che limitino gli effetti negativi e serve dare il buon esempio. I sistemi sanitari sono nella posizione migliore per stimolare quei settori in cui la riduzione delle emissioni di gas nocivi può originare benefici per la salute.

Qual è il contributo dell'Oms Europa alla Giornata di quest'anno?

Abbiamo lanciato una nuova pubblicazione che descrive gli effetti sulla salute presenti e futuri e le sfide che questi pongono ai sistemi sanitari d'Europa. Il libro fornisce una guida pratica alle azioni da intraprendere da parte dei Paesi e degli individui. Esistono numerosi buoni esempi in Europa di sistemi sanitari che aiutano ad affrontare i problemi. Quest'anno la Giornata mondiale della sanità offre l'opportunità di condividere le esperienze migliori e di porre questi importanti temi nel cuore dei dialoghi, delle politiche e delle azioni locali, nazionali ed internazionali.



(©L'Osservatore Romano 6 aprile 2008)
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