Intervista al cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, presidente di Caritas internationalis

La solidarietà non va a corrente alternata


di Nicola Gori

La solidarietà non è un sentimento passeggero che si attiva solo in condizioni di emergenza ambientale o di catastrofi. La solidarietà deve essere l'atteggiamento permanente di ogni cristiano per promuovere la pace e la giustizia sociale in un mondo dove "la panacea del libero mercato e l'iniquità esistente, aggravata dalla crisi del prezzo del petrolio stanno generando maggiore povertà". È quanto affermato dal cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, presidente di Caritas internationalis e arcivescovo di Tegucigalpa in Honduras, in un'intervista al nostro giornale.

Come presidente della "Caritas internationalis" ha un messaggio urgente per i Paesi più industrializzati per superare il divario tra nord e sud del mondo?

Certamente. È dimostrato che la panacea del libero mercato e l'iniquità esistente, aggravata dalla crisi del prezzo del petrolio stanno generando maggiore povertà nel mondo e di conseguenza un abisso fra il sud e il nord, che aggraverà la violenza in ogni luogo. Mai tanto quanto oggi sono valide le parole di Papa Paolo VI:  "Lo sviluppo è il nuovo nome della pace".

La Caritas internationalis è una confederazione di 162 organizzazioni cattoliche d'aiuto, di sviluppo e di servizio sociale, attive in più di 200 Paesi e territori. Come attua l'invito di Benedetto XVI a globalizzare la solidarietà?

Fra i programmi definiti dall'ultima assemblea generale figura l'impegno per uno sviluppo umano sostenibile che senza alcun dubbio è favorito dalla solidarietà. Il servo di Dio Giovanni Paolo II ha insistito già prima dell'anno giubilare sull'importanza della globalizzazione della solidarietà. Ciò appare evidente soprattutto nelle situazioni di catastrofi naturali in cui le persone si sentono maggiormente motivate ad aiutare. La solidarietà non si può però ridurre a episodi drammatici, ma deve essere un atteggiamento permanente di ogni cristiano.

Come valuta la recente delusione al summit della Fao di Roma, nel quale i Paesi hanno stentato a trovare un'intesa su come affrontare la sfida della fame?

A volte le riunioni internazionali diventano difficili poiché si pongono i problemi ma non si vogliono cercare le vere soluzioni. Finché l'egoismo governerà l'essere umano, vi sarà poco spazio per l'amore solidale. Mi dispiace che una riunione per la cui realizzazione è stato investito tanto denaro non sia giunta a buon fine. A causa di decisioni non prese per tempo, possono morire tante persone. Purtroppo le statistiche sono fredde, ma sotto quei numeri vi sono volti concreti di persone che patiscono la fame e forse moriranno prematuramente.

Cosa significa la presenza degli operatori di Caritas internationalis in territori sconvolti dalle guerre o devastati da disastri naturali?

È un segno di speranza il crescente aumento del volontariato che si sta sviluppando attraverso varie Caritas nazionali. Ci sentiamo orgogliosi delle tante persone, soprattutto giovani, che non temono di mettere a rischio la propria vita per servire il prossimo. Molte sono morte imitando il Signore Gesù. La dimensione formativa è indispensabile per i nostri volontari e attraverso il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa si mette nella giusta ottica un servizio che non è semplicemente qualcosa di sociale, ma che parte dalla fede. Non mancano la vita spirituale, la preghiera e i sacramenti.

Il piano operativo mondiale 2007-2011 della "Caritas internationalis" mira a uno sviluppo umano integrale e al ristabilimento duraturo della pace. Come pensate di realizzarlo?

Grandi sforzi si stanno compiendo per riprendere le intuizioni della Popolorum progressio e per promuovere il dialogo tra le istituzioni soprattutto con il mondo dell'economia, per far vedere che l'autentico sviluppo non si può circoscrivere alle cifre macroeconomiche, ma che si deve ridurre la diseguaglianza che prevale in molti Paesi. Dobbiamo fare il possibile affinché la voce di Caritas non sia assente nei grandi forum internazionali. Di recente la segreteria generale ha partecipato come invitata al forum economico mondiale di Davos. Al contempo si interviene nei Paesi in conflitto bellico, affinché si riduca il traffico di armi. La pace però non significa solo l'assenza di guerre, ma tutto uno sforzo di educazione civica per formare una cultura della pace. La dimensione formativa è una parte molto importante del lavoro della Caritas.

Quale aiuto può venire dalla "Caritas internationalis" alle vittime del conflitto in Terra Santa?

La Caritas di Gerusalemme è benemerita per il suo instancabile lavoro, iniziato più di quarant'anni fa. Con tutte le difficoltà che ha incontrato, in nessun momento ha smesso di prestare i suoi servizi soprattutto ai più poveri. Ritengo che questo conflitto sia una ferita aperta nel cuore della Chiesa e qualsiasi sforzo è poco perché molto presto,  si  spera,  si  possa  ottenere  la pace.

Spesso si rivolgono critiche all'attività di certe associazioni di volontariato internazionale, accusate di lavorare più per sé stesse che per le popolazioni. Condivide queste critiche?

Penso che a volte ciò accada ma è sbagliato generalizzare. Io sono testimone del sacrificio e dell'amore di tanti nostri volontari. A volte si ha l'impressione che Caritas maneggi enormi cifre di denaro, ma questo è errato. Quasi tutto ciò che riceviamo passa ai destinatari. I costi di funzionamento sono minimi. Molte persone che criticano non conoscono la realtà.

La solidarietà fatica a globalizzarsi perché i governi non la promuovono o perché la gente non la pratica?

Non è facile aprire il cuore alla solidarietà. Dicono che l'egoismo muore mezz'ora dopo la morte della persona. Si tratta di una conversione permanente all'amore e allo stare vicini a chi soffre. Credo che senza la conversione delle persone all'amore cristiano, i governi non saranno mai solidali. Per questo il messaggio del Vangelo deve giungere personalmente al cuore, e così la solidarietà inizierà a globalizzarsi.



(©L'Osservatore Romano 12 luglio 2008)
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