Intervista a Pier Paolo Bellini responsabile editoriale
della collana di cd «Spirto gentil»

«L'uomo senza Dio è incompleto
come il violino di Beethoven senza l'orchestra»


di Marcello Filotei

"Volevamo regalare dei canti popolari russi a don Luigi Giussani per il suo compleanno, ma erano introvabili. Esecuzioni degli anni Quaranta e Cinquanta del Novecento con il Coro dell'Accademia di Stato russa diretto da Aleksandr Vasil'evic Svesnikov. La risposta era sempre la stessa "sono fuori catalogo e nessuno li ripubblica". Abbiamo deciso di farlo noi. Era il 1996, l'anno dopo è diventata una realtà. Abbiamo cominciato così, per caso".
Grande senso pratico Pier Paolo Bellini, forlivese, musicista e musicologo, responsabile editoriale della collana di cd "Spirto gentil". Idee chiare e determinazione nel seguire un progetto arrivato all'undicesimo anno di vita con alle spalle quarantasei dischi pubblicati.

È ora di fare un bilancio.

Siamo entrati in un mercato quasi fermo alla fine degli anni Novanta, una crisi acuita dalle sfide che sono venute dalla rete e dalla pirateria discografica. In undici anni abbiamo venduto oltre duecentomila copie, un risultato ragguardevole. Ma soprattutto la collana è viva:  i cd usciti diversi anni fa vengono ancora richiesti così come i quattro che di media pubblichiamo ogni anno.

Qual è il criterio di scelta?

Facendo riferimento all'esperienza della collana "I libri dello spirito cristiano", letture giovanili di don Giussani, abbiamo deciso di proporre anche i suoi ascolti. Pubblichiamo solo cose commentate da lui. Non è una storia della musica parallela, ma un tentativo di consentire al grande pubblico di fruire della prospettiva educativa che don Giussani proponeva attraverso la musica classica.

Che cosa c'è di innovativo?

Tutto parte da un'intuizione dedotta essenzialmente dall'ascolto di due brani:  Spirto gentil - l'aria da La Favorita di Gaetano Donizetti che dà il titolo alla collana - e il Preludio opera 28 numero 15 di Chopin noto come "La goccia d'acqua". Questi due lavori, assieme al Concerto per violino e orchestra opera 61 di Beethoven - che viene proposto nelle guide all'ascolto in questa edizione del meeting - fanno emergere alcuni aspetti che hanno sempre colpito la fantasia di don Giussani. In particolare dall'ascolto di Tito Schipa che cantava Spirto gentil è nata l'intuizione che la bellezza è in ogni caso qualche cosa che sta oltre il sé, che ciò che il cuore desidera esiste e coincide con il Mistero. Chopin e il concerto per violino e orchestra, invece, sono la rappresentazione dell'universalità del sentimento umano, identico in tutte le persone del mondo a prescindere dalla cultura che respirano.

Come si concretizza il parallelo tra Chopin e Beethoven?

È una condivisione tra un uomo che testimonia, in questo caso il compositore, e uno che ascolta. "La goccia d'acqua" è caratterizzato da una "monotonia assoluta". C'è una nota ribattuta costantemente dall'inizio alla fine del brano. A un primo ascolto è quasi impercettibile, ma rimane costante, ripetitiva, una rappresentazione sonora dell'infinita riproposizione della domanda. Qualunque cosa succeda intorno la domanda resta, è un filo rosso della vita, un desiderio di felicità. Nel concerto di Beethoven, invece, l'aspetto che colpì don Giussani - che usava questi brani durante l'insegnamento della religione a scuola - è il ruolo del violino come rappresentazione del singolo in costante aspirazione dell'assoluto, dell'infinito, della perfezione. Una tensione però frustrata se non abbracciata da un contesto più ampio, in questo caso l'orchestra. L'uomo cioè è capace di cose grandissime, come il violino di Beethoven, ma al di fuori di una appartenenza il suo destino non è completo.



(©L'Osservatore Romano 24 agosto 2008)
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