Don Giuseppe Costa illustra le linee di sviluppo della Libreria Editrice Vaticana

Una crescita lenta
in un mercato che crolla


di Marcello Filotei

"La Libreria Editrice Vaticana (Lev) deve avere una chiara identità, non può essere un'appendice di una tipografia. Se si vuole competere a livello internazionale occorre approntare una struttura editoriale adeguata". È chiara la linea di sviluppo che don Giuseppe Costa ha scelto di dare alla Lev da quando, nel 2007, gli è stata affidata la direzione di una realtà che sta cercando di mettersi in relazione più stretta con l'editoria internazionale.

Ma in che modo si può intensificare la presenza della Lev sul mercato mondiale?

La storia particolare di questa realtà la porta a trovare il suo futuro guardando al suo passato, fatto di grande attenzione grafica e di compattezza del catalogo. Seguendo queste direttive si può intercettare il cammino di quelle arti e di quegli strumenti di comunicazione che oggi hanno un rapporto diretto con la religione. Bisogna quindi prestare particolare attenzione alle attività umanistiche, alla musica e più in generale ai fenomeni culturali che spesso partono dalla religione e ritornano alla religione stessa. Oggi il fenomeno religioso ha una valenza culturale, ma ne ha anche una commerciale. Per essere protagonisti in questo quadro di riferimento occorre fare degli adeguamenti organizzativi e prendere iniziative.

Come si inseriscono nel quadro di queste iniziative il francobollo e il relativo annullo con il quale la Lev ha celebrato la giornata del libro e del copyright?

È un tentativo di sottolineare il valore del lavoro intellettuale e al tempo stesso i doveri e i diritti che ne regolano il mercato. Ma avremmo voluto fare anche una grande manifestazione il 23 aprile, il giorno in cui si celebra la giornata del libro, soprattutto perché avendo tre librerie nella città di Roma ci sentiamo responsabili verso i nostri lettori e clienti.

Un pubblico che però sembra leggere sempre meno.

La graduale diminuzione dei lettori nasce dal fatto che il libro non è presentato come strumento di formazione e meditazione, ma come oggetto. Molto viene demandato all'immagine. Si considera il libro uno strumento utile per la propria formazione e per la propria professionalità, ma spesso questa attività di approfondimento viene svolta a tempo perso.

I libri, quindi, vengono acquistati e poi consultati più che letti?

Sono visti come strumenti di ausilio, ma vengono lasciati a momenti episodici. Ne deriva una lettura frammentaria.

Che problemi ha una editrice come la Lev a confrontarsi con un mercato del libro avendo quale obiettivo principale la diffusione dei testi del Papa?

I testi di Benedetto XVI hanno una diffusione ampia. In questo senso non si registrano segnali di crisi. Basti pensare che le catechesi su san Paolo sono state già pubblicate da venti editori di altrettanti Paesi. Si può dire che questo genere di pubblicazioni rappresentano un best seller, la crisi invece si sente nella saggistica, nei commenti e nell'analisi della società. Più in generale come editrice si avverte che laddove c'è un catalogo compatto, anche se articolato, le cose vanno bene, dove la proposta è meno coerente si riscontrano difficoltà. A differenza di quanto sostengono gli statunitensi, secondo i quali l'editoria sta andando slowly down (lentamente verso il basso), noi possiamo dire di muoverci slowly up, stiamo cioè aumentando lentamente le vendite.

Ma come si riverbera la produzione teologica su quella relativa alla divulgazione artistica, un altro dei punti fermi dell'editrice?

Questo genere di pubblicazioni va sostenuto, anche se presenta difficoltà particolari nella definizione del rapporto tra costi e ricavi. Per questo occorre lavorare in sinergia con altre realtà. Il libro di qualità grafica oltre che di contenuti ha un suo mercato, ma ha un costo molto alto che può essere sostenuto soltanto se c'è una diffusione ampia, che a sua volta è possibile se il prezzo di copertina è basso. L'editoria artistica non ha altra via che quella di mettere assieme più realtà che investono per mettere sul mercato un prodotto a un costo accessibile al pubblico, così da garantire una vendita tale da coprire le spese. Questo principio generale viene applicato dalla Lev sia per quanto riguarda la divulgazione dei capolavori d'arte presenti in Vaticano, sia per le catechesi del Papa, che vengono pubblicate anche in versione illustrata. Così cerchiamo di presentare una religione ancorata al valore della bellezza di testimoniare come l'arte nei secoli si sia sviluppata su questi temi. Lo stesso atteggiamento viene utilizzato nei confronti della musica, attraverso la pubblicazione di partiture, volumi esplicativi e, occasionalmente, cd che riproducono canti e concerti.

Quali sono le iniziative più importanti in questo momento della Lev?

In primo luogo seguiamo quello che ci fornisce il magistero, producendo anche commenti e approfondimenti. In questi mesi stiamo preparando il primo volume dell'opera omnia del Papa, che dovrebbe essere in uscita per il prossimo autunno.



(©L'Osservatore Romano 1-2 giugno 2009)
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