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SYNODUS EPISCOPORUM
BOLLETTINO

XII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA
DEL SINODO DEI VESCOVI
5-26 OTTOBRE 2008

La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa


Questo Bollettino è soltanto uno strumento di lavoro ad uso giornalistico.
Le traduzioni non hanno carattere ufficiale.


Edizione italiana

14 - 10.10.2008

SOMMARIO

- NONA CONGREGAZIONE GENERALE (VENERDÌ, 10 OTTOBRE 2008 - POMERIDIANO)
- COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE PER L’INFORMAZIONE
- AVVISI

NONA CONGREGAZIONE GENERALE (VENERDÌ, 10 OTTOBRE 2008 - POMERIDIANO)

- INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)
- RELAZIONE SULL’ATTUAZIONE DELLA “SACRAMENTUM CARITATIS”

Alle ore 16.30 di oggi venerdì 10 ottobre 2008, con la preghiera dell’ Adsumus, guidata dal Santo Padre, è iniziata la Nona Congregazione Generale, per la continuazione degli interventi dei Padri Sinodali in Aula sul tema sinodale La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa e per la Relazione sull’attuazione della “Sacramentum caritatis” presentata da S.Em.R. Card. Angelo SCOLA, Patriarca di Venezia (ITALIA).

Presidente Delegato di turno S.Em.R. Card. George PELL, Arcivescovo di Sydney (AUSTRALIA).

In apertura della Nona Congregazione Generale il Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi ha comunicato la composizione della Commissione per l’Informazione, pubblicata in questo Bollettino.

INTERVENTI IN AULA (CONTINUAZIONE)

In questa Nona Congregazione Generale sono intervenuti i seguenti Padri:

- S.E.R. Mons. Cornelius Fontem ESUA, Arcivescovo di Bamenda (CAMERUN)
- S.E.R. Mons. Francis DENIAU, Vescovo di Nevers (FRANCIA)
- S.E.R. Mons. Antonio MENEGAZZO, M.C.C.J., Vescovo titolare di Mesarfelta, El Obeid (SUDAN)
- S.E.R. Mons. Raymondo DAMASCENO ASSIS, Arcivescovo di Aparecida, Presidente del Consejo Episcopal Latinoamericano (C.E.L.AM.) (BRASILE)
- S.E.R. Mons. Lucio Andrice MUANDULA, Vescovo di Xai-Xai (MOZAMBICO)
- S.E.R. Mons. Ramzi GARMOU, Arcivescovo di Teheran dei Caldei, Presidente della Conferenza Episcopale Amministratore Patriarcale di Ahwaz dei Caldei (IRAN)
- S.E.R. Mons. Fidèle AGBATCHI, Arcivescovo di Parakou (BENIN)
- S.E.R. Mons. Dionisio LACHOVICZ, O.S.B.M., Vescovo titolare di Egnazia, Vescovo di curia Kyiv-Halyč (UCRAINA)
- S.E.R. Mons. Berhaneyesus Demerew SOURAPHIEL, C.M., Arcivescovo Metropolita di Addis Abeba, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente del Consiglio della Chiesa Etiopica (ETIOPIA)

Diamo qui di seguito i riassunti degli interventi:

- S.E.R. Mons. Cornelius Fontem ESUA, Arcivescovo di Bamenda (CAMERUN)

La Chiesa in Camerun, come tante altre giovani Chiese africane, ha un alto tasso di crescita. È urgente approfondire la fede dei neofiti, soprattutto dei giovani, che stanno diventando vittime del materialismo, della secolarizzazione e del relativismo. Un certo numero è tornato alla pratica della Religione Tradizionale Africana, in quanto il cristianesimo non sembra dare una risposta a tutti i loro quesiti, soprattutto in tempi di crisi. Inoltre la Religione Tradizionale Africana e le strutture familiari tradizionali su cui questa religione si fonda, stanno crollando. Alcuni cristiani si rifugiano nelle società segrete, nelle sette e in nuovi movimenti religiosi, con la speranza di trovarvi sicurezza e risposte agli interrogativi più profondi della vita.
Per fortuna esiste una crescente sete e fame per la Parola di Dio. È necessario e urgente mettere le Sacre Scritture nelle mani dei fedeli, affinché diventino vive nelle loro professioni, nelle loro famiglie e nelle diverse situazioni della vita, come pure fonte di ispirazione per la vitalità e le attività delle Piccole Comunità Cristiane. È inoltre urgente l’inculturazione della fede cristiana e il dialogo con la Religione Tradizionale Africana. Per un’inculturazione efficace, la Parola di Dio deve radicarsi profondamente nei cuori delle persone e diventare carne.
Suggeriamo quindi che:
1. Le Conferenze Episcopali e le Diocesi diano priorità al Ministero Biblico Pastorale e nominino persone che lo promuovano e coordinino ai vari livelli, di modo che la Parola di Dio sia alla base di tutte le nostre attività pastorali.
2. Sacerdoti, religiosi e laici ricevano un’adeguata formazione per diventare operatori dell’apostolato biblico. Un corso sul ministero della Pastorale biblica dovrebbe essere introdotto nel curriculum dei seminari e delle case di formazione per preparare i futuri sacerdoti e religiosi a questo ministero.
3. Venga messa a punto una formazione biblica generale di tutti i fedeli, soprattutto dei giovani, non solo negli istituti specializzati, ma anche con regolari conferenze e congressi biblici al fine di renderli maggiormente consapevoli dell’importanza della Parola di Dio nelle loro vite.
4. Poiché la famiglia cristiana è una Chiesa domestica e il luogo in cui ha inizio tutta l’istruzione e la formazione nella fede, la Bibbia dovrebbe regnare in tutte le case cristiane per la lettura, la preghiera, lo studio e la venerazione. Le donne dovrebbero ricevere una formazione biblica adeguata al fine di promuovere l’ascolto della Parola di Dio in famiglia.
5. La Bibbia dovrebbe essere tradotta nella lingua locale come primo passo verso l’inculturazione e al fine di rendere la Parola di Dio più accessibile ai fedeli. Ogni cristiano dovrebbe possedere una Bibbia, leggerla e far sì che essa diventi un documento di riferimento o “vademecum”.
6. Come dice l’Apostolo Paolo: “la fede viene dalla predicazione” (Rm 10, 17). I popoli dell’Africa credono fortemente al potere della parola, soprattutto di quella parlata. Molti di loro non hanno accesso agli scritti, vuoi perché troppo costosi, vuoi perché la maggior parte di loro non sa né leggere né scrivere. Occorre presentar loro le Scritture in forma audiovisiva.
7. Grande rilievo dovrebbe essere dato alla Parola di Dio nella celebrazione dei Sacramenti, soprattutto nell’Eucaristia, e dei Sacramentali.
8. Sull’esempio dei padri della Chiesa delle origini, la formazione cristiana dovrebbe incentrarsi sulla Parola di Dio e le omelie dovrebbero avere un contesto soprattutto biblico per nutrire i fedeli con la Parola di Dio.
9. In Africa dovrebbe esistere un Istituto Biblico al fine di promuovere la ricerca biblica nel contesto della Chiesa in Africa.
10. Infine dovrebbe essere istituito un Consiglio Pontificio per la promozione della Dei Verbum, soprattutto del suo paragrafo sei.

[00074-01.03] [IN040] [Testo originale: inglese]

- S.E.R. Mons. Francis DENIAU, Vescovo di Nevers (FRANCIA)

Scrutando il proprio mistero, la Chiesa fa riferimento al popolo ebraico (Nostra aetate 4). Non si tratta di una realtà esterna, il dialogo tra ebrei e cristiani non è una categoria del dialogo interreligioso. Esso riguarda il cuore della Chiesa e del mistero della fede. La Nostra aetate ci invita a un dialogo biblico. I cristiani hanno sempre la tentazione di parlare degli ebrei al passato. Definendo il popolo ebraico il nostro fratello maggiore, Giovanni Paolo II ci considera fratelli, appartenenti alla stessa generazione. Siamo “coeredi” (Jean-Marie Lustiger) di una stessa eredità, l’Antico Testamento. Lo leggiamo in modo diverso: per gli ebrei, attraverso la Torah orale (messa per iscritto nel Talmud, ma che continua a prestarsi a molteplici interpretazioni); per noi attraverso il Nuovo Testamento e la Tradizione cristiana (senza dimenticare che la tradizione orale, anche per noi, ne precede la stesura), insistendo sull’unità dei due Testamenti, attorno alla figura di Gesù Cristo. La lettura del Giudaismo farisaico e la lettura cristiana si sono sviluppati contemporaneamente. Per noi cristiani, la lettura ebraica, profondamente diversa dalla nostra, è comunque possibile e legittima e può insegnarci molto (PCB, Il popolo ebraico e le sue Sacre Scritture nella Bibbia cristiana ). Punti focali: la nostra lettura dell’AT lasci posto alla lettura ebraica; la nostra lettura del NT non generi antisemitismo; parlare degli ebrei non al passato ma al presente; rivedere la nozione di compimento (PCB 21); sottolineare la dimensione di attesa escatologica comune agli ebrei e ai cristiani, anche se diversa; essere attenti alla missione universale presente nella tradizione ebraica; anche se il “no” degli ebrei a Gesù ci ferisce, cercare di capire la loro fedeltà a Dio e alla propria vocazione; approfondire lo studio dei Romani 9-11; favorire il dialogo al di là degli esperti, nelle parrocchie e nei movimenti.

[00065-01.03] [IN061] [Testo originale: francese]

- S.E.R. Mons. Antonio MENEGAZZO, M.C.C.J., Vescovo titolare di Mesarfelta, El Obeid (SUDAN)

In Sudan c'è un grande desiderio e fame della Parola di Dio e ne è dimostrazione il grande numero di Cristiani che chiedono la Bibbia.
I nostri Cristiani si aspettano, da questa Assemblea, un aiuto per raggiungere più facilmente la Parola di Dio: rendere, cioè, più accessibile la Bibbia a tutte le classi della popolazione, soprattutto con la traduzione nelle lingue delle varie tribù.
Sacerdoti, Religiosi e Religiose son impegnati nel diffondere, nel pregare la Bibbia con gruppi di fedeli e nel guidare questi gruppi a comprendere nel giusto modo la Parola di Dio, ma si chiede loro un maggior impegno e sforzo.
La Parola di Dio non è penetrata profondamente nel cuore e nella mente di molti dei nostri Cristiani: non sono ancora riusciti a cambiare completamente la loro mentalità: la loro cultura non è stata completamente purificata dalla Parola di Dio. Tante volte sono incapaci di trovare una soluzione ai loro problemi e ricorrono ancora, con una certa facilità, alle loro antiche usanze.
L'ignoranza è piuttosto alta, e tante volte Dio parla loro in una lingua non comprensibile. Inoltre la Bibbia è stata tradotta solo in poche lingue delle molte tribù esistenti. Noi aspettiamo un maggior sforzo da parte della Chiesa e delle Organizzazioni Cattoliche per aiutare le traduzioni e preparare esperti per queste traduzioni.
La Parola di Dio è il centro della vita cristiana e perciò dovrebbe essere anche il centro nella preparazione dei catecumeni al Battesimo. In Sudan la maggioranza dei catecumeni non sa né leggere né scrivere: ne consegue che per prepararli bene al Battesimo, i Catechisti dovrebbero essere capaci di spiegare la Parola con posters, disegni e con la loro propria parola.
E qui c'è un grande dilemma: Catechisti poco preparati, perché poco istruiti, e catecumeni che vogliono diventare discepoli di Cristo: imparano il catechismo e le verità della santa fede a memoria, con una povera conoscenza delle Sacre Scritture. Che fare? Possono essere battezzati? Non dobbiamo dimenticare che la Grazia di Dio lavora in questi nuovi umili Cristiani. Abbiamo un'altra grande sfida per la Giustizia e la Pace, e il perdono e la riconciliazione, dopo 21 anni di guerra civile tra Nord e Sud del paese, dopo tanto odio e ingiustizie e sofferenze. Anche dopo l'accordo di pace tra Nord e Sud, la situazione non è per nulla chiara e incoraggiante. E non dimentichiamo la guerra nel Darfur che continua senza nessun segno di miglioramento della situazione. Siamo convinti che la soluzione per un futuro di pace si può trovare solo nella fedeltà a Dio e alla sua Parola. Eucaristia e Parola di Dio, il binomio che può portare pace e serenità in tutti i cuori: ma come fare quando le distanze sono enormi e l'insicurezza per guerre e banditismo rende molto difficile e pericoloso il contatto dei sacerdoti con i fedeli? E la scarsità dei sacerdoti è un altro fattore negativo. Molti cristiani possono ricevere la Parola di Dio e l'Eucaristia solo raramente, forse qualche volta all'anno. Ci vorrebbe più spirito missionario in tutto il clero e più generosità nei paesi ricchi di clero nell'aiutare coloro che si trovano in seria necessità.

[00081-01.05] [IN047] [Testo originale: italiano]

- S.E.R. Mons. Raymondo DAMASCENO ASSIS, Arcivescovo di Aparecida, Presidente del Consejo Episcopal Latinoamericano (C.E.L.AM.) (BRASILE)

Il Concilio Vaticano II fece un’affermazione ovvia in apparenza, ma in pratica non tanto, e in questo modo aprì un grande orizzonte. Affermò che la Sacra Scrittura, Parola di Dio scritta “per ispirazione dello Spirito Santo” (DV 11) è “come l’anima della sacra teologia” (DV 24), nonché “sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell'anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale” (DV 21). Quest’ultima affermazione ha preso corpo durante la V Conferenza Generale dei Vescovi dell’America Latina e dei Caraibi, tenutasi l’anno scorso ad Aparecida, quando si è proposto esplicitamente un cambiamento di prospettiva che consiste nel passare da una pastorale biblica a “un’animazione biblica di tutta la pastorale” (DA 248). Dunque, tali indicazioni hanno una ripercussione diretta sulla formazione dei futuri presbiteri. La formazione presbiterale nel mondo di oggi deve porre al centro la Parola di Dio, come ben ci ha ricordato S.S. Benedetto XVI nel suo discorso inaugurale ad Aparecida: “All’inizio della nuova tappa che la Chiesa missionaria dell’America Latina si dispone a intraprendere [...] è condizione indispensabile la conoscenza profonda della Parola di Dio”. In quell’occasione, il Pontefice parlò anche dell’urgente necessità di “basare il nostro impegno missionario e tutta la nostra vita sulla roccia della Parola di Dio”(DA 247). Nell’attuale contesto dell’America Latina e dei Caraibi è necessario e urgente che il progetto formativo e la programmazione dei seminari, oltre a privilegiare la formazione accademica alle Sacre Scritture, si curi maggiormente di formare i giovani a una spiritualità biblica solida, facendo un uso creativo di tutti i mezzi a disposizione e dando particolare rilievo alla Lectio Divina. La sfida è far sì che i futuri presbiteri, sin dalla loro formazione iniziale, imparino a confrontare le proprie vite nello specchio della Parola di Dio e raggiungano la conoscenza di Dio alla sorgente viva della sua Parola. A questo scopo è necessario che imparino a essere sempre e profondamente in contatto con la Parola di Dio non solo per motivi funzionali, ovvero per ragioni accademiche o pastorali, ma affinché tale elemento costitutivo e strutturale forgi il loro progetto di vita durante la formazione iniziale e continui a farlo anche quando saranno diventati presbiteri.
D’altro canto, pur senza mai rinunciare all’elevato livello di studi biblici che si richiede a un futuro pastore, non possiamo dimenticare che il suo lavoro si svolgerà innanzitutto nella comunità ecclesiale. Ciò rende altresì necessaria e urgente una preparazione scrupolosa per poter realizzare un’adeguata “animazione biblica della pastorale”, senza perdere di vista che il dono della Parola profetica richiede, per sua natura, ministri che siano pedagogisti della fede e che sappiano porre “all’inizio” di ogni attività della Chiesa il seme vivente e vivificante della Parola Sacra. Infine, è necessario che i futuri presbiteri imparino a cibarsi ogni giorno del Pane della Parola e a incontrare Cristo nelle Sacre Scritture. Solo in questo modo potranno forgiare una spiritualità solida e vigorosa, alimentata dal Vangelo, e saranno capaci di far sì che la Parola di Dio sia veramente “l’anima dell’evangelizzazione e dell’annuncio di Gesù a tutti” (DA 248).

[00068-01.07] [IN066] [Testo originale: spagnolo]

- S.E.R. Mons. Lucio Andrice MUANDULA, Vescovo di Xai-Xai (MOZAMBICO)

Riprendendo l'accurato richiamo di GIOVANNI PAOLO II all’umanità :”Popoli tutti, aprite le porte a Cristo! Il suo vangelo nulla toglie alla libertà dell'uomo, al dovuto rispetto delle culture, a quanto c'è di buono in ogni religione” (RM 3) e considerando che lo “scopo primario di questo Sinodo è di dedicarsi al tema della Parola con la quale ‘Dio invisibile (cf. Col1, 15; 1 Tim 1, 17) nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici (cf. Es 33, 11; Gv 15, 14-15) e si intrattiene con essi (cf. Bar 3, 38), per invitarli ed ammetterli alla comunione con sé’ (DV 2)”, ci sembra che il più grande contributo che questa Assemblea Sinodole potrebbe offrire alla Chiesa sia quello di ricuperare la rilevanza della Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa. Non tutti i fedeli conoscono la Parola di Dio ed è urgente che vengano iniziati ed incoraggiati alla lettura e meditazione più frequente della Bibbia. L'ascolto della Parola di Dio nell'ambito delle celebrazioni eucaristiche, non riesce infatti a soddisfare ciò che la Dei Verbum vivamente raccomanda: “È necessario che i fedeli abbiano largo accesso alla sacra Scrittura” (DV 22). Bisogna quindi che tutta la Chiesa s'impegni in una pastorale biblica d'insieme, svolta a far sì che ogni singola famiglia cristiana, oltre ad aver la Parola di Dio tradotta nella propria lingua, possa accedere al suo più elementare significato, in modo da poter trasmettere ai propri figli, di generazione in generazione, il vero contenuto della Parola Salvifica di Dio, Gesù Cristo il Verbo incarnato.

[00090-01.03] [IN068] [Testo originale: italiano]

- S.E.R. Mons. Ramzi GARMOU, Arcivescovo di Teheran dei Caldei, Presidente della Conferenza Episcopale Amministratore Patriarcale di Ahwaz dei Caldei (IRAN)

Tutta la Bibbia, dal libro della Genesi fino all’Apocalisse, ci dice che la fedeltà alla Parola di Dio conduce alla persecuzione. Il primo perseguitato per eccellenza è Gesù stesso, il quale ha conosciuto la persecuzione sin dai primi giorni della sua nascita fino alla morte sulla croce. Secondo il Vangelo, la persecuzione è considerata il segno più eloquente della fedeltà alla Parola di Dio. La crescita della Chiesa e il suo progresso nel cammino dell’evangelizzazione dei popoli sono frutto della persecuzione che essa ha subito in ogni luogo e in ogni tempo. Gesù, nel Vangelo, ci parla con molta chiarezza della persecuzione (Lc 21, 12-19). Preghiamo lo Spirito Santo affinché, in questo Anno Paolino, doni alla Chiesa del terzo millennio la grazia e la gioia di fare una esperienza autentica della persecuzione a causa della sua fedeltà alla Parola di Dio.

[00096-01.04] [IN075] [Testo originale: francese]

- S.E.R. Mons. Fidèle AGBATCHI, Arcivescovo di Parakou (BENIN)

È bello che il Santo Sinodo mantenga salda la stretta identificazione della Parola di Dio con la Persona di Gesù Cristo, di modo che ciò che viene detto del divenire della Parola viene affermato anche del ciclo del Verbo Incarnato. Su questa base, il ciclo del Verbo, nelle diverse fasi che conosce il suo incontro con la cultura umana, potrebbe essere così riassunto:
- Quando il Verbo si fa carne, entra nella cultura umana, s’incultura. Così facendo, agisce per libera decisione, fondata sull’Amore che ci varrà la salvezza di Dio. L’inculturazione non parte dunque soltanto da una certa pratica legata all’apostolato o alla liturgia, ma soprattutto da un’iniziativa d’amore di Dio per salvare l’uomo caduto nel peccato. Il primo a compiere l’inculturazione nella sua forma più perfetta è quindi Gesù Cristo, inculturazione fatta persona.
- Inculturandosi, il Verbo si accultura; Lui, che è non-cultura accetta di sposarne una - che del resto è macchiata dal peccato - e di subirne l’influenza.
- Inculturandosi, il Verbo accultura. La cultura umana non può non subire l’influenza del Verbo
che viene a lei. Il Verbo propone e imprime la sua influenza divina, il che presuppone che la cultura si apra per accogliere tale influenza e acquisire qualcosa della divinità.
In tutto questo processo, il Verbo decultura. Come il vignaiolo pota la vigna, il Verbo intende sradicare dalla cultura gli elementi non conformi alla sua immagine. È ciò che fa Jahvé quando intima a Israele di non dire più nella sua terra: “I padri han mangiato uva acerba e i denti dei figli si sono allegati!”. È la stessa lotta che conduce Gesù Cristo cercando di sradicare dalla cultura il peccato e le sue conseguenze. Ora, Gesù porta avanti questa lotta fino alla distruzione di quel Tempio che si propone di ricostruire in tre giorni. E come il Tempio del suo Corpo risorge dal sepolcro, così la cultura deculturata acquisisce la promessa di vita attraverso la risurrezione di Cristo.
È a questa complessa avventura pasquale che si trova invitato il processo dell’inculturazione, del quale occorre discernere in modo simultaneo e adeguato tutte le fasi, per non rischiare deplorevoli derive nella pratica.
Come l’Incarnazione è il futuro del mondo, così l’inculturazione è il futuro di ogni forma di apostolato, sia esso biblico, kerigmatico o sacramentale. In tal senso, mi permetto di proporre alcuni suggerimenti:
- Che il kerigma si rivesta oggi dello stesso tono escatologico che aveva ai primordi della Chiesa. Il futuro della fede è in cielo, ma il cielo è già in terra con la salvezza in Gesù Cristo. Che ciò sia insegnato e vissuto!
- Che il metodo dell’inculturazione si inscriva sul drittofilo dell’impulso innescato dal Verbo nell’Incarnazione, da colui che abbiamo definito l’Inculturazione fatta persona.

[00097-01.04] [IN076] [Testo originale: francese]

- S.E.R. Mons. Dionisio LACHOVICZ, O.S.B.M., Vescovo titolare di Egnazia, Vescovo di curia Kyiv-Halyč (UCRAINA)

La prima osservazione riguarda l'unità fra Parola e Battesimo, e queste con l'Eucaristia:
Si dice nell' Instrumentum laboris, che "sono due le realtà che uniscono i cristiani: la Parola di Dio e il Battesimo". Ci vorebbe un approfondimento, perché così come stà somiglia a una mezza-unità. giacchè, nel numero 35, viene scritto che esiste anche un'intima unità fra Parola e Eucaristia, con l'appoggio delle citazioni della Tradizione della Chiesa: "Corpus Christi intelligitur etiam Scriptura Dei ", oppure le parole di San Girolamo: "È infatti vero cibo e vera bevanda la parola di Dio che si attinge dalla conoscenza delle Scritture". Anche il Concilio Vaticano II afferma che Parola e Eucaristia è un "solo atto di culto" (SC 56).
In sintesi, si afferma l'intima unità fra Parola e Battesimo come anche fra Parola ed Eucaristia.
Posti così i termini, diventa difficile capire dal punto di vista dell' ecumenismo, perché non si può concelebrare il sacramento della Eucaristia con gli Ortodossi (per esempio), quando si può celebrare con loro il sacramento della Parola di Dio ed avere in comune il Battesimo. Se c'è questa unità fra Parola, Battesimo e Eucaristia, perché negare la comunione Eucaristica?
Dall'altra parte, con la stessa logica di unità, però all'inverso, come ha detto un arcivescovo Ortodosso (Agostino di Lviv, della Commissione teologica del Patriarcato di Mosca), quando non esiste la comunione Eucaristica, non si può neanche celebrare la Parola insieme, nè pregare il "Padre Nostro" insieme ai cattolici. Così con questa logica, da parte degli Ortodossi, non si ammetterà come valido il Battesimo dei cattolici, come si è affermato qualche volta negli incontri ecumenici. E non è possibile neanche chiamarsi "fratelli" a vicenda.
Una seconda osservazione relativa al "Ecumenismo e Parola di Dio":
Come possiamo leggere e commentare la Parola di Dio con le altre Confessioni, per esempio, il brano "perché tutti siano una sola cosa" (Gio 17, 20), quando non possiamo incarnare questa Parola? La Parola diventa sterile. Quando non sei capace o non vuoi incarnare questa Parola, allora perché leggerla? Papa Benedetto XVI dice appunto che il mondo attende una "risposta all'ascolto della Parola" (Inst. 54).
Abbiamo una certa impressione, che tutto quello che è detto sull'ecumenismo, viene detto per altri, per un "terzo", nel momento del dire assente. Come se questa Parola potesse fare un miracolo, ma noi, restiamo gli stessi.
Un esempio, in Ucraina abbiamo fatto una traduzione ecumenica della Bibbia, con la collaborazione degli Ortodossi e Protestanti, ma non possiamo pregare nè celebrare insieme con loro.
E la terza osservazione:
Altrettanto, mi pare che si corra anche il pericolo di strumentalizzare la Parola di Dio. Questa può divenire uno "strumento" di discussione, di studio, di dialogo, di incontro, anche di preghiera comune, ma resta superficiale, non ha forza per cambiare, non porta al comune mistero della celebrazione della Parola, non diventa carne-sarx, cioè non si incarna nella vita della persona e della propria Chiesa. Si può sapere a memoria tutta la Bibbia, discuterla con competenza, ma restare fuori di essa, non nutrirsi di essa, non essere incorporato in Cristo, non essere battezzato in Cristo.Forse questo distacco tra la Parola e la vita è il vero impedimento per la unità dei cristiani. Le Chiese proferiscono le parole, ma non danno alla Parola di Dio la testimonianza di queste parole. La Parola forse è troppo "canonizzata", sterilizzata, che impedisce la diaconia, la koinonia, e anche la martiria. Pertanto, ci vuole una responsabilità davanti alla Parola di Dio. Senza dubbio, si parla molto della responsabilità di portare la Parola agli altri, della predicazione della Parola, ma forse si parla meno della responsabilità della persona che la predica, della propria Chiesa e delle Chiese davanti alla Parola di Dio. Come si può capire allora il detto che la Parola di Dio si legge nella Chiesa, con la Chiesa, per la Chiesa? Forse si deve prendere con più serietà il monito di San Paolo: "Chi viene istruito nella dottrina, faccia parte di quanto possiede a chi lo istruisce. Non vi fate illusioni; non ci si può prendere gioco di Dio" (Gal 6, 6s).

[00099-01.06] [IN078] [Testo originale: italiano]

- S.E.R. Mons. Berhaneyesus Demerew SOURAPHIEL, C.M., Arcivescovo Metropolita di Addis Abeba, Presidente della Conferenza Episcopale, Presidente del Consiglio della Chiesa Etiopica (ETIOPIA)

1) La Parola di Dio è stata la fonte della letteratura etiopica. La Bibbia è stata tradotta in etiopico tra il IV e il VI secolo.
2) Alcuni libri sono conservati nella loro interezza solo in etiopico classico e alcune parti del canone biblico etiopico sono preziose per gli studi biblici.
Il Libro di Enoch e il Libro dei Giubilei sono opere importanti per comprendere il contesto del giudaismo del secondo tempio, Qumran e le origini del cristianesimo. Sono importanti anche per lo studio della letteratura apocalittica.
3) La Società Biblica etiopica sta facendo molto per la traduzione della Bibbia nelle lingue locali e regionali (compresi cassette, CD, un apparecchio chiamato “Proclaimer”, che addirittura funziona a energia solare).
I membri della commissione della Società Biblica sono24: 8 della Chiesa ortodossa etiopica Tewahedo, 8 della Chiesa cattolica e 8 della Chiesa evangelica. Questo è un buon esempio di cooperazione ecumenica. Attualmente la commissione è presieduta da un cattolico.
4) Esiste il progetto di un’edizione cattolica della Bibbia in amarico, la lingua ufficiale dell’Etiopia (vicina alla New Revised Standard Version e alla Bibbia di Gerusalemme), che ha urgente bisogno di finanziamenti.
5) Corso biblico a distanza: organizzato dall’arcidiocesi di Addis Abeba. Circa 3500 fedeli di Addis Abeba e dintorni partecipano a questo corso. L’arcidiocesi propone anche un corso biblico annuale, che si svolge tutti i sabati presso la cattedrale della Natività di Nostra Signora ad Addis Abeba.

[00103-01.05] [IN082] [Testo originale: inglese]

RELAZIONE SULL’ATTUAZIONE DELLA “SACRAMENTUM CARITATIS”

Quindi, S.Em.R. Card. Angelo SCOLA, Patriarca di Venezia (ITALIA), ha tenuto una Relazione sull’accoglienza dell’Esortazione Apostolica Postsinodale della Sacramentum caritatis, seguita alla scorsa XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi sul tema L’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa.

Riportiamo di seguito il testo integrale della Relazione:

La recezione dell’Esortazione Apostolica “Sacramentum caritatis”

1. La necessaria receptio

Compito del presente intervento è quello di fornire taluni dati, prevalentemente di ordine quantitativo, circa l’iniziale processo di recezione dell’insegnamento pontificio, offerto a tutta la Chiesa, con l’Esortazione Apostolica Postsinodale Sacramentum Caritatis, del 22 febbraio 2007.
La traditio catholica mediante la quale si comunica l’essere, la vita e la missione della Chiesa, richiede da parte di tutto il popolo di Dio un permanente atteggiamento di receptio, dovuto in modo particolare ai pronunciamenti del Magistero. Per usare una felice espressione riferita al Concilio Vaticano II dal Servo di Dio Giovanni Paolo II la receptio costituisce un principio di “arricchimento della fede in senso oggettivo e in senso soggettivo” (cfr. K. Wojtyła, Alle fonti del rinnovamento: studio sull’attuazione del Concilio Vaticano II, Rubbettino, Soveria Mannelli 2007). Collochiamo in questa ottica i dati forniti in prevalenza dai rapporti delle Conferenze Episcopali sulla base di un questionario inviato dalla Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi, per sottolineare che essi sono espressione del “vissuto della Chiesa” in tutto il mondo.
È doveroso anzitutto rilevare quanto è messo in evidenza da non poche risposte: il periodo preso in considerazione (febbraio 2007 – settembre 2008) è troppo breve per compiere un’adeguata valutazione della recezione della Sacramentum Caritatis (così ad esempio si sono espresse le Conferenze Episcopali di Nuova Zelanda, Kazakhstan, Stati Uniti e Madagascar). Questa difficoltà, tuttavia, può essere in parte superata, come sottolineano altre risposte, dal fatto che l’Esortazione Apostolica si è inserita nel cammino di intensa ripresa eucaristica che ha caratterizzato gli ultimi anni. Il riferimento è ad alcuni documenti pontifici - l’enciclica “Ecclesia de Eucharistia”, la lettera apostolica “Mane nobiscum Domine”, l’Istruzione “Redemptionis Sacramentum” della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti – ed a precisi eventi ecclesiali: il Grande Giubileo del 2000, l’Anno dell’Eucaristia e il Congresso Eucaristico Internazionale di Guadalajara nell’ottobre 2004. In questo senso si esprimono, ad esempio, le risposte provenienti da Nuova Zelanda, Ghana, Spagna, Bangladesh, Francia, Stati Uniti, Irlanda, Belgio e Liechtenstein. Il recente Congresso Eucaristico Internazionale svoltosi a Quebec in Canada ha potuto fare tesoro della Sacramentum Caritatis.

2. La Sacramentum Caritatis nel magistero di Benedetto XVI

Sua Santità Benedetto XVI ha contribuito per primo al processo di recezione dell’Esortazione Apostolica riprendendone taluni contenuti in svariate occasioni. Diamo l’elenco dei principali interventi del Santo Padre. Ne segnaliamo più di venti:
- In occasione della preghiera dell’Angelus esplicitamente il 18 marzo 2007 e il 10 giugno 2007 ed implicitamente l’11 novembre 2007.
- Nell’Udienza Generale del 14 marzo 2007.
- In alcune omelie particolarmente significative: l’Omelia della Solennità del Corpus Domini del 7 giugno 2007 e l’Omelia della Santa Messa di Inaugurazione della V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano e dei Carabi presso il Santuario dell’Aparecida il 13 maggio 2007.
- In diversi discorsi e allocuzioni: Ai membri della Papal Foundation il 20 aprile 2007; Ai Vescovi della Conferenza Episcopale della Repubblica Centroafricana in Visita “Ad limina apostolorum” il 1 giugno 2007; Ai partecipanti all’Assemblea della Riunione delle Opere per l’Aiuto alle Chiese Orientali il 21 giugno 2007; Ai partecipanti al XII Congresso Mondiale della Commissione Internazionale della Pastorale nelle Carceri il 6 settembre 2007; Ai membri della Conferenza Episcopale del Portogallo in Visita “Ad limina apostolorum” il 10 novembre 2007; Ai Vescovi della Corea e al Prefetto Apostolico di Ulaanbaatar (Mongolia) in Visita “Ad limina apostolorum” il 3 dicembre 2007; Ai Vescovi della Conferenza Episcopale della Slovenia in Visita “Ad limina apostolorum”il 24 gennaio 2008; Ai partecipanti all’Assemblea Nazionale della Federazione Italiana Esercizi Spirituali il 9 febbraio 2008; nella Celebrazione dei Vespri e Incontro con i Vescovi degli Stati Uniti di America il 16 aprile 2008; Ai Vescovi della Conferenza Episcopale del Pakistan in Visita “Ad limina apostolorum” il 19 giugno 2008; Ai Vescovi di Nicaragua in Visita “Ad limina apostolorum” il 6 settembre 2008.
- In taluni Messaggi: Messaggio per la XXIII Giornata Mondiale della Gioventù del 20 luglio 2007; Messaggio per la XVI Giornata del Malato dell’11 gennaio 2008; Messaggio per la XLV Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni del 13 aprile 2008.
- Infine possiamo citare alcune Lettere: Lettera al Card. Friedrich Wetter Arcivescovo Emerito di Monaco, 1 maggio 2007; Lettera ai Vescovi, ai presbiteri, alle persone consacrate e ai fedeli laici della Chiesa Cattolica nella Repubblica Popolare Cinese del 27 maggio 2007; Lettera in occasione del XVI Centenario della morte di San Giovanni Crisostomo del 10 agosto 2007; Lettera al Priore Generale dell’ordine dei Fratelli della Beata Vergine Maria del Monte Carmelo in occasione dell’Ottavo Centenario della consegna della “formula vitae” del 14 agosto 2007; Lettera in occasione della XII Seduta Pubblica delle Pontificie Accademie dell’8 novembre 2007; Lettera al Card. Josef Tomko, Legato Pontificio per la celebrazione del 49° Congresso Eucaristico Internazionale del 9 aprile 2008.

È impossibile in questa sede anche solo fare cenno ai contenuti offerti dal Santo Padre nei suoi interventi. Ci limitiamo a segnalare i due più ricorrenti. Sono la riproposizione dei cardini della dottrina sull’Eucaristia: il fatto che «nell’Eucaristia Cristo ha voluto donarci il suo amore, che lo ha spinto ad offrire sulla croce la vita per noi» (Angelus del 18 marzo 2007) e la coscienza che «l’adorazione di Cristo nostro Signore nel Santissimo Sacramento prolunga ed intensifica quell’unione a Lui che si costituisce mediante la Celebrazione eucaristica» (Celebrazione dei Vespri e Incontro con i Vescovi degli Stati Uniti di America il 16 aprile 2008).

3. La recezione della Sacramentum Caritatis nelle Chiese Particolari

Quale è stata la recezione da parte delle Chiese locali sparse in tutto il mondo?
In data 25 gennaio 2008 la Segreteria Generale del Sinodo ha inviato alle Conferenze Episcopali e ai Dicasteri della Curia Romana un questionario in merito alla recezione della Sacramentum Caritatis.
Queste le domande poste:
L’Esortazione Apostolica è stata tradotta nella lingua locale, oltre a quelle curate dalla Santa Sede in latino, italiano, inglese, francese, spagnolo, portoghese, polacco, tedesco?
In quante copie è stata pubblicata?
È possibile averne l’accesso elettronico?
Come è stata accolta la Sacramentum Caritatis?
Che impatto ha avuto nell’ambito della Chiesa?
Ha favorito una celebrazione della Santa Messa più devota e partecipata?
Ha favorito l’adorazione eucaristica incluso quella perpetua?
Come è stata percepita da membri di Chiese e comunità cristiane che non sono in piena comunione con la Chiesa Cattolica?
Vi è stata, ispirata all’Esortazione, qualche iniziativa con incidenza sociale?
Altre eventuali osservazioni o rilievi.
La Congregazione dei Vescovi nel suo rapporto alla Segreteria del Sinodo ha comunicato che parecchie Conferenze Episcopali hanno studiato il documento nelle loro assemblee. Da parte sua la Congregazione del Culto Divino ha comunicato che sono allo studio diverse questioni emerse durante i lavori del Sinodo (compendio eucaristico, sussidi per le omelie tematiche, la collocazione del segno della pace, formule alternative all’Ite Missa Est).
Al 30 settembre u.s. sono pervenute alla Segreteria Generale del Sinodo 62 risposte ai 152 questionari inviati: 17 risposte provenienti dai 25 dicasteri romani interpellati; 31 risposte provenienti dalle 113 Conferenze Episcopali; 3 risposte provenienti dalle 13 Chiese Orientali interpellate; e la risposta dell’Unione dei Superiori Generali. La percentuale di risposte è del 40,7%, più di un terzo. Esse provengono da tutti i continenti, il che rafforza la qualità dei dati offerti.
Tutte le risposte pervenute - tranne due (Paesi Scandinavi e Congregazione del Clero) - rilevano in genere una buona e significativa accoglienza dell’Esortazione Apostolica.Ne è prova importante il fatto che si sia provveduto ad ulteriori traduzioni rispetto a quelle rese direttamente disponibili dalla Santa Sede al momento della pubblicazione del documento. La Sacramentum Caritatis è stata tradotta integralmente anche in russo, sloveno, catalano, danese, croato, ungherese, olandese, ceco, lituano ed arabo. Esiste inoltre una traduzione parziale in svedese e sono stati anche approntati piccoli riassunti in lingue locali in Ghana. Non poche risposte pervenute parlano della necessità di compiere un ulteriore sforzo in questa direzione (significativa in proposito la risposta della Conferenza Episcopale delle Filippine e quella dell’Unione Superiori Generali).
Per quanto riguarda le iniziative suscitate dalla pubblicazione dell’Esortazione Apostolica merita particolare rilievo il dato che le giornate di presentazione e di studio sia in ambito pastorale, sia nel mondo accademico (Facoltà di Teologia e Seminari) sono state assai numerose. Il documento è stato inoltre oggetto di approfondimento nei percorsi di formazione permanente del clero, nelle scuole di teologia per laici e, in modo comprensibile, cogli operatori liturgici. Infine particolarmente significativo è il fatto che la Sacramentum Caritatis sia stata al centro di ritiri spirituali. Dell’approfondimento operato in questi tre ambiti (pastorale-formativo, spirituale ed accademico) abbiamo testimonianze esplicite provenienti da Bolivia, Nuova Zelanda, Brasile, Slovenia, Spagna, Bangladesh, Romania, Congo, Francia, Belgio, Bosnia Erzegovina, Stati Uniti, Marocco, Pakistan, Zambia, Repubblica Ceca, Egitto, Inghilterra, India, Portogallo, Perù, Australia, Filippine, e Benin.
In secondo luogo il documento ha assunto un peso rilevante nei programmi pastorali di Conferenze Episcopali, di diocesi e di parrocchie (Bolivia, Nuova Zelanda, Inghilterra, Slovenia, Bangladesh, Zambia e Portogallo).
Per quanto riguarda la recezione di Sacramentum Caritatis nella prassi liturgica delle Chiese locali due ci paiono i dati significativi contenuti nelle risposte. In primo luogo si sottolinea l’influsso positivo che l’Esortazione ha avuto sull’ars celebrandi, soprattutto nelle Eucaristie domenicali (Bolivia, Ghana, Brasile, Spagna, Bosnia Erzegovina, Irlanda, Russia, Belgio, Zimbabwe, Madagascar, Zambia, Portogallo, Australia, Benin, Lituania e Perù). La seconda notazione riguarda il forte impulso dato dall’Esortazione all’adorazione eucaristica (Nuova Zelanda, Ghana, Bangladesh, Romania, Congo, Bosnia Erzegovina, India, Stati Uniti, Irlanda, Marocco, Pakistan, Russia, Ungheria, Zimbabwe, Belgio, Corea, Madagascar, Peru e Lituania). Un’attenzione del tutto particolare merita la notizia dell’incremento della pratica dell’adorazione da parte dei giovani (Consiglio per i Laici). Altre risposte mettono in evidenza il contributo che l’Esortazione sta offrendo al rinnovamento delle devozioni popolari (Bolivia, Spagna, Stati Uniti, Portogallo, Filippine e Consiglio per la Cultura).
Sul piano ecumenico le risposte delle Conferenze Episcopali evidenziano qualche difficoltà. La maggioranza alla domanda “Come è stata percepita da membri di Chiese e comunità cristiane che non sono in piena comunione con la Chiesa Cattolica?”, dichiara di non aver avuto alcun riscontro (Bolivia, Brasile, Slovenia, Spagna, Bangladesh, Congo, Bosnia Erzegovina, Stati Uniti, Marocco, Pakistan, Ungheria, Zimbabwe, Madagascar, Egitto, Liechtenstein, Australia, Portogallo, Zambia, Filippine e Perù). Quando riscontro ci è stato, esso ha avuto normalmente come soggetto l’ambito accademico o specialistico. È il caso di Romania, Francia e gli Stati Uniti. Vi è stata un’accoglienza positiva da parte della Chiesa Ortodossa Russa. In Nuova Zelanda il documento è stato oggetto di studio da parte di una Commissione per il dialogo anglicano-cattolico. Quanto alle reazioni da parte degli specialisti esse sono state di diverso tenore: alcuni hanno sottolineato l’importanza dell’Eucaristia come sacramento della carità (Ghana e gli Stati Uniti), altri, pur riconoscendo l’importanza del documento, hanno criticato la disciplina cattolica sull’ospitalità eucaristica (Norvegia, Francia, Australia e gli Stati Uniti). È utile, infine, tener presente il rilievo della Conferenza Episcopale Francese circa l’influsso negativo dell’informazione dei mass media sulla recezione del documento, in generale ed in ambito ecumenico.
Le risposte alla domanda “Vi è stata, ispirata all’Esortazione, qualche iniziativa con incidenza sociale?”, fanno, da una parte, riferimento all’eccessiva brevità del tempo trascorso per poter formulare una valutazione ma, dall’altra, rivelano una certa timidezza nel proporre la dimensione sociale dell’azione eucaristica. Alcune risposte semplicemente non affrontano la domanda, altre riconoscono di non avere riscontri in proposito (Romania, Congo, Paesi Scandinavi, Stati Uniti, Pakistan, Russia, Ungheria, Madagascar, Egitto, Australia, Filippine e Liechtenstein, Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace). Quanti invece rispondono affermativamente fanno riferimento in modo particolare al lavoro con le situazioni di emarginazione e di bisogno – normalmente per iniziativa delle Caritas – (Bolivia, Bangladesh, Francia, Benin, India, Portogallo, Perù e Repubblica Ceca), al nesso Eucaristia-amore-pace (Ghana e Zambia), ai programmi di pastorale sociale (Australia e Brasile), al lavoro di formazione sulla dottrina sociale della Chiesa (Australia) e agli aspetti di salvaguarda del creato (Francia e Perù). Un apporto significativo proviene dalla Spagna: si tratta dell’insistenza sulle opere di carità in occasione di celebrazioni di anni giubilari in diverse diocesi.
Può arricchire questa breve rassegna un qualche cenno a questioni o problemi specifici. L’importanza dell’inculturazione liturgica è stata ricordata nelle risposte delle Conferenze Episcopali del Bangladesh, del Congo e del Pakistan. Una certa difficoltà nella recezione a motivo della vicinanza con la pubblicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum è stata rilevata dalla Conferenza Episcopale Francese. Dall’Egitto arriva la richiesta di offrire, in futuro, insieme ai documenti sussidi pratici e dall’Australia quella di sussidi per le omelie. In Ungheria l’Esortazione ha favorito una certa ripresa dell’uso della lingua latina e del canto gregoriano. Infine dalla Spagna è pervenuta una forte sottolineatura circa l’importanza della “forma eucaristica” della vita cristiana, la quale deve giungere fino alla coerenza eucaristica (cfr. anche la risposta del Consiglio per la Famiglia).

4. La recezione della Sacramentum Caritatis nella letteratura teologica

Innanzitutto occorre dare notizia della pubblicazione del volume degli atti dell’XI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi dal titolo: L’Eucaristia fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa (a cura di Roberto Nardin, Lateran University Press, Città del Vaticano 2008, pp.1032).
Una parola su come la comunità teologica ha accolto l’Esortazione Apostolica. Ovviamente in questa sede non possiamo tener conto delle numerose introduzioni (volumi o articoli in riviste pastorali o di alta divulgazione) che hanno accompagnato la pubblicazione delle diverse traduzioni della Sacramentum Caritatis.
Tra gli studi teologici, a titolo di esempio, possiamo citare:
- A. MATTHEEUWS - A. MASSIE, Guide de lecture pour l'Exhortation apostolique post-synodale Sacramentum Caritatis, Éditions Fidelité, Bruxelles 2007;
- B. LE PIVAIN, Le sacrament de l’amour, in Kephas (2007) n. 22;
- H. KALB – S. LEDERHILGER, Römische Erlässe, in Theologisch-praktische Quartalschrift 135 (2008) n. 1, 81-87;
- U. RUH, Unspektakülar: das nachsynodale Schreiben “Sacramentum Caritatis” Benedikts XVI, in Herder-Korrespondenz 61 (2007) n. 4, 166;
- G. MARCHESI, L’Eucaristia: “sacramento della carità”, in La Civiltà Cattolica 158 (2007) n. 3764, 169-178;
- G. CAMPANINI – F. MONACO – V. TRAPANI, Sacramento dell’amore, Paoline, Milano 2007;
- A. SCOLA, Il segno supremo dell’amore di Dio. Invito alla lettura di “Sacramentum Caritatis”, in La nuova alleanza 112 (2007) n. 4, 30-40;
- ID., L’insegnamento di “Sacramentum Caritatis”, in La nuova alleanza 113 (2008) n. 2, 26-33.
- R. NARDIN – R. TANGORRA (edd.), Sacramentum Caritatis. Studi e commenti sull’esortazione apostolica postsinodale, Lateran University Press, Città del Vaticano 2008, pp. 830. Il volume contiene quasi 50 contributi ed è arricchito da un’importante nota bibliografica sull’Eucaristia.

La maggioranza dei contributi teologici sull’Esortazione Apostolica – ne abbiamo rinvenuti più di settanta - sono stati pubblicati in lingua spagnola e italiana.
Non abbiamo molte pubblicazioni teologiche in ambito ecumenico. Riteniamo, però, importante segnalare in questa sede due significativi contributi. La rivista statunitense Ecumenical Trends ha pubblicato lungo l’anno 2007 una serie di articoli scritti da non cattolici:
- D. PRASSAS, The Ecumenical Eucharist. A response to Sacramentum Caritatis, in Ecumical Trends 36 (2007) n. 7, 8-11. La teologa greco-ortodossa considera che l’Esortazione favorisce una più approfondita riflessione sull’unità della Chiesa.
- L. HARRIS, Eavesdropping on an Apostolic Exhortation: One Anglican Considers Sacramentum Caritatis, in Ecumenical Trends 36 (2007) n. 7, 12-15.
- R. J. JESKE, Sacramentum Caritatis: A Response, in Ecumenical Trends 36 (2007) n. 8, 9-12.15. Dalla prospettiva luterana Jeske considera l’importanza del nesso tra l’azione liturgica e l’annuncio del Vangelo.
- O. C. EDWARDS Jr., An Anglican’s Reaction to Sacramentum Caritatis, in Ecumenical Trends 36 (2007) n. 9, 6-9.15. Egli, senza negare le differenze con la dottrina cattolica, sottolinea una forte unità di spirito.
- A. C. VRAME, An Orthodox Christian Reflection on Sacramentum Caritatis, in Ecumenical Trends 36 (2007) n. 10, 6-9.14. L’articolo afferma la necessità di soffermarsi sull’azione dello Spirito nel presente, non solo lungo la storia della Chiesa.
- R. D. BROADNAX, The Post-Synodal Apostolic Exhortation Sacramentum Caritatis: A Response from a Member of the African Methodist Episcopal Zion Church, in Ecumenical Trends 36 (2007) n. 10, 10. Il testo insiste sulla chiamata alla santità insita nell’Eucaristia.
Inoltre il pastore Gill Daudé, della Federation Protestante de France, ha pubblicato nel Bulletin d’Information Protestante del 22 marzo 2007, un articolo dal titolo Exhortation apostolique de Benoît XVI sur l’Eucharistie, résultant du synode ordinaire des évêques (Vatican, octobre 2005). Une lecture protestante, non esente da critiche:
http://www.protestants.org/fpf/relations_oecumeniques/articles/68-070322-eucharistie.htm.

Dal punto di vista degli argomenti affrontati possiamo classificare i contributi teologici nelle seguenti categorie:
a)Presentazioni generali e sintetiche del documento pontificio. Alcuni esempi:
- J.-L. BRUGUÉS, L’Eucharistie et l’urgence du mystère, in Nouvelle Revue Théologique 130 (2008) 3-25;
- J. THOMAS, L’exhortation apostolique “Sacramentum Caritatis”, in Kephas (2007) n. 22, 117-123;
- G. SÁNCHEZ ROJAS, La Santísima Trinidad y la Eucaristía: Una aproximación a la “Sacramentum Caritatis” de Benedicto XVI, in Revista Teológica Limense 41 (2007) 301-316;
- N. BLÁZQUEZ, El sacramento del amor, in Studium 47 (2007) 171-202;- A. PUIG – J. FONTBONA – R. SERRA – G. MORA, La Exhortación Apostólica “Sacramentum Caritatis” de Benedicto XVI. Sesión de estudio de la Facultad de Teología de Catalunya, in Phase (2007) n. 278, 93-118;
- G. BRAMBILLA, Sacramentum Caritatis, in Teologia 32 (2007) 115-122;
- R. FISICHELLA, Il sentiero per Emmaus. Commento teologico-pastorale alla Sacramentum caritatis, Lateran University Press, Città del Vaticano 2007;
- A. SCOLA, L'esortazione apostolica postsinodale "Sacramentum caritatis": un atto di receptio dell'insegnamento conciliare, in Rassegna di Teologia 48 (2007) n. 2, 165-180.

Gli autori di questi contributi cercano di offrire al lettore una presentazione generale della struttura del documento e dei suoi punti salienti. Normalmente viene messa in rilievo la continuità con il magistero pontificio precedente – specificamente con l’enciclica Deus caritas est e con Ecclesia de Eucharistia - e il percorso collegiale che ha condotto fino alla pubblicazione dell’Esortazione. Di particolare importanza è la sottolineatura dell’intrinseca unità delle tre parti del documento e, conseguentemente, la necessità di non leggerle in modo giustapposto. Inoltre gli autori evidenziano l’orizzonte trinitario ed ecclesiale dell’insegnamento di Sacramentum Caritatis sull’Eucaristia, l’importanza data all’ars celebrandi, alla bellezza liturgica e alla logikè latreia. Qualche autore sottolinea taluni approfondimenti dottrinali dell’Esortazione quale il carattere di azione proprio dell’Eucaristia ed il ruolo dello Spirito Santo che guida la Chiesa nello sviluppo della forma liturgica.

b)Approfondimenti sulla prima parte (Eucaristia, Mistero da credere). Alcuni esempi:
- P. TURNER, Benedict XVI and the sequence of the sacraments of initiation, in Worship 82 (2008) n. 2, 132-140;
- D. SALADO MARTÍNEZ, Fe e identidad cristiana en “clave y versión eucarísticas” (notas-guía para una lectura sistemática de la Exhortación postsinodal “Sacramentum Caritatis”, in Ciencia Tomista 135 (2008) 103-165;
- ID., Notas a propósito del “lenguaje formal” aplicado a la Eucaristía: cf. Exhortación postsinodal “Sacramentum Caritatis” n. 70ss, in Ciencia Tomista 135 (2008) 221-269;
- G. CAVAGNOLI, Il mistero dell’Eucaristia. Una rilettura di “Sacramentum Caritatis” (1), in La nuova alleanza 113 (2008) n. 1, 3-12;
- ID., Eucaristia e Sacramenti. Una rilettura di “Sacramentum Caritatis” (2), in La nuova alleanza 113 (2008) n. 3, 3-12.
- J. M. FERRER GRENESCHE, La Eucaristía en la Iniciación Cristiana, in Teología y Catequesis (2008) n. 106, 11-27.

Si tratta di contributi per lo più di taglio sistematico che approfondiscono taluni argomenti contenuti nei nn. 6-33 dell’Esortazione. Tra i temi privilegiati possiamo citare i seguenti: l’orizzonte trinitario dell’insegnamento del Papa con particolare riferimento ai temi del dono del Padre, del sacrificio del Figlio e dell’opera dello Spirito; l’ecclesialità dell’Eucaristia con i temi conseguenti della causalità eucaristica della Chiesa sacramento e dell’ecumenismo; la centralità dell’Eucaristia nell’organismo sacramentale e l’ordine dei sacramenti nell’iniziazione cristiana… A molti di questi argomenti fanno riferimento anche le presentazioni di carattere generale dell’Esortazione.

c)Approfondimenti sulla seconda parte (Eucaristia, Mistero da celebrare). Alcuni esempi:

- R. GONZÁLEZ COUGIL, “Sacramentum Caritatis”, desde la perspectiva litúrgica, in Phase (2007) n. 278, 119-126;
- M. GONZÁLEZ LÓPEZ-CORPS, El adagio “Lex orandi-lex credendi” en la exhortación apostólica “Sacramentum Caritatis”, Publicaciones de la Facultad de Teología San Dámaso, Madrid 2007;
- ID. El diácono y su participación en la Misa. Al socaire de la Exhortación Sacramentum caritatis, in Teología y Catequesis (2008) n. 106, 165-186;
- E. MALNATI, “Sacramentum caritatis”: “actuosa partecipatio”, in Rivista Teologica di Lugano 12 (2007) 531-539;
- G. CAVAGNOLI, Sacramentum caritatis: note per una lettura (parte prima), in Rivista di Pastorale Liturgica 45 (2007) n. 5, 39-49;
- ID., Sacramentum caritatis: note per una lettura (parte seconda), in Rivista di Pastorale Liturgica 45 (2007) n. 6, 44-58;
- ID., La bellezza della liturgia. Una rilettura di “Sacramentum Caritatis” (3), in La nuova alleanza 113 (2008) n. 5, 3-12;
- S. GUITERAS VILANOVA, Eucaristía y mistagogía, in Teología y Catequesis (2008) n. 106, 57-72;
- M. FANJUL, Acercamiento a la riqueza espiritual y celebrativa del Misal de Pablo VI, in Teología y Catequesis (2008) n. 106, 99-117;
- J. GONZÁLEZ PADRÓS, Formar para una participación litúrgica plena, consciente y activa, in Teología y Catequesis (2008) n. 106, 119-134.

Si tratta di contributi che hanno considerato specificamente l’insegnamento e le numerose indicazioni liturgiche di carattere pratico (queste sono circa cinquanta) presenti nell’Esortazione Apostolica. A titolo esemplificativo possiamo citare questi argomenti: la centralità dell’atto eucaristico come sorgente della santità e della vita della Chiesa, l’importanza della bellezza liturgica, il rapporto ars celebrandi – actuosa partecipatio, aspetti particolari come l’omelia, il canto...

d)Approfondimenti sulla terza parte (Eucaristia, Mistero da vivere). Alcuni esempi:
- R. PELLITERO, La eficacia transformadora de la Eucaristía: Eucaristía, Iglesia y existencia cristiana en la exhortación apostólica “Sacramentum Caritatis”, in Scripta Theologica40 (2008) 107-124;
- R. TREMBLAY, Attualità dell’esortazione apostolica “Sacramentum Caritatis” di Benedetto XVI, in Rivista di Teologia Morale 39 (2007) 547-554;
- M. SCHEUER, Eucaristie und Nächstenliebe: zur Bischofssynode über die Eucaristie (2005) und das nachsynodale Schreiben von Benedikt XVI.¸ in Heiliger Dienst 61 (2007) nn. 2-3, 79-84;
- S. TALTAVULL ANGLADA, Eucaristía y família, in Teología y Catequesis (2008) n. 106, 29-55;
- A. BRAVO, Eucaristía, mistério que se ha de vivir, in Teología y Catequesis (2008) n. 106, 73-97.

Questo ultimo gruppo di contributi si sofferma sulle affermazioni del documento in merito alla capacità trasformatrice dell’Eucaristia e al culto spirituale o logiké latreia quale specifico della vita cristiana. Sono i temi che la Sacramentum Caritatis affronta quando parla della forma eucaristica dell’esistenza cristiana e delle sue implicazioni antropologiche, sociali e cosmologiche. L’apporto degli studiosi in questi importanti ambiti è ancora assai timido, soprattutto in ordine ad una comprensione unitaria del mistero creduto, celebrato e vissuto.
In conclusione possiamo affermare che, dopo soli 18 mesi dalla pubblicazione dell’Esortazione Apostolica, la receptio è non solo in atto, ma generalmente fa ben sperare. La Sacramentum Caritatis ha già avuto un certo influsso e sta contribuendo ad una maggior ricentratura della vita delle comunità cristiane sull’Eucaristia e più in generale sulla liturgia. In particolare si percepisce una più chiara consapevolezza del primato dell’azione rituale come radice della forma eucaristica di tutta l’esistenza cristiana (logikē latreía).
Tuttavia, com’è comprensibile, la strada da compiere è ancora lunga sia nell’ambito pastorale, sia in quello liturgico, sia in quello teologico.

[00015-01.10] [NNNNN] [Testo originale: italiano]

Sono seguiti gli interventi liberi sulla Relazione sull’attuazione della “Sacramentum caritatis”.

A questa Congregazione Generale, che si è conclusa alle ore 19.00 con la preghiera dell’Angelus Domini, erano presenti 227 Padri.

COMPOSIZIONE DELLA COMMISSIONE PER L’INFORMAZIONE

Pubblichiamo di seguito i nominativi dei cinque Membri della Commissione per l’Informazione, nominati dai Presidenti delegati, con l’aggiunta dei Membri di nomina pontificia (Presidente e Vice Presidente) e dei Membri ex-officio:


Presidente
- S.Em.R. Card. Peter Kodwo Appiah TURKSON, Arcivescovo di Cape Coast, Presidente dell'Associazione delle Conferenze Episcopali dell'Africa occidentale (A.C.E.A.O.) (GHANA)

Vice Presidente
- S.E.R. Mons. Claudio Maria CELLI, Arcivescovo titolare di Civitanova, Presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali (CITTÀ DEL VATICANO)

Membri ex-officio
- S.E.R. Mons. Nikola ETEROVIĆ, Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi (CITTÀ DEL VATICANO)
- S.E.R. Mons. Laurent MONSENGWO PASINYA, Arcivescovo di Kinshasa (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO), Segretario Speciale

Membri
- S.E.R. Mons. Terrence Thomas PRENDERGAST, S.I., Arcivescovo di Ottawa (CANADA)
- S.E.R. Mons. Diarmuid MARTIN, Arcivescovo di Dublin (IRLANDA)
- S.E.R. Mons. Filippo SANTORO, Vescovo di Petrópolis (BRASILE)
- S.E.R. Mons. Joseph AKÉ, Vescovo di Yamoussoukro (COSTA D'AVORIO)
- S.E.R. Mons. Luis Antonio G. TAGLE, Vescovo di Imus (FILIPPINE)

Segretario ex-officio
- R.P. Federico LOMBARDI, S.I., Direttore della Sala Stampa della Santa Sede (CITTÀ DEL VATICANO)

AVVISI

- CONFERENZE STAMPA E PRIMA VISIONE
- BRIEFING PER I GRUPPI LINGUISTICI
- POOL PER L’AULA DEL SINODO
- BOLLETTINO
- NOTIZIARIO TELEFONICO
- ORARIO DI APERTURA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

CONFERENZE STAMPA E PRIMA VISIONE

Martedi 14 ottobre 2008, alle ore 12.45, nell’Aula Giovanni Paolo II sarà presentata l’Inchiesta internazionale sulla lettura della Bibbia in prospettiva ecumenica”. Interverranno il Sig. Cardinale Walter Kasper, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, S.E. Mons. Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni (Italia), Presidente della Federazione Biblica Cattolica, il Rev.mo Archibald Miller Milloy, Segretario Generale della United Bible Societies (Inghilterra).

Mercoledi 15 ottobre 2008, alle ore 12.30, nell’Aula Giovanni Paolo II della Sala Stampa della Santa Sede, sarà presentato il film “Testimonianza” (Testimony), tratto dal libro “Una vita con Karol” del Sig. Cardinale Stanisław DZIWISZ, Arcivescovo di Cracovia, e di Gianfranco SVIDERCOSCHI. Interverranno il Sig. Cardinale Stanisław DZIWISZ, l’attore Michael YORK, il produttore Przemysław HAUSER.

Gli operatori televisivi ammessi al pool sono pregati di trovarsi nell’Aula Giovanni Paolo II 30 minuti prima dell’inizio della Conferenza Stampa; i fotoreporters ammessi, 15 minuti prima. I giornalisti sono invitati a prendere posto in Aula, 5 minuti prima dell’orario d’inizio della Conferenza Stampa.

Giovedi 16 ottobre 2008, alle ore 17.30 nell’Aula Paolo VI, il film “Testimonianza” (Testimony) sarà proiettato in prima visione alla presenza del Santo Padre Benedetto XVI. I Signori giornalisti interessati alla visione, sono pregati di indicare il numero di biglietti-invito richiesti entro le ore 12.00 di lunedi 13 ottobre, presso la reception della Sala Stampa della Santa Sede.

BRIEFING PER I GRUPPI LINGUISTICI

Il quinto briefing per i gruppi linguistici avrà luogo (nei luoghi di briefing e con gli Addetti Stampa indicati nel Bollettino N. 2) sabato 11 ottobre 2008 alle ore 13.10 circa.
Si ricorda che i Signori operatori audiovisivi (cameramen e tecnici) sono pregati di rivolgersi al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali per il permesso di accesso (molto ristretto).

POOL PER L’AULA DEL SINODO

Il quinto “pool” per l’Aula del Sinodo sarà formato per la preghiera di apertura della Dodicesima Congregazione Generale di lunedì mattina, 13 ottobre 2008.
Nell’Ufficio Informazioni e Accreditamenti della Sala Stampa della Santa Sede, all’ingresso, a destra) sono a disposizione dei redattori le liste d’iscrizione al pool.
Si ricorda che i Signori operatori audiovisivi (cameramen e tecnici) e fotoreporters sono pregati di rivolgersi al Pontificio Consiglio per le Comunicazione Sociali per la partecipazione al pool per l’Aula del Sinodo.
Si ricorda che i partecipanti al pool sono pregati di trovarsi alle ore 08.30 nel Settore Stampa, allestito all’esterno di fronte all’ingresso dell’Aula Paolo VI, da dove saranno chiamati per accedere all’Aula del Sinodo, sempre accompagnati da un ufficiale della Sala Stampa della Santa Sede, rispettivamente dal Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali.

BOLLETTINO

Il prossimo Bollettino N. 15, riguardante i lavori della Decima Congregazione Generale della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi di domani mattina sabato 11 ottobre 2008, sarà a disposizione dei giornalisti accreditati a conclusione della Congregazione Generale.

NOTIZIARIO TELEFONICO

Durante il periodo sinodale sarà in funzione un notiziario telefonico:
- +39-06-698.19 con il Bollettino ordinario della Sala Stampa della Santa Sede;
- +39-06-698.84051 con il Bollettino del Sinodo dei Vescovi, antemeridiano;
- +39-06-698.84877 con il Bollettino del Sinodo dei Vescovi, pomeridiano.

ORARIO DI APERTURA DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE

La Sala Stampa della Santa Sede, in occasione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi resta aperta secondo il seguente orario:

- Fino a sabato 11 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Domenica 12 ottobre: ore 09.30 - 13.00
- Lunedì 13 ottobre e martedì 14 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Mercoledì 15 ottobre: ore 09.00 - 20.00
- Giovedì 16 ottobre e venerdì 17 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Sabato 18 ottobre: 09.00 - 19.00
- Domenica 19 ottobre: ore 10.00 - 13.00
- Da lunedì 20 ottobre a sabato 25 ottobre: ore 09.00 - 16.00
- Domenica 26 ottobre: ore 09.00 - 13.00

Il personale dell’Ufficio Informazioni e Accreditamenti è disposizione (nell’ingresso a destra):- Lunedì-Venerdì: ore 09.00-15.00
- Sabato: ore 09.00-14.00

Eventuali cambiamenti saranno comunicati appena possibile, tramite annuncio nella bacheca della Sala dei giornalisti presso la Sala Stampa della Santa Sede, nel Bollettino informativo della Commissione per l’informazione della XII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi e nell’area Comunicazioni di servizio del sito Internet della Santa Sede.

 
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- Indice Bollettino Synodus Episcoporum - XII Assemblea Generale Ordinaria - 2008
  [Plurilingue, Francese, Inglese, Italiano, Spagnolo, Tedesco]

- Indice Sala Stampa della Santa Sede
 
[Francese, Inglese, Italiano, Portoghese, Spagnolo, Tedesco]

 

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