03 - 07.10.2012 SOMMARIO - SOLENNE INAUGURAZIONE DELLA XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI SOLENNE INAUGURAZIONE DELLA XIII ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEL SINODO DEI VESCOVI - OMELIA DEL SANTO PADRE Alle ore 09.30 di questa mattina 7 ottobre 2012, XXVII Domenica del tempo "per annum", sul sagrato della Basilica Vaticana, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto la Concelebrazione dellEucaristia con i Padri Sinodali, in occasione della solenne Apertura della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che si celebrerà nellAula del Sinodo in Vaticano fino al 28 ottobre 2012, sul tema: «La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana». Con il Papa hanno concelebrato i signori Cardinali, i Patriarchi, i Padri Sinodali e i Vescovi delle Conferenze Episcopali spagnola e tedesca. Tra i 261 Padri Sinodali concelebranti erano presenti: 49 Cardinali, 7 Presuli delle Chiese Orientali, 71 Arcivescovi, 120 Vescovi e 14 Presbiteri, oltre che 72 collaboratori. Alle ore 09:15, con il canto delle Laudes regiæ, ha preso il via la processione iniziale. Allinizio della Concelebrazione, il Santo Padre ha proclamato Dottori della Chiesa San Giovanni DAvila, sacerdote diocesano, e Santa Ildegarda Di Bingen, monaca professa dellOrdine di San Benedetto, dopo la lettura delle biografie dei Santi dottorandi e della Peroratio . Per la Preghiera Eucaristica sono saliti all'altare i Presidenti Delegati, S. Em. R. Card. John TONG HON, Vescovo di Hong Kong (CINA), S. Em. R. Card. Francisco ROBLES ORTEGA, Arcivescovo di Guadalajara (MESSICO), S. Em. R. Card. Laurent MONSENGWO PASINYA, Arcivescovo di Kinshasa (REPUBBLICA DEMOCRATICA DEL CONGO); il Segretario Generale, S.E.R. Mons. Nikola ETEROVIĆ, Arcivescovo Tit. di Cibale (CITTÀ DEL VATICANO); il Relatore Generale, S. Em. R. Card. Donald William WUERL, Arcivescovo di Washington (USA); il Segretario Speciale, S.E.R. Mons. Pierre-Marie CARRÉ, Arcivescovo di Montpellier (FRANCIA); il Presidente della Conferenza Episcopale Spagnola, S. Em. R. Card. Antonio María Ruoco Varela (SPAGNA); il Presidente della Conferenza Episcopale tedesca, S.E.R. Mons. Robert Zollitsch (GERMANIA). La Prima Lettura è stata pronunciata in spagnolo, il Salmo responsoriale in italiano e la Seconda Lettura in tedesco. Il Vangelo è stato proclamato in latino. La Preghiera dei fedeli è stata pronunciata in inglese, portoghese, francese, russo e neerlandese. Nel corso del Sacro Rito, dopo la proclamazione del Vangelo, il Santo Padre ha pronunciato lomelia che riportiamo di seguito nella versione originale in italiano. Le traduzioni in inglese, francese, spagnolo e tedesco si trovano nelle rispettive edizioni linguistiche. OMELIA DEL SANTO PADRE Venerati Fratelli, cari fratelli e sorelle! Con questa solenne concelebrazione inauguriamo la XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, che ha per tema: La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Questa tematica risponde ad un orientamento programmatico per la vita della Chiesa, di tutti i suoi membri, delle famiglie, delle comunità, delle sue istituzioni. E tale prospettiva viene rafforzata dalla coincidenza con linizio dellAnno della fede, che avverrà giovedì prossimo 11 ottobre, nel 50° anniversario dellapertura del Concilio Ecumenico Vaticano II. Rivolgo il mio cordiale e riconoscente benvenuto a voi, che siete venuti a formare questa Assemblea sinodale, in particolare al Segretario Generale del Sinodo dei Vescovi e ai suoi collaboratori. Estendo il mio saluto ai Delegati fraterni delle altre Chiese e Comunità Ecclesiali e a tutti i presenti, invitandoli ad accompagnare nella preghiera quotidiana i lavori che svolgeremo nelle prossime tre settimane. Le Letture bibliche che formano la Liturgia della Parola di questa domenica ci offrono due principali spunti di riflessione: il primo sul matrimonio, che vorrei toccare più avanti; il secondo su Gesù Cristo, che riprendo subito. Non abbiamo il tempo per commentare questo passo della Lettera agli Ebrei, ma dobbiamo, allinizio di questa Assemblea sinodale, accogliere linvito a fissare lo sguardo sul Signore Gesù, «coronato di gloria e di onore a causa della morte che ha sofferto» (Eb 2,9). La Parola di Dio ci pone dinanzi al Crocifisso glorioso, così che tutta la nostra vita, e in particolare limpegno di questa Assise sinodale, si svolgano al cospetto di Lui e nella luce del suo mistero. Levangelizzazione, in ogni tempo e luogo, ha sempre come punto centrale e terminale Gesù, il Cristo, il Figlio di Dio (cfr Mc 1,1); e il Crocifisso è per eccellenza il segno distintivo di chi annuncia il Vangelo: segno di amore e di pace, appello alla conversione e alla riconciliazione. Noi per primi, venerati Fratelli, teniamo rivolto a Lui lo sguardo del cuore e lasciamoci purificare dalla sua grazia. Ora vorrei brevemente riflettere sulla «nuova evangelizzazione», rapportandola con levangelizzazione ordinaria e con la missione ad gentes. La Chiesa esiste per evangelizzare. Fedeli al comando del Signore Gesù Cristo, i suoi discepoli sono andati nel mondo intero per annunciare la Buona Notizia, fondando dappertutto le comunità cristiane. Col tempo, esse sono diventate Chiese ben organizzate con numerosi fedeli. In determinati periodi storici, la divina Provvidenza ha suscitato un rinnovato dinamismo dellattività evangelizzatrice della Chiesa. Basti pensare allevangelizzazione dei popoli anglosassoni e di quelli slavi, o alla trasmissione del Vangelo nel continente americano, e poi alle stagioni missionarie verso i popoli dellAfrica, dellAsia e dellOceania. Su questo sfondo dinamico mi piace anche guardare alle due luminose figure che pocanzi ho proclamato Dottori della Chiesa: San Giovanni dAvila e Santa Ildegarda di Bingen. Anche nei nostri tempi lo Spirito Santo ha suscitato nella Chiesa un nuovo slancio per annunciare la Buona Notizia, un dinamismo spirituale e pastorale che ha trovato la sua espressione più universale e il suo impulso più autorevole nel Concilio Ecumenico Vaticano II. Tale rinnovato dinamismo dellevangelizzazione produce un benefico influsso sui due «rami» specifici che da essa si sviluppano, vale a dire, da una parte, la missio ad gentes, cioè lannuncio del Vangelo a coloro che ancora non conoscono Gesù Cristo e il suo messaggio di salvezza; e, dallaltra parte, la nuova evangelizzazione, orientata principalmente alle persone che, pur essendo battezzate, si sono allontanate dalla Chiesa, e vivono senza fare riferimento alla prassi cristiana. LAssemblea sinodale che oggi si apre è dedicata a questa nuova evangelizzazione, per favorire in queste persone un nuovo incontro con il Signore, che solo riempie di significato profondo e di pace la nostra esistenza; per favorire la riscoperta della fede, sorgente di Grazia che porta gioia e speranza nella vita personale, familiare e sociale. Ovviamente, tale orientamento particolare non deve diminuire né lo slancio missionario in senso proprio, né lattività ordinaria di evangelizzazione nelle nostre comunità cristiane. In effetti, i tre aspetti dellunica realtà di evangelizzazione si completano e fecondano a vicenda. Il tema del matrimonio, propostoci dal Vangelo e dalla prima Lettura, merita a questo proposito unattenzione speciale. Il messaggio della Parola di Dio si può riassumere nellespressione contenuta nel Libro della Genesi e ripresa da Gesù stesso: «Per questo luomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno ununica carne» (Gen 2,24; Mc 10,7-8). Che cosa dice oggi a noi questa Parola? Mi sembra che ci inviti a renderci più consapevoli di una realtà già nota ma forse non pienamente valorizzata: che cioè il matrimonio, costituisce in se stesso un Vangelo, una Buona Notizia per il mondo di oggi, in particolare per il mondo scristianizzato. Lunione delluomo e della donna, il loro diventare «ununica carne» nella carità, nellamore fecondo e indissolubile, è segno che parla di Dio con forza, con una eloquenza che ai nostri giorni è diventata maggiore, perché purtroppo, per diverse cause, il matrimonio, proprio nelle regioni di antica evangelizzazione, sta attraversando una crisi profonda. E non è un caso. Il matrimonio è legato alla fede, non in senso generico. Il matrimonio, come unione damore fedele e indissolubile, si fonda sulla grazia che viene dal Dio Uno e Trino, che in Cristo ci ha amati damore fedele fino alla Croce. Oggi siamo in grado di cogliere tutta la verità di questa affermazione, per contrasto con la dolorosa realtà di tanti matrimoni che purtroppo finiscono male. Cè unevidente corrispondenza tra la crisi della fede e la crisi del matrimonio. E, come la Chiesa afferma e testimonia da tempo, il matrimonio è chiamato ad essere non solo oggetto, ma soggetto della nuova evangelizzazione. Questo si verifica già in molte esperienze, legate a comunità e movimenti, ma si sta realizzando sempre più anche nel tessuto delle diocesi e delle parrocchie, come ha dimostrato il recente Incontro Mondiale delle Famiglie. Una delle idee portanti del rinnovato impulso che il Concilio Vaticano II ha dato allevangelizzazione è quella della chiamata universale alla santità, che in quanto tale riguarda tutti i cristiani (cfr Cost. Lumen gentium, 39-42). I santi sono i veri protagonisti dellevangelizzazione in tutte le sue espressioni. Essi sono, in particolare, anche i pionieri e i trascinatori della nuova evangelizzazione: con la loro intercessione e con lesempio della loro vita, attenta alla fantasia dello Spirito Santo, essi mostrano alle persone indifferenti o addirittura ostili la bellezza del Vangelo e della comunione in Cristo, e invitano i credenti, per così dire, tiepidi, a vivere con gioia di fede, speranza e carità, a riscoprire il «gusto» della Parola di Dio e dei Sacramenti, in particolare del Pane di vita, lEucaristia. Santi e sante fioriscono tra i generosi missionari che annunciano la Buona Notizia ai non cristiani, tradizionalmente nei paesi di missione e attualmente in tutti i luoghi dove vivono persone non cristiane. La santità non conosce barriere culturali, sociali, politiche, religiose. Il suo linguaggio quello dellamore e della verità è comprensibile per tutti gli uomini di buona volontà e li avvicina a Gesù Cristo, fonte inesauribile di vita nuova. A questo punto, soffermiamoci un momento ad ammirare i due Santi che oggi sono stati aggregati alla eletta schiera dei Dottori della Chiesa. San Giovanni di Avila visse nel secolo XVI. Profondo conoscitore delle Sacre Scritture, era dotato di ardente spirito missionario. Seppe penetrare con singolare profondità i misteri della Redenzione operata da Cristo per lumanità. Uomo di Dio, univa la preghiera costante allazione apostolica. Si dedicò alla predicazione e allincremento della pratica dei Sacramenti, concentrando il suo impegno nel migliorare la formazione dei candidati al sacerdozio, dei religiosi e dei laici, in vista di una feconda riforma della Chiesa. Santa Ildegarda di Bingen, importante figura femminile del secolo XII, ha offerto il suo prezioso contributo per la crescita della Chiesa del suo tempo, valorizzando i doni ricevuti da Dio e mostrandosi donna di vivace intelligenza, profonda sensibilità e riconosciuta autorità spirituale. Il Signore la dotò di spirito profetico e di fervida capacità di discernere i segni dei tempi. Ildegarda nutrì uno spiccato amore per il creato, coltivò la medicina, la poesia e la musica. Soprattutto conservò sempre un grande e fedele amore per Cristo e per la sua Chiesa. Lo sguardo sullideale della vita cristiana, espresso nella chiamata alla santità, ci spinge a guardare con umiltà la fragilità di tanti cristiani, anzi il loro peccato, personale e comunitario, che rappresenta un grande ostacolo allevangelizzazione, e a riconoscere la forza di Dio che, nella fede, incontra la debolezza umana. Pertanto, non si può parlare della nuova evangelizzazione senza una disposizione sincera di conversione. Lasciarsi riconciliare con Dio e con il prossimo (cfr 2 Cor 5,20) è la via maestra della nuova evangelizzazione. Solamente purificati, i cristiani possono ritrovare il legittimo orgoglio della loro dignità di figli di Dio, creati a sua immagine e redenti con il sangue prezioso di Gesù Cristo, e possono sperimentare la sua gioia per condividerla con tutti, con i vicini e con i lontani. Cari fratelli e sorelle, affidiamo a Dio i lavori dellAssise sinodale nel sentimento vivo della comunione dei Santi, invocando in particolare lintercessione dei grandi evangelizzatori, tra i quali vogliamo con grande affetto annoverare il Beato Papa Giovanni Paolo II, il cui lungo pontificato è stato anche esempio di nuova evangelizzazione. Ci poniamo sotto la protezione della Beata Vergine Maria, Stella della nuova evangelizzazione. Con lei invochiamo una speciale effusione dello Spirito Santo, che illumini dallalto lAssemblea sinodale e la renda fruttuosa per il cammino della Chiesa oggi, nel nostro tempo. Amen. |