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FESTA DEI SANTI GIOACCHINO E ANNA

OMELIA DEL CARD. TARCISIO BERTONE,
SEGRETARIO DI STATO D
EL SANTO PADRE

Santuario Sacro Monte di Belmonte
Giovedì, 26 luglio 2012

 

Cari amici,

Questo Santuario intitolato a Nostra Signora di Belmonte è stato edificato per soddisfare un voto alla Madonna, fatto a seguito di una guarigione ottenuta da Arduino marchese d'Ivrea, incoronato primo re d'Italia nel 1002. La storia di Arduino ce lo mostra dapprima avversario della Chiesa e poi, alla conclusione dei suoi giorni, ritirato in penitenza, in profumo di santità, nell’Abbazia benedettina di Fruttuaria, nell'attuale comune di San Benigno.

Al di là dei racconti leggendari che ci sono stati tramandati, noi vogliamo cogliere oggi quegli elementi che possono aiutare il nostro cammino di fede nell’oggi della storia. Innanzitutto, ciò che rimane e sfida i secoli è la devozione alla Vergine Maria del popolo cristiano.

I nostri antenati ci hanno insegnato a vivere sotto lo sguardo di Maria, a vivere con Maria, confidando nella sua intercessione soprattutto nei momenti dolorosi della vita, perché in lei ciò che emerge è la maternità; una maternità che è sinonimo di amore.

La vicenda personale di Maria è incastonata nella storia della salvezza e si possono ravvisare in lei gli aspetti paradigmatici della vita cristiana. Maria, con l’intera sua esistenza, è modello per la Chiesa di come si accoglie la Parola (Annunciazione), di come la si genera (Natività), di come la si presenta al mondo (Epifania), di come la si conserva dentro di sé (vita di Nazaret), di come la si crede (Cana), di come la si diffonde (Visitazione), di come le si è fedeli (Croce), di come la si testimonia (Pentecoste) [1]. Questi aspetti della vita di Maria, messi a fuoco con la nostra vita quotidiana, diventano come delle mediazioni efficaci per raggiungere la pienezza della nostra personalità cristiana.

Pensando a Maria si comprende meglio il discepolato del quale parla il Vangelo di oggi. Dagli episodi della vita di Maria si vede che la sua intera esistenza è tutta informata dalla Parola di Dio, che Ella accoglie e vive. In Maria risplende la beatitudine di coloro che, ascoltando la Parola di Dio, entrano in relazione viva con Gesù: “Beati i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché sentono. In verità vi dico: molti profeti e giusti hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, e non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, e non l’udirono!” (Mt 13, 16-17).

A questo tipo di discepoli Gesù comunica l’esatta interpretazione delle parabole, vale a dire che la felicità e la liberazione è per tutti, che l’origine di questa liberazione terrena ed eterna è Dio, rivelato come Padre, Figlio e Spirito Santo. Una volta entrati in questa comunione, i veri discepoli avvertono che il Dio Trinitario non è un mistero incomprensibile; è il mistero dell'Amore, che invita ad una misura alta dell’amore a Dio e dell’amore al prossimo.

Ma per comprendere ciò occorre diventare amici di Gesù – come ci invita costantemente a fare il Santo Padre Benedetto XVI -, occorre essere suoi intimi, occorre seguirlo nella sua missione. Altrimenti si rischia di essere come quei cristiani tiepidi, che restano alla superficie e sorvolano sulle esigenze più importanti della vita. Si rischia, insomma, di essere fra coloro che hanno il dono della vista ma tengono gli occhi chiusi, paurosi di vedere la luce che li inviterebbe alla conversione.

La festa di oggi ci presenta anche due personaggi straordinari: si tratta dei Santi Gioacchino e Anna. Essi hanno vissuto un tempo cruciale della storia della salvezza, nel momento in cui stava per avverarsi la promessa di Dio ad Abramo, e l’umanità stava per ricevere la risposta attesa dai giusti dell’Antico Testamento. Anna e Gioacchino erano senz’altro del numero di quei pii ebrei che aspettavano la consolazione di Israele, e proprio a loro è stato dato un compito speciale nella storia della salvezza: sono stati scelti da Dio per generare l’Immacolata, la quale a sua volta è chiamata a generare il Figlio di Dio.

Questa loro figlia non poteva non irradiare quella grazia tutta speciale della sua immacolatezza, la pienezza di grazia che la preparava per il disegno della maternità divina. Possiamo immaginare quanto da lei avranno ricevuto questi due genitori, nello stesso tempo in cui esercitavano il loro compito di educatori. Possiamo intuire cosa può essere stato il rapporto tra Sant’Anna e Maria anche nei confronti della Parola di Dio rivelata. Le univano, madre e figlia, oltre ai legami familiari, l’attesa condivisa del compimento delle promesse, la preghiera multiforme dei Salmi, il richiamo di una vita donata a Dio. Avremo noi gli occhi e gli orecchi aperti per riconoscere un così alto mistero? Chiediamo ai Santi Anna e Gioacchino non solo di vedere e di udire il messaggio di Dio, ma anche di partecipare, con l’amore verso quanti incontreremo, al suo amore, in particolare portando a tutte le nostre famiglie luce e speranza.

Ho conosciuto un gruppo di sposi anziani giapponesi che ha fondato un’Associazione intitolata ai Santi Anna e Gioacchino. Essi recitano quotidianamente una preghiera, che vorrei proporre anche a voi:

O Santi Gioacchino e Anna, /proteggete le nostre famiglie, /dai promettenti inizi fino all’età matura, /carica delle sofferenze della vita, /e sorreggetele nella fedeltà alle solenni promesse.

Accompagnate coloro che, anziani, /si avvicinano all’incontro con Dio./Addolcite il trapasso, supplicando per quell’ora la materna presenza della vostra diletta figlia, la Vergine Maria, /e del suo divin Figlio: Gesù. /Amen. 


[1] cf M.G. Masciarelli, Il primato della Parola e il suo ascolto: Maria modello del credente, in E.M. Toniolo (ed.), Maria nel cuore della Parola di Dio, Centro di Cultura Mariana “Madre della Chiesa”, Roma 2009, p. 220.

  

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