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MESSAGGIO DELLA PRESIDENZA
DELLA PONTIFICIA COMMISSIONE PER L'AMERICA LATINA
IN OCCASIONE DELLA "GIORNATA ISPANOAMERICANA"
NELLE DIOCESI DI SPAGNA (6 MARZO 2005)

  

 

1. In occasione della celebrazione nelle Diocesi spagnole della "Giornata Ispanoamericana" con il motto "L'America riceve e ci invia missionari", la Pontificia Commissione per l'America Latina porge ai Vescovi, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e ai fedeli delle Chiese che sono in Spagna un cordiale saluto con le parole di san Paolo: "grazie e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù, nostro salvatore" (Tt 1, 4).

Questa celebrazione si svolge nel quadro dell'"Anno dell'Eucaristia". Pertanto la missione della Chiesa nella Nazione spagnola si ritrova in questo tempo illuminata in modo particolare dal Mistero Eucaristico. Proprio la Chiesa ricorda che questo sacramento è "il culmine verso cui tende l'azione della Chiesa e, insieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù" (Concilio Vaticano II, Costituzione Sacrosanctum Concilium, n. 10).

2. Questa celebrazione annuale, nella quale la Spagna volge il proprio sguardo all'America, e nella quale commemora l'evento storico dell'Evangelizzazione del Nuovo Mondo, è stata arricchita negli ultimi tempi dallo scambio missionario. Di fatto, la Spagna non solo invia missionari alle giovani Chiese in America Latina, ma riceve anche missionari americani che giungono per porsi al servizio del Vangelo in queste terre. A tale orizzonte fa riferimento, in modo particolare, il motto scelto per la giornata di quest'anno:  "L'America riceve e ci invia missionari".

Se da un lato questa iniziativa è un'effettiva realizzazione del desiderio espresso dai Padri sinodali nell'Assemblea Speciale del Sinodo dei Vescovi per l'America, celebrata in Vaticano nel 1997, di "sostenere una maggiore cooperazione tra le Chiese sorelle" inviando missionari "dentro e fuori il continente" (Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in America, n. 74), dall'altro, la distanza nel tempo non deve impedirci di concepire anche questo scambio missionario come uno dei meravigliosi frutti dell'Evangelizzazione che è iniziata più di cinque secoli fa nell'allora chiamato Nuovo Mondo. Tale compito, inoltre, continua oggi nell'opera della Nuova Evangelizzazione promossa da Giovanni Paolo II, con l'esigenza di trovare modi sempre più audaci e creativi, e al contempo effettivi rispetto ai tempi attuali, di plasmare il Vangelo nella società.

3. I segni dei tempi richiedono un lavoro apostolico radicato nell'incontro personale con Gesù Cristo (cfr Esortazione Apostolica post-sinodale Ecclesia in America, n. 68), che è realmente presente nell'Eucaristia. Risulta quindi particolarmente significativo il quadro generale nel quale si svolgerà la celebrazione della "Giornata Ispanoamericana", come pure il titolo che Giovanni Paolo II ha voluto dare alla Lettera Apostolica che è servita da introduzione all'Anno dell'Eucaristia: Mane nobiscum Domine, "Rimani con noi, Signore".

La frase pronunciata dagli uomini che si recavano a Emmaus quella sera esprime il desiderio profondo dei discepoli del Signore di veder compiere la sua promessa di rimanere sempre con noi (cfr Mt 28, 20), come pure la consapevolezza che ogni sforzo missionario produce frutto solo se nasce dalla comunione con Gesù Cristo e dall'incontro personale e costante con Lui per mezzo del sacrificio eucaristico.

4. L'Anno dell'Eucaristia ha avuto in America Latina, nei giorni della sua inaugurazione, una manifestazione straordinaria nella celebrazione del Congresso Eucaristico Internazionale di Guadalajara. Nel testo base utilizzato per le riflessioni del Congresso si dice che "la forza evangelizzatrice dell'Eucaristia è tale da invitare il cristiano a donare se stesso in un impegno missionario generoso che risponda alla situazione di ogni regione e di ogni Paese" (XLVIII Congresso Eucaristico Internazionale, "L'Eucaristia, Luce e Vita del nuovo millennio", testo base, n. 63).

È d'altro canto notevole nella storia dell'Evangelizzazione dell'America l'importanza che ha avuto fin dai suoi esordi la Celebrazione Eucaristica, ambito sacro utilizzato dai primi missionari come istanza privilegiata di catechesi e di contatto con il Mistero. Per questo si osserva fra i popoli ispanoamericani una pietà eucaristica radicata nel profondo del cuore dei fedeli cattolici. L'enorme quantità di chiese, alcune di grande bellezza, disseminate in tutto il continente americano, anche nei luoghi più reconditi, lo conferma; è però, allo stesso tempo, data la "scarsità di operai" che si occupano della messe tanto abbondante (cfr Mt 9, 38), una constatazione della necessità urgente di far sì, oggi come in passato, che la Chiesa in Spagna mantenga il suo impegno missionario vivo e cooperante con i popoli dell'America Latina. L'amore verso Cristo, radicato nell'anima del popolo latinoamericano, è chiamato ad infiammarsi sempre più e ad espandersi, anziché estinguersi dinanzi alla mancanza di un impulso missionario ed evangelizzatore vivo.

A nome della Pontificia Commissione per l'America Latina esprimo i migliori auspici di felice esito per la celebrazione della "Giornata Ispanoamericana", animando ogni iniziativa a favore dell'opera evangelizzatrice dei missionari e incoraggiando la partecipazione di quanti si sentono chiamati dal Signore a porre la propria vita al servizio di questo nobile fine.

Dal Vaticano, 6 gennaio 2005
Solennità dell'Epifania del Signore

Cardinale Giovanni Battista Re
Presidente

Mons. Luis Robles Díaz
Vicepresidente

            

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