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INCONTRO CON GLI STUDENTI DELLE PONTIFICIE UNIVERSITÀ DI ROMA
PER L’APERTURA DELL’ANNO ACCADEMICO 

INDIRIZZO D'OMAGGIO DEL CARD. ZENON GROCHOLEWSKI
A SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI

Basilica Vaticana
Giovedì, 25 ottobre 2007

 

Beatissimo Padre,

La comunità degli insegnanti, degli studenti che provengono da tutto il mondo, del personale non insegnante, delle autorità, dei formatori delle Università ed Atenei ecclesiastici, dei Pontifici Collegi e Seminari di Roma, hanno la fortuna di iniziare l'anno accademico celebrando l'Eucaristia, qui sulla tomba del primo degli Apostoli. Siamo profondamente grati di incontrare la Santità Vostra, Successore di Pietro, che, per il fatto di aver prediletto per moltissimi anni l'attività accademica, ci è particolarmente vicino.

Le Istituzioni romane sono ampiamente consapevoli delle proprie responsabilità. L'odierno Vangelo riportava la parola di Gesù: «Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!» (Lc 12,49). Il fuoco, che nella Scrittura viene menzionato, più di mille volte, è llio stesso e lo Spirito Santo: Dio che brucia i cuori senza tuttavia consumarli. Le Facoltà e le Università ecclesiastiche hanno il compito di trasmettere questo Fuoco, oltre che prima di farlo ardere dentro. Le discipline ecclesiastiche, difatti, non sono come le altre. Necessitano la partecipazione di tutto l'essere; richiedono che studenti ed insegnanti, accettino di venir bruciati da questo fuoco che il Cristo ha portato sullaterra. Questo fuoco divino non distrugge, ma purifica l'errore e la menzogna; soprattutto è, allo stesso tempo, luce che illumina le intelligenze e calore che consola i cuori. Negli studi ecclesiastici, verità ed amore si congiungono, perché il mistero di Dio non può essere adeguatamente indagato se non è amato e contemplato con amore. Contemplazione e carità coincidono, osserva Jacques Maritain: «La sola contemplazione scopre il valore della carità. Senza di essa la carità è conosciuta per sentito dire. Con essa invece è conosciuta per esperienza. Per amore e nell'amore, essa fa conoscere che Dio è amore. Solo allora l'uomo lascia che Dio faccia in lui ciò che vuole [...]. Tutto ciò che non ha il gusto dell'amore perde per lui ogni sapore. Con questo amore la contemplazione porta a compimento la nostra vita e, quindi, realizza in noi l'universalità, rende l'anima cattolica in spirito ed in verità.»'.

Per lo studente può sembrare talvolta troppo lungo il tempo dello studio ed aspira ad una attività più pastorale. Il professore parimenti può sperimentare alle volte la solitudine nel lavoro di ricerca e l'ingratitudine nell'insegnamento. In tale caso, sarà utile ricordarsi che lo studio, la contemplazione e la trasmissione della verità che è il Cristo (cfr Gv 14,6) costituiscono uno tra i più alti atti d'amore, uno dei modi di ricevere e donare il fuoco che il Cristo è venuto ad accendere sulla terra.

Beatissimo Padre, tale è, per noi, il senso dell'impegno accademico ed è ciò che auguriamo a tutti quelli che vivono e operano in seno alle Facoltà ecclesiastiche. Ci disponiamo con grande gioia ed attenzione ad ascoltare le Sue parole e Le chiediamo, in spirito di affetto filiale e di ubbidienza, la Sua paterna benedizione.

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