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CONGREGAZIONE PER IL CULTO DIVINO E LA DISCIPLINA DEI SACRAMENTI

11 ottobre

SAN GIOVANNI XXIII, papa

 

Dal Comune dei pastori: per un papa.

Colletta

Dio onnipotente ed eterno,
che in san Giovanni, papa,
hai fatto risplendere in tutto il mondo
l’immagine viva di Cristo, buon pastore,
concedi a noi, per sua intercessione,
di effondere con gioia la pienezza della carità cristiana.
Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio,
e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.

 


Letture

Dal Comune dei pastori.

Prima lettura
Ez 34, 11-16 Come un pastore passa in rassegna il suo gregge così io passerò in rassegna le mie pecore
Così dice il Signore Dio: Ecco, io stesso cercherò le mie pecore…

Salmo responsoriale
Salmo 22(23)
R/. Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla.

Canto al vangelo
Gv 10,14: Io sono il buon pastore, dice il Signore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me.

Vangelo
Gv 21,15-17: Pasci i miei agnelli, pasci le mie pecore
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed essi] ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro…


11 ottobre

SAN GIOVANNI XXIII, papa

Angelo Giuseppe Roncalli nacque a Sotto il Monte (Bergamo) nel 1881. A undici anni entrò nel seminario di Bergamo, per proseguire poi al Pontificio Seminario Romano. Ordinato sacerdote nel 1904, fu segretario del Vescovo di Bergamo. Nel 1921 iniziò il suo servizio alla Santa Sede come Presidente per l’Italia del Consiglio centrale della Pontificia Opera per la Propagazione della Fede; nel 1925 come Visitatore Apostolico e poi Delegato Apostolico in Bulgaria; nel 1935 come Delegato Apostolico in Turchia e Grecia; nel 1944 come Nunzio Apostolico in Francia. Nel 1953 fu creato cardinale e nominato Patriarca di Venezia. Fu eletto Papa nel 1958: convocò il Sinodo Romano, istituì la Commissione per la revisione del Codice di Diritto Canonico, convocò il Concilio Ecumenico Vaticano II. Morì la sera del 3 giugno 1963.

Dal Comune dei pastori: per un papa.

Ufficio delle letture

Seconda lettura

Dai «Discorsi»  di san Giovanni XXIII, papa

(Solenne apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, 11 ottobre 1962: AAS 54 [1962], 786-787. 792-793)

La Chiesa è madre amorevolissima di tutti

La Madre Chiesa si rallegra perché, per un dono speciale della Divina Provvidenza, è ormai sorto il giorno tanto desiderato nel quale qui, presso il sepolcro di san Pietro, auspice la Vergine Madre di Dio, di cui oggi si celebra con gioia la dignità materna, inizia solennemente il Concilio Ecumenico Vaticano II.

Dopo quasi venti secoli, le situazioni e i problemi gravissimi che l’umanità deve affrontare non mutano; infatti Cristo occupa sempre il posto centrale della storia e della vita: gli uomini o aderiscono a lui e alla sua Chiesa, e godono così della luce, della bontà, del giusto ordine e del bene della pace; oppure vivono senza di lui o combattono contro di lui e restano deliberatamente fuori della Chiesa, e per questo tra loro c’è confusione, le mutue relazioni diventano difficili, incombe il pericolo di guerre sanguinose.

Aprendo il Concilio Ecumenico Vaticano II, è evidente come non mai che la verità del Signore rimane in eterno. Vediamo infatti, nel succedersi di un’età all’altra, che le incerte opinioni degli uomini si contrastano a vicenda e spesso gli errori svaniscono appena sorti, come nebbia dissipata dal sole.

Non c’è nessun tempo in cui la Chiesa non si sia opposta a questi errori; spesso li ha anche condannati, e talvolta con la massima severità. Quanto al tempo presente, la Sposa di Cristo preferisce usare la medicina della misericordia invece di imbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle necessità odierne, esponendo più chiaramente il valore del suo insegnamento piuttosto che condannando. Non perché manchino dottrine false, opinioni, pericoli da cui premunirsi e da avversare; ma perché tutte quante contrastano così apertamente con i retti principi dell’onestà, ed hanno prodotto frutti così letali che oggi gli uomini sembrano cominciare spontaneamente a riprovarle, soprattutto quelle forme di esistenza che ignorano Dio e le sue leggi, riponendo troppa fiducia nel progresso della tecnica, fondando il benessere unicamente sulle comodità della vita. Essi sono sempre più consapevoli che la dignità della persona umana e la sua naturale perfezione è questione di grande importanza e difficilissima da realizzare. Quel che conta soprattutto è che essi hanno imparato con l’esperienza che la violenza esterna esercitata sugli altri, la potenza delle armi, il predominio politico non bastano assolutamente a risolvere per il meglio i problemi gravissimi che li tormentano.

Così stando le cose, la Chiesa Cattolica, mentre con questo Concilio Ecumenico innalza la fiaccola della verità cattolica, vuole mostrarsi madre amorevolissima di tutti, benigna, paziente, mossa da misericordia e da bontà verso i figli da lei separati. All’umanità travagliata da tante difficoltà essa dice, come già Pietro a quel povero che gli aveva chiesto l’elemosina: "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina!" (At 3,6). In altri termini, la Chiesa offre agli uomini dei nostri tempi non ricchezze caduche, né promette una felicità soltanto terrena; ma dispensa i beni della grazia soprannaturale, i quali, elevando gli uomini alla dignità di figli di Dio, sono di così valida difesa ed aiuto a rendere più umana la loro vita; apre le sorgenti della sua fecondissima dottrina, con la quale gli uomini, illuminati dalla luce di Cristo, riescono a comprendere a fondo che cosa essi realmente sono, di quale dignità sono insigniti, a quale meta devono tendere; infine, per mezzo dei suoi figli manifesta ovunque la grandezza della carità cristiana, di cui null’altro è più valido per estirpare i semi delle discordie, nulla più efficace per favorire la concordia, la giusta pace e l’unione fraterna di tutti.

Responsorio

Cfr. Mt 16, 18; Ps 47 (48), 9

R. Gesù disse a Simone: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa * e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

V. Dio l’ha fondata per sempre:

R. e le potenze degli inferi non prevarranno su di essa.

Orazione

Dio onnipotente ed eterno, che in san Giovanni, papa, hai fatto risplendere in tutto il mondo l’immagine viva di Cristo, buon pastore, concedi a noi, per sua intercessione, di effondere con gioia la pienezza della carità cristiana. Per il nostro Signore.

  

 

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