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INTERVENTO DELL'ARCIVESCOVO 
MONSIGNOR CSABA TERNIÀK 
DURANTE LA CONFERENZA STAMPA 
PER LA PRESENTAZIONE DELLA 
LETTERA DI GIOVANNI PAOLO II 
AI SACERDOTI PER IL GIOVEDÍ SANTO 2000

Giovedì, 30 Marzo 2000

1. Come ha già ampiamente descritto Sua Eminenza il Card. Castrillón Hoyos, la Lettera del Giovedì Santo di questo Anno Giubilare riveste particolare preziosità, sia per il luogo dove è stata firmata (il Cenacolo!), sia per la carica affettiva, per quel raccogliere in un abbraccio pastorale tutti i Sacerdoti del mondo, in tutte le situazioni, in tutti i luoghi, e non solo. Infatti, con il riferimento anche a tutti i sacerdoti che da duemila anni hanno offerto il maggior apporto possibile all'umanità con il celebrare l'Eucaristia e a quanti hanno siglato con il martirio la loro fedeltà, il Sommo Pontefice ha aperto alla riflessione dei Sacerdoti la dimensione più profonda e più autentica della Chiesa. La Chiesa che, se vive nella storia, tuttavia trascende la storia stessa e con  uno sguardo sinottico abbraccia la sua storia precedente, la storia del proprio momento pellegrinante e l'eternità nella quale si ritrova senza più ruga né macchia, nello splendore della carità.

2. I Sacerdoti passano dopo aver prolungato, attraverso la propria vita e il proprio ministero, la presenza e l'azione salvifica di Gesù Cristo, nel segmento di storia nel quale sono stati inseriti, ma il Sacerdozio di Cristo al quale sono intimamente configurati, questo non passa. Passano gli uomini, non il Sacerdozio che è di Cristo ed è per gli uomini, come una fontana sempre zampillante, dalla quale ogni viandante stanco può sempre dissetarsi.

Il Santo Padre si chiede pure:  "Come dimenticare, in quest'Anno Giubilare, i tanti Sacerdoti che hanno testimoniato con la loro vita Cristo fino all'effusione del sangue? Il loro martirio accompagna l'intera storia della Chiesa e segna anche il secolo che ci siamo appena lasciati alle spalle, caratterizzato da diversi regimi dittatoriali ed ostili alla Chiesa" (Lettera n. 5).

Come vedete non ci sono più pareti, non ci sono più barriere spazio-temporali e questo proprio perché l'Eucaristia, alla quale è indissolubilmente legato il sacramento dell'Ordine, è la nostra Pasqua:  essa percorre con un fremito di salvezza l'intero corso della storia per sfociare nella Pasqua eterna.

Ogni Santa Messa ripresenta lo stesso Sacrificio della Croce consumato due millenni or sono, lo stesso! E quel Sacrificio, sul Golgota, ha avuto in Cristo, nel contempo, l'offerente e la vittima, Lui "Sacerdos et Hostia" (cfr Lettera, n. 8). Ad ogni Santa Messa, in qualsiasi parte del mondo, in qualsiasi epoca, si ripresenta lo stesso, identico, Sacrificio e Cristo agisce mediante le labbra, la voce, i gesti e, soprattutto, l'intenzione, di quanti, in virtù dell'ordinazione sacerdotale, ne prolungano la presenza. Sono gli "altri Cristi".

3. Comprendiamo perché il Santo Padre scriva, nella Sua lettera, che "l'Eucaristia è il punto da cui tutto si irradia ed a cui tutto conduce. Il nostro sacerdozio è nato nel Cenacolo, insieme con essa" (n.12).

Come il Santo Padre ha detto durante il Suo recente pellegrinaggio in Terra Santa:  "A Betlemme è sempre Natale", così possiamo ben dire che nel Cenacolo di Gerusalemme è sempre Giovedì Santo. Ma tutto è legato:  a Betlemme nasce il Salvatore e ad ogni Messa ancora nasce, in mezzo ai Suoi, il Salvatore; Betlemme etimologicamente significa "Casa del pane" e ad ogni Messa si confeziona il "Pane di vita" e, mangiando di esso, ci si comunica.

Come Cristo è sempre Sacerdote e non è mai possibile scindere Gesù di Nazareth da Gesù Sommo ed Eterno Sacerdote, così ogni Sacerdote è sempre, ovunque, integralmente Sacerdote e il legame con l'Eucaristia costituisce un vero e proprio cordone ombelicale.

4. Il Santo Padre ha esortato tutti i Sacerdoti ad assumersi l'impegno, in occasione dell'Anno Giubilare, di riscoprire il Sacerdozio alla luce dell'Eucaristia e di far riscoprire tale tesoro alle rispettive comunità destinatarie del loro quotidiano ministero pastorale (cfr Lettera, n. 17).

La Congregazione per il Clero, che fin dal 1996 ha organizzato un lungo pellegrinaggio dei Sacerdoti per fomentare la preparazione al Giubileo (1996 Fatima, 1997 Yamoussoukro, 1998 Guadalupe, 1999 Gerusalemme), ora sta organizzando le giornate giubilari qui a Roma, per poter varcare, finalmente, la Porta Santa, con la più larga rappresentanza possibile di Presbiteri.

Si intende rispondere all'invito e all'impegno che il Santo Padre ha rivolto ad ogni sacerdote del mondo.

Le giornate saranno quelle del 15-16-17-18 maggio prossimo.

È vero che il periodo, nella maggior parte dei casi e dei luoghi, corrisponde a particolare impegno pastorale dei Sacerdoti ma come non mobilitarsi per celebrare la giornata giubilare attorno all'altare, per la Santa Messa presieduta dal Santo Padre nel giorno del Suo 80° compleanno?

Così il prossimo 18 maggio, Piazza San Pietro diventerà un altro Cenacolo e l'icona di esso sarà la grande Concelebrazione Eucaristica. L'immagine potrà anche essere "spettacolare" ma la sostanza rimarrà un "mistero".

Come non fasciare di affetto, di calore il Vicario di Cristo Sacerdote e come si sarebbe potuto non dare al mondo intero un segno così significativo del vincolo interiore di comunione, che lega l'intero Ordo sacerdotale al Santo Padre.

Così la Congregazione, tramite i rispettivi Vescovi di tutto il mondo, fin dal giugno scorso, ha invitato tutti i Sacerdoti, in modo che avessero possibilità di meglio organizzarsi.

L'accoglienza sarà nel pomeriggio di domenica 15 maggio in Santa Maria Maggiore, affinché sia la Vergine che stette con gli Apostoli nel Cenacolo in attesa dello Spirito Santo, ad accogliere coloro che, in modo specialissimo, sono suoi figli nel Suo Figlio.

Le celebrazioni liturgiche, le confessioni, le testimonianze, le meditazioni avranno luogo poi, con programma specifico, che vi verrà consegnato, nelle Basiliche di San Giovanni in Laterano, di San Paolo fuori le mura e di San Pietro; alcuni momenti saranno vissuti nell'Aula "Paolo VI" ed una Via Crucis specificamente sacerdotale si svolgerà la sera di martedì 16 maggio al Circo Massimo.

Saranno soprattutto i Santi Sacerdoti e le testimonianze vive a scandire i ritmi di meditazione, in un clima di profonda fraternità sacramentale. Due figure femminili, in particolare, aiuteranno i convenuti a riflettere sulla propria identità e il proprio ministero:  saranno santa Caterina da Siena e santa Teresa di Lisieux.

Non mi resta che chiedere a voi, come operatori della comunicazione, di far voler riservare particolare rilievo a questo programma; sono certo che avrete la gentilezza di farlo e di associarmi al Cardinale Prefetto per augurare a tutti i Confratelli del mondo, rinnovati nell'eterno sacerdozio, un Giovedì Santo veramente giubilare!

 

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