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ASSEMBLEA NAZIONALE DELLA CHIESA CATTOLICA IN INDIA
(BANGALORE 20-24 SETTEMBRE 2000)

OMELIA DEL CARDINALE JOZEF TOMKO

20 settembre 2000

 

Cari fratelli e sorelle,

Grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore Nostro, nell'amore dello Spirito Santo a tutti voi qui adunati nell'Assemblea nazionale della Chiesa cattolica in India.

Con questo raduno voi intendete culminare a livello nazionale le celebrazioni del Grande Giubileo della nascita di Gesù Cristo - Yesu Krist Jayanti 2000. Come segno di comunione della Santa fede e della Chiesa universale, ho accolto volentieri l'invito di S.E. Mons. Gali Bali, Vescovo di Guntur e Chairman del Comitato nazionale per il Grande Giubileo dell'Anno 2000 e del compianto Mons. Alain De Lastic, già presidente della "Catholic Bishop's Conference of India" a partecipare a questo evento. Vi porto il saluto del Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II, il quale vi invia la Sua benedizione apostolica che vi impartirò alla fine di questa Santa Messa.

Ed anch'io saluto di tutto cuore voi tutti:  Vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose e fedeli e laici. Che la pace del Signore rimanga sempre con tutti voi.

Al centro delle vostre celebrazioni è Gesù Cristo, che "è lo stesso ieri, oggi e sempre" (Ef 13, 8).

Noi conosciamo vari giubilei e anniversari:  di 25, 50 o 75 anni, ma questo giubileo che si celebra quest'anno nella chiesa in tutto il mondo, è del tutto speciale. È speciale non solo a causa di due millenni ma soprattutto a causa della persona e dell'evento che celebriamo.

La persona è Gesù, considerato da molti maestro di sapienza, guida spirituale, buon samaritano, il liberatore e guaritore, l'amico compassionevole dei poveri.

Vi erano molti Profeti nella storia "ma qui c'è più di un profeta"; vi erano molti sapienti come Salomone "ma qui c'è più di Salomone (cfr Mt 12, 44). Qui c'è "Cristo, Figlio del Dio vivente" (Mt 16, 16), come l'ha rivelato il Padre e confessato Pietro. Qui c'è qualcuno che ha fatto segni, miracoli, che ha risuscitato il Lazzaro, morto da quattro giorni; che, con il cuore trafitto dalla lancia, è risuscitato dalla morte il terzo giorno.

Qui c'è il Figlio di Dio che duemila anni fa si è fatto uomo assumendo la natura umana:  "e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1, 14).

Ecco, l'evento non solo eccezionale ma unico in tutta la storia del genere umano:  la sua incarnazione e nascita. È questa la vera notizia sensazionale in tutti i tempi, la vera Buona Novella - evangelion - che deve essere annunciata ad ogni persona viva, a tutti gli uomini.

Quest'uomo è risorto e rimane ormai vivo come l'Uomo-Dio, come il nostro "Emanuel - Dio con noi"; la sua incarnazione è ormai uno stato permanente, "Egli è lo stesso ieri, oggi e sempre" (Ebr 13, 8).

Noi celebriamo una persona e un evento che non ha uguali in tutta la storia di tutto il genere umano. Per di più, egli ha un rapporto speciale con ogni persona che viene in questo mondo. Egli, "uno è morto per tutti" (2 Cor 5, 14); "per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo, e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo" (Credo).

Lui "il Figlio unigenito che è nel seno del Padre" (Gv 1, 18) è "il Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione... Piacque a Dio di far abitare in Lui ogni pienezza e per mezzo di Lui riconciliare a sé tutte le cose, pacificando col sangue della Sua croce, cioè per mezzo di Lui, le cose che stanno sulla terra e quelle dei cieli" (Col 1, 13 14, 19-20). Per questa unica singolarità di Cristo egli ha significato e sofferto universale con tutti gli uomini di tutti i tempi, per cui, mentre è nella storia, è il centro e il fine della stessa storia:  "Io sono l'alfa e omega, il primo e l'ultimo, il principio e la fine" (Ap 22, 13) (cfr RM 6 e GS 2). E la Scrittura precisa che "[Dio] vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità. Uno solo, infatti è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù che ha dato se stesso in riscatti per tutti" (1 Tim 2, 4-6).

Ecco perché questo Giubileo è veramente grande e ci riguarda tutti.

Voi avete scelto come tema della vostra Assemblea:  "Gesù Cristo fondamento della nostra speranza per una nuova società". Mi congratulo con voi per la felice scelta perché Egli è realmente un buon fondamento di tale speranza. Lo dimostra anche il Vangelo che abbiamo appena ascoltato (Lc, 9, 10-17).

Le folle lo seguono persino nella zona deserta ed egli non si stanca mai di distribuire a loro il pane spirituale della parola sul regno di Dio. Però, allo stesso tempo, egli guarisce i loro ammalati e con compassione si preoccupa della loro fame corporale moltiplicando cinque pani e due pesci.

Da un lato "esiste già nei singoli e nei popoli, per l'azione dello Spirito, un'attesa, anche se inconscia, di conoscere la verità su Dio, sull'uomo, sulla via che porta alla liberazione dal peccato e dalla morte" (Giovanni Paolo II, Lett. Enc. RM 45).

Dall'altra parte, Gesù Cristo conosce bene ciò che è nel cuore dell'uomo (cfr Gv 4, 39) ed ha compassione delle folle che soffrono e desidera il loro progresso umano integrale. Egli provvede alla fame di Spirito e alla fame del corpo. Come afferma il Santo Padre, "la Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire al sottosviluppo in quanto tale, ma dà il primo contributo alla soluzione dell'urgente problema dello sviluppo, quando proclama la verità su Cristo, su se stessa e sull'uomo, applicandola ad una situazione concreta (Lett. Enc. Sollicitudo Rei Socialis 41 e RM 58). "Col messaggio evangelico la Chiesa offre una nuova forza liberante e fautrice di sviluppo proprio perché porta alla conversione del cuore e della mentalità, fa riconoscere la dignità di ciascuna persona, dispone alla solidarietà, all'impegno, al servizio dei fratelli, inserisce l'uomo nel progetto di Dio, che è la costruzione del Regno di pace, di giustizia a partire già da questa vita.

È la prospettiva biblica dei "cieli nuovi e terra nuova" la quale ha inserito nella storia lo stimolo e la meta per l'avanzamento dell'umanità" (RM, 59).

Le società dell'Asia in particolare con la loro moltitudine di poveri e di oppressi hanno bisogno del pane spirituale e del pane corporale che Gesù Cristo ci offre.

Vi è bisogno di un cambiamento radicale della mentalità ma anche delle strutture per favorire il rispetto della persona umana. Vi è bisogno dello sviluppo integrale della persona umana. Ci vuole il coraggio di globalizzazione della solidarietà umana prima di ogni altra. L'autentico sviluppo umano non è una semplice questione tecnica ma è anzitutto una questione umana e morale (cfr EA 32; RM 58).

Gesù Cristo vero Dio e vero uomo, può portare con il suo messaggio, molta luce e molta speranza nel rinnovo della società.

               

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