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CONGREGAZIONE PER L'EVANGELIZZAZIONE DEI POPOLI

OMELIA DEL CARDINALE CRESCENZIO SEPE

Santuario mariano di Dassa-Zoumé (Benin)
Domenica, 24 novembre 2002

 

Cari Confratelli Vescovi,
Amati Sacerdoti,
Religiosi e Religiose,
Stimati catechisti e fedeli laici,

Porto, prima di tutto, all'intera nazione, ed a ciascuno di voi, il saluto e la benedizione del Santo Padre, il quale per mostrare la sua particolare predilezione per il Benin, ha voluto nominare un Suo Inviato Speciale per la chiusura del I Congresso Eucaristico Nazionale. Ma, ultimamente, il Papa ha voluto darvi un altro segno del suo affetto per voi, permettendo al Decano del Collegio Cardinalizio, il caro Card. Gantin di fare ritorno qui, per rendersi disponibile, negli ultimi anni della sua vita, al ministero pastorale. Sia benedetto il Santo Padre!

All'inizio di questa solenne Celebrazione, ringrazio S. E. Mons. Antoine Ganyé, Vescovo di questa diletta diocesi di Dassa-Zoumé, che ci ospita. Saluto, con lui, gli Ecc.mi Arcivescovi di Cotonou e Parakou, e tutti i confratelli Vescovi del Benin. Sono grato, poi, al Rappresentante Pontificio, Mons. Pierre Nguyên Van Tot, che prende parte a questa solenne celebrazione di fede. Ma rivolgo uno speciale benvenuto a voi, cari sacerdoti, religiosi e religiose, missionari e missionarie, catechisti, e fedeli tutti del Benin. Saluto, infine, i membri di altre Confessioni cristiane, e di altre Fedi, qui convenuti, e li ringrazio, unitamente alle Autorità civili, ed ai Capi tradizionali che, con la loro presenza, hanno inteso dare rilevanza ad un avvenimento religioso tanto eccezionale.

Oggi, Festa di Cristo Re, concludiamo il Congresso Eucaristico Nazionale, un evento di fede che vi ha impegnato cara Comunità cattolica del Benin, per un anno intero, e che inizia a dare i primi frutti con questa straordinaria Assemblea che, con la forza del cibo eucaristico, è pronta a partire per la Missione.

Cari fratelli e sorelle, sono venuto molto volentieri a condividere questa vostra ora di festa e di riflessione, a proclamare assieme con voi la nostra fede nel Sacramento dell'Eucaristia che per tutti noi, per il Benin e per tutta la Chiesa è inesauribile sorgente di grazia, e ringrazio il Signore che mi consente di toccare con mano la solidità della vostra fede, e la vivacità del vostro zelo missionario.
"Eucharistie, manifestation supreme de l'amour du Père dans l'Esprit".

Questo è il tema che è servito, nel corso di quest'anno, da fil-rouge e da collage di diversi momenti liturgici e pastorali, che avete celebrato per approfondire la vostra vita cristiana e la vostra fede in Gesù Eucaristia. Come Chiesa di Dio che vive in Benin, vi siete impegnati a camminare dietro al Signore, facendo sosta alle oasi della Parola di Dio, e cibandovi del Pane di vita eterna.

Con questa Celebrazione che conclude il primo Congresso Eucaristico Nazionale del Benin, desideriamo riprendere con maggiore impegno e coraggio il cammino di fede, consapevoli che l'Eucaristia, mentre rinnova il patto eterno d'amore di Dio per l'umanità, permette di attingere energia all'imperitura sorgente di ogni grazia e benedizione. "Venite a Me voi tutti che siete affaticati e oppressi" (Gv 7, 37).

Ma in quale direzione ci sospinge ad andare questo cibo che contiene ogni delizia! Verso quali orizzonti, verso quali nuovi impegni di vita, ci sollecita!

L'Eucaristia innanzitutto ci dà la sicurezza che in questo nostro pellegrinaggio terreno, Dio è con noi, ci precede e ci accompagna in ogni nostra azione, ci conduce con sicurezza e tranquillità verso i pascoli eterni: possiamo, allora, cantare con il Salmista: "il Signore è il mio pastore: non manco di nulla; su pascoli erbosi mi fa riposare, ad acque tranquille mi conduce. Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome" (Sal 23, t -3).

In realtà, il Sacramento dell'Eucaristia trasforma tutta la nostra esistenza perché è sorgente di vita per tutti coloro che vi attingono con fede: "Il suo Corpo per noi immolato è nostro cibo e ci dà forza; il suo Sangue per noi versato è la bevanda che ci redime da ogni colpa" (cfr Prefazio della SS. Eucaristia).

Nell'Eucaristia, Cristo manifesta la pienezza del suo amore per noi: "Questo è il mio Corpo... questo è il mio Sangue". Cristo si offre alla Chiesa Sua Sposa affrontando la morte, ma ne esce vivo e vittorioso aprendoci le porte della Vita.

"Fate questo in memoria di me". Seguendo questo comando del Signore, noi confermiamo la nostra fede in Cristo vivo e presente in mezzo a noi e confessiamo tutto il nostro amore per Lui. Oggi, in questa solenne Celebrazione Eucaristica possiamo dire che veramente il Signore ha benedetto la Chiesa che è nel Benin, l'ha guidata nel giusto cammino e l'ama con amore privilegiato. Ma possiamo anche confermare che ogni membro della Chiesa che è qui nel Benin ama il Signore Gesù Cristo che si è fatto cibo di vita per essi.

L'Esortazione Apostolica Ecclesia in Africa afferma che, con l'Eucaristia, Gesù Cristo si fa "prossimo" e "Salvatore", soprattutto, di quanti vivono in condizioni di povertà. Egli viene in questa nostra Terra africana per redimere e dare la vita a quanti vivono in condizioni di miseria e di fame, soprattutto spirituale. Questo significa che il nostro impegno per l'evangelizzazione dell'Africa, e non solo di questo Continente, dev'essere centrata sull'incontro con la persona viva di Cristo. "Egli è il Dio che salva l'Africano da ogni forma di oppressione e di schiavitù" (Ecclesia in Africa 57).

A questo ci sollecita il Vangelo di Matteo che abbiamo ascoltato. Esso annuncia l'amore misericordioso del Padre, presente, come in un'icona, nelle multiformi povertà del mondo:  "Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero forestiero e mi avete ospitato, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, carcerato e siete venuti a trovarmi" (Mt 25, 35-36). Una sorta di esame finale, che sarà fatto ad ognuno di noi, e che verterà sul nostro comportamento cristiano nei riguardi del nostro prossimo e che si conclude con un "Venite, benedetti del Padre mio" (v. 34), o un "Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno" (v. 41).

Mai come in questo momento è urgente per tutti i cristiani dare attualità al Vangelo, rivestendo di concretezza le parabole di Gesù; da quella del Buon Samaritano a quella della pecora perduta. Mai come ora appare necessario far rivivere i miracoli dell'abbondanza del Messia, che sapeva moltiplicare i pani e rallegrare le feste cambiando l'acqua in vino. "Sono venuto - dice Gesù - perché tutti abbiano la vita e l'abbiano in abbondanza" (Gv 10, 10).

Da questo emerge un altro impegno che da questo Primo Congresso Eucaristico deve derivare per la Chiesa che è nel Benin: essere Chiesa missionaria. Al cristiano, infatti, non è permesso di trattenere per se stesso il dono dell'Eucaristia, perché, dice Gesù: Il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo" (Gv 6, 51).

Se dunque, l'Eucaristia è "per la vita del mondo", allora ognuno di noi deve sentirsi impegnato a portare questa vita a tutti coloro che ancora non l'hanno ricevuta. L'Eucaristia, perciò, deve diventare la radice di ogni attività missionaria, ma anche lo specchio sul quale misurare la propria disponibilità a dare agli altri il pane di vita eterna che a noi è stato donato.

Cara Chiesa del Benin, tu che hai ricevuto il dono della Fede, che hai imparato a conoscere e ad amare l'unico Signore e Salvatore del mondo e che ti sei cibata del suo Corpo e del suo Sangue, e che, per questo, sei diventata sua Famiglia prediletta, proclama questa tua Fede e trasmettila a tutti coloro che si attendono dalla tua testimonianza e dal tuo impegno missionario l'annuncio della salvezza.

Al termine di questo Congresso Eucaristico, alcune linee possono indicare la strada da seguire per realizzare la vostra futura attività pastorale in Benin: la missione e la testimonianza. Pur non dimenticando la fame del corpo, che dobbiamo saziare, preoccupiamoci di saziare in primo luogo la sete dello spirito.

Un giorno, in una regione dominata da un lungo periodo di siccità e di fame, un missionario riuscì a distribuire tutto ciò che aveva ricevuto. Dopo aver ricevuto un po' di viveri, la gente gli chiese: "Padre, parlaci di Dio!". Fame di Dio, fame di Gesù Cristo. Cari fratelli e sorelle, portate a tutti Gesù Cristo, l'unico Salvatore, e il suo messaggio; portate lui, il Pane spezzato e condiviso per la vita di tutta l'umanità. Eucaristia e missione devono camminare insieme.

Un'ultima parola vi voglio affidare. Il Congresso Eucaristico, che stiamo per chiudere, dovrebbe terminare con una parola insita nella logica dell'Eucaristia. Il suo più bel frutto dovrebbe essere un rinnovato impegno per la missione. Allora, dopo la speciale Benedizione che v'impartirò a nome del Santo Padre, vi chiedo che l'"Ite Missa est" che concluderà questa Celebrazione Eucaristica si trasformi per tutti - Vescovi, Presbiteri, Missionari, e Laici - in un coraggioso "Ite Missio est".

Maria, che ha dato il Corpo e il Sangue al suo Figlio divino, vi preceda sempre come Madre e Regina, nel cammino che porta all'incontro con il Signore, Gesù Cristo, Re della vita e dell'universo.

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