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SACRA CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI

 

TRADUZIONE DELL'ARTICOLO
« CARNIS RESURRECTIONEM »
DEL SIMBOLO APOSTOLICO
*

 

Decisioni in merito alla traduzione dell’articolo «Carnis resurrectionem» del Simbolo Apostolico, 14 dicembre 1983

1. L'articolo « Carnis resurrectionem » del Simbolo Apostolico è stato tradotto fino ad ora nelle varie lingue in modi diversi:

– traducendo alla lettera il testo latino del Simbolo Apostolico; 1

– traducendo il termine « carnis » con un termine equivalente; 2

– traducendo il termine « mortuorum » preso dall'articolo « Et expecto resurrectionem mortuorum » del Simbolo Niceno-costantinopolitano. 3

2. La questione della traduzione dell'articolo « Carnis resurrectionem » del Simbolo Apostolico è stata esaminata dalla S. Congregazione per la Dottrina della Fede, la quale nella propria riunione ordinaria ha adottato le seguenti decisioni, accompagnate dalle relative ragioni teologiche.

Tali decisioni, approvate del S. Padre nell'Udienza concessa a Sua Eminenza il Card. Joseph Ratzinger, Prefetto della medesima Congregazione, in data 2 dicembre 1983, sono state trasmesse a questo Dicastero con lettera del 14 dicembre successivo (Prot. 121/75).

CONGREGATIO PRO DOCTRINA FIDEI

A) Decisioni

1. Non vi sono ragioni dottrinali in assoluto contro la traduzione « risurrezione dei morti », come se tale formula non esprimesse la stessa fede espressa nella formula « risurrezione della carne », ma vi è una convergenza di ragioni teologiche congiunturali che militano per il mantenimento della traduzione esatta tradizionale (letterale).

2. Nelle future traduzioni da presentare all'approvazione ecclesiastica, si dovrà mantenere la traduzione esatta tradizionale.

3. Dove il cambiamento è già stato autorizzato converrà comunicare ai vescovi le ragioni che raccomandano il ritorno alla traduzione esatta tradizionale.

B) Ragioni teologiche e congiunturali

che militano per il mantenimento della traduzione esatta tradizionale dell'art. del Simbolo Apostolico « carnis resurrectionem »

1. Le due formule « risurrezione dei morti » e « risurrezione della carne » sono espressioni diverse e complementari della stessa tradizione primitiva della Chiesa, e quindi una prevalenza esclusiva o totale della formula « risurrezione dei morti » costituirebbe un impoverimento dottrinale. È vero infatti che anche quest'ultima contiene implicitamente l'affermazione della risurrezione corporale, ma la formula « risurrezione della carne », come espressione è più esplicita nell'affermare quel particolare aspetto della risurrezione, come dimostra la sua stessa origine.

2. Nell'abbandono della formula « risurrezione della carne » è insito il pericolo di suffragare le odierne teorie che pongono la risurrezione al momento della morte, escludendo in pratica la risurrezione corporale, specialmente di questa carne. Sulla diffusione, oggi, di una simile visione « spiritualizzante » della risurrezione la SCDF ha richiamato l'attenzione dei Vescovi nella sua Lettera « su alcune questioni concernenti l'escatologia » (17-5-79).

 

  

* Documenta, 249-251.

1 Cf. traduzione in lingua italiana, francese e portoghese:

- "La risurrezione della carne" (Messale romano, seconda edizione italiana. Conferenza Episcopale Italiana, 2a edizione, 1983, 306);

- "La résurrection de la chair" (Missel romain pour les pays francophones, Paris 1974, 11).

- "A ressurreição da carne" (Missal Romano, Conferência nacional dos Bispos do Brasil, Rio de Janeiro 1973, 351).

2 Cf. traduzione in lingua inglese:

- "The resurrection of the body" (The Roman Ritual. Rite of Baptism for Children, English translation approved by the National Conference of Catholic Bishops and confirmed by the Apostolic See, New York 1970, 89).

3 Cf. traduzione in lingua tedesca e spagnola:

- "Auferstehung der Toten" (Messbuch für die Bistümer des deutschen Sprachgebietes, 1974. Teil 1, 119);

- "La resurrección de los muertos" (Libro de la sede, Secretariado Nacional de Liturgia, Madrid 1983, 394).

 

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