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PONTIFICIA COMMISSIONE BIBLICA

L'OPERA DEL R.D. FEDERICO SCHMIDTKE
DAL TITOLO
«DIE EINWANDERUNG ISRAELS IN KANAAN

 

Essendo stato chiesto a questa Pontificia Commissione Biblica cosa si debba pensare dell'opera che ha titolo «Die Einwanderung Israels in Kanaan», edita in Bratislava nell'anno 1933 dal Rev. Sig. Federico Schmidtke, questa ha deciso di rispondere:

Il Rev. Sig. Federico Schmidtke, professore straordinario di Antico Testamento nella Facoltà teologica dell'Università di Bratislava, nel volume di cui sopra:

nel parlare del Pentateuco segue le opinioni della critica razionalista, disattendendo completamente il decreto della Pontificia Commissione Biblica del 27 giugno 1906;

inoltre, nella storia dell'Antico Testamento, senza tenere in alcun conto il decreto della stessa Pontificia Commissione Biblica del 23 giugno 1905, stabilisce un certo genere letterario di tradizioni popolari che riferiscono cose false mescolate con quelle vere; afferma tra le altre cose, contro le evidenti testimonianze dei Libri Sacri, che le narrazioni riguardanti i patriarchi, almeno in gran parte, non contengono la storia di individui particolari, ma di tribù; che Giacobbe non è figlio di Isacco, ma rappresenta una certa tribù aramea; e che non tutto il popolo israelita entrò in Egitto, ma soltanto una parte di esso tra cui, in particolare, la tribù di Giuseppe;

ugualmente, facendo violenza al sacro testo, spiega molti miracoli dell'Antico Testamento come fatti semplicemente naturali.

L'autore pertanto nega, per lo meno implicitamente, il dogma dell'ispirazione e dell'inerranza biblica; non tiene in alcun conto le norme dell'ermeneutica cattolica; contraddice la dottrina cattolica proposta chiaramente nelle lettere encicliche Providentissimus Deus di Leone XIII e Spiritus paraclitus di Benedetto XV. Perciò la summenzionata opera merita una assoluta riprovazione e deve essere ritirata dalle scuole cattoliche.

Approfittando di questa occasione, la Pontificia Commissione ricorda agli esegeti cattolici di doversi sottomettere con la riverenza dovuta alla costituzione dogmatica del Concilio Vaticano che rinnova il decreto del Concilio di Trento, nel quale si stabilì solennemente «che nelle questioni di fede e di morale che si riferiscono all'edificazione della dottrina cristiana, si deve tenere come vero senso dalla Sacra Scrittura quello che ha tenuto e tiene la santa madre Chiesa, alla quale spetta giudicare del senso e dell'interpretazione autentici delle Sante Scritture; e pertanto a nessuno è lecito interpretare questa stessa Sacra Scrittura contro questo senso o anche contro l'unanime consenso dei Padri».

Inoltre ricorda a tutti i fedeli che, riguardo all'autorità dei decreti della Pontificia Commissione Biblica, Pio X di santa memoria, nel motu proprio Praestantia Scripturae sacrae del 18 novembre 1907, ha dichiarato: «tutti sono tenuti a sottomettersi alle decisioni del Pontificio Consiglio Biblico, sia a quelle finora già emanate, sia a quelle che saranno emanate nel futuro, allo stesso modo che ai decreti delle sacre congregazioni riguardanti la dottrina approvati dal Pontefice; e coloro i quali avversano tali decisioni verbalmente o per iscritto non possono evitare la nota tanto di disobbedienza, tanto di temerità, né perciò sono esenti da colpa grave; questo indipendentemente dallo scandalo che arrecano e dalle conseguenze in cui possono incorrere davanti a Dio per ulteriori temerità ed errori pronunciati in aggiunta, come accade nella maggior parte dei casi».

 

Il giorno 27 febbraio 1934, nell'udienza benignamente concessa al Reverendissimo Segretario consultore, il nostro Santo Padre Pio Pp. XI ha ratificato la suddetta risposta nonché il monito e ha comandato di pubblicarli.

Giovanni Battista Frey, C.S.Sp.
Segretario consultore

 

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