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ELEVAZIONE DELLA CHIESA ROMENA
AD ARCIVESCOVADO MAGGIORE

16 dicembre 2005 

 

Il 16 dicembre 2005 il Santo Padre ha elevato la Chiesa metropolitana sui iuris greco-cattolica romena al grado di Chiesa Arcivescovile Maggiore, nominando Arcivescovo Maggiore S.E. Mons. Lucian Mureşan, sinora Arcivescovo Metropolita di Făgăraş e Alba Iulia dei Romeni.

L'elevazione della Chiesa greca-cattolica romena al rango di Arcivescovado Maggiore riconferma la fiducia della Sede Apostolica per una comunità di fede che segue le tradizioni del proprio rito secondo l’ottica delle Chiese d'Oriente. Metropoli dal 1853, la Chiesa greca-cattolica romena gode d'ora in poi di un nuovo statuto giuridico. Questo implica soprattutto un’accresciuta responsabilità nelle decisioni ormai affidate in buona parte all'autorità locale, e una rinnovata consapevolezza della storia recente che ha permesso la rinascita di questa parte del popolo di Dio dopo la caduta del regime comunista.

La Chiesa romena unita a Roma riprende il cursus della vita pubblica, adeguandosi al cammino d'approfondimento che le altre Chiese Orientali hanno sperimentato e consacrato solennemente al tempo del Concilio Vaticano II. Non si tratta quindi d'un titolo di gloria ma dell'appello alla maturità d'impegno al Vangelo.

Sul cammino verso il Regno, le prove sono necessarie per arrivare alla maturità. L'esperienza della persecuzione e della clandestinità, perdurata fino agli inizi degli anni Novanta, si trasfigura oggi nella vocazione al servizio evangelico sempre più conforme e attento alla genuinità dei propri valori teologici. Era in sintesi anche il volere del venerabile Giovanni Paolo II, che ha sempre avuto a cuore le attese dei Romeni, insistendo con benevolenza negli ultimi anni, soprattutto al momento della sua storica visita a Bucarest nel maggio del 1999, sull'urgenza della testimonianza contro ogni speranza. La risposta a questo appello e il discernimento della formazione degli ultimi anni hanno permesso la serena evoluzione dei fatti e l'attuale elevazione.

Il nuovo statuto giuridico richiederà di certo la creazione delle commissioni teologiche e pastorali, al Sinodo dei Vescovi, lo sviluppo del patrimonio teologico, e del diritto particolare e la redazione di uno statuto che permetta alla Chiesa romena di riconsiderarsi come segno d'unità. Essa mira a leggere la sua presenza secondo una forte prospettiva spirituale. Così, si propone non solo di approfondire l'erudito richiamo alla missione del nuovo Pontefice Benedetto XVI, ma di cogliere l'attualità dello stupore della grazia operante nel presente, per non fermarsi sul passato e senza guardare con troppe ansie all'avvenire.

Sullo sfondo dell'entusiasmo per la missione, l’Arcivescovado Maggiore della Chiesa greco-cattolica di Romania è, in altre parole, la celebrazione della speranza. La nuova generazione, rigenerata dalla fede degli avi, è invitata ad assumere le responsabilità per annunciare il Vangelo nella genuinità della propria tradizione. Non solo a livello locale, ma soprattutto come testimonianza più acuta nella comunione cattolica. Celebrata poco su un piano esteriore, la nuova organizzazione consacra ormai il cammino di ritrovamento spirituale delle comunità di questa Chiesa e invita i Romeni uniti ad un responsabile e fiducioso impegno al dialogo con la cultura della loro patria e con la Chiesa ortodossa sorella. Per un migliore e proficuo servizio nella carità.

      

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