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CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI

Visita del Cardinale Leonardo Sandri in Libano

"Porto il messaggio di
amore, pace e speranza del Papa"


(Radio Vaticana, 29 maggio 2013)

 "Violenze e abusi in Siria hanno ormai raggiunto dimensioni orribili". E' l'ultima denuncia della leader del Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, che ieri ha aperto a Ginevra le sessioni annuali del Consiglio. E sulle grandi sofferenze tra i siriani testimonia anche il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali attualmente in Libano, prima tappa del viaggio che sta compiendo in Medio Oriente anche per portare alle popolazioni la vicinanza del Papa. Hélène Destombes lo ha intervistato:

R. – Ho portato a tutti i vescovi, di tutte e quattro le Chiese che ho visitato, un messaggio di pace, di speranza, che mi ha dato personalmente Sua Santità Francesco, e che ho trasmesso con tutto l’amore che lui ha per queste popolazioni e per queste regioni e con tutto il dolore che lui ha, vedendo tutte queste sofferenze. E ho potuto fare la stessa cosa anche con i rifugiati, che ho visitato nel loro campo, vicino alla frontiera con la Siria - rifugiati siriani - e con una famiglia cattolica, che è venuta all’Episcopio a salutarmi. Il messaggio del Papa, quindi, è stato quello di vicinanza, di augurio, perché veramente sia posta la parola “fine” a questa guerra, per la quale Lui prega e soffre.

D. – Questa visita al campo dei rifugiati siriani domenica è stata un momento molto forte...

R. – Siamo tutti veramente molto toccati: vedere tutti questi bambini che soffrono situazioni di esilio, di povertà, senza i servizi igienici. Per me è stato un grande momento di partecipazione al loro dolore e loro hanno sentito il dolore e la partecipazione del Papa. Ho visto che manca tutto. Quindi, se attraverso la radio qualcuno può sentirmi: non ci sono medicinali, soprattutto per le donne, per le donne incinte e per i bambini. Quello che, dunque, si può fare, che si faccia attraverso la Caritas Libano.

D. – Durante questa visita ha lanciato pure un appello in favore della liberazione dei due Metropoliti di Aleppo, che sono stati rapiti un mese fa circa...

R. – Sì, l’ho fatto con tanto sentimento. Conosco uno di loro, Ibrahim, il vescovo siro-ortodosso di Aleppo; si sentono voci, secondo cui ora stanno bene, ora stanno male. Per piacere, signori che li avete rapiti, restituiteli alle loro Chiese, alle loro patrie, alle loro diocesi, e questo sarà un gesto che vi onorerà e che vi darà certamente la benedizione di Dio.

D. – Ha potuto sentire in Libano tutta la tensione che pesa su questo Paese, legata al conflitto in Siria?

R. – Sì, certamente, qui si vive una grande tensione e ci sono alcuni segni di violenza. ma tutto è dominato da una grande speranza. Tutti gli ambienti che ho visitato - cattolici, cristiani, dei vescovi-ortodossi, dei laici, di religiosi e religiose - non fanno altro che chiedere che non venga la guerra in Libano, che vinca la pace. Quindi nonostante la tensione presente, c’è soprattutto una grande fiducia in Dio e nella Madonna. Dovresti vedere il pellegrinaggio qui, a Nostra Signora di Harissa, di tanta gente, di giovani, alcuni scalzi, che salgono a Notre Dame du Liban, per chiedere pace, per chiedere per il Libano, per chiedere per la Chiesa, per il Papa, per tutto il mondo.

(© Radio Vaticana - 29 maggio 2013)


 

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