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CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI

DIVINA LITURGIA IN OCCASIONE
DELLA MEMORIA LITURGICA DI SAN NILO DI ROSSANO

OMELIA DELL'ARCIVESCOVO LEONARDO SANDRI

Chiesa del monastero esarchico di S. Maria di Grottaferrata
Mercoledì, 26 settembre 2007

 

Eccellenza Rev.ma, Mons. Francesco Tamburrino,
Arcivescovo-Delegato Pontificio, distinte Autorità,
cari monaci e amici che condividete la festa di San Nilo,
fondatore di questa Badia Greca e Patrono di Grottaferrata,
a voi tutti il mio saluto di pace e di fraternità nel Signore.

Ho accolto con gioia l'invito dell'Archimandrita Emiliano Fabbricatore, Egumeno ed Esarca di Grottaferrata, ed ora la gioia è accresciuta dall'incontro con tutti voi. Ma partecipo anche al cordoglio per la scomparsa appena avvenuta di uno dei più illustri monaci, che affidiamo al Signore con fervida preghiera di suffragio.

Sono ancora agli inizi del mio servizio come Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali. Considero, perciò, questa prima festa con una comunità orientale un dono e una responsabilità del tutto singolari che ricevo dal Signore.

1. È un vero dono per me la possibilità di immergermi nella sorgente perenne di grazia della Divina Liturgia, qui celebrata ininterrottamente secondo la venerabile tradizione bizantina fin dall'anno 1004. Questo lembo orientale è perdurato in tutto il suo fulgore, custodito e impreziosito dall'ininterrotta comunione con il Successore di Pietro, fino ai giorni nostri, nonostante la divisione che nell'anno 1054 hanno conosciuto i cristiani di Oriente e di Occidente.

È un dono di poter abbracciare fraternamente da questa Badia tutti i monaci e le monache orientali del mondo per riconsegnare idealmente a ciascuno la causa dell'unità. Testimoni come siete della Chiesa indivisa, siate profeti e anticipatori della futura unità, secondo il desiderio di Cristo.

A San Nilo e alla preghiera dei monaci affido le amate Chiese Orientali e il servizio che a loro beneficio il Vescovo di Roma ha assegnato alla nostra Congregazione.

Come pure l'invocazione della pace per la Terra Santa, le regioni mediorientali e il mondo.

Cari monaci, in docilità allo Spirito avete scelto la vita monastica, ossia la via del silenzio contemplativo, della lode e del dono totale di voi stessi nel servizio ecclesiale. È questa la forma che ha assunto la vostra esistenza cristiana. Essa vi consente di annunciare al mondo che solo Dio è l'assoluto che cerchiamo. Confermate la vostra obbedienza al Signore e, nel tempo che passa, siate testimoni e profeti dell'Invisibile Eterno Amore.

Vi ringraziamo per quello che siete e vi incoraggiamo alla perseveranza e alla pazienza nel Signore Gesù. Vi chiediamo l'indispensabile sostegno della preghiera e della luminosa testimonianza monastica.

2. La festa di San Nilo ravviva in me la responsabilità di conoscere sempre più profondamente la vostra missione per favorirne il più possibile la realizzazione. Vi assicuro la preghiera, l'apprezzamento e la stima più convinti, mentre imploro con voi il Padrone della Messe perché mandi operai santi e numerosi per la scelta vigna che è la vita monastica. È una intenzione che ci deve tutti accompagnare, specialmente in questa Divina Liturgia. Il Signore tocchi il cuore dei giovani e li chiami alla vita monastica per il bene di tutti noi. Cosa sarebbe Grottaferrata senza la sua Badia Greca? Cosa sarebbero l'Italia e il mondo senza la presenza monastica portatrice dello Spirito di Cristo?

3. La vostra missione è indicata mirabilmente dalla Sacra Scrittura proclamata nella festa odierna. San Nilo ha vissuto in pienezza questa parola e, perciò, la ripropone con forza al cuore di ogni monaco e, attraverso grazie a loro anche a ciascuno di noi. "Essere di Cristo e camminare secondo lo Spirito": ecco la missione! Siate di Cristo, cari monaci, con crescente convinzione e decisione.

Non dimenticate che quanti gli appartengono "hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri" (Gal 5, 22 ss) e, perciò, lottano interiormente per adempiere la legge di Cristo e diventano capaci di "portare i pesi gli uni degli altri" (ibid.). La Parola vi condurrà alla conoscenza del Figlio di Dio. La straordinaria fioritura di spiritualità, arte, cultura e carità nelle più svariate forme che nei secoli la vita monastica ha conosciuto, sgorga dalla prioritaria conoscenza di Cristo.

4. Il monaco, come ciascuno di noi, esperimenta inevitabilmente la fatica e la tentazione. Così il Signore gli concede di non estraniarsi dalle tribolazioni di tanti suoi fratelli deboli, poveri e sofferenti. Egli, infatti, è votato a Dio solo, ma questa esclusiva appartenenza gli dilata il cuore sull'orizzonte dell'universale solidarietà. Sarà ancora la Parola di Dio ad offrirgli la via d'uscita nell'ora della prova: "Venite a me voi tutti che siete affaticati ed oppressi e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo ... imparate da me, che sono mite ed umile di cuore, e troverete ristoro..." (Mt 11, 27ss). C'è un giogo che libera: è il giogo di Cristo! Umanamente sembra una contraddizione. È, invece, il paradosso della vita cristiana e il suo vertice è la Croce e la Pasqua. Vi scorgiamo anche il paradosso della vita monastica: quello di un silenzio contemplativo che genera feconda carità. Ed è proprio questo il "salvifico paradosso", di cui ha fortemente bisogno il mondo d'oggi.

5. La Parola di Dio sia, perciò, la vostra più alta occupazione. La lettera apostolica Orientale Lumen la indica come "il punto di partenza del monaco", poiché da essa "nasce l'obbedienza, cioè l'ascolto che cambia la vita" (10). Il vostro Typikon è opportunamente preceduto dal "Prologo delle Regole diffuse di San Basilio di Cesarea", che è tutto intriso di Scrittura Divina. L'itinerario monastico basiliano è il buon frutto della Parola di Dio; vuole condurvi alla diuturna consuetudine con essa perché siate "cristificati". Diverrete un richiamo per tutti noi; in particolare per la comunità bizantina d'Italia, che nel recente Sinodo intereparchiale si è mostrata tanto sensibile alla Sacra Scrittura. E aiuterete spiritualmente i Vescovi del mondo intero a preparare l'Assemblea Sinodale del prossimo anno, per la quale Papa Benedetto XVI ha scelto il tema: "La Parola di Dio nella vita e nella missione della Chiesa". Chiediamo l'intercessione della Santa Madre di Dio, alla quale è dedicata questa bella Chiesa e la Badia Greca, e di San Nilo, perché a ciascun monaco il Signore conceda di "essere un amministratore irreprensibile della Parola e l'insegnamento sia fruttuoso" (Typikon, Grottaferrata 2001, n. 39). E questo è il dono più grande che noi possiamo avere da loro. Amen.

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