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CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI

INTERVENTO DEL CARD. LEONARDO SANDRI
ALLA PRESENTAZIONE DEL VOLUME
“TERRA SANTA. VIAGGIO DOVE LA FEDE È GIOVANE”

Sala Marconi - Radio Vaticana
Martedì, 28 aprile 2009

 

Cari amici,

sono lieto di aprire questo incontro con un saluto cordiale a tutti i presenti e con l’augurio per il tempo pasquale. I fratelli e le sorelle cristiani d’Oriente dalla notte di Pasqua fino a Pentecoste si salutano con un’acclamazione che costituisce il cuore della nostra fede:

Il Signore è risorto. Veramente è risorto!

1. Il saluto non è mai per loro un insieme di convenevoli. Va piuttosto alla sostanza di quello che crediamo, di ciò che amiamo e speriamo. E’ un esempio buono da imitare. E mi pare questa la preoccupazione del “viaggio dove la fede è giovane”, che il giornalista di Mondo e Missione, Giorgio Bernardelli, ha compiuto e testimoniato nel volume che oggi presentiamo. Sono pagine scritte con la competenza del cronista “attento” e con la passione del discepolo “non distratto”. Vanno al cuore della verità cristiana. Perciò, l’autore riesce ad impensierire prima e via via ad offrire motivi per convincere ad indagare tra le memorie. Sì, ad indagare per scorgere delle tracce che alimentino un desiderio e preparino ad accogliere il dono di quella evidenza di fede che ha mosso i passi dei primi testimoni del Risorto, portandoli fino agli estremi confini della Terra. L’evidenza a cui non hanno più potuto sottrarsi gli apostoli e i discepoli della prima ora, e tanti cercatori di Dio dopo di loro, è questa: il Crocifisso, tornato in vita, si imponeva ai suoi e ad altri viandanti, e talora agli stessi oppositori dichiarati, come la “Via” alla “Vita e alla Verità”. Tale è il caso di Paolo, afferrato da Cristo; l’apostolo che è il grande riferimento per tutta la Chiesa in questo anno giubilare per i duemila anni della sua nascita. Il Crocifisso-Risorto si imponeva come Figlio di Dio, Uomo come noi, Vivente per sempre perché vincitore della morte e del peccato. Ecco la “verità cristiana”, che rende “vero” il saluto che ci scambiamo. “Il Signore è risorto. Veramente è risorto”!

2. Anch’io ho aperto il servizio alle Chiese Orientali Cattoliche affidatomi dal Santo Padre con un pellegrinaggio in Israele, Palestina e Giordania. Mi sono posto sulle memorie apostoliche e sulle tracce del bimillenario cammino storico che le Chiese hanno compiuto. Ho ricevuto immensa consolazione incontrando, soprattutto, “le pietre vive”, ossia i fratelli e le sorelle nella fede. I cattolici latini, guidati dal Patriarca di Gerusalemme, e dagli altri vescovi e sacerdoti, e quelli raccolti attorno alla Custodia Francescana di Terra Santa, e i fedeli delle altre Chiese cattoliche dei diversi riti orientali tutte presenti in quel lembo di Terra Benedetta, come pure i rappresentanti delle Chiese e comunità ecclesiali che non sono in piena comunione con la Chiesa di Roma, e delle altre due Religioni Monoteiste. Non c’è luogo al mondo nel quale i cristiani di ogni confessione e i credenti nel vero Dio, come tanti altri cercatori di Dio provenienti dal mondo intero, possano vantare il privilegio e la fatica di una quotidiana frequentazione.

3. Mi rallegro perché queste “pietre vive” sono le vere protagoniste degli otto giorni di cammino descritti nella pubblicazione. Sono loro a confidarci il segreto della Terra Santa e la sua missione.

La Terra Santa è testimone di un silenzio, che conosce due apici: l’Incarnazione e la Croce, ed è come avvolto dal silenzio del sepolcro vuoto, che si fa certezza in Colui che come Risorto rende “inarrestabili” i testimoni, i quali anche oggi confermano la realtà costante, anch’essa bimillenaria, del martirio cristiano. Anche ai nostri giorni il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani. Il silenzio di Dio si è fatto Parola, insuperabile nell’eloquenza dell’amore misericordioso, e si è compiuta nella Pasqua del Signore. E’ un silenzio, quello di Dio, che non può essere eluso. Interpella ogni uomo e ogni donna. Diremmo che è assordante nella sua verità di amore. Forse per questo la violenza e l’odio, la guerra e la morte hanno sempre tentato di soffocarlo.

La Terra Santa è testimone di una giovinezza perenne offerta alla Chiesa e tramite la Chiesa all’umanità. Le memorie storiche degli inizi del cristianesimo, di cui la Terra Santa è disseminata, rendono più attenta la comunità ecclesiale locale e quanti ad essa si uniscono come pellegrini, alla grazia delle origini cristiane, e alla perenne possibilità di attingere la vita divina contenuta nei misteri di Cristo. Il legame con quelle origini assicura il futuro ecclesiale.

Alla Terra Santa è poi affidata una missione di speranza. E’ la speranza di una celeste Gerusalemme; di una definitiva convocazione dall’Oriente e dall’Occidente di tutti i popoli nella lode del Signore; di una comunione piena con Dio nella Città della Pace illuminata dall’Agnello Glorioso. Per questo la Gerusalemme storica e i cristiani che la abitano fisicamente o col cuore, e soprattutto con la fede (il salmo recita: “tutti là siamo nati”!), devono condividere la missione di unità e di pace, propria della Chiesa, e che trova in questa città una insuperabile icona. E forse per questo la nostra pubblicazione, nell’ottavo giorno, quello del Risorto, conclude l’itinerario, che passa da Nazaret al Tabor, dal lago di Tiberiade alla valle del Giordano, da Gerusalemme a Betlemme, con la tappa a Nevé Shalom, all’oasi della pace.

4. Così posso concludere ringraziando l’autore, l’Azione Cattolica e l’Editrice Ave, e particolarmente gli amici del Forum Internazionale dell’Azione Cattolica. Una rappresentanza di giovani aderenti al Forum provenienti da diverse nazioni del mondo mi ha fatto visita, in tempo di quaresima, nella sede della Congregazione per le Chiese Orientali: li ho potuti conoscere ed incoraggiare a sostenere la Terra Santa anche tramite la tradizionale Colletta del Venerdì Santo. Un giorno, così unico, è stato scelto per ricordare i cristiani di quella Terra e sensibilizzare tutta la Chiesa ad essere loro vicina spiritualmente e materialmente. Ringrazio di nuovo i fratelli e le sorelle di Israele, Palestina e Giordania per la loro testimonianza in attesa dell’imminente incontro che potremo condividere col Santo Padre Benedetto XVI. Il Pellegrino di Cristo, Suo Vicario in Terra come Successore dell’apostolo Pietro, si farà pellegrino della pace che solo Dio può dare ai figli sempre e comunque amati. La visita papale sia un monito a tutti i responsabili ad ogni livello perché non si attardino a liberare definitivamente la pace, come la colomba di Noè. Sia per tutti la pace, donata al mondo da Cristo Risorto, Principe della Pace.

Auguro buon pellegrinaggio al Papa insieme con voi e assicuriamo in dono la nostra vigilante preghiera. Grazie.

 

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