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CONGREGAZIONE PER LE CHIESE ORIENTALI

Omelia del Card. Leonardo Sandri al Santuario di San Pio da Pietrelcina

San Giovanni Rotondo, 20 settembre 2009


Cari confratelli Vescovi,
fratelli e sorelle,

Ho accolto con gioia l’invito a celebrare la Santa Eucaristia nel ricordo di San Pio da Pietrelcina, mentre si avvicina il 23 settembre, sua festa liturgica, nell’anniversario della “nascita al cielo”.

Rivolgo il mio fraterno saluto al nuovo Arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo, S.E. Mons. Michele Castoro, nei giorni del suo solenne ingresso: con voi prego per il suo servizio episcopale. Estendo il mio ricordo molto riconoscente ai Frati Cappuccini e confermo tutta la mia amicizia al loro confratello, S.E. Mons. Ioannis Spiteris, Arcivescovo di Corfù. Cordialmente saluto gli altri Presuli e particolarmente l’Arcivescovo di Fortaleza con alcuni Vescovi Brasiliani, venuti a Roma per la visita ad limina Apostolorum: auspico un proficuo svolgimento dei previsti incontri col Papa e con la Curia Romana per il bene della Chiesa nel vostro amato Paese.

Saluto voi che partecipate con fede alla S. Messa, memoria della Pasqua del Signore. Per intercessione di San Pio presentiamo a Cristo le intenzioni più care e le più segrete: ricordiamo i parenti vivi e defunti, i sofferenti nel corpo e nello spirito, i lontani e i bisognosi. Ricordiamo i bambini citati nel vangelo odierno e preghiamo per le famiglie perché li accolgano per ricevere Cristo stesso e Colui che lo ha mandato, il Padre. Se Cristo e il Padre vengono a noi, ci raggiunge lo Spirito Santo col dono della pace. Padre Pio sussurra al nostro spirito le parole che Gesù disse agli apostoli la sera di Pasqua: “Pace a voi”! Sì, pace e bene, a ciascuno di voi: è il Signore la nostra pace; è Lui il nostro bene vero ed eterno. Potremo mancare alla Messa domenicale che è sorgente di questi beni nello Spirito Santo? Certamente no!

Così la pace e il bene si diffonderanno nelle nostre case e comunità, nella Chiesa e nel mondo. In Oriente e in Occidente. E poiché Papa Benedetto XVI mi ha affidato il servizio alle Chiese Orientali Cattoliche, chiedo preghiere per la pace in Terra Santa, in Libano, in Iraq, in altri Paesi dell’Asia, quali il Pakistan e l’Afganistan, dove sono periti in questi giorni, come servitori della pace, alcuni cari giovani italiani. Sia il Signore ad accoglierli nell’eterna pace e a confortare i loro cari, i quali stanno esperimentando il grido che Gesù sulla croce ha rivolto al Padre: “perché mi hai abbandonato?”. Il Crocifisso non era vincente agli occhi del mondo, ma solo da Lui viene la speranza che scioglie ogni nostra angoscia.

In questo stesso luogo il 21 giugno scorso Sua Santità ha celebrato la Santa Eucaristia. Ancora vivete nella gratitudine per quella memorabile visita. Ieri Egli ha incontrato a Castel Gandolfo i Patriarchi e gli Arcivescovi Maggiori Cattolici ed ha annunciato un Sinodo per il vicino Oriente come iniziativa di pace in nome di Cristo. Ho avuto la grazia di essere presente e ho chiesto per voi la benedizione apostolica: ricambiamo, perciò, la sua benevolenza, pregando perché il Signore lo custodisca e lo benedica, e lo sostenga come pellegrino della pace evangelica tra le Chiese e la Nazioni della terra.

Cari fratelli e sorelle,
mi sono inginocchiato con commozione a venerare le spoglie mortali di San Pio. Egli ci conduce per mano alla Santa Madre Addolorata. Con Lei e con i Santi ci avviciniamo al Signore, il Crocifisso che è Risorto per santificare il nostro vivere e il nostro morire. La vita povera, casta e obbediente di Padre Pio, e le sue opere per dare sollievo alla sofferenza del corpo e dello spirito, tutto scaturiva dall’esercizio eroico della fede, della speranza e della carità. La Chiesa per questo lo ha riconosciuto santo: i prodigi visibili attribuiti alla sua intercessione non sono paragonabili alle grazie spirituali che egli ha ricevuto da Cristo e che ha elargito in abbondanza, attraverso il sacramento della confessione, e in quelle Messe che lo trasformavano completamente. L’assimilazione a Cristo fu tale che Padre Pio ebbe in dono le stigmate, ossia i segni della passione di Cristo nel suo stesso corpo. Ciò è possibile quando lo spirito è tutto consegnato a Dio! Effettivamente, come religioso e sacerdote Padre Pio fu “alter Christus” (un altro Cristo). I Francescani hanno ricordato in questi giorni il dono delle stigmate concesse al loro padre San Francesco. E oggi, 20 settembre, i Cappuccini rendono grazie a Dio perché anche Padre Pio fu reso partecipe in modo tanto misterioso, con le stesse stigmate, alla passione del Signore Gesù. Così esprimo gli auspici di buoni frutti, soprattutto spirituali, a quanti concludono con noi il convegno dedicato a questo tema.

Cari amici,
il mondo corre dietro a Padre Pio, come avveniva per San Francesco. Le folle seguivano, del resto, Gesù per i segni che compiva. Come ai tempi di Gesù e di San Francesco, è chiesto a quanti guardano con ammirazione a Padre Pio di andare alla sostanza delle cose.

La sostanza sta nella fede, nella speranza e nella carità, che sono lievito di santità per la Chiesa e per il mondo. La sostanza è tornare a Dio con sincero dolore e amore, ricevendo il sacramento del perdono. La sostanza è vivere sempre più in profondità la Santa Eucaristia, donando noi stessi, in fedeltà perenne alla nostra vocazione, servendo i fratelli nella carità: “il primo sia l’ultimo e il servo di tutti” (Vangelo odierno). Andando a questa sostanza tutta spirituale, saremo consolati e avremo speranza sempre. Saremo forti. Anzi “la gioia del Signore sarà la nostra forza”.

Certamente, sulla via della coerenza cristiana conosceremo il combattimento spirituale. Un combattimento interno, che è da condurre nella coscienza, vincendo con la grazia di Dio e il sacrificio personale le passioni, le debolezze e i peccati. Ma poi c’è il combattimento esterno. “Tendiamo insidie al giusto…ci è di imbarazzo…vediamo se le sue parole sono vere…mettiamolo alla prova…condanniamolo perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà” (cf I Lettura): le espressioni del profeta hanno trovato compimento nel Cristo Servo Sofferente, in Padre Pio e in tanti cristiani. In certa misura toccano ciascuno di noi, chiamati come siamo a portare quotidianamente la croce nella famiglia, nel lavoro, nell’educazione, nel mondo sociale e politico. La croce della sofferenza con i malati e gli anziani. La croce feconda della difesa della vita dal primo istante all’ultimo respiro, quando in nome di una libertà a senso unico vengono negati i diritti di chi non ha volto e di chi non ha voce. Quando, cioè, avvertiamo che non è facile essere e dirsi cristiani.
Con il loro esempio e la loro intercessione, i Santi ci aiutano a credere e a professare le parole del salmo responsoriale: “Sei tu, Signore, il mio sostegno”. Con le labbra, ma ancor più con la perseveranza. Il Signore, infatti, accorda ai suoi fedeli la sapienza che viene dall’alto; dall’alto della croce. Questa sapienza è pura, pacifica, mite, arrendevole, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia (cf I Lettura). Ci libera da ogni bramosia. Ci fa pregare secondo la volontà di Dio per “chiedere bene e perciò ottenere” (cf II Lettura). “Il Figlio dell’uomo sarà consegnato dovrà patire e morire e dopo tre giorni risuscitare”: questo vangelo ci conforterà e ci renderà incrollabili nelle tempeste e nelle contrarietà. Comprenderemo che la vita si rigenera nel sacrificio condiviso con Cristo. “No, non temete; voi camminate sul mare tra i venti e le onde, ma siete con Gesù. Se il timore vi sorprende, gridate fortemente: Signore, salvami. Egli vi stenderà la mano. Stringetela forte, e camminate, allegramente” (cf Libretto per la Canonizzazione di padre Pio, 16 giugno 2002, Ufficio Celebrazioni Liturgiche Pontificie p. 57). Sono parole di San Pio. Scendano come balsamo sulle nostre croci. Alimentino la fiducia. Ispirino la preghiera. E il ricordo a Dio per i suoi ministri, perché nell’anno sacerdotale rinnovino se stessi, siano santi e suscitatori di vocazioni autentiche. Come Padre Pio e il Curato d’Ars siano modelli luminosi per i fedeli, spendendosi senza misura per la gloria di Dio e la vita del mondo. Amen.

 

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