The Holy See
back up
Search
riga

PONTIFICIA COMMISSIONE PER I BENI CULTURALI DELLA CHIESA

RELAZIONE DI S.E. MONS. MAURO PIACENZA

Giornata di studio sul tema
"Ri-Progettare per tutti
un patrimonio architettonico
proiettato nel futuro"

Camera dei Deputati, Roma
   22 marzo 2004

 

Ritengo quanto mai importante nel nostro tempo interrogarsi sulla progettazione architettonica e soffermarsi su quanto si sta facendo per permettere a tutti, ed in particolare ai portatori di handicap, di poter vivere in ambienti accoglienti e confortevoli.

Ringrazio, pertanto i promotori dell'odierna Giornata di studio, che credo consentirà a tutti i partecipanti di conoscere meglio la realtà italiana, quanto nel nostro magnifico Paese si sta facendo per ri-progettare le città al fine di farle ri-abitare con beneficio materiale e spirituale di tutti.

L'architettura rappresenta l'intervento dell'uomo sull'ambiente, ha una connotazione intrinsecamente antropologica e un effetto urbanizzante. In essa si registra l'evoluzione delle abilità e dei bisogni della comunità umana, tanto sul piano materiale, quanto su quello spirituale. Nelle formulazioni spaziali "l'homo faber" trascende se stesso, astrae la propria immagine, esterna l'immaginario, estetizza i bisogni, esprime i significati ultimi, dà corpo agli archetipi ideali, indica le attese soprannaturali, disegna le aree sacrali.

Valore simbolico degli elementi architettonici

Con il circoscriversi dello spazio naturale, gli elementi architettonici si corredano di valore simbolico, poiché alla funzione materiale si connette quella spirituale, avviando un regime di relazioni interpersonali che trovano riscontro nei volumi composti a misura d'uomo.

La comune radice sanscrita dei termini cultura e culto testimonia l'indomita volontà dell'uomo di modellare lo spazio onde conformarlo ai bisogni del corpo e dello spirito. Ne deriva la polis che è icona antropologica che rivela la capacità politica, sociale e religiosa dell'uomo.

Già Demostene sentenziava: "Guai a quella città che non trova posto per il tempio". Riprogettare la città dell'uomo significa allora corrispondere ai bisogni materiali e spirituali degli abitanti, con particolare attenzione dei più deboli e particolare impegno per simboleggiare l'insopprimibile dimensione spirituale.

L'architettura urbana si pone in tal senso come esternazione antropologica che codifica la progressiva presa di possesso dell'ambiente da parte della comunità umana. Essa partecipa della cultura come insigne e, abitualmente, duratura manifestazione.

Non è estranea dal riportare in filigrana la visione del mondo sottesa a produttori e committenze; è un'affascinante narrazione di pietra dove diventa evidente l'impostazione filosofica di una cultura; è il "termine" che permette di risalire alle abilità tecniche e al tessuto ideologico di una civiltà.

Nelle sue molteplici tipologie l'architettura presenta il rapporto tra uomo e ambiente, descrive società e cultura, distingue funzioni e bisogni, specifica ruoli e classi, indica religioni e spiritualità. Il palinsesto architettonico di una civiltà rappresenta il più consistente deposito della memoria dove ogni generazione firma il proprio passaggio stabilendo con il passato un rapporto di sviluppo, di conservazione, di sacralizzazione, di damnatio memoriae; nel contempo, configura il tentativo titanico o nichilista di trasmissione delle proprie imprese ai posteri.

Tutte le civiltà si specificano e si esemplarizzano nell'architettura e nell'arte, che diventano segno sensibile del genius loci e dello ius loci. Nelle costruzioni civili e religiose la capacità socio-politica, tanto delle classi dirigenti quanto dell'intera collettività, è coniugata al genio compositivo, tanto di artisti quanto di architetti. Non per nulla fortunate circostanze storiche hanno permesso in ogni parte del mondo impianti urbani di straordinario valore artistico e di forte connotazione spirituale.

In particolare, il cristianesimo ha attivato nei confronti dei popoli evangelizzati importanti processi di inculturazione ed acculturazione. Questi hanno cagionato il consistente sviluppo dell'architettura, intendendola come paradigma artistico e sacrale capace di modellare la città in misura di un umanesimo integrale. La città diventa in tal senso, non solo luogo funzionale, ma agenzia formativa.

L'architettura riveste una notevole influenza sociale, poiché configura il "limite" dell'immaginario e delle costumanze elaborate da una collettività. Entro tale limite gli abitanti di un luogo possono - in misura maggiore o minore - socializzare tra loro, oltre che identificarsi nei confronti degli estranei. Portici, piazze, strade, "corsi", quartieri, mercati, stadi, pubblici edifici, spazi religiosi, ecc. sono luoghi di incontro che modellano gli usi e i costumi collettivi. Si genera pertanto un regime circolare tra sistema architettonico e ideologia sociale, per cui l'impostazione di una società si esplicita in un determinato ordinamento dell'architettura. Questo incide sulle abitudini dei singoli e, nel contempo, muta con il diversificarsi delle intenzioni sociali e dei bisogni individuali.

Nella mens cristiana l'architettura assume perciò valenza antropologica sotto molteplici aspetti. Anzitutto la città deve essere a misura d'uomo, così da riconoscere la dignità delle persone, di tutte le persone, sia nell'offrire dimore idonee al vissuto domestico, sia nel configurare servizi di pubblica utilità.

Aree di particolare rispetto e dignità devono poi essere quelle dedicate al culto divino. La chiesa edificio detiene un'intrinseca connotazione antropologica in quanto diventa, sia immagine del corpo mistico di Cristo, in cui Cristo è il capo e i fedeli sono le membra, sia la casa del "popolo di Dio", dove la comunità cristiana è convocata in santa assemblea e celebra l'incontro con il Signore.

La storia dell'architettura cristiana insegna che anche scuole, ospedali, ricoveri, orfanotrofi e, perfino, carceri devono esprimere le opere di misericordia attraverso cui annunciare il vangelo. Le stesse pietre e gli spazi in tale caso operano umanesimo, contribuiscono a determinare un umanesimo integrale che promuove l'uomo.

L'armonia architettonica, la bellezza artistica espandono l'uomo al di là dei suoi limiti (anche dell'handicap) ed educano l'uomo alla gratuità e gli permettono di superare visioni anguste ed egoistiche. La bellezza è cifra del mistero e richiamo al trascendente. È invito a gustare la vita e a sognare il futuro. Il bello, essendo "universale", fra l'altro getta ponti, è fattore di pacificazione.

La testimonianza di socialità, di artisticità e di spiritualità offerta dall'architettura, per quanto riguarda il tema dell'odierna giornata, dice anche apertura tra i popoli del mondo e diventa messaggio di liberazione per tutti gli uomini di buona volontà. Progettando bene, a misura d'uomo, si può veramente contribuire a quel vero umanesimo che sta alla base del progresso autentico.

In contesto cristiano l'architettura cultuale ha assunto abitualmente grande rilevanza sociale disegnando una particolare visione urbana e rurale. L'urbanizzazione ha trovato fulcro nei poli religiosi che hanno così identificato città, rioni, quartieri.

Nella città del futuro va pertanto evidenziata la felice congiunzione tra le case del vissuto domestico, gli edifici dell'impegno solidale e le case della preghiera, così da creare un'architettura differenziata e coinvolgente. Per i cattolici le case del culto diventano, in forza della fede eucaristica, le tende nelle quali si accampa il Dio-con-noi. Solo comprendendo questo si può capire la rilevanza e le caratteristiche dell'edificio chiesa in mezzo a tutti gli altri edifici.

Il rispetto della memoria storico-artistica

Ri-progettare per tutti significa allora rispettare la memoria storico-artistica italiana per continuare a far scuola di umanità attraverso le architetture del passato; significa ridare abitabilità agli spazi esterni e pubblici per non costringere nel privato; significa abbattere le barriere architettoniche, per un fatto di giustizia, di cultura e di civiltà, per estendere l'abitabilità; significa meglio armonizzarsi con l'ambiente naturale, significa altresì ridare ai poli cultuali l'effervescenza di catalizzatori sociali.

Del resto, l'architettura di ispirazione cristiana ha sempre giovato all'"economia" civile, ovvero alla retta amministrazione della casa dell'uomo.

La Bibbia considera con preoccupazione la città, poiché in essa l'uomo rischia di alienarsi con sicurezze illusorie. Ri-progettare la città significa allora offrire a tutti la sicurezza di essere accolti e accettati, nella tolleranza e nella pace.

Mauro Piacenza
Presidente della Pontificia Commissione per i Beni Culturali della Chiesa

 

top