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La Curia Romana  
 

 

 
 
 

Commento di Sua Eccellenza Mons. Paul Josef Cordes

dopo la sua visita nel Darfur (SuDAN) 

(22-26 luglio 2004)

 

Il Santo Padre ha inviato Sua Eccellenza Mons. Paul Josef Cordes, Presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum", in Sudan, al fine di esprimere la sua vicinanza di padre alla Chiesa in Sudan, specialmente agli sfollati e rifugiati della regione del Darfur. Il Presidente di "Cor Unum" nel corso della sua visita ha incontrato il Cardinale Arcivescovo di Khartoum, Gabriel Zubeir Wako, il Vice-Presidente della Repubblica, prof. Moses Machar, e il Vice-Governatore del Darfour Meridionale. Di fronte alle due Autorità politiche ha potuto ogni volta intervenire a favore delle agenzie cattoliche di aiuto per ottenere libero accesso, non sempre possibile, ai campi di rifugiati.

 Oltre alle baraccopoli nei dintorni di Khartoum, dove si trovano da più di dieci anni gli sfollati dal Sud a motivo della guerra, ha svolto una visita al campo di Kalma, nei pressi della città di Nyala, regione del Darfur. Qui ha potuto anche incontrare alcuni rappresentanti di agenzie cattoliche di assistenza, che stanno preparando - insieme con altre agenzie cristiane  un programma di aiuto per 17 milioni di dollari. Indescrivibili sono le condizioni di migliaia e migliaia di persone  - solo a Kalma si trovano intorno ai 10.000 sfollati - accampate nel deserto sotto tende di paglia e di teloni di plastica.

 Il viaggio ha trovato larga copertura e attenzione nei mass-media arabi locali. La Chiesa in Sudan e i Rappresentanti del Governo hanno espresso ripetutamente la loro sincera  gratitudine al Santo Padre per la Sua preoccupazione per il Paese africano e per tutti i sofferenti.

 Insieme al Cardinale Arcivescovo di Khartoum e al Nunzio Apostolico in Sudan, nella mattinata di domenica, 25 luglio, Mons. Cordes ha concelebrato una liturgia eucaristica nella Cattedrale di Khartoum. Ha manifestato la speciale sollecitudine del Santo Padre per la Chiesa in Sudan e per tutto il popolo sudanese, affinché si trovi presto una soluzione al grave problema umanitario che affligge il Paese e la Comunità cattolica possa dare il suo contributo alla pace e alla libertà nel Paese.

 Al termine della sua visita, l'Inviato del Santo Padre vuole riaffermare, sulla linea di quanto già indicato dalla Santa Sede, che è necessario che le Autorità Sudanesi, in collaborazione con la Comunità internazionale, garantiscano l'assistenza e il ritorno in sicurezza ai loro villaggi a quanti sono stati privati di tutto; essi sono stati costretti a fuggire e vivono in condizioni indegne dell'uomo. La Chiesa cattolica, attraverso la Conferenza Episcopale locale, la rete Caritas e altre agenzie cristiane, dà il suo specifico ed ampio contributo per sostenere tutti coloro che in più di vent'anni di conflitto hanno abbandonato le proprie case. Si esprime altresì la certezza che, con l'apporto di tutte le popolazioni del Paese, si potrà costruire un futuro migliore per il Sudan. 

 Purtroppo la guerra nel Sudan è stata trascurata ed ignorata dall'opinione pubblica per troppo tempo. Finalmente il mondo segue oggi questo Paese con attenzione; i responsabili che ispirano la politica internazionale hanno scoperto il proprio dovere di guardare al di là dei propri interessi. Ma un futuro degno dell'uomo si realizzerà nel Sudan, non da ultimo, nell'obbedienza a quanto ha chiesto nell'Angelus del 25 luglio 2004 il Santo Padre:  "Pregate per i nostri fratelli e sorelle dell'Africa, sulla quale invoco la materna protezione di Maria".

 

Luglio 2004

  

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