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PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

GIORNATE DELLA FAMIGLIA PROMOSSE
DALL’ARCIDIOCESI DI BARCELLONA

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La famiglia e la sua missione educativa

Relazione
di S.Em. Ennio Card. Antonelli
Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia

Barcellona – 7 maggio 2009

 

Relativismo etico, soggettivismo libertario, egocentrismo e narcisismo, utilitarismo, consumismo, individualismo, scientismo: queste sono le tendenze culturali sfavorevoli alla famiglia e alla dignità della persona umana che si diffondono sempre più oggi nel mondo. E’ quanto ha rilevato il cardinale Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia intervenendo nei giorni scorsi alle Giornate della Famiglia promosse dalla dall’arcidiocesi di Barcellona, con una relazione dal significativo titolo: «La famiglia e la sua missione educativa».

Dopo aver ricordato “lo splendido tempio della «Sagrada Famiglia» progettato e realizzato dal noto architetto servo di Dio Antoni Gaudí”, il cardinale ha sottolineato che oggi “la famiglia non è percepita come una specifica comunità di persone, unite da legami profondi, e come importante soggetto sociale con diritti e doveri”. Viene ridotta – ha spiegato - ad una somma di individui che abitano la stessa casa per un certo tempo”. Tra i fattori che destabilizzano a livello globale la famiglia, il cardinale presidente del PCF ha ricordato “l’oscuramento della dignità e sacralità della persona umana” e il “preoccupante calo demografico in varie aree geografiche”. “Alla crisi demografica – ha continuato - si aggiunge la crisi della missione educativa della famiglia. Altri elementi sono la priorità data al lavoro rispetto alla cura dei figli e l’atteggiamento permissivo dovuto anche al relativismo etico e religioso. “Alcuni giovani e ragazzi – ha osservato ancora - appaiono spiritualmente vuoti ed esistenzialmente poveri, anche se spesso appartengono a famiglie economicamente benestanti. Si sono incamminati sulla via della trasgressione e del delitto per tentare di uscire dalla noia, dalla solitudine, dall’insicurezza. Di solito si sono messi in un gruppo, raccolti in «branco» per sentirsi forti. Per loro il gruppo conta assai più della famiglia”. Una sana e amorevole vita familiare è invece in grado di alimentare “in tutti i suoi membri le virtù personali e sociali: fiducia negli altri, giustizia, servizio, laboriosità, cura dei più deboli, gratuità, perdono, reciprocità, dialogo, sincerità, fedeltà, esercizio dell’autorità come servizio, generosa obbedienza, cooperazione, solidarietà, rispetto della natura”. “Le ricerche sociologiche – ha concluso il cardinale presidente - mostrano, in base a vari indicatori, che le famiglie sane contribuiscono fortemente a creare beni relazionali e benessere economico, a promuovere la coesione e lo sviluppo della loro nazione; le famiglie disgregate provocano degrado etico e disgregazione sociale”. Le famiglie unite e stabili, fondate sul matrimonio di un uomo e di una donna, capaci di compiere la loro missione procreativa ed educativa corrispondono non solo all’interesse, ma al bene di tutta la società civile.

  

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