The Holy See
back up
Search
riga

PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

V CONGRESSO MONDIALE PER LA VITA
Human Life International 

______________________________________________

OMELIA DI S.Em. ENNIO CARD. ANTONELLI
PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

Fraterna Domus - Sacrofano
5 ottobre 2010

 

1.

Sono lieto di celebrare questa Messa con voi e per voi. Human Life International è il maggiore movimento pro-life, diffuso nei cinque continenti e in ben 87 Paesi. Inoltre svolge molteplici e preziosissime attività, come la formazione di leaders per i gruppi pro-Vita, la diffusione dei metodi naturali di regolazione delle nascite in vista di una procreazione generosa e responsabile, la realizzazione di consultori per famiglie in difficoltà, l’offerta di sostegno alle donne a rischio di aborto, la sensibilizzazione dell’opinione pubblica attraverso radio e televisione. Voi vi presentate come “missionari cattolici per la vita”, perché volete essere fedeli alla dottrina della Chiesa e coerenti con il magistero del Papa. Tuttavia cercate la collaborazione con persone di altre confessioni cristiane, di altre religioni e degli stessi non credenti di buona volontà, perché la vita è un valore non specificamente cristiano, ma semplicemente umano. Vi dà coraggio la persuasione che Cristo Salvatore ama e valorizza tutto ciò che è autenticamente umano, a cominciare dalla vita che è supporto per tutti gli altri beni. E’ Dio che ha suscitato e sostiene il vostro impegno. Stasera vogliamo ringraziarlo insieme perché vi ha scelto come suoi amici e collaboratori, perché vi dà forza, intelligenza e perseveranza per andare controcorrente rispetto alla cultura dominante, al potere politico, alla corruzione dilagante.

Stasera, mediante le letture bibliche che sono state proclamate, la parola del Signore vi assicura ancora una volta che Dio è amante della vita ed è vicino a coloro che promuovono la vita, perché la causa dell’uomo è anche la causa del regno di Dio.

 

2.

Abbiamo ascoltato come prima lettura il testo della Genesi che si riferisce alla creazione dell’uomo. “Dio disse: facciamo l’uomo a nostra immagine (…) domini su tutti gli animali”. Siamo immagine di Dio innanzitutto come persone, cioè come soggetti capaci di intendere e di volere, autocoscienti e liberi, aperti all’infinito e capaci di entrare in relazione e in dialogo con Dio, destinati a diventare suoi figli e a vivere insieme con lui. Perciò apparteniamo solo a Dio; abbiamo diritto ad essere rispettati, a non essere ridotti a puro strumento a vantaggio di altri e dei loro interessi. Secondo il disegno di Dio creatore, l’uomo può dominare, sottomettere, possedere e usare gli animali; ma egli stesso non deve mai essere trattato come un oggetto da possedere e manipolare a piacimento. Sebbene sia lecito e anche necessario cercare negli altri il proprio utile, sarebbe cieco egoismo e grave disordine morale ridurre a questo il rapporto con loro. Gli altri sono un bene in se stessi e io devo cercare il loro bene con la stessa serietà con cui cerco il mio; devo farmi carico, secondo le mie possibilità, della loro crescita umana, anche se mi costa sacrificio. Solo l’amore è all’altezza della loro dignità di persone “immagine di Dio”.

A immagine di Dio lo creò: maschio e femmina li creò”. L’essere umano è immagine di Dio anche come coppia, come unità di due persone di sesso diverso basata sull’amore reciproco. L’amore coniugale, nella misura in cui è autentico, è un riflesso della comunione trinitaria tra le persone divine e costituisce “il sacramento primordiale della creazione” (Giovanni Paolo II) che Gesù nel Nuovo Testamento, con una speciale comunicazione dello Spirito Santo, ha elevato a sacramento della nuova alleanza, cioè del suo amore sponsale per la Chiesa.

Siate fecondi e moltiplicatevi”. Nel suo progetto creativo Dio ha voluto un’unità duale tra l’uomo e la donna. Li ha creati due perché diventino uno nell’amore a somiglianza delle tre persone divine che sono un solo Dio. L’uomo e la donna sono diversi fisicamente e spiritualmente in vista del dono reciproco, dell’interazione, della crescita e felicità propria di ognuno. Sono chiamati a diventare una sola carne (quasi un solo essere umano) nella vita comune, nel rapporto sessuale, nei figli che derivano da ambedue. Il rapporto sessuale tra i coniugi è l’espressione corporea propria ed esclusiva del dono reciproco totale. Tale gesto ha due significati inscindibili, unitivo e procreativo. Mentre si donano l’uno all’altro, i coniugi si aprono a una eventuale terza persona. Il figlio che nascerà da loro sarà il loro essere “una sola carne”, la loro unità in senso pieno e permanente, frutto del loro amore.

Oggi molti (non solo coppie, ma anche singles e omosessuali) rivendicano il diritto ad avere un figlio attraverso la fecondazione artificiale e non esitano a fare ricorso a forme vergognose di commercio. Ma non esiste alcun diritto al figlio, perché una persona non può essere prodotta, acquistata e posseduta come un oggetto per la propria gratificazione. Esiste invece il diritto del figlio ad essere generato mediante un atto di amore oggettivamente espresso nel rapporto coniugale, così come esiste anche il suo diritto ad essere educato da un padre e da una madre che si amano tra loro e insieme si prendono cura di lui. Solo l’amore è all’altezza della dignità della persona nel suo sbocciare e nel suo svilupparsi.

 

3.

Come salmo responsoriale abbiamo ascoltato lo stupendo Salmo 139. “Signore, tu mi scruti e mi conosci, tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo, intendi da lontano i miei pensieri, osservi il mio cammino e il mio riposo, ti sono note tutte le mie vie. La mia parola non è ancora sulla lingua ed ecco, Signore, già la conosci tutta. Alle spalle e di fronte mi circondi e poni su di me la tua mano”. Questa è una contemplazione poetica della trascendenza e della vicinanza di Dio: Dio, come dice S. Agostino, è “altissimo e vicinissimo, remotissimo e presentissimo” (Conf. 6, 3, 4). La creazione non è il gesto compiuto da lui in un tempo remoto, ma il dono di ogni istante: “In lui viviamo, ci muoviamo ed esistiamo” (At 17, 28). La sua onnipresenza creatrice accompagna e abbraccia la nostra vita dal principio alla fine; contiene in sé tutto l’universo, che dipende da lui per iniziare, per continuare ad esistere e per evolversi verso nuove forme di vita.

Particolarmente necessario è il concorso creatore di Dio per dare inizio a una nuova persona umana. Non basta la causalità biologica dei genitori a far sorgere un soggetto spirituale e corporeo nello stesso tempo; occorre il concorso dell’amore creatore di Dio. La preghiera di lode e di ringraziamento nel Salmo 139 prosegue in questi termini: “Sei tu che hai formato i miei reni e mi hai tessuto nel grembo di mia madre. Io ti rendo grazie: hai fatto di me una meraviglia stupenda; meravigliose sono le tue opere, le riconosce pienamente l’anima mia. Non ti erano nascoste le mie ossa quando venivo formato nel segreto, ricamato nelle profondità della terra. Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi; erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati quando ancora non ne esisteva uno”.

Ogni uomo che viene al mondo sboccia nel grembo materno come un prodigio, “una meraviglia stupenda”, un soggetto singolarissimo, irrepetibile e insostituibile, capolavoro e vertice di tutte le realtà terrene. A ogni vita umana che germoglia bisogna guardare con stupore, rispetto e venerazione, come a qualcosa di sacro. Per questo il Concilio Vaticano II ha dichiarato: “La vita, una volta concepita, deve essere protetta con la massima cura; l’aborto e l’infanticidio sono delitti abominevoli” (GS 51).

Purtroppo oggi si cerca di anestetizzare le coscienze con varie giustificazioni pretestuose, senza serio fondamento scientifico e filosofico. Riguardo allo sviluppo dell’embrione, la scienza mette in risalto l’autonomia, il coordinamento dei processi, la continuità e la crescente complessità. Come non si può ridurre una casa a un cumulo di mattoni, così non si può ridurre l’embrione a un cumulo di materiale biologico. Si tratta di una unità dinamica e meravigliosamente ordinata, un nuovo essere vivo, un nuovo individuo della specie umana. E non c’è alcuna ragione per non considerarlo persona fin dal concepimento. Almeno il principio di precauzione dovrebbe impedire l’aborto e la manipolazione (cfr Giovanni Paolo II, Ev V 30).

 

4.

Abbiamo infine ascoltato un breve testo del Vangelo di Marco. Prima di guarire “un uomo che aveva una mano paralizzata”, Gesù interroga severamente i farisei: “E’ lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?” Egli considera la vita umana più importante del Sabato: “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato” (Mc 2, 27). Anzi la considera più importante di tutto il mondo: “Quale vantaggio avrà un uomo se guadagnerà il mondo intero, ma perderà la propria vita?” (Mt 16, 26). Gesù è un ebreo devoto e osservante, ma se si tratta di fare il bene, non esita a trasgredire il sabato e altre leggi di Israele. Egli vuole che la persona umana sia considerata “centro e vertice” di tutte le istituzioni e di tutte le attività terrene (cfr Vaticano II GS 25). Coerentemente la Chiesa riconosce il valore della scienza e della tecnologia in ambito biologico, ma chiede che il progresso sia posto a servizio della vita e del suo sviluppo, non contro di essa. A questo criterio fondamentale si ispira ad esempio l’Istruzione della Congregazione per la Dottrina della Fede pubblicata nel 2008, Dignitas Personae. A questo criterio corrisponde la valutazione positiva del recente successo ottenuto dallo scienziato giapponese Yamanaka con la riprogrammazione genetica delle cellule adulte, che riacquistano potenzialità analoghe a quelle delle cellule embrionali e per di più sono senza pericolo di rigetto e risultano preziose sia per studiare la genesi delle malattie che per curarle (Premio Balzan conferito allo scienziato il 07.09.2010)[1].

Torniamo ora al testo del Vangelo, al contrasto drammatico tra Gesù e i farisei: “Guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: tendi la mano! Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire”. Scontro drammatico tra la volontà di vita e la volontà di morte.

Nel nostro tempo lo scontro si ripete tra la cultura della vita e la cultura della morte. Oggi la durezza di cuore, che rattrista il Signore e la Chiesa, ha una larga diffusione in tutto il mondo: l’aborto e l’eutanasia diventano scelte socialmente rispettabili e addirittura vengono riconosciuti come diritti dell’uomo; l’embrione umano viene considerato materiale di sperimentazione; dilaga la strage di vite umane innocenti (40 milioni di aborti ogni anno nel mondo, pari alle vittime della seconda guerra mondiale). E’ necessaria un’azione preventiva, di carattere caritativo, culturale e politico, per la prevenzione dell’aborto, in modo da dare alle donne tentate di abortire un adeguato sostegno, psicologico, etico, religioso ed economico, che favorisca la scelta di non abortire. Occorre, specialmente nei paesi ricchi, sensibilizzare l’opinione pubblica e le coppie di sposi per una procreazione generosa e responsabile. Nell’Unione Europea due terzi delle famiglie sono senza figli. Si va incontro all’invecchiamento della popolazione e poi alla rapida diminuzione (E’ stato calcolato che secondo il trend attuale gli italiani nel 2090 a stento arriveranno a dieci milioni). E’ facile intuire gravissimi problemi, come calo delle forze produttive, aumento delle spese per le pensioni, la sanità e l’assistenza, ingente immigrazione senza integrazione.

Gesù nella sinagoga ordinò all’uomo paralizzato di tendere la mano. “Egli la tese e la sua mano fu guarita”. I miracoli di Gesù sono opere di amore misericordioso più ancora che di potenza. A chi insinuava che facesse prodigi con il potere di Satana, Gesù rispondeva che egli dava la vita e faceva il bene a tutti e quindi operava in virtù dello Spirito di Dio. L’impressione che il suo ministero suscitava era quella di una potenza divina, benevola, liberatrice, dispensatrice di vita “Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui” (Atti 10, 38).

Gesù introduce nella storia il regno di Dio, regno di amore e di vita. Oggi chiama noi ad essere suoi discepoli, amici, fratelli e collaboratori, per la gloria di Dio e la salvezza degli uomini, perché “la gloria di Dio è l’uomo vivente” (S. Ireneo, Contro le eresie, 4, 20, 7).



[1] Si tratta di un riconoscimento internazionale molto importante per un ricercatore che guardando un embrione umano attraverso l’obiettivo di un microscopio, lo trovò solo poco diverso da sua figlia: “c’era solo una piccola differenza”, ricordò Yamanaka in una lunga intervista al New York Times. Ci doveva essere un modo di fare ricerca senza distruggere embrioni, si disse. E a partire da questa semplice considerazione, lavorando sui topi – e non su cellule embrionali umane – scoprì un metodo per riprogrammare cellule adulte, facendole tornare “bambine”, con caratteristiche prossime a quelle embrionali

  

top