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PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA

CONFERENZA ORGANIZZATA A KAUNAS DI VESCOVI LITUANI
E DAL DIPARTIMENTO PER LE RELAZIONI ECCLESIASTICHE ESTERNE
DEL PATRIARCATO DI MOSCA SUL TEMA
I CRISTIANI DAVANTI ALLA SFIDA PER LA FAMIGLIA

MESSAGGIO S.Em. ENNIO CARD. ANTONELLI
PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA FAMIGLIA,
A S.E. REV.MA MONS. SIGITAS TAMKEVIČIUS SJ
ARCIVESCOVO METROPOLITA DI KAUNAS E
PRESIDENTE DELLA CONFERENZA EPISCOPALE LITUANA

 

 

A S.E. Rev.ma Mons. Sigitas TAMKEVIČIUS SJ
Arcivescovo metropolita di Kaunas
e Presidente della Conferenza Episcopale Lituana

Sono lieto di salutare la Conferenza organizzata a Kaunas di Vescovi Lituani e dal Dipartimento per le Relazioni Ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca sul tema “I cristiani davanti alla sfida per la famiglia”. Si tratta di un evento bello e importante perché esprime la collaborazione di cattolici ed ortodossi a sostegno della famiglia, cellula vitale della Chiesa e della società civile.

Oggi in Europa è in atto un processo di rapido e profondo cambiamento, che ha certamente molti elementi positivi, ma anche gravi aspetti negativi. Preoccupa innanzitutto il fenomeno della scristianizzazione: bassa frequenza alla Messa della domenica; religione considerata poco rilevante per la vita; Chiesa accusata di essere antimoderna, nemica del progresso e della libertà; laicismo e privatizzazione della fede; mentalità relativista e libertaria; rivendicazione di diritti e desideri individuali; ricerca di piacere e utile immediato, consumismo di beni materiali e di esperienze effimere. Di pari passo con la crisi della vita cristiana procede la crisi della famiglia: divorzio, famiglie monoparentali, famiglie ricomposte, convivenze di fatto, convivenze omosessuali, alta percentuale di persone sole, denatalità, emergenza educativa. A sua volta la crisi della famiglia interagisce fortemente con la crisi della società civile: mancanza di convinzioni e valori condivisi, eclissi del bene comune, conflittualità di interessi egoistici e particolaristici, insufficienza di virtù sociali, carenza di speranza e di progetti a lungo termine, invecchiamento rapido della popolazione con prevedibili sconvolgimenti economici e sociali. In sintesi si può dire che nel quadro europeo l’individuo viene enfatizzato a scapito della appartenenza religiosa, familiare e sociale, come se fosse autosufficiente e potesse vivere felice senza relazioni stabili.

Tale situazione ci interpella fortemente. La famiglia è la prima scuola dell’amore, delle virtù personali e sociali, della fede cristiana. E’ urgente promuovere famiglie esemplari, animate dalla preghiera, unite nell’amore reciproco, aperte all’amore verso tutti, liete di vivere e di donare la vita, attente alla qualità delle relazioni più che alla quantità del reddito e dei consumi; famiglie che con la loro presenza e con la loro attività siano capaci di umanizzare ed evangelizzare l’ambiente. Occorre perciò curare una seria preparazione dei giovani al matrimonio, accompagnare gli sposi dopo il matrimonio, organizzare incontri di famiglie, incoraggiare le associazioni familiari sia quelle a scopo di formazione e di apostolato, sia quelle a scopo di impegno civile per tutelare i diritti della famiglia. Se si vuole illuminare e riscaldare la notte, la prima cosa da fare è accendere e tenere acceso il fuoco.

Il desiderio supremo di Gesù è che noi cristiani viviamo l’amore reciproco fino alla perfezione, fino a diventare in Lui una cosa sola. “Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri” (Gv 13, 34-35). “Tutti siano una sola cosa … perché il mondo creda che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21). Niente per l’evangelizzazione del mondo è più decisivo che l’unità nell’amore. Perciò è molto bella e significativa la collaborazione fraterna di cattolici e ortodossi a sostegno della famiglia. L’unità nell’amore, nella misura in cui è vissuta dalla Chiesa e dalla famiglia cristiana, rende trasparente la presenza di Gesù, perché l’amore reciproco, prima ancora di essere suo comandamento, è suo dono, frutto del suo Santo Spirito. A sua volta la presenza viva e visibile di Gesù, mediante il suo amore accolto e manifestato, attrae gli uomini, li orienta verso Dio e li dispone alla vita eterna. “Gli uomini del nostro tempo – ha scritto Giovanni Paolo II – magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non solo di parlare di Cristo, ma in certo senso di farlo loro vedere” (NMI 17).

E’ in questa prospettiva di comunione e di evangelizzazione che io vedo collocarsi la Conferenza Ecumenica di Kaunas sulla famiglia. Prego il Signore perché la renda abbondantemente fruttuosa con la grazia dello Spirito Santo. Saluto con affetto fraterno tutti i partecipanti e auguro un felice Anno Nuovo.

 

Città del Vaticano, 1° gennaio 2011

  

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