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MESSAGGIO DELL'ARCIVESCOVO JAVIER LOZANO BARRAGÁN
IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELLA VISTA

 

Fratelli e sorelle,

giovedì 10 ottobre, si celebra in oltre 100 Paesi nel mondo la Giornata Mondiale della Vista. Si tratta di una iniziativa di grande portata umanitaria e sanitaria il cui valore non dovrebbe sfuggire a nessuno, ancor meno a coloro che hanno fatto dell'Apostolato della misericordia la loro ragione di vita.

140 milioni di persone non vedenti, il 90% delle quali presenti nei paesi in via di sviluppo dove mancano scuole specializzate per i giovani e centri di rieducazione per gli anziani che hanno perso l'uso della vista e dove vivono spesso in condizione di perdita di indipendenza o stima di sé.

La Chiesa Cattolica nel corso dei secoli ha avvertito il ministero dei malati come parte integrante della sua opera di evangelizzazione (cfr Motu proprio Dolentium Hominum n. 1). Nel fare ciò, Essa si è sempre ispirata ai gesti e alle parole di Gesù che si prodigò durante la sua vita terrena a predicare la Buona Notizia e a curare gli infermi e i malati, tra i quali numerosi ciechi. Infatti, in molti passi della Sacra Scrittura sono riportati numerosi miracoli operati da nostro Signore Gesù Cristo (Mt 11, 5; Mt 20, 34; Mt 26, 12; Mc 10, 51; Lc 4, 18; Lc 7, 21; Lc 19, 41; Gv 9, 11; Gv 9, 15; At 9, 17s; At 19, 19; At 22, 13; At 28, 17).

La Chiesa vede il non vedente con gli occhi di Cristo; ridandogli la vista, Gesù realizza la sua missione messianica. In occasione della guarigione di un uomo che era cieco fin dalla nascita, rispondendo ai discepoli che gli avevano chiesto:  "Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori perché egli nascesse cieco?" Rispose Gesù "Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio" (Gv 9, 2-3). Infatti, paragonandosi alla luce, Cristo dice: "Io sono la luce del mondo; chi segue me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita" (Gv 8, 12). La cecità esprime così il bisogno di Redenzione; perciò chi recupera la vista viene alla luce e vede il Signore (cfr Gv 9, 35-39). Questo simbolo della luce viene realizzato nella realtà fisica nel combattere la cecità, come pregustazione dell'illuminazione di Cristo, di cui il nostro mondo ha fortemente bisogno oggi.

Oggi molti sono i nostri fratelli e sorelle minacciati dalla cecità e per i quali possiamo e dobbiamo fare qualcosa, in particolar modo nei paesi in via di sviluppo dove più difficili sono le condizioni socio-economico-sanitarie; e a parere degli specialisti, l'80% dei casi di cecità che affliggono l'umanità possono essere curati o prevenuti grazie a sessioni di informazione e formazione sulle malattie accecanti ed a interventi mirati e meno costosi fattibili in tutti i Paesi del mondo.
Perciò incoraggio tutte le organizzazioni, forze ed associazioni di diverse matrici che da anni lavorano nel campo per raccogliere le risorse ed inviare gli operatori sanitari attraverso il mondo a prevenire e a curare i casi d i cecità.

La mia gratitudine e riconoscenza quindi va a tutti gli uomini di buona volontà, a tutti gli operatori sanitari del settore, specialmente a quelli che sono coinvolti nel programma dell'OMS per la prevenzione e la cura della cecità e la sordità. Trovino qui l'espressione dell'interesse della Chiesa Cattolica per la Giornata Mondiale della Vista che mi auguro possa avere una larga adesione, ricevere offerte e contributi e sensibilizzare l'opinione pubblica ai problemi socio-sanitari legati alla cecità.

Approfitto dell'occasione per richiamare le associazioni, le comunità religiose, le Chiese locali e particolari ad un lavoro corale nel settore per evitare la dispersione delle risorse e delle energie e favorire la creazione di una rete di solidarietà cristiana in un quadro di collaborazione più ampio al fine di razionalizzare le risorse e raggiungere gli obiettivi di Vision 2020.

Nell'invocare sulle vostre attività la divina assistenza per un servizio sempre più incisivo ed efficace alla fondamentale causa dei non vedenti, auguro a tutti voi, operatori sanitari, sociali e volontari ogni bene nel Signore.

Città del Vaticano, 9 ottobre 2002

 

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