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XI GIORNATA MONDIALE DEL MALATO

OMELIA DELL'ARCIVESCOVO JAVIER LOZANO BARRAGÁN

Washington
Basilica del Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione
Martedì, 11 febbraio 2003

 

1 Gv 4, 14-16

Eminenze, Eccellenze,
cari sacerdoti e religiose,
fratelli e sorelle:

È per me un grande onore rappresentare il Santo Padre Giovanni Paolo II in questa XI Giornata Mondiale del Malato. È il mio dovere portarvi la Sua benedizione ed i Suoi saluti. La Sua testimonianza di sofferenza e gioia riflette il volto sofferente e gioioso di Cristo e ci dà il coraggio per vincere la malattia e perfino la morte attraverso la solida speranza della risurrezione, e per proclamare insieme col Papa il Vangelo della Vita.

Permettetemi di estendere i miei cordiali saluti alla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ed alle altre 23 Conferenze Episcopali d'America, rappresentate qui in questa memorabile celebrazione della XI Giornata Mondiale del Malato. Questa Giornata indubbiamente interessa tutto il mondo, però la scelta di celebrarla in America corrisponde al desiderio del Papa di svolgerla ogni anno in un diverso Continente. Quest'anno è il turno dell'America. È la seconda volta che si celebra in America, giacché sette anni fa la Giornata si è tenuta nel Santuario di Nostra Signora di Guadalupe, in Messico.

D'accordo col Santo Padre abbiamo proposto di celebrare questa Giornata in Argentina o negli Stati Uniti. La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti ha accettato con piacere la proposta ed ha curato tutta l'organizzazione per la Celebrazione. In particolare siamo grati a Sua Eccellenza Mons. Fiorenza, già Presidente di questa Conferenza Episcopale ed al Presidente attuale, Sua Eccellenza Mons. Gregory: entrambi hanno lavorato con molto entusiasmo per la realizzazione di questo evento. Il nostro saluto ed uno speciale ringraziamento lo rivolgo all'Arcidiocesi di Washington ed al suo degno e dinamico Pastore, Sua Eminenza il Cardinale Theodore MacCarrick. Insieme con la sua équipe, sotto la direzione del Rev. Michael Place, Presidente dell'Associazione degli Ospedali cattolici degli Stati Uniti, e della Dott.ssa Jane Golden Beldford, Cancelliere della Curia, hanno intrapreso il grande e faticoso lavoro di fare del progetto dell'XI Giornata Mondiale del Malato una realtà. Devo rivolgere a Vostra Eminenza ed alla sua équipe la più sincera gratitudine da parte del Santo Padre e del Pontificio Consiglio per la Pastorale della Salute.

Desidero anche salutare cordialmente tutti voi, sacerdoti e religiose che lavorano specialmente nella Pastorale della Salute, tutti gli operatori sanitari, tutti i volontari d'America e tutti voi, fratelli e sorelle qui presenti nel Santuario Nazionale dell'Immacolata Concezione. È un grande onore essere con voi, lavorando insieme per il benessere dei nostri fratelli e sorelle che soffrono ogni sorta di patimenti e per il mondo intero pieno di sofferenze e dolore che ci conducono alla morte. Voi, come parte attiva della Chiesa siete sempre impegnati nel trovare risposte adeguate ai grandi ed importanti problemi dell'umanità, cioè: malattie, dolori, patimenti, il male sotto tutte le sue forme e, alla fine, la morte. Il nostro mondo frequentemente trascura questi problemi e desidera coprirli con una cortina di fumo, o semplicemente nasconderli. Noi ci troviamo qui per affrontarli coraggiosamente e per offrire soluzioni effettive. Questo è il ministero della Chiesa; questo è il significato della redenzione e della salvezza. Il Pontificio Consiglio guarda al cuore del problema ed offre la sua collaborazione nello sforzo di trovare soluzioni valide attraverso il suo specifico compito: la Pastorale della Salute.

Nel Messaggio di quest'anno per la Giornata Mondiale del Malato, il Papa inizia con una citazione della prima Lettera di S. Giovanni, dove l'apostolo ci ricorda che: "Noi abbiamo visto e rendiamo testimonianza che il Padre ha inviato suo Figlio come Salvatore del mondo... e abbiamo riconosciuto e crediamo nell'amore che Dio ha per noi".

Così stiamo celebrando la Giornata Mondiale del Malato sotto il segno dell'amore. Ma questa celebrazione non è soltanto una commemorazione o un'occasione per ricordare che tutti dobbiamo essere compassionevoli verso il mondo sofferente; questo sarebbe buono, però ancora vuoto. Noi abbiamo il potere non soltanto di essere compassionevoli, ma di prendere effettivamente i dolori e le sofferenze di questo mondo e curarli.

Questo è con esattezza il nostro compito nel celebrare liturgicamente la Giornata Mondiale del Malato. Nella Santa Messa abbiamo l'esperienza della salvezza piena. Secondo la nostra Fede qui, nel santo Sacrificio offriamo al mondo l'unica vera soluzione ai suoi mali, alle sue sofferenze e dolori, in una parola, la soluzione alla morte. Noi non nascondiamo la morte o la minimizziamo, sappiamo che è il più grande male; però nella realtà della Messa come memoriale della morte e risurrezione del Signore, la morte stessa si converte in fonte di vita e di felicità.

Parliamo oggi spesso della qualità della vita. Nell'Eucaristia la nostra vita riceve la sua vera qualità, qui troviamo l'autentica qualità della vita. La nostra qualità della vita consiste nell'attraversare le frontiere oscure della morte ed acquisire così la vita per sempre. La vera qualità di vita deriva dalla nostra partecipazione al mistero di Cristo che ci dona la potenza d'essere un riflesso del Volto di Cristo, gioioso e sofferente nello stesso tempo. È la vittoria sul paradosso: la vittoria sopra la morte attraverso la stessa morte. Nella Liturgia di Pasqua cantiamo: "Mors et vita duello confixere mirando, et dux vitae mortus regnat vivus" (Sequenza della domenica di Pasqua)

Nel mistero della fede e della carità Cristo prende le nostre sofferenze e le converte in felicità; ma la condizione è che aderiamo con fermezza alla virtù della speranza. In questa maniera diventiamo membri del Corpo di Cristo e tutta la Chiesa con il suo Capo, Cristo, assume la morte dell'umanità e la converte in risurrezione. Questo costituisce proprio la Pastorale della Salute. Questo è l'onnipotente Amore di Dio che del "niente colpevole" dell'umanità nella croce crea un'altra volta la nuova umanità nella pienezza della vita della risurrezione di Cristo.

Se ci interroghiamo sull'identità della Pastorale cattolica della Salute, questo paradosso è il marchio che distingue le Istituzioni e gli operatori sanitari che vogliono essere considerati cattolici.

Il disturbo più profondo è la morte, che causa angoscia e disarmonia. Se la morte fosse distrutta, avremmo armonia e pace. Distruggendo la morte nutriamo la Salute e la Vita. Avremo la vita perché l'armonia costruisce l'unità e la vita è unità, invece la morte è disintegrazione. Questa è la ragione per la quale la salute è la tensione verso l'armonia. Dunque, la Pastorale della Salute è il cammino per acquisire armonia, unità, pace, salute e vita.

Il cammino che conduce all'armonia è lungo. Significa seguire le orme di Cristo per costruire la persona umana. Pertanto, la norma della Pastorale della Salute è la continua costruzione della persona. Sotto questo profilo possiamo enunciare il principale principio dell'Etica cristiana: quello che costruisce l'uomo è buono, quello che lo distrugge è male. Come dicevo prima, il paradosso è che l'unico cammino mediante il quale la morte può costruire l'uomo è accettare di essere con Cristo sulla croce. Questa è l'unica forma per convertire la morte in fonte di vita e risurrezione.

Pertanto, essendoci riuniti in questo memoriale eucaristico non soltanto per svegliare in noi sentimenti di compassione verso i sofferenti, ci rallegriamo nel celebrare la più profonda guarigione che ci offre il Signore.

Celebriamo questa Giornata nella commemorazione delle apparizioni di Nostra Signora in Lourdes; a Lourdes Ella ci ha detto che era l'Immacolata Concezione e noi ci troviamo proprio nel suo Santuario dell'Immacolata Concezione, Santuario nazionale dei cattolici degli Stati Uniti.

Infatti, l'Immacolata Concezione significa l'inizio della creazione della donna perfetta, Maria, così come Dio lo ha pensato nel suo Decreto eterno. Lei è il modello dell'armonia umana, unità, vita e salute. Grazie alla sua Immacolata Concezione la sua armonia è dovuta al pieno ricevimento dell'Amore del Santo Spirito. Lo Spirito Santo è la forza della risurrezione di Cristo. L'amore dello Spirito Santo ci dona la potenza unica di credere, di vincere il paradosso della morte e comunicarci con Cristo, cioè l'unica via per ottenere la vera salute. Così preghiamo Maria, che per la sua Immacolata Concezione interceda per noi affinché possiamo ricevere lo Spirito Santo. Così potremo dare al mondo una testimonianza credibile di come vincere la morte ed ottenere la vera salute. Con l'amore dello Spirito e l'intercessione della Madonna, capiremo meglio che soltanto con la fede, la carità e la speranza possiamo vincere la morte. In questa maniera possiamo arrivare alla radice di tutta la vita ed avere la salda convinzione che soltanto l'amore è credibile.

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