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NOTIZIARIO 20/2010

 

 

 


 

Il Presidente ai Lettori

Una testimonianza che nasca dal senso profondo della propria appartenenza alla Chiesa e dall’agire coerente con la fede professata, che sia insomma riflesso di una chiara e forte identità cattolica, è l’esigenza prima posta a chi da credente intende impegnarsi nella cosa pubblica. È questa la prerogativa dello “ stile cristiano ” di fare politica emersa dalla riflessione dei partecipanti alla XXIV Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici, che si è svolta a Roma dal 20 al 22 maggio di quest’anno sul tema “ Testimoni di Cristo nella comunità politica ”.

Gli attacchi alla dignità e ai diritti inalienabili della persona, al matrimonio e alla famiglia, da un lato, e  le nuove questioni sollevate nell’ambito della bioetica, dall’altro, interpellano oggi più che mai i laici cattolici a riscoprire il loro diritto-dovere di partecipare attivamente e responsabilmente alla vita politica dei propri Paesi senza complessi d’inferiorità e a essere fattivamente presenti negli organismi legislativi, operando da custodi e difensori della dimensione etica della democrazia e della stessa politica. La questione era stata sollevata dal Papa stesso nel novembre del 2008, quando ricevendo in udienza i membri e consultori del Dicastero aveva ribadito con forza « la necessità e l’urgenza della formazione evangelica e dell’accompagnamento pastorale di una nuova generazione di cattolici impegnati in politica, che siano coerenti con la fede professata, che abbiano rigore morale, capacità di giudizio culturale, competenza professionale e passione di servizio per il bene comune » (“ Insegnamenti ” IV, 2 [2008], 673). È il punto nodale della presenza dei laici cattolici nella vita pubblica e, dunque, dell’evangelizzazione della cultura e dei suoi areopaghi, tra i quali appunto il mondo della politica. La nostra fede – Benedetto XVI ce lo ricorda di frequente – non è una fuga verso l’intimismo e l’individualismo religioso, né un’estraneazione dalla realtà dei gravi problemi di ordine economico, sociale e culturale che affliggono l’umanità. Ben al contrario, « solo chi riconosce Dio, conosce la realtà e può rispondervi in modo adeguato e realmente umano […] Di qui l’importanza unica e insostituibile di Cristo per noi, per l’umanità.

Se non conosciamo Dio in Cristo e con Cristo, tutta la realtà si trasforma in un enigma indecifrabile; non c’è via e, non essendoci via, non vi sono né vita né verità. Dio è la realtà fondante, non un Dio solo pensato o ipotetico, bensì il Dio dal volto umano; il Dio-con-noi, il Dio dell’amore fino alla croce » (“ Insegnamenti ” III, 1 [2007], 859). Ecco, dunque, qual è il motore della nostra presenza di cittadini cristiani nel mondo, qual è la chiave dell’efficacia di tale presenza.

Le drammatiche e spesso inedite sfide che l’umanità deve affrontare alla soglia del terzo millennio, e che pongono ai responsabili della cosa pubblica esigenze alte, giustificano appieno l’appello del Papa a operare per la nascita di una “ nuova generazione di cattolici impegnati in politica ”. Un invito che traduce la convinzione profonda che i cristiani sono portatori di risorse spirituali tali da poter far fronte

ai gravi problemi che affliggono il mondo. Leggiamo nella Christifideles laici: « Situazioni nuove, sia ecclesiali sia sociali, economiche, politiche e culturali, reclamano oggi, con una forza del tutto particolare, l’azione dei fedeli laici. Se il disimpegno è sempre stato inaccettabile, il tempo presente lo rende ancora più colpevole. Non è lecito a nessuno rimanere in ozio » (n. 3). Oggi, purtroppo, anche tra i cattolici si registra indifferenza, scetticismo, una disaffezione generalizzata nei confronti della politica. Le cause di questo preoccupante fenomeno sono riconducibili allo scadimento di una politica che troppo spesso cede alle derive della demagogia e dello sterile populismo, che ricorre a un linguaggio autoreferenziale, indecifrabile ai più e inconsistente, che è incapace di elaborare programmi concreti o semplicemente non se ne dà cura, inquinata da corruzione, carrierismo e scandali. La gente si sente sempre meno rappresentata dai partiti politici in lizza e sempre più avverte il disagio di usare il proprio libero voto non per la promozione del bene comune ma per arginare il peggio con il “meno peggio ”.

In tale situazione è davvero urgente che i cristiani prendano più viva coscienza della propria speciale vocazione nella comunità politica e che siano d’esempio, sviluppando in sé stessi il senso della responsabilità e la dedizione al bene comune (cfr. Gaudium et spes, n. 75). Dice ancora la Christifideles laici: « Per animare cristianamente l’ordine temporale, nel senso […] di servire la persona e la società, i fedeli laici non possono affatto abdicare alla partecipazione alla “ politica ”, ossia alla molteplice e varia azione economica, sociale, legislativa, amministrativa e culturale, destinata a promuovere organicamente e istituzionalmente il bene comune […] Tutti e ciascuno hanno diritto e dovere di partecipare alla politica, sia pure con

diversità e complementarità di forme, livelli, compiti e responsabilità » (n. 42). Per i laici cattolici l’impegno politico è dunque un obbligo morale che gli deriva dal loro stesso “ essere cristiani ”, un nobile compito da adempiere non in vista del proprio interesse e di vantaggi materiali, ma prodigandosi con integrità al servizio di tutti. «Voi siete il sale della terra […] Voi siete la luce del mondo » (Mt 5, 13.14), ci dice il Signore. Quanto è importante che nell’agone politico essi non perdano mai questa peculiarità – che deve accompagnarsi alla conoscenza approfondita del magistero e della dottrina sociale della Chiesa, alla passione per il servizio al bene comune, all’onestà, alla competenza –, dandovi concreta espressione nell’unità di una vita che nel Vangelo trova ispirazione e forza per realizzarsi in pienezza.

Ma, come formare la “ nuova generazione di cattolici impegnati in politica ” richiamata dal Santo Padre Benedetto XVI? Come far riscoprire ai fedeli laici il significato pieno e l’importanza per il mondo dell’“ indole secolare ” che è propria della loro vocazione? Come risvegliare nel laicato cattolico la passione per il servizio al bene comune? Come far ricuperare alla gestione della cosa pubblica la sua essenza di nobile arte e ai cittadini stima per l’impegno politico? Come far sentire ai cattolici già generosamente impegnati in politica che la comunità cattolica non li lascia soli, ma li sostiene ed è solidale con loro? La risposa la dà il Papa stesso con il suo preciso riferimento all’urgenza della “ formazione evangelica ” e dell’“ accompagnamento pastorale ”, una indiscussa priorità della missione della Chiesa oggi. Inoltre, quando si parla di formazione del laicato all’impegno nella vita pubblica, è naturale pensare alla dottrina sociale della Chiesa – bussola sicura in un campo così importante della testimonianza cristiana –, il cui insegnamento e la cui diffusione, come scriveva Giovanni Paolo II nella Sollicitudo rei socialis, fanno parte della missione evangelizzatrice della Chiesa (cfr. n. 41).

Nei nostri tempi, tuttavia, la vera priorità e il cuore della formazione vanno ricercati al livello ancora più profondo della fede. Benedetto XVI torna spesso a ricordarci che il problema fondamentale dell’uomo di oggi è la questione di Dio. Diceva durante il suo recente viaggio in Portogallo: « Spesso ci preoccupiamo affannosamente delle conseguenze sociali, culturali e politiche della fede, dando per scontato che questa fede ci sia, ciò che purtroppo è sempre meno realista. Si è messa una fiducia forse eccessiva nelle strutture e nei programmi ecclesiali, nella distribuzione di poteri e funzioni; ma cosa accadrà se il sale diventa insipido? » (“L’Osservatore Romano ”, 13 maggio 2010, 6). E proprio qui sta il nocciolo del problema. Per questo la Chiesa guarda oggi con tanta speranza alla “ nuova stagione aggregativa dei fedeli ” che, accanto a meritevoli aggregazioni laicali di lunga tradizione, ha visto e vede nascere movimenti ecclesiali e nuove comunità, i cui carismi sorgivi sono all’origine di itinerari pedagogici di formazione cristiana, straordinariamente efficaci. Essi portano infatti tanti laici – uomini e donne, giovani e adulti –, a scoprire la gioia della fede, la bellezza di essere cristiani, discepoli di Cristo, destando in loro uno stupefacente slancio missionario. E per testimoniare Cristo nel mondo della politica ci vogliono uomini e donne di grande fede, capaci della coerenza e del coraggio necessari per essere nel mondo “ segno di contraddizione ”.

Non a caso, proclamando san Tommaso Moro patrono dei governanti e dei politici, il venerabile servo di Dio Giovanni Paolo II scriveva: «Dalla vita e dal martirio di san Tommaso Moro scaturisce un messaggio che attraversa i secoli e parla agli uomini di tutti i tempi della dignità inalienabile della coscienza […] Quando l’uomo e la donna ascoltano il richiamo della verità, allora la coscienza orienta con sicurezza i loro atti verso il bene. Proprio per la testimonianza, resa fino all’effusione del sangue, del primato della verità sul potere, san Tommaso Moro è venerato quale esempio imperituro di coerenza morale » (Motu proprio E Sancti Thomae Mori, n. 1).

Card. Stanisław Ryłko
Presidente

 

 

Imparare ad amare
Il X Forum internazionale dei giovani

Si è svolto a Rocca di Papa, dal 24 al 28 marzo scorsi, il X Forum Internazionale dei Giovani sul tema “ Imparare ad amare ”: quattro giorni di lavoro; due incontri con il Santo Padre, che ha rivolto un messaggio ai delegati; duecentocinquanta partecipanti, di età dai 20 ai 30 anni, giovani concretamente impegnati nella Chiesa provenienti da circa novanta Paesi e da una trentina di Movimenti, Associazioni e Comunità internazionali. Questi i numeri di un evento impegnativo ed appassionante, promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici: un percorso di riflessione sull’amore umano, declinato nelle sue diverse dimensioni, come vocazione, matrimonio, sessualità, famiglia, vita consacrata e sacerdozio.

«Â“ Imparare ad amare ”: questo tema è centrale nella fede e nella vita cristiana e mi rallegro che abbiate occasione di approfondirlo insieme. Come sapete, il punto di partenza di ogni riflessione sull’amore è il mistero stesso di Dio, poiché il cuore della rivelazione cristiana è questo: Deus caritas est. Cristo, nella sua Passione, nel suo dono totale, ci ha rivelato il volto di Dio che è Amore. […] Esorto i giovani presenti a questo Forum, affinché cerchino con tutto il cuore di scoprire la loro vocazione all’amore, come persone e come battezzati. È questa la chiave di tutta l’esistenza » (Benedetto XVI, Messaggio ai partecipanti del X Forum internazionale dei Giovani). Così, nel suo Messaggio, il Santo Padre ha voluto introdurre l’argomento di questo decimo Forum internazionale dei Giovani, delineando allo stesso tempo gli obiettivi dell’incontro; il tema prescelto per l’evento è in effetti “ chiave di tutta l’esistenza ”. “Amore ” è parola essenziale nel linguaggio di Dio e si pone al centro della riflessione di papa Benedetto XVI.

I lavori hanno preso il via mercoledì 24 marzo, presso il centro congressi “Mondo migliore ” di Rocca di Papa (Roma), con una sessione sul tema: “La vocazione all’amore ”, introdotta dal saluto di S.Em. il card. Stanisław Ryłko, presidente del Pontificio Consiglio per i Laici. Imparare ad amare « riscoprendo la castità » e per ribadire che « il matrimonio e la famiglia, che si fondano sull’amore », non sono « realtà ormai superate e senza futuro », è il senso del suo intervento introduttivo. Sull’istituzione del matrimonio e sulla famiglia pesano, ha ricordato il cardinale, « gli effetti devastanti della rivoluzione sessuale degli anni ‘60 e ‘70, che ha ridotto l’amore al sesso e il sesso a mero oggetto di piacere e di consumo usa e getta; la diffusione massiva dei contraccettivi che ha reciso nettamente il legame tra sessualità, affettività e procreazione; e l’ideologia del “ genere ” che attenta alla sessualità umana, considerata più come il prodotto di condizionamenti socioculturali che come risultante della costituzione biologica della persona ». Invece, « è nell’amore che si manifesta la nostra identità più profonda: chi siamo oggi e chi saremo domani. Non per caso, dunque, la preparazione dei giovani a saper camminare con un “maturo programma interiore d’amore ” fu per Giovanni Paolo II oggetto di particolare sollecitudine ». Nell’attuale contesto, « decidere di “ imparare ad amare ” richiede il coraggio di andare controcorrente e la forza che è sempre necessaria per raccogliere una sfida ». Il cardinale ha quindi concluso dicendo che: «Questo Forum prospetta certo traguardi difficili, ma con l’intento di comunicare a tutti i giovani come voi la speranza e la gioia: l’amore che Cristo ci insegna è bello ed è possibile. Vale la pena puntarci tutta la nostra vita ».

Dopo la lettura del messaggio del Santo Padre, già anticipato in apertura di articolo e letto da S.E. mons. Josef Clemens, segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, il responsabile della Sezione Giovani, don Eric Jacquinet, ha presentato la dinamica di questi giorni di lavoro e il suoi protagonisti.

A S.Em. il card. Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, è stata affidata la prima relazione: “Creati per amare, la verità e la bellezza dell’amore ”. Al centro della sua conferenza, la vocazione dell’uomo nel progetto di Dio e i fondamenti della vocazione all’amore: l’amore sponsale e trinitario di Dio come sorgente e modello di questa vocazione, l’offerta di Cristo come salvezza e misura dell’amore umano, il dono di sé come chiave antropologica per comprendere la vera libertà. Non sono state trascurate le difficoltà del mondo contemporaneo: «Mi ero chiesto: che cosa insidia oggi la capacità di un giovane di ascoltare la proposta cristiana dell’amore? Ho risposto: la rottamazione cui è stato sottoposto il suo io. Una rottamazione che ha deformato la relazione dell’altro, riducendola ad una relazione spontanea e non libera: “mi viene voglia di relazionarmi a …”; e non: “ io voglio relazionarmi a…”. E l’amore può essere solo libero; solo la persona libera è capace di amare ». Ne consegue che « la proposta cristiana è rivolta all’uomo perché ritorni nella verità della sua prima origine. È dono di grazia che rigenera, poiché è l’uomo in Cristo che non “ vive più per se stesso ” (cfr. Rm 14,8), che diventa capace di amare. Alla fine: proporre l’amore è proporre di convertirsi a Cristo e di vivere in Lui. Solo così l’uomo ritrova sé stesso, perché ritrova la capacità di amare ».

All’intervento del card. Caffarra hanno fatto seguito alcune testimonianze dei delegati.

Nel pomeriggio i lavori sono proseguiti con un intervento molto seguito e che ha suscitato numerose domande da parte dei delegati: lo psicanalista francese mons. Tony Anatrella, consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia, ha presentato una suggestiva relazione sul tema: “Vivere e crescere nell’amore vero: sfide e difficoltà per i giovani di oggi - Uno sguardo sulla realtà giovanile odierna ”. Egli ha approfondito le cause della frammentazione dell’io nella società contemporanea, i rischi di una vita vissuta con superficialità, come vetrina: «Esporre e mettere la propria vita su internet nella speranza di generare rapporti di amicizia, non è impegnarsi concretamente per conoscere, approfondire i rapporti e cercare Dio […] Volere l’amore in esilio dal proprio corpo è un’illusione. La parola di Dio si è incarnata nella persona di Cristo, che è venuto a salvarci da queste illusioni. Attraverso la sua risurrezione si scopre il significato del corpo e si rivela la nostra dignità ».

Il confronto nei gruppi linguistici sulla traccia quotidiana e la celebrazione dell’Eucarestia, presieduta dal card. Ryłko, hanno concluso i lavori della giornata.

Una mattinata intensa, dedicata al tema “ L’amore come scelta di vita ”, ha aperto la giornata di giovedì 25 marzo. Dopo la celebrazione della solennità dell’Annunciazione, presieduta da S.Em. il card. Ennio Antonelli, presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, i lavori hanno avuto inizio con Moysés Louro de Azevedo Filho, brasiliano, fondatore della Comunità Cattolica Shalom che, in un colloquio intitolato “ La vita come vocazione ”, ha presentato la propria testimonianza: «Attraverso l’incontro personale con Gesù Cristo ho potuto sperimentare e accogliere l’amore infinito di un Dio che mi ama tanto al punto da dare la propria vita perché io avessi la vita, e la vita in pienezza. Era la prima volta che capivo che la felicità non era soltanto una parola, un’idea, ma una persona: Gesù Cristo, il Risorto che è passato per la croce. Egli è il Dio vivente, che mi è venuto incontro e che attraverso i dolori e le gioie della mia vita mi può raggiungere personalmente e chiamarmi a seguirlo. Nella sua sequela ho potuto incontrare la pace. In lui ho trovato la strada sicura della vera felicità, quella che non avrà mai fine. Ho capito finalmente la pienezza e il senso della vita e l’assoluto contenuto nella parola “ eternità ”».

Come l’amore si traduce nelle scelte di vita? Matrimonio, vita consacrata e sacerdozio sono gli stati di vita mediante i quali l’essere umano è chiamato da Dio a rispondere al suo amore, amando come Lui. Martin Bergeron e Ginette L’Heureux, responsabili dell’Équipes Notre Dame per il Canada, hanno testimoniato la bellezza e la grandezza del matrimonio, sacramento dell’Alleanza d’amore, via di santità e missione profetica. Tra i due interventi i giovani delegati hanno avuto modo di sintetizzare le idee e le problematiche emerse nei lavori di gruppo di ieri e, attraverso numerosi interventi, presentare la propria realtà. Se nel mondo occidentale il matrimonio è visto come un limite, in Africa predomina la mentalità che la moglie si acquista ed è quindi una merce. Tuttavia, l’aspirazione dei giovani verso un ideale di vita di coppia ricca, costruttiva, fedele, permane molto forte. L’impegno di questo Forum dovrà essere quindi quello di testimoniare l’idea cristiana del matrimonio, proporlo e farlo scoprire ai giovani di tutto il mondo come fondamento della  propria felicità e di una società salda. Nella certezza che, nonostante tutti i problemi, l’Amore avrà sempre l’ultima parola.

Nel pomeriggio i partecipanti hanno avuto l’opportunità di incontrare il Santo Padre insieme ai giovani delle diocesi di Roma e del Lazio per celebrare insieme, in piazza San Pietro, il XXV anniversario della Giornata mondiale della gioventù. In una cornice festosa, papa Benedetto XVI ha colloquiato con i giovani, rispondendo alle loro domande e alle loro inquietudini e incoraggiandoli a scelte coraggiose in sintonia con il Vangelo. Particolarmente impegnativa, sia per gli argomenti trattati che per la quantità degli interventi, la giornata di venerdì 26 marzo. Prendendo spunto dai contenuti emersi nei giorni precedenti sull’amore e il matrimonio cristiano, è stata presentata la visione cristiana della sessualità.

Ad Attilio Danese e Giulia Paola Di Nicola dell’Università di Chieti, autori di numerosi saggi e membri dell’Accademia internazionale di spiritualità matrimoniale di Bruxelles, il compito di introdurre la materia con un’apprezzata relazione a due voci su: “ La sessualità, dono di Dio, ricchezza della persona, linguaggio di comunione ”. « Ciò che decide di una sessualità felice è la qualità della relazione interpersonale. S’impara ad amare qualcuno non pensando di ricavarne piacere, ma desiderando il suo bene e se ne ricava di conseguenza una gioia gratuita. Al contrario, il piacere ricercato in sé impedisce la vera intima unione, giacché nessuno vuole essere solo uno strumento della passione altrui. Con queste parole ha preso l’avvio la loro relazione, che si è conclusa con il tema della castità: « Si può amare intimamente il proprio sposo/a e conservare la castità? Il cammino dell’amore, pur passando per vie tortuose, persegue sempre quell’altezza che ha a che fare con Dio. Vi è un legame tra amore e pudore che sacralizza la bellezza, impedisce di offenderla e la vela, come quegli oggetti preziosi che non si vorrebbero danneggiati dalla polvere, consumati da sguardi indiscreti, dissacrati da mani possessive ».

“ Le derive della sessualità oggi ” è stato invece l’argomento di una tavola rotonda cui hanno partecipato S.E. mons. Jean Laffitte, segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia (“Gli effetti della rivoluzione sessuale ”) e Lola Velarde, dell’Instituto Europeo de Política Familiar (“ L’ideologia del gender ”), in cui sono stati analizzati i più importanti elementi di difficoltà nel vivere il dono della sessualità nella pienezza del proprio essere uomini e donne: dissociazione tra sessualità e trasmissione della vita, liberalizzazione dei rapporti sessuali, precocità e promiscuità nei rapporti sessuali, il femminismo ideologico, il rifiuto della maternità, la banalizzazione e la mercificazione della sessualità ma anche il soggettivismo come radice della visione del gender, il cambiamento ideologico dei rapporti tra i sessi e le gravi conseguenze dell’ideologia del gender, la negazione della differenza sessuale, la promozione della cultura gay.

Bisogna allora “Vivere la sessualità secondo il disegno di Dio ”, ed è stato questo l’argomento delle numerose testimonianze: suorMariana Martin o.p., argentina, religiosa della congregazione delle Sorelle dell’Agnello ha raccontato il suo cammino dalla laurea in ingegneria chimica alla missione in diversi Paesi del mondo; Chiara Amirante fondatrice della Comunità Nuovi Orizzonti, impegnata nell’evangelizzazione, nell’accoglienza, nella formazione e nell’orientamento, con numerosi centri di servizi in Italia e all’estero, ha testimoniato l’impegno in una comunità; padre José Luis Correa Lira, sacerdote cileno, autore di numerosi libri, ha raccontato il senso del celibato sacerdotale. Infine, una tavola rotonda dal titolo: “Novità di vita cristiana nell’esperienza matrimoniale: un amore fecondo! ”, cui hanno partecipato, dal Rwanda, François-Xavier e Solange Ngarambe della Comunità dell’Emmanuele, Giovanni Paolo Ramonda della Comunità Papa Giovanni XXIII, oltre ad alcuni giovani sposi scelti tra i delegati, ha evidenziato gioie e difficoltà della vita quotidiana alla luce della novità di vita cristiana dell’esperienza matrimoniale, narrando, attraverso l’esperienza personale, la fecondità dell’amore, la trasmissione della vita, il dono dei figli, la scoperta della paternità e della maternità, la testimonianza di una famiglia cristiana, la missione di educare dei figli di Dio e, infine, l’apertura della famiglia e l’accoglienza dei poveri.

Sabato 27 marzo si sono conclusi i lavori del Forum all’insegna del tema: “ Prepararsi al matrimonio cristiano ”. Riprendendo il messaggio che il Santo Padre ha voluto indirizzare ai giovani delegati e in cui si afferma che « la relazione tra l’uomo e la donna riflette l’amore divino in maniera del tutto speciale; perciò il vincolo coniugale assume una dignità immensa », si è approfondito il cammino di preparazione al matrimonio cristiano, attraverso gli interventi di Kari e Stephen Colella, impegnati nella pastorale dell’arcidiocesi di Boston (Stati Uniti), dello spagnolo padre Leopoldo Vives Soto, di Alex e Maud Lauriot- Prévost co-fondatori con padre Daniel-Ange di Jeunesse Lumière. Tre interventi molto incisivi, che hanno messo in rilievo l’importanza di un percorso di preparazione al matrimonio serio e completo, che aiuti i giovani a guardare a tutti gli aspetti della loro futura vita in comune e a crescere insieme come famiglia e nella fede, arricchendosi reciprocamente e aiutandosi a superare le inevitabili difficoltà e le incomprensioni.

S.E. mons. Josef Clemens ha quindi celebrato la Santa Messa. Accostando il testo della lettura proposta dalla liturgia, dal profeta Ezechiele (Ez 37, 21-28), all’immagine del profeta stesso dipinta da Michelangelo nella Cappella Sistina, mons. Clemens ha delineato nella sua omelia una vera e propria “ scuola dell’amore di Dio ”, i cui elementi sono « simboleggiati da Michelangelo nei colori del vestito di Ezechiele. Oltre l’abbondante rosso dell’amore vero e profondo, il blu chiaro ci ricorda la meditazione, cioè la necessità di una relazione personale con Dio nella preghiera, e il viola la penitenza, cioè il bisogno del perdono reciproco! ». Nel pomeriggio i responsabili dei gruppi linguistici hanno presentato in assemblea una sintesi dei loro lavori: ha molto colpito i delegati l’immagine di una Chiesa viva, giovane, universale, che si interroga sui problemi degli uomini e trova nella Parola di Dio, nella preghiera, nella celebrazione dell’Eucarestia le risposte alle proprie ansie. Nella diversità di culture e di carismi, i giovani hanno scoperto di essere uniti nello Spirito Santo e nella fede. Molto interesse hanno suscitato le testimonianze proposte: è stato importante che tutte le vocazioni siano state presentate, mostrando come, nel disegno di Dio, esse rappresentino le diverse vie di un’unica vocazione all’amore.

Al cardinale Ryłko è spettato fare una sintesi di questi giorni di fecondo lavoro, con « enorme gratitudine e profondo senso di responsabilità, perché nessun seme vada perduto ». Egli ha parlato innanzitutto delle grandi e fondamentali scoperte vissute dai giovani nel corso del Forum: «Dio ci ama personalmente » è la prima e la più importante. A seguire la scoperta dell’amore vero, difficile e impegnativo perché si fonda sul dono. Poi la bellezzadel matrimonio, cioè dell’amore tra uomo e donna che Cristo consacra in un Sacramento. E ancora l’amore di chi decide di servire la Chiesa nel sacerdozio o di chi sceglie la verginità per il Regno di Dio. Infine la bellezza di essere cristiani. Quindi, il cardinale Ryłko ha tratto dall’esperienza del Forum alcuni consigli utili per mantenere viva questa esperienza e li ha rivolti ai giovani delegati: fidarsi di Cristo e a lui affidare la nostra vita; educare la propria libertà intesa come capacità di impegnarsi totalmente, per tutta la vita; rimettersi in gioco ogni giorno attraverso il sacramento della riconciliazione. Ultimo consiglio, e forse il più importante: impegnarsi nella propria comunità a costruire una rete di protezione per sé e per gli altri. « Il vero lavoro del Forum inizia adesso, quando state per tornare a casa. Sono sicuro che questo Forum ha cambiato ciascuno di voi: Gesù, attraverso la sua parola, ha cambiato qualcosa in voi: spetta a voi, ora, coltivare questo seme e condividerlo con gli altri ».

Domenica 28 marzo, infine, i delegati hanno vissuto a Roma, in piazza San Pietro, la XXV Giornata mondiale della gioventù “Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna? ” (Mc 10,17), insieme a Benedetto XVI, guardando ormai a Madrid 2011. Prima dell’atteso incontro con il Santo Padre, però, c’è stato il tempo della musica e della festa, una grande e colorata “ kermesse ” internazionale con la quale i giovani hanno voluto ringraziare il Pontificio Consiglio per i Laici per essere stati chiamati a vivere questa straordinaria esperienza. Per tutti, ora, resta la sfida della missione che il Santo Padre affida ai giovani nel suo Messaggio al Forum: «Questi giorni di formazione mediante l’incontro, l’ascolto delle conferenze e la preghiera comune, devono essere anche uno stimolo per tutti i giovani delegati a farsi testimoni presso i loro coetanei di ciò che hanno visto e ascoltato. Si tratta di una vera e propria responsabilità, per la quale la Chiesa conta su di loro. Essi hanno un ruolo importante da svolgere nell’evangelizzazione dei giovani dei loro Paesi, affinché rispondano con gioia e fedeltà al comandamento di Cristo: “ che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi ” (Gv 15,12)».

I testi di relazioni e interventi, in varie lingue, possono essere consultati nel sito internet www.laici.org.

 

Testimoni di Cristo nella comunità politica
La XXIV Assemblea plenaria

Si è svolta dal 20 al 22 maggio 2010, presso Villa Aurelia a Roma, la XXIV Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per i Laici sul tema: “Testimoni di Cristo nella comunità politica ”. Con l’ampia panoramica sulle sfide e sui temi più attuali concernenti l’impegno dei cristiani nell’agone politico, fornita nel suo intervento introduttivo, S.Em. il cardinale Stanisław Ryłko presidente del Pontificio Consiglio per i Laici ha messo in evidenza l’attualità di questo tema e l’urgenza di affrontarlo. Il cardinale si è infatti soffermato sulla necessità di riaffermare i limiti della politica contro il rischio della sua assolutizzazione; sull’urgenza di custodire e difendere i principi etici a salvaguardia di ogni uomo; sulla riscoperta della carità nella politica per fondare la vera “ civiltà dell’amore ”.

È seguita la relazione del prof. Lorenzo Ornaghi, politologo e rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dal titolo “ Politica e democrazia oggi: status quaestionis”, che ha incentrato l’attenzione sui rapporti tra democrazia, Stato e politica e sulla ricchezza del patrimonio della dottrina sociale della Chiesa in opposizione alla politica ideologica. Il rettore dell’Università Cattolica ha concluso il suo intervento con un richiamo a farsi interpreti di quello slancio creativo tanto caro al Papa Benedetto XVI, che nasce dal rapporto tra cultura e politica e apporta novità se pregno di spirito autenticamente cristiano, auspicando che i giovani agiscano nell’agone politico con realismo e passione, ispirati a valori cristiani creduti, praticati e generatori di bene comune.

Nel pomeriggio di giovedì hanno aggiunto il loro autorevole contributo il cardinale Camillo Ruini e l’arcivescovo mons. Rino Fisichella. Nel suo intervento “Chiesa e comunità politica: alcuni punti fermi ”, il cardinale Ruini ha enunciato i principi basilari del magistero sul tema, in particolare quelli trattati nella Gaudium et spes e nella Dignitatis humanae, sottolineandone l’attualità e i contenuti fondamentali soprattutto in rela-  zione al rapporto comunità politica-Chiesa e alla libertà religiosa. Ha illustrato i principi dell’enciclica Centesimus annus di Giovanni Paolo II, che esplicita l’apprezzamento per l’autentica democrazia e quelli della Deus caritas est di Benedetto XVI, che evidenzia come Chiesa e Stato siano realtà distinte, ma in reciproca relazione in merito al comune servizio che debbono rendere alla realizzazione di giustizia e carità per gli uomini. L’arcivescovo mons. Fisichella, già ospite del dicastero in precedenti occasioni, nel suo intervento dal titolo “ La responsabilità dei fedeli laici nella politica ” ha affrontato i temi più importanti che interpellano oggi i cattolici nel mondo della politica: la sfida costituita dalla mancanza di ricerca di quella verità, che unica può coniugare il bene personale e quello della comunità; la responsabilità della formazione delle giovani leadership, che è parte dell’emergenza educativa cui Benedetto XVI ci richiama costantemente; la centralità delle questioni legislative nazionali e internazionali su tematiche bioetiche. Nelle sue considerazioni ha tratteggiato le caratteristiche del cattolico in politica, che con umiltà deve riconoscere il proprio impegno come autentica vocazione, deve essere uomo di spiritualità e di preghiera, credibile e con una vita coerente, che lo renda testimone della fede. Sottolineava infine la rilevanza dell’inserimento del cattolico che si dedichi alla politica nella comunità cristiana, nella quale trova il significato della propria identità e il necessario sostegno alla propria missione.

La giornata di venerdì si è aperta con un’interessante tavola rotonda, dove hanno portato la propria testimonianza Josep Miró i Ardèvol, presidente del portale cattolico “E-cristians ” e impegnato attivamente in politica, Savino Pezzotta, deputato al Parlamento italiano e Roberto Formigoni, governatore della regione Lombardia. Il primo ha incentrato l’attenzione sulla necessità che l’azione del cattolico in politica sia la manifestazione della carità cristiana e sia ispirata alla dottrina sociale della Chiesa, coerente con la fede, mettendo a servizio del  bene comune competenza professionale, rigore morale e capacità culturale. Sottolineava, inoltre, la necessità di un progetto culturale e formativo internazionale di riferimento finalizzato alla crescita di nuovi leader. Nell’esperienza di Savino Pezzotta, il cattolico deve centrare la propria testimonianza a partire dall’appartenenza non al partito, ma alla Chiesa, alla comunità ecclesiale, aderendo ai principi della dottrina sociale come applicazione permanente del Vangelo nella storia, vivendo la fede come fatto pubblico, con sincerità, operando concretamente per il bene comune secondo la carità evangelica, specie in campo sociale, ispirandosi al Magistero, disposto a pagare di persona, a lasciare il proprio ruolo, dando spazio ai giovani e impegnandosi per la loro formazione. Roberto Formigoni ha ricordato come il fatto cristiano abbia intrinsecamente una dimensione politica, dimostrata da duemila anni di impegno sociale e costruzione di bene comune. Ha sottolineato come la comunità cristiana debba generare vocazioni alla politica e educare all’impegno pubblico i propri figli, affinché, attraverso la loro fede innovativa e creativa, essi difendano quanto costruito in una lunga tradizione e continuino ad offrire il proprio servizio per ogni uomo, oggi soprattutto attraverso la messa in pratica del principio di sussidiarietà, sostituendo la centralità degli apparati statali con quella della persona, della famiglia e dei ceti sociali intermedi.

La mattina è culminata nell’udienza che il Santo Padre ha concesso ai partecipanti alla Plenaria, di cui si legge a parte.

I lavori del pomeriggio sono ripresi con la conferenza del prof. Andrea Riccardi, su “Cosa ci dicono oggi le grandi figure di cristiani nella storia della politica? ”, che ha ripercorso con un’avvincente ricostruzione la storia della Chiesa nel secolo scorso, secolo del martirio, che ha visto grandi figure di uomini cattolici impegnati nella società e nella vita pubblica: don Luigi Sturzo, Eduardo Frei, Alcide De Gasperi, Robert Schuman, Leopold Sèdar Senghor, Julius Nyerere, Dag Hammarskjöld, Lech Wałęsa. Ci ha condotto in un viaggio attraverso la memoria e tanti luoghi del mondo, sottolineando come alla base della fioritura di tanti testimoni di Cristo nella vita sociale e politica vi sia un “movimento ” radicato a livello popolare, creativo, fondato sulla forza della gente e del popolo, che rappresenta la comunità di provenienza e di appartenenza.

La giornata di sabato 22 maggio ci ha riuniti nel segno dello sguardo verso il futuro dei cattolici in politica e si è aperta con la voce del prof. Guzmán Carriquiry, che ha illustrato “Criteri e modalità per la formazione dei fedeli laici all’impegno politico ”. Il sottosegretario del dicastero ha richiamato tutti a considerare, alla luce delle parole del Pontefice, come l’urgenza di formare una nuova generazione di cattolici impegnati in politica significhi dar vita, dalle acque battesimali, a cristiani che riscoprano la dignità, la bellezza, la gratitudine, la gioia e la responsabilità della loro vocazione, diventando protagonisti della vita pubblica e della società. Essi, nelle parole del prof. Carriquiry, sono chiamati a rispondere alla propria vocazione vivendo nella comunione della Chiesa, facendo reale esperienza della fede vissuta e rendendone testimonianza attraverso la costruzione della comunità umana e del bene comune, per dar luogo alla “ rivoluzione dell’amore ” con spirito di vera carità cristiana. Richiamando l’importanza fondamentale della dottrina sociale, indicava come strada formativa privilegiata quella dell’appartenenza a comunità cattoliche vive, quali associazioni e movimenti ecclesiali, che offrono identità cristiana, alimento spirituale e sostegno nella difficoltà.

Dopo la sintesi conclusiva dei lavori su questa prima parte dell’Assemblea, offerta dal cardinale Stanisław Ryłko, mons. Josef Clemens, Segretario del dicastero, ha tracciato le proposte di programma del Pontificio Consiglio per i Laici per l’avvenire con un bilancio di quanto fatto in vari fronti nel corso di questi ultimi mesi, come si può leggere nell’articolo che segue. L’attualità del tema proposto per questa Assemblea ha suscitato il vivo interesse di membri e consultori, che hanno partecipato con passione, contribuendo in modo proficuo, negli ampi spazi di discussione, nei momenti di pausa e di condivisione, ad arricchire il dibattito e lo scambio di idee, attraverso le loro testimonianze di cristiani impegnati nella vita della Chiesa e provenienti da Paesi e culture rappresentative del mondo intero.

La parola del Santo Padre

Centro dell’Assemblea plenaria è stata l’udienza concessa dal Santo Padre ai partecipanti venerdì mattina, 21 maggio, nella Sala del Concistoro del Palazzo Apostolico. Il cardinale Ryłko a nome di tutti ha manifestato al Papa affetto e devozione filiale, assicurando vicinanza e preghiera al Successore di Pietro e richiamando come fonte ispiratrice della plenaria proprio le parole che Sua Santità aveva rivolto a membri e consultori del dicastero nel 2008, quando aveva affidato loro «Â…la necessità e l’urgenza della formazione evangelica e dell’accompagnamento pastorale di una nuova generazione di cattolici impegnati nella politica, che siano coerenti con la fede professata, che abbiano rigore morale, capacità di giudizio culturale, competenza professionale e passione di servizio per il bene comune ».

Il Santo Padre ha ricordato l’importanza, nell’anno sacerdotale, del Pontificio Consiglio per i Laici quale comunità di credenti battezzati « dove, accanto ai Pastori, lavora una maggioranza di fedeli laici provenienti dal mondo intero e dalle più differenti situa-  zioni ed esperienze », che « offre un’immagine significativa della comunità organica che è la Chiesa, in cui il sacerdozio comune, proprio dei fedeli battezzati, e il sacerdozio ordinato affondano le radici nell’unico sacerdozio di Cristo, secondo modalità essenzialmente diverse, ma ordinate l’una all’altra ». Ha sottolineato la gratitudine per la missione di tutti i presbiteri: «Giorno dopo giorno, essi accompagnano il cammino dei christifideles laici, proclamando la Parola di Dio, comunicando il suo perdono e la riconciliazione con Lui, richiamando alla preghiera e offrendo come alimento il Corpo e il Sangue del Signore. È da questo mistero di comunione che i fedeli laici traggono l’energia profonda per essere testimoni di Cristo in tutta la concretezza e lo spessore della loro vita, in tutte le loro attività e ambienti ».

Centrando poi il proprio discorso sul tema principale della Plenaria, ha ricordato che, sebbene non sia compito della Chiesa la formazione in senso tecnico di una classe politica, secondo il n. 76 della Gaudium et spes è invece specifica missione della Chiesa « dare il suo giudizio morale anche su cose che riguardano l’ordine politico, quando ciò sia richiesto dai diritti fondamentali della persona e dalla salvezza delle anime […] utilizzando tutti e solo quei mezzi che sono conformi al Vangelo e al bene di tutti, secondo la diversità dei tempi e delle situazioni ».

Per questo « spetta ai fedeli laici mostrare concretamente nella vita personale e familiare, nella vita sociale, culturale e politica, che la fede permette di leggere in modo nuovo e profondo la realtà e di trasformarla; che la speranza cristiana allarga l’orizzonte limitato dell’uomo e lo proietta verso la vera altezza del suo essere, verso Dio; che la carità nella verità è la forza più efficace in grado di cambiare il mondo; che il Vangelo è garanzia di libertà e messaggio di liberazione; che i principi fondamentali della Dottrina sociale della Chiesa - quali la dignità della persona umana, la sussidiarietà e la solidarietà - sono di grande attualità e valore per la promozione di nuove vie di sviluppo al servizio di tutto l’uomo e di tutti gli uomini. Compete ancora ai fedeli laici partecipare attivamente alla vita politica, in modo sempre coerente con gli insegnamenti della Chiesa, condividendo ragioni ben fondate e grandi ideali nella dialettica democratica e nella ricerca di un largo consenso con tutti coloro che hanno a cuore la difesa della vita e della libertà, la custodia della verità e del bene della famiglia, la solidarietà con i bisognosi e la ricerca necessaria del bene comune ».

Il Santo Padre, ricordando come la politica sia un importante ambito dell’esercizio della carità, si diceva convinto del fatto che « c’è bisogno di politici autenticamente cristiani, ma prima ancora di fedeli laici che siano testimoni di Cristo e del Vangelo nella comunità civile e politica. Questa esigenza dev’essere ben presente negli itinerari educativi delle comunità ecclesiali e richiede nuove forme di accompagnamento e di sostegno da parte dei Pastori. L’appartenenza dei cristiani alle associazioni dei fedeli, ai movimenti ecclesiali e alle nuove comunità, può essere una buona scuola per questi discepoli e testimoni, sostenuti dalla ricchezza carismatica, comunitaria, educativa e missionaria propria di queste realtà ».

E concludeva affermando che « il contributo dei cristiani è decisivo solo se l’intelligenza della fede diventa intelligenza della realtà, chiave di giudizio e di trasformazione. È necessaria una vera “ rivoluzione dell’amore ”», e sostenendo che vi è bisogno per questo di formare all’impegno sociale e politico le nuove generazioni, ricordando i tanti frutti apostolici generati in tal senso dalle Giornate mondiali della gioventù.

 

Programmi futuri del Pontificio Consiglio per i Laici

La XXIV Assemblea plenaria è stata l’occasione, come già accennato nel resoconto che ne abbiamo fatto nelle pagine precedenti, per presentare a membri e consultori i programmi e le iniziative più importanti che attendono il Pontificio Consiglio per i Laici nei prossimi mesi. Tra questi c’è senza dubbio il Congresso dei laici cattolici dell’Asia, incontro che continua la serie di iniziative a livello regionale o continentale, promosse dal dicastero per sostenere l’azione apostolica del laicato mondiale. Un’opportunità che permette alle forze più vive della Chiesa di incontrarsi e di coordinarsi nel segno dell’unità con la Sede di Pietro. Il congresso per l’Asia si svolgerà a Seul, in Corea del Sud, dal 31 agosto al 5 settembre 2010, sul tema “Annunciare Gesù Cristo in Asia oggi ”. L’evento viene preparato in stretta collaborazione con la Commissione episcopale per il laicato della Conferenza episcopale coreana e il Consiglio nazionale dei laici di questo Paese. Al momento si sono già iscritti circa duecento delegati di conferenze episcopali e di associazioni, movimenti ecclesiali e nuove comunità operanti in Asia e provenienti da una ventina di Paesi. Il programma è frutto degli innumerevoli suggerimenti che abbiamo ricevuto da parte di più esperti e dai diversi settori della Chiesa che è in Asia: toccheremo i punti nevralgici della situazione dell’evangelizzazione in un continente in cui quasi ovunque i cristiani sono una piccola minoranza in un contesto sociale dove, per diverse ragioni, la libertà religiosa è assai limitata o addirittura inesistente.

Naturalmente si intensificano i preparativi per la prossima Gmg di Madrid. Alla fine del 2009, il Comitato di Madrid ha aperto il sito web ufficiale,  che oggi è visitabile in più lingue. Inoltre, sono stati decisi i luoghi per i grandi eventi, come l’accoglienza del Papa e la Via Crucis. Gran parte delle diocesi spagnole si sono impegnate ad accogliere i pellegrini nei giorni che precedono la Gmg. Nel gennaio 2011 a Madrid si terrà un secondo incontro preparatorio, cui saranno invitati i responsabili di pastorale giovanile delle conferenze episcopali e dei movimenti internazionali.

Recentemente, la Sezione Donna si è adoperata perché alcune organizzazioni femminili in contatto con il nostro dicastero offrissero il loro sostegno alla Delegazione permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite in occasione dei lavori della 54a sessione della Commissione sullo status della donna, “Pechino +15”, tenuta a New York nel marzo di questo anno. Inoltre, in occasione dei quindici anni della Conferenza delle Nazioni Unite di Pechino sulla donna, è stato opportunamente suggerito al dicastero di riesaminare la Lettera alle donne che Giovanni Paolo II scrisse nel 1995 in vista di quell’appuntamento. Abbiamo quindi elaborato un questionario consultivo, sottoponendolo ai nostri membri e consultori donna e ad altre donne impegnate nella questione femminile, invitandole a rileggere la Lettera alle donne di Giovanni Paolo II e a proporre le loro riflessioni. In sintonia con il tema discusso in questa nostra Assemblea, infine, il Pontificio Consiglio per i Laici sta progettando di riunire una sessione di studio per riflettere sui rapporti donna-uomo in politica. Per quanto riguarda la Sezione “ Chiesa e sport ”, con l’ultimo Seminario tenutosi nel novembre del 2009, si è chiusa una prima fase del lavoro in questo ambito che ci si augura trovi presto  sbocco in un documento di sintesi del Magistero sui temi attinenti allo sport. Il documento vorrebbe essere una sorta di “ vademecum” per il lavoro di evangelizzazione e di formazione cristiana degli ambienti sportivi, come auspicato da tanti operatori pastorali coinvolti nel settore.

Anche se il Pontificio Consiglio per i Laici si occupa per definizione dei fedeli laici, non per questo siamo rimasti indifferenti alla bella e profetica iniziativa del Santo Padre, che ha indetto l’Anno sacerdotale conclusosi proprio al termine di questo primo semestre del 2010. Infatti non solo la figura del sacerdote è fondamentale nella vita delle associazioni e dei movimenti, ma si va chiarendo sempre di più il ruolo fondamentale che i laici hanno nella vocazione, nella formazione e nella vita dei loro presbiteri, in particolare nell’ambito dei movimenti ecclesiali e delle nuove comunità, come ha rilevato il Papa stesso nella lettera d’indizione dell’Anno sacerdotale. Il Pontificio Consiglio per i Laici ha avviato un’ampia consultazione di vescovi, responsabili di associazioni e movimenti, assistenti e sacerdoti in essi impegnati, in vista dell’elaborazione di un documento orientativo che aiuti a comprendere e a valorizzare tutte le novità positive apportate in questo campo dalla nuova stagione aggregativa dei fedeli laici.

Per quanto riguarda la scelta del soggetto della prossima Assemblea plenaria, che dovrebbe riunirsi tra un paio d’anni, la discussione che si è avuta nei giorni della sua XXIV edizione ha ampiamente dimostrato che il tema dell’impegno dei cristiani nella vita pubblica merita ancora una riflessione prolungata e approfondita. Pertanto, si resterà nell’ambito di questa problematica, probabilmente puntando l’attenzione su alcune questioni specifiche.

 

Il nostro saluto al rag. Giovanni Runco

Dopo quarantadue anni di servizio alla Santa Sede, tutti spesi in seno al Pontificio Consiglio per i Laici del quale è stato uno dei primi dipendenti, alla fine del mese di aprile il rag. Giovanni Runco si è congedato dal nostro dicastero. La sua serietà, l’affidabilità e l’efficiente e generosa disponibilità a farsi carico dei compiti più svariati lo hanno reso collaboratore prezioso per i superiori; la sua umanità e simpatia, compagno di viaggio da non dimenticare per i colleghi.
Grazie, Giovanni! Il Signore ti ricompensi di tutto quanto hai dato di te al nostro Consiglio, colmando di benedizioni questa nuova tappa della tua vita.

 

La Croce delle Gmg visita i carcerati

Due gruppi di volontari del Centro Internazionale Giovanile San Lorenzo, hanno portato la Croce delle Gmg ai detenuti del carcere romano di Rebibbia, grazie alla collaborazione di suor Rita, religiosa canossiana, membro della cappellania dell’istituto penitenziario.

Le due prime visite si sono svolte durante la Quaresima, nel settore IV del carcere, in cui sono reclusi i condannati per reati di mafia. Tre giovani del Centro San Lorenzo hanno ricevuto dal direttore dell’istituto un permesso speciale per organizzare due incontri con una ventina di detenuti nell’arco di una settimana. Al primo incontro i giovani del Centro hanno potuto conoscere queste persone, presentare il video “ La potenza della Croce ” e portare la loro testimonianza personale sullo spazio che la Croce di Gesù ha nella loro vita. La seconda visita si è svolta con un’intensa celebrazione intorno alla Croce. Ann, una ragazza americana che studia a Roma, commenta così quell’esperienza: “Non pensavo che andare nel carcere insieme a due ragazzi, portando nient’altro che una croce a grandezza naturale, mi avrebbe fatto sentire così sicura e, al tempo stesso, umile di fronte alla fede degli uomini che abbiamo incontrato. Mi sono resa conto di essere stata solo portatrice della grazia e del messaggio che Dio voleva dare a quelle persone. La Croce non è soltanto fonte di consolazione e speranza, ma un richiamo di Dio ai suoi figli affinché tornino nella sua Casa ”.

Profondamente commosso dalla visita della Croce delle Gmg, il direttore del carcere, dopo averla portata lui stesso sulle spalle, ha chiesto di organizzare un’altra celebrazione per tutti gli altri detenuti, con la presenza di dieci giovani e due sacerdoti del Centro San Lorenzo. La celebrazione si è tenuta il 29 maggio 2010. Ricordando che Giovanni Paolo II si era recato personalmente a Rebibbia per perdonare il suo aggressore, i giovani del Centro San Lorenzo hanno deciso di incentrare la nuova celebrazione sulla riconciliazione, affinché i detenuti potessero toccare con mano, attraverso la Croce, la grande misericordia di Dio e ricevere così una speranza nuova. La cerimonia ha avuto inizio con la proiezione del video sulla Croce, che ha nuovamente avuto un grande impatto sui detenuti presenti, profondamente colpiti dalla forza delle testimonianze dei giovani sul loro incontro con Cristo e dalla verità delle parole di Cristo in Croce. È quindi venuto spontaneo proporre anche a loro di venire a venerare il simbolo della Passione di Cristo. Sono stati invitati a scrivere le loro intenzioni di preghiera, le loro preoccupazioni, le loro sofferenze, e a metterle ai piedi della Croce. I due sacerdoti presenti hanno fatto una bella introduzione al sacramento della confessione, massima opportunità per ricevere personalmente la misericordia del Padre. Da quel momento, c’è stato un flusso costante di detenuti che andavano a confessarsi, alcuni per la prima volta da quando avevano ricevuto il sacramento da bambini. Testimonia Bernard Marusic, vicedirettore del Centro San Lorenzo: “Questa, per me, è stata la manifestazione più forte di quanto sia veramente illimitata la misericordia di Dio. Qualunque cosa abbiano fatto queste persone, qualunque cosa abbia fatto ognuno di noi, non fa venir meno la pazienza del nostro Padre amorevole, che desidera solo che noi torniamo a lui. Vedere questi uomini rendersene conto e fare un passo verso il Suo amore, è stato veramente commovente ”.

È già stato richiesto dal direttore di un altro carcere romano la visita della Croce della Gmg per il prossimo autunno. Le grazie portate da questo segno non sono finite!

 

Riconoscimenti giuridici e approvazioni statutarie

Il Pontificio Consiglio per i Laici:

• con decreto del 25 marzo 2010 ha approvato le modifiche apportate agli statuti del Movimiento Teresiano Apostólico.

• Con decreto del 4 aprile 2010 ha riconosciuto la Comunità Gesù Risorto del Rinnovamento Carismatico Cattolico come associazione internazionale di fedeli, approvandone gli statuti “ ad experimentum”. La Comunità si prefigge « la formazione e costituzione di comunità di lode e di evangelizzazione che, animate dallo Spirito Santo, vivono e annunciano la presenza di Cristo risorto nel mondo. Per fare questo, esse si dispongono continuamente ad accogliere la Pentecoste e a riviverne i vari aspetti: l’attesa dello Spirito Santo nel cenacolo con Maria, l’effusione dello Spirito Santo, l’annuncio della salvezza, la vita della prima comunità cristiana » (Statuto, art. 2.2).

• Con decreto del 12 maggio 2010 ha riconosciuto la Famiglia della Speranza come associazione internazionale di fedeli, approvandone gli statuti “ ad experimentum ”. L’associazione nasce in Brasile, nell’arcidiocesi di Aparecida, per iniziativa di fra Hans Stapel, OFM, mosso dall’anelito di spendere la propria vita al servizio dei più bisognosi. Scopo prioritario della Famiglia della Speranza è « la santificazione dei suoi membri attraverso la pratica dell’amore reciproco, la Parola vissuta, l’Eucaristia e gli altri sacramenti, l’adesione gioiosa a Gesù Abbandonato e l’imitazione della Vergine Maria, Madre della Speranza, cercando di rendere concrete, in servizi e in opere, le risposte del Vangelo ai problemi e alle sofferenze dell’umanità » (Statuto, art. 5). I membri perseguono questi obiettivi dando vita e gestendo asili, case per  madri sole e per senza tetto, alloggi per ragazzi di strada e, in particolare, centri e case di recupero per giovani tossicodipendenti e alcolizzati, che prendono il nome di Fazendas da Esperança. Tramite le fazendas, la Famiglia della Speranza intende non tanto offrire un mero servizio di pubblica utilità, quanto piuttosto, rendere possibile, attraverso l’accoglienza, la cura e l’emancipazione dalla dipendenza da alcol e droghe, l’incontro con il Signore.

• Con decreto del 3 giugno 2010 ha riconosciuto l’Hogar de la Madre come associazione internazionale di fedeli, approvandone gli statuti “ ad experimentum”. L’Hogar de la Madre tende alla santificazione dei suoi membri prefiggendosi quali missioni specifiche la difesa dell’Eucaristia; la difesa dell’onore di Maria Santissima, in particolare del privilegio della sua verginità; la conquista dei giovani per Gesù Cristo. Per il conseguimento di queste missioni i membri dell’associazione promuovono il culto e l’adorazione dell’Eucarestia e della vita mariana nella Chiesa e si dedicano all’apostolato tra i giovani, organizzando campeggi, pellegrinaggi, ritiri ed esercizi spirituali.

Attualmente, il Dicastero sta procedendo all’esame delle domande di riconoscimento canonico presentate dalle seguenti aggregazioni laicali: Movimento Apostolico di Schönstatt, Movimiento de la Palabra de Dios, Legio Mariae, Communauté du Chemin Neuf, Comunità Nuovi Orizzonti, Movimiento Athletae Christi, Movimento Apostolico, Jesus Youth, Movimiento de Retiros Parroquiales Juan XXIII, Movimento Laicale Orionino.

 

Visite ad limina

Nel primo semestre del 2010 il Pontificio Consiglio per i Laici ha ricevuto vescovi dall’Europa e dall’Africa. Gli incontri hanno messo in rilievo il contrasto tra la situazione del Vecchio Continente e quella di alcuni Paesi in via di sviluppo.

In Gran Bretagna i fedeli laici si mostrano disponibili a sostenere la pastorale secondo le indicazioni dei vescovi, la frequenza della Messa domenicale però è generalmente bassa. La formazione si realizza soprattutto nelle parrocchie mentre le scuole diocesane offrono corsi per i laici più impegnati; il modello di riferimento per la catechesi è il rituale di iniziazione cristiana degli adulti. Spesso tuttavia i fedeli non sono coscienti della necessità di migliorare la propria formazione; in particolare le famiglie cristiane trovano problemi nella trasmissione della fede alle nuove generazioni. L’associazionismo tradizionale è in declino, mentre movimenti e nuove comunità incontrano non poche difficoltà. Un ampio spazio è dedicato alla pastorale giovanile: si propongono ritiri e pellegrinaggi. Anche le Giornate mondiali della gioventù sono apprezzate; in occasione della giornata mondiale di Roma è nato il movimento locale Youth 2000. La presenza dei cattolici nella politica è condizionata dalla difficoltà di conciliare l’appartenenza alla Chiesa con le posizioni assunte dai partiti di riferimento.

La Chiesa in Belgio, uno tra i paesi più secolarizzati d’Europa, attraversa un periodo di grave difficoltà. Esiste una radicata tradizione associazionistica, ancora significativa per la società, tuttavia molte associazioni di origine cattolica si sono allontanate dalla Chiesa. Gli scout (ramo maschile) hanno rinunciato al legame con la Chiesa; alcune diramazioni dell’Azione cattolica come JOC e JEC (Gioventù operaia e Gioventù studentesca) o lo stesso CJC (Consiglio della gioventù cattolica, nato per iniziativa dei vescovi) hanno perso l’ispirazione originaria e si dimostrano critiche verso il Magistero sia dal punto di vista morale, sia da quello dottrinale. La scarsità e l’età avanzata del clero ha indotto le diocesi a coinvolgere i laici nella pastorale; le figure di maggior rilievo sono gli “ animatori pastorali ”, che si occupano di settori specifici (liturgia, attività sociali, catechesi…) non a livello di parrocchia ma per zone più ampie, assumendo così una funzione di unificazione che tende a sminuire l’autonomia dei parroci. Purtroppo in molti casi l’azione dei laici è ispirata a un cristianesimo molto generico, inteso come tradizione di valori umanitari e sociali assai poco caratterizzati, mentre è debole l’adesione ai contenuti della fede e il senso di appartenenza alla Chiesa cattolica. La partecipazione dei fedeli alla vita pubblica non è priva di ambiguità: molti partiti e sindacati in Belgio sono legati a un associazionismo cattolico che ha rinunciato a ogni legame reale con la Chiesa; politici cattolici hanno appoggiato la legalizzazione della droga, dell’eutanasia e dei matrimoni omosessuali e hanno fatto sentire la loro voce contro gli insegnamenti della Chiesa e il Santo Padre.

La Romania rappresenta bene gli sviluppi della Chiesa cattolica nell’Est europeo. L’atteggiamento dei laici, una consistente minoranza (8,5%) in un Paese ortodosso, risente del lungo periodo di dittatura comunista; si lamenta soprattutto passività e mancanza di formazione adeguata, specie di fronte ai rapidi cambiamenti della società. I cattolici sono comunque attaccati alla tradizione e fedeli alla gerarchia. Sono presenti e attive numerose associazioni, movimenti e nuove comunità.

La situazione delle Chiese africane, per quanto assai delicata, è molto più aperta alla speranza. Nella Chiesa ugandese i laici sono coinvolti a tutti i livelli, come catechisti, leader di comunità di base, ministri straordinari dell’Eucaristia e della Parola. In genere la formazione avviene nella parrocchia, anche se le diocesi cercano di offrire occasioni di approfondimento dottrinale; si lamentano però molte carenze. Si sta cercando di tradurre la Bibbia nelle lingue  locali. La pastorale giovanile è sviluppata, si organizzano ritiri, pellegrinaggi, cicli di incontri. Si cerca di assicurare la presenza della Chiesa anche nelle scuole e nelle zone rurali. La situazione dei giovani è segnata da povertà, disoccupazione e analfabetismo. Non si trascura la prevenzione dell’AIDS, ma la malattia, nonostante i successi, è ancora diffusa. Anche l’adesione alle sette caratterizza in modo particolare il mondo giovanile. L’Azione cattolica è ben rappresentata in Uganda, come anche la Legio Mariae e il Rinnovamento carismatico. Altri movimenti e nuove comunità sono presenti e operanti.

La lunga guerra civile che ha devastato la Sierra Leone tra il 1991 e il 2001 ha lasciato profonde ferite in uno dei paesi più poveri del mondo, che dispone solo di un’agricoltura di sussistenza, senza industrie e con infrastrutture molto precarie. L’analfabetismo affligge gran parte della popolazione, che parla in maggioranza solo lingue e dialetti locali, legati alle diverse etnie. I dati statistici sono incerti: l’islam sarebbe tra il 45 e il 60%, il cristianesimo (di diverse confessioni) tra il 10 e il 30%, la parte rimanente appartiene a religioni animiste tradizionali. Fino a pochi anni fa i musulmani potevano chiedere il battesimo senza essere osteggiati dalla famiglia o dalla società, ma la situazione sta rapidamente peggiorando a causa dei “missionari ” integralisti provenienti dall’Arabia Saudita. Le scuole sono lo strumento più efficace di evangelizzazione e l’ambiente dove si pongono le basi della formazione cristiana. Il governo però sta creando problemi alle strutture cattoliche e favorisce la creazione di scuole islamiche; d’altra parte è sempre il governo a garantire gli stipendi dei professori anche nelle scuole cattoliche. Nelle parrocchie e nelle diocesi lo sforzo maggiore riguarda la pastorale giovanile e matrimoniale: la poligamia e il divorzio sono riconosciute dallo Stato, i battezzati spesso contraggono prima il matrimonio tradizionale e solo dopo una lunga convivenza celebrano il sacramento. La poligamia impedisce a molti di accedere al battesimo.

Anche la Liberia è stata afflitta da due guerre civili (1989-1996 e 1999-2003), che hanno lasciato pesanti conseguenze. La maggioranza della popolazione è cristiana, soprattutto protestante; i musulmani sono circa il 15%, gli altri sono animisti. La situazione è simile a quella della Sierra Leone, con la differenza che l’islam è meno sviluppato.

Il Gambia è un piccolo Paese che si sviluppa lungo le rive del fiume omonimo come un’enclave del Senegal. Il 90% della popolazione è musulmana, i cristiani sono il 7%, di cui il 2,4% cattolici. La Chiesa gode di stima per le sue iniziative in campo sanitario e educativo. Come in Sierra Leone e in Liberia, viene adottato il metodo pastorale Lumko, promosso dall’omonimo istituto sudafricano, un percorso di evangelizzazione in sette tappe proposto in piccole comunità.

In Burkina Faso il problema principale è la formazione, perché il numero dei cristiani è in costante aumento ed è molto elevato il numero dei catecumeni. Questa necessità si scontra con una realtà sociale molto degradata: analfabetismo, miseria ai limiti del sostentamento, problemi di comunicazione, situazione intollerabile dei bambini, generalmente considerati una forza lavoro a basso costo. La precarietà della formazione espone i fedeli all’influenza della mentalità occidentale, edonista e individualista, al ritorno alle superstizioni, alla poligamia o alle situazioni matrimoniali irregolari, all’apostasia verso le sette o verso l’islam, molto più lassisti sotto l’aspetto morale. Il piano pastorale “Chiesa-Famiglia di Dio ” proposto dai vescovi vuole essere una risposta alla nercessità di formazione e viene realizzato con la creazione di Comunità cristiane di base in ogni parrocchia. I responsabili delle comunità sono laici che operano in comunione con i parroci.

In Niger, Paese musulmano considerato la nazione più povera del mondo, i cattolici sono lo 0,2% della popolazione: si tratta di immigrati. L’analfabetismo tocca il 90%. Aumentano divorzi e ripudi, si avverte lo scivolamento dell’islam verso il fondamentalismo intollerante e continua la ribellione delle popolazioni Tuareg. I cattolici mirano a creare un clima di amicizia con i mussulmani e incrementare l’assistenza ai bisognosi.

 

Contatti con associazioni e movimenti

Durante il primo semestre dell’anno, il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, S.Em. il cardinale Stanisław Ryłko, ha ricevuto la visita di responsabili e rappresentanti delle seguenti aggregazioni laicali: associazione Comunità Shalom di Riva del Garda; del Cammino Neocatecumenale del Camerun; del Coordinamento Internazionale della Gioventù Operaia Cristiana (CIJOC); del Rinnovamento nello Spirito Santo; dell’Unione Internazionale Guide e Scout d’Europa- Federazione dello Scoutismo Europeo (UIGSE-FSE); dell’Istituzione Teresiana; della Comunità Nuovi Orizzonti; della Comunità di Vita Cristiana (CVX); dell’associazione “Franciscanos de María”; della Fédération Nationale de l’Action Catholique des Enfants (Ace); della Comunità Missionaria di Villaregia; dell’Institute for World Evangelisation – ICPE Mission; dell’Organismo internazionale di servizio delle Cellule Parrocchiali di Evangelizzazione (CPE); del Movimento di Vita Cristiana (MVC); dell’Unione Mondiale degli Insegnanti Cattolici (UMEC); della Fraternità Cattolica delle Comunità Carismatiche di Alleanza (CFCCCF).

• Il 26 gennaio il cardinale Ryłko è intervenuto al V Colloquio di Roma, organizzato dalla Comunità dell’Emmauele sul tema “ Sacerdoti e laici nella missione ”, con la relazione “ Il nuovo stile di collaborazione tra sacerdoti e laici nei movimenti ecclesiali e nelle nuove comunità: quale beneficio per la Chiesa? ”.

• Il 30 marzo ha presieduto la Veglia di preghiera in memoria dei nuovi martiri organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio nella basilica di Santa Maria in Trastevere a Roma.

• Il 14 aprile è intervenuto all’incontro organizzato dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede per ricordare, nel secondo anniversario  della morte, la fondatrice dell’Opera di Maria (Movimento dei Focolari) Chiara Lubich.

Il segretario del Pontificio Consiglio per i Laici, S.E. mons. Josef Clemens, ha ricevuto i responsabili della Conferenza Internazionale Cattolica dello Scoutismo (CICS), della Gioventù Studentesca Cattolica Internazionale (JECI) e della Federazione Internazionale degli Uomini Cattolici (FIHC-Unum Omnes).

• S.E. mons. Clemens ha preso parte il 4 febbraio alla concelebrazione eucaristica nella basilica di San Giovanni in Laterano in occasione del 42° anniversario di fondazione della Comunità di Sant’Egidio.

• Il 16 aprile è intervenuto alla consegna dei locali per il nuovo ufficio della Fraternità Cattolica delle Comunità Carismatiche di Alleanza (CFCCCF), presso il Palazzo San Calisto.

Il sottosegretario del Pontificio Consiglio per i Laici, prof. avv. Guzmán Carriquiry, ha ricevuto responsabili e rappresentanti della Fraternità Cattolica delle Comunità Carismatiche di Alleanza (CFCCCF), della Comunità Canção Nova, del Movimento apostolico di Schönstatt, della Comunità Palabra Viva, del Coordinamento Internazionale della Gioventù Operaia Cristiana (CIJOC), della Comunità di Sant’Egidio, del Movimento Apostolico, della Società di San Vincenzo de’ Paoli, di Fondacio. Cristiani per il mondo, dell’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia (BICE).

• Il 4 febbraio, il prof. Carriquiry ha partecipato, a Roma, alla S. Messa celebrata nella basilica di San Giovanni in Laterano in occasione del 42° anniversario di fondazione della Comunità di Sant’Egidio.

• Il 22 febbraio ha partecipato, a Roma, alla S. Messa celebrata nella basilica di S. Sabina, nell’anniversario della scomparsa di mons. Luigi Giussani.

• Il 19 maggio ha partecipato a una tavola rotonda organizzata a Roma, presso il Centro internazionale di Comunione e Liberazione, sul bicentenario dell’indipendenza dei Paesi latinoamericani.

• Il 30 maggio, a Roma, ha tenuto una conferenza ai moderatori di alcune comunità carismatiche europee aderenti alla Fraternità Cattolica delle Comunità Carismatiche di Alleanza (CFCCCF), sul tema “Comunione tra gli stati di vita nelle comunità ”.

• Il 5 giugno ha partecipato a Roma a un Seminario per gli assistenti ecclesiastici della Gioventù Studentesca Cattolica Internazionale (JECI) con una conferenza sui cambiamenti in atto negli ambienti studenteschi e sulla loro evangelizzazione.

• Il 9 giugno, in occasione delle celebrazioni conclusive dell’Anno sacerdotale, ha partecipato all’incontro “ Sacerdoti oggi ” organizzato dall’Opera di Maria (Movimento dei Focolari), dal Movimento Apostolico di Schönstatt e dall’International Catholic Charismatic Renewal Services (ICCRS) nell’Aula Paolo VI della Città del Vaticano.

Il capoufficio del Pontificio Consiglio per i Laici, mons.Miguel Delgado Galindo, ha ricevuto  la visita dei responsabili e rappresentanti di Youth Arise International, dell’Unione Cattolica Internazionale della Stampa (UCIP), della Scuola internazionale di evangelizzazione “San Andrés” e dell’associazione Holy Trinity Apostolate.

Il rev. Eric Jacquinet, responsabile della Sezione Giovani, ha ricevuto responsabili e rappresentanti della Comunità Cattolica Shalom, delle scuole di evangelizzazione della Comunità dell’Emmanuele di Paray-le-Monial (Francia) e di Altötting (Germania), delle scuole di evangelizzazione di Jeunesse Lumière, del Centro Volontari della Sofferenza (CVS).

• Il 23 aprile, il rev. Jacquinet ha partecipato, a Sassone di Ciampino (Roma), al Convegno “GiovanINsieme ” del Centro Volontari della Sofferenza (CVS) con una conferenza sul tema “ Imparare ad amare ”.

La sig.na Ana Cristina Villa Betancourt, responsabile della Sezione Donna, ha ricevuto la presidente dell’Unione Mondiale delle Organizzazioni Femminili Cattoliche (UMOFC).

Il dott. Stefano De Pasquale Ceratti ha ricevuto la visita del segretario generale di Gioventù Studentesca Cattolica Internazionale (JECI).

 

Altri appuntamenti 

Nel primo semestre del 2010, il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici, S.Em. il cardinale Stanisław Ryłko, ha ricevuto S.Em. il card. Peter Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace; S.E. mons. Braulio Rodríguez Plaza, arcivescovo di Toledo (Spagna); S.E. mons. Wiktor Skworc, vescovo di Tarnów (Polonia); S.E. mons. Philip Wilson, presidente della Conferenza episcopale australiana; S.E. mons. Anthony Fisher, vescovo di Parramatta (Australia); S.E. mons. Pierre d’Ornellas, arcivescovo di Rennes (Francia); S.E. mons. Walmor Oliveira de Azevedo, arcivescovo di Belo Horizonte (Brasile); S.E. mons. Robert Le Gall, arcivescovo di Tolosa (Francia); delegazioni della Conferenza dei Superiori Maggiori (Cmsm) e della Conferenza delle Superiore Maggiori (Lcwr) degli Stati Uniti; padre Fernando Domingues rettore del Pontificio Collegio Urbano “De Propaganda Fide ”; responsabili della Confédération Nationale des Associations Familiales Catholiques (Francia); il sig. Alfredo Dagnino Guerra, presidente dell’Asociación Católica de Propagandistas (Spagna); la dott.ssa Marguerite A. Peeters, direttrice dell’Institute for Intercultural Dialogue Dynamics di Bruxelles (Belgio); la sig.ra Veronica Williams, fondatrice del movimento Mothers Prayers of the Solace Community.

• Il 26 gennaio il cardinale Ryłko ha partecipato a una riunione indetta dalla Pontificia Commissione per l’America Latina (CAL) per una riflessione sulla situazione attuale dell’America Latina, finalizzata alla scelta del tema della Riunione plenaria della Commissione prevista per il 2011.

• Nel quadro delle celebrazioni per il IV Centenario della morte di padre Matteo Ricci, il 16 febbraio è intervenuto alla presentazione del film documentario Matteo Ricci. Un gesuita nel regno del Drago nella sede dell’Unesco a Parigi, dove ha parlato del religioso e del dialogo tra fede e cultura.

• Nel quadro dei preparativi del Congresso dei Laici Cattolici dell’Asia che avrà luogo a Seul  (Corea) dal 31 agosto al 5 settembre, nei giorni 18-24 febbraio è stato nella capitale coreana per una serie di contatti finalizzati a precisare il programma dei lavori dell’importante assise.

• Ha presieduto e introdotto l’ultima sessione del Convegno internazionale “ Scienza, ragione e fede: il genio di padre Matteo Ricci ”, svoltosi a Macerata dal 4 al 6 marzo.

• Il 13 marzo ha presieduto la celebrazione eucaristica dell’annuale Open Day del Pontificio Collegio Urbano “De Propaganda Fide ”: una giornata di incontro e dialogo tra i seminaristi del Collegio e i gruppi giovanili dei movimenti ecclesiali presenti a Roma.

• Il 20 marzo è intervenuto alla seconda edizione del ciclo di conferenze sui laici nella Chiesa, organizzato dal Forum Internazionale di Azione Cattolica (FIAC) in collaborazione con la Pontificia Università Gregoriana Laikos, con una lezione sulla collaborazione tra sacerdoti e laici nelle realtà aggregative dei fedeli.

• È intervenuto al Congresso mondiale “Giovanni Paolo II, il Grande ”, organizzato a Murcia (Spagna) nei giorni 14-18 aprile dall’Università Cattolica “ San Antonio ”, con la conferenza “Giovanni Paolo II, il Papa chiamato a introdurre la Chiesa nel terzo millennio ”.

• In vista della Gmg 2011 che si celebrerà a Madrid è intervenuto all’Assemblea plenaria della Conferenza episcopale spagnola, svoltasi dal 19 al 23 aprile, con una relazione su “ Le Giornate mondiali della gioventù, un dono che impegna tutta la Chiesa ”.

• Il 18 giugno ha presieduto la celebrazione eucaristica di chiusura dell’anno di attività 2009- 2010 del Centro internazionale giovanile San Lorenzo.

Il Segretario del dicastero, S.E. mons. Josef Clemens ha ricevuto la visita di S.E. mons. Czeslaw Kozon, vescovo di Copenhagen (Danimarca), di S.E. mons. Franz-Josef Hermann Bode, vescovo di Osnabrück (Germania), di S.E. mons. Reinhard Marx, arcivescovo di Monaco e Frisinga (Germania) e membro del dica-  stero, di S.E. mons. Michel Dubost, vescovo di Evry-Corbeil-Essones (Francia) e consultore del dicastero, di S.E. mons. Héctor Miguel Cabrejos Vidarte, arcivescovo di Trujillo (Perù) e presidente della Conferenza episcopale peruviana, di S.E. mons. Karl-Heinz Wiesemann, vescovo di Spira (Germania), di S.E. Mons. Leo Cornelio, arcivescovo di Bhopal (India). Ha inoltre incontrato il rev. padre Heinrich Walter, superiore generale dei Padri di Schoenstatt, il rev. padre Álvaro Corcuera Martínez del Río, superiore generale della congregazione dei Legionari di Cristo, il signor Maram Stern, vice segretario del World Jewish Congress, Frère Alois Löser, priore della Comunità di Taizé. Ha ricevuto la visita del dott. Manfred Lütz, membro del dicastero; della presidenza dell’Unione dei sindacati cattolici della Baviera di Monaco (Bayerischer Gewerkschaftsbund); di mons. Klaus Wyrwoll e dei partecipanti a un seminario ecumenico della diocesi di Hildesheim (Germania); di un gruppo di docenti e studenti della Facoltà di Diritto canonico della Westfälische Wilhelms-Universität di Münster (Germania); dei responsabili delle Arbeitsgemeinschaft katholischer Studentenverbände e.V. (AGV) (Associazioni studentesche cattoliche); del prof. dott. Felix Unger, presidente dell’Accademia europea delle scienze e delle arti (European Academy of Sciences and Arts), con sede a Salisburgo (Austria); di un gruppo di assistenti spirituali dei Centri sportivi cattolici (DJK) della Germania; dell’on. Marie-Luise Dött MdB, presidente dell’Unione degli imprenditori cattolici (Bund Katholischer Unternehmer e.V.), insieme a un gruppo di membri dell’associazione; del sig. Tony Do, coordinatore del Movement of the Vietnamese Laity in Diaspora; del sig. Benjamin Harnwell, presidente del Dignitatis Humanae Institute; del dott. Guillermo Cartasso, presidente onorario della Fundación Latina de Cultura; del sig. François Vayne, direttore della rivista Pôle Éditions del santuario di Lourdes (Francia); del sig. Fearghas Ó Béara, addetto stampa del presidente del Parlamento europeo; di un gruppo di studenti dell’Università di Siegen (Germania) guidati dal rev. Karl-Hans Köhle, responsabile della Pastorale universitaria.

• L’8 febbraio, S.E. mons. Clemens ha partecipato, in Vaticano, alla sessione di apertura della XIX Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia.

• Il 12 febbraio ha partecipato ai lavori di apertura del II Forum delle ONG di ispirazione cattolica, svoltosi a Roma.

• Il 15 febbraio ha incontrato i delegati delle associazioni e dei movimenti cristiani slovacchi in occasione del loro pellegrinaggio alla tomba di S. Cirillo a Roma, accompagnati dalla signora Katarina Hulmanova, presidente del Forum delle istituzioni cristiane (FKI) e membro del dicastero.

• Il 18 febbraio è intervenuto, in Vaticano, alla conferenza stampa di presentazione della quarta edizione della “Clericus Cup 2010 ”.

• Il 14 marzo ha preso parte alla visita del Santo Padre alla Chiesa evangelica luterana di Roma.

• Il 18 e 19 marzo ha visitato l’associazione “La Dieci ” a Bassano del Grappa.

• Il 9 aprile, a Roma, ha tenuto una lezione sul tema dell’apostolato dei laici a un gruppo di membri dei Lions Club di Brema e di Dillingen (Germania).

• In occasione del quinto anniversario di pontificato di Benedetto XVI, dal 17 al 19 aprile, S.E. mons. Clemens è intervenuto ai festeggiamenti promossi dal Comune di Marktl am Inn (Germania), paese natale del Santo Padre, dove ha ten uto una conferenza sul tema “Guidare, confermare, unire. Cinque anni di pontificato di papa Benedetto XVI”; ha anche presieduto la solenne celebrazione eucaristica nella parrocchia di St. Oswald e ha partecipato al concerto dei Regensburger Domspatzen (Coro della Cattedrale di Ratisbona) insieme a mons. Georg Ratzinger.

• Il 22 aprile ha presieduto la celebrazione eucaristica presso il Centro internazionale giovanile San Lorenzo, in occasione del 26° anniversario della consegna da parte del Papa ai giovani della Croce delle Gmg.

• Il 30 aprile ha partecipato alla visita del Santo Padre presso i locali rinnovati della Congregazione per la Dottrina della Fede per la loro benedizione.

• Il 9 maggio ha presieduto la celebrazione eucaristica nella chiesa del Campo Santo Teutonico, in Vaticano, per i partecipanti a un pellegrinaggio a Roma della Europäische Akademie der Wissenschaften und Künste Salzburg (Accademia delle Scienze e delle Belle Arti di Salisburgo).

• Dal 13 al 16 maggio ha partecipato a una tavola rotonda con alcuni imprenditori organizzata nell’ambito del 2° Incontro ecumenico tedesco (Ökumenischer Kirchentag) a Monaco, e ha tenuto una meditazione biblica per giovani nella Chiesa delle Olimpiadi (Olympiakirche).

• Il 25 maggio ha partecipato alla concelebrazione eucaristica in S. Stefano Rotondo a Roma, in occasione del venticinquesimo anniversario di cardinalato di S.Em. il cardinale Friedrich Wetter, arcivescovo emerito di Monaco e Frisinga (Germania).

• Il 26 maggio è intervenuto all’apertura dei lavori dell’Assemblea plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti.

• Il 29 maggio ha tenuto una relazione sul tema “La Mulieris dignitatem nel post-moderno ”, in occasione del pomeriggio di studio promosso a Roma dall’Istituto “Mulieris dignitatem” della Pontificia facoltà teologica San Bonaventura-Seraphicum.

• Il 6 giugno a Shanghai (Cina) ha conferito il sacramento della Confermazione a trentadue ragazzi della comunità tedesca ivi residente.

• In occasione della chiusura dell’Anno sacerdotale, il 9 giugno S.E. mons. Clemens ha parlato dell’apostolato laicale a un gruppo di sacerdoti austriaci e tedeschi convenuti a Roma, mentre il 10 giugno ha discusso di questioni inerenti l’accompagnamento spirituale delle associazioni laicali con un gruppo di sacerdoti dei Foyers de Charité.

Il Sotto-Segretario del dicastero, prof. avv. Guzmán Carriquiry, ha ricevuto la visita di S.E. mons. Ramón Del Hoyo López, vescovo di Jaén (Spagna), di S.E. mons. Mariano José Parra Sandoval, vescovo di Ciudad Guayana (Venezuela) e responsabile della Sezione Gioventù del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), della dott.ssa Marguerite A. Peeters, di rappresentanti del Centro Internazionale Studi don Luigi Sturzo, di un gruppo di responsabili della Catholic Association of Latino Leaders (CALL), di Anna Halpine, fondatrice di World Youth Alliance, di Benjamin Harnwell, direttore del Dignitatis Humanae Institute, di un gruppo di dirigenti della Fondation de service politique.

• Il 23 gennaio, il prof. Carriquiry ha partecipato, a Roma, all’Assemblea nazionale del Movimento laicale guanelliano, dove ha tenuto una conferenza sulla vocazione e missione dei fedeli laici alla luce del carisma di don Guanella.

• Il 6 febbraio, ha tenuto una conferenza a Barcellona, presso la Facoltà di Teologia della Catalogna, sull’impegno politico alla luce della Dottrina sociale della Chiesa.

• Giovedì 11 marzo è intervenuto al Convegno teologico internazionale “ Fedeltà di Cristo, fedeltà del sacerdote ” organizzato a Roma nel corso dell’Anno sacerdotale, con una relazione su “ Sacerdoti e laici: il giusto rapporto ”.

• Il 17 marzo, a Siviglia, ha tenuto una conferenza all’Istituto Internazionale San Telmo sul tema: “Caritas in Veritate, imprese e imprenditori oggi ”. Il 18 marzo, sempre a Siviglia, è intervenuto alla giornata di studio organizzata dalla Fundación Antares Foro sul tema “ La Dottrina sociale della Chiesa e la crisi economica”.

• In occasione del bicentenario dell’indipendenza di diversi Paesi latinoamericani, il 13 aprile è stato invitato dalla Commissione Pontificia per l’America Latina a tenere una conferenza su questo argomento al corpo diplomatico dei Paesi latinoamericani accreditati presso la Santa Sede.

• Nell’ambito del Congresso mondiale “Giovanni Paolo II, il Grande ”, organizzato dall’Università Cattolica “ San Antonio ” di Murcia (Spagna) dal 14 al 18 aprile, il prof. Carriquiry è intervenuto, sabato 17, con una conferenza dal titolo “Giovanni Paolo II e i giovani ”.

• Il 27 aprile ha partecipato a Roma alla riunione dei membri e consultori del Pontificio Comitato per i Congressi Eucaristici.

• Il 27 giugno, ha partecipato a Roma al II Incontro dei Centri latinoamericani di dottrina sociale cristiana con una conferenza su “L’importanza dell’integrazione continentale e la vocazione della Chiesa cattolica al riguardo ”.

Il 23 aprile mons. Miguel Delgado Galindo, Capo Ufficio del Pontificio Consiglio per i Laici, ha ricevuto la visita di un gruppo di studenti della Facoltà di Diritto canonico dell’Institut Catholique di Parigi, ai quali ha tenuto una relazione sull’esercizio della vigilanza da parte dell’autorità ecclesiastica nei confronti delle associazioni di fedeli.

Il rev. Eric Jacquinet, responsabile della Sezione Giovani, ha ricevuto la visita del rev. Pablo Lima, direttore del Dipartimento nazionale di pastorale giovanile della Conferenza episcopale  portoghese; del rev. Eric Poinsot, direttore del Servizio nazionale per l’evangelizzazione dei giovani della Conferenza episcopale francese; del rev. Jean-François Duhar, parroco di Lourdes (Francia); di Antonia Pillosio, giornalista di Rai Educational; ha incontrato Frère Alois Löser, priore della Comunità di Taizé e il prof. Jorge Milan, docente presso la Facoltà di comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce; inoltre, ha incontrato responsabili e rappresentanti di Missionari Identes e del movimento Gioventù Idente, del movimento Gioventù Nuova e di Youth2000. Il rev. Jacquinet ha ricevuto anche i seminaristi del Seminario maggiore di Strasburgo accompagnati dal rettore, e pellegrini, chierichetti e giovani di diverse parrocchie francesi accompagnati dai loro parroci.

Il rev. padre Kevin Lixey, LC, responsabile della Sezione “Chiesa e sport ”, ha ricevuto la visita di Jack Del Rio, allenatore della squadra professionale di football americano “ Jacksonville Jaguars”.

• Il 20 marzo è intervenuto alla prima giornata del Forum “ Sport e pace ” organizzato dal Conseil International du Sport Militaire (CISM) ad Aosta in occasione della prima edizione dei giochi militari invernali, partecipando a una tavola rotonda sul tema “ Proposte concrete per integrare programmi sportivi nelle aree dei conflitti ”.

• Nell’ambito della VI Maratona per la pace - “ John Paul II Games 2010 ”, organizzati in Terra Santa dal 23 al 26 aprile, il rev. padre Lixey ha partecipato a una tappa della maratona che copre i dodici chilometri da Betlemme a Gerusalemme.

• Il 29 maggio ha partecipato alla premiazione dei vincitori della “Clericus Cup 2010 ”, tenutasi presso il Pontificio Oratorio San Pietro a Roma.

• Il 2 giugno ha partecipato all’“ International Sports Forum” organizzato dal Konrad Adenauer Stiftung a Bruxelles sul tema: “La risposta dell’Europa alla minaccia del doping: responsabilità sociale dello sport e della politica ”, tenendo una conferenza dal titolo “L’etica nello sport come modello sociale ”.

• Il 22 aprile il rev. mons. Antonio Grappone ha rappresentato il dicastero alla cerimonia organizzata a Roma dalla Libera Università Maria Santissima Assunta (LUMSA), in occasione della consegna dei diplomi agli allievi del corso “Esperti in politica ”.

La sig.na Ana Cristina Villa Betancourt, responsabile della Sezione Donna, ha ricevuto la visita di alcune giovani del gruppo “Vite Nuove ”, costituito presso l’Istituto Giovanni Paolo II per studi su matrimonio e famiglia della Pontificia Università Lateranense per approfondire gli studi sulla donna.

• Il 16 gennaio ha partecipato a una tavola rotonda, organizzata a Villafranca-Lunigiana (diocesi di Massa Carrara) dall’associazione Scienza e Vita Pontremoli-Lunigiana, sul tema “Lo sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera alla luce dell’enciclica Caritas in veritate”.

Il dott. Stefano De Pasquale Ceratti ha ricevuto la visita di S.E. mons. Edward Hiiboro Kussala, vescovo di Tombura-Yambio (Sudan); ha incontrato un gruppo di rappresentanti del Movement of the Vietnamese Laity in Diaspora.

• Il 25 marzo, in rappresentanza del dicastero, ha partecipato alla riunione interdicasteriale, convocata dal Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, per la preparazione della 44a Giornata mondiale della pace.

Tra gli appuntamenti di S.E. mons. Clemens del primo semestre dell’anno si segnalano anche le visite ricevute dal Segretario del Pontificio Consiglio per i Laici di S.E. il signor Antonio Zanardi Landi, ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede, incontrato il 4 febbraio; di S.E. il Dr. Hans-Henning Horstmann, ambasciatore della Repubblica Federale di Germania presso la Santa Sede, incontrato anche in occasione della cerimonia di congedo del 23 giugno. Il 23 febbraio ha celebrato la S. Messa nella basilica di S. Pietro per un gruppo di politici del Tirolo guidati da S.E. il dott. Christian Berlakovits, Ambasciatore d’Austria in Italia.