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Il Centro San Lorenzo:
una fucina di formazione di autentici giovani cristiani

 OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
NELLA MESSA DI INAUGURAZIONE 

Domenica 13 marzo 1983

 

«Desidero che questo Centro diventi una fucina di formazione di autentici giovani cristiani, che sappiano testimoniare coerentemente il Vangelo nel mondo di oggi»: è lÂ’auspicio di Giovanni Paolo II nella Messa di inaugurazione del Centro internazionale San Lorenzo, il 13 marzo 1983.

Ricordando il dialogo costante con i giovani fin dal 1978 ed il suo speciale rapporto con essi, il Papa ha posto in questa luce lÂ’iniziativa del Centro: «È per me una gioia particolare sapere che questo Centro è stato pensato soprattutto per i giovani pellegrini che giungono a Roma, e che voi vi siete messi a disposizione per realizzarlo e per animarlo. Conoscete il mio grande desiderio di essere vicino ai giovani, di valorizzare anche con la mia presenza il vostro modo di credere e di concepire lÂ’esistenza. LÂ’ho affermato allÂ’inizio del mio pontificato e voglio ripeterlo oggi: “voi siete lÂ’avvenire del mondo, la speranza della Chiesa: voi siete la mia speranza”».

Questo Centro dipende dal meglio di voi e può consolidare il meglio di voi; infatti la vostra attenzione e il vostro servizio disinteressato ai giovani provenienti da varie parti del mondo, vi porterà inevitabilmente a parlare delle motivazioni della vostra disponibilità, a svelare ai vostri interlocutori il vostro mondo interiore. Parlerete di ciò che vi muove, vi entusiasma, di ciò che orienta la vostra vita. E quindi anche del fatto che siete stati toccati da Cristo; che lo avete scoperto come fratello e amico; che avete sperimentato la gioia della sua vicinanza e della parola che egli riserva ai suoi testimoni; che il Signore vi ha mostrato, seppur velatamente, il volto del Padre che ama.

«Questo Centro dipende dal meglio di voi e può consolidare il meglio di voi», ha detto il Santo Padre: «infatti la vostra attenzione e il vostro servizio disinteressato ai giovani provenienti da varie parti del mondo, vi porterà inevitabilmente a parlare delle motivazioni della vostra disponibilità, a svelare ai vostri interlocutori il vostro mondo interiore. Parlerete di ciò che vi muove, vi entusiasma, di ciò che orienta la vostra vita. E quindi anche del fatto che siete stati toccati da Cristo; che lo avete scoperto come fratello e amico», ha continuato il Papa.

Invitando i giovani a iscrivere nel proprio cuore il Vangelo del giorno, la parabola del figliol prodigo, Giovanni Paolo II ha messo l'accento sull'importanza della conversione: «Chi cerca Dio non può rinunciare a convertirsi: né noi lo possiamo, né quelli che vogliamo condurre allÂ’incontro col Padre». 

«Questo impegno di penetrare più a fondo nellÂ’amore di Dio, doppiamente motivato dalla parabola del figlio prodigo e dallÂ’Anno Santo, diventa per il “San Lorenzo” un testamento. Il Centro vuole risvegliare in tutti i suoi visitatori la sensibilità per la realtà di Dio, la sensibilità per le esigenze che egli pone», ha spiegato Giovanni Paolo II. «Se lÂ’uomo si riconosce peccatore, ciò non lo deve umiliare, ma dirgli che la strada verso la gioia della vicinanza del Padre passa per la conversione e il perdono».

In modo profetico – la Croce delle Giornate Mondiali della Gioventù sarà affidata ai giovani solo un anno dopo – il Santo Padre collega sin da questa cerimonia inaugurale la vita del Centro alla presenza della Croce: «Il Centro diviene così necessariamente un luogo, in cui deve regnare la Croce. Dove andare in questo mondo, col peccato e la colpa, senza la Croce? La Croce prende su di sé tutta la miseria del mondo, che nasce dal peccato. Essa si rivela come segno di grazia. Raccoglie la nostra solidarietà e ci incoraggia al sacrificio per gli altri. Anche nella croce dei sofferenti e nella nostra propria croce riconosciamo lo strumento della Redenzione, la porta della Risurrezione. Perché è nella croce che il Signore ha vinto il peccato e la morte».

Come ancora oggi, la Croce presente nellÂ’abside di San Lorenzo è una copia del crocefisso di San Damiano: «È bene, perciò, che in questa chiesa abbiate collocato, a dominarla con la sua grandezza e la sua bellezza, la famosa croce di San Damiano. Venite sotto questa croce, insieme con Maria, la Madre di Dio, che vi è raffigurata. Imparate la sua disponibilità. Divenite, voi stessi, redentori per i giovani del mondo. Compirete così anche voi la missione, che il Signore ha affidato a Francesco, suo umile messaggero: “VaÂ’ e costruisci la mia casa, la mia Chiesa”.

Insieme col ricordo di San Damiano, dellÂ’esempio di san Francesco, voglio ricordarvi come stimolo a tendere verso alti ideali anche la figura di un giovane vissuto nella nostra epoca, Pier Giorgio Frassati. Egli è stato un giovane “moderno”, aperto ai problemi della cultura, dello sport, alle questioni sociali, ai valori veri della vita, e insieme un uomo profondamente credente, nutrito del messaggio evangelico, appassionato nel servire i fratelli e consumato in un ardore di carità che lo portava ad avvicinare i poveri e i malati. Egli ha vissuto le Beatitudini del Vangelo». Pier Giorgio Frassati verrà beatificato qualche anno dopo, nel 1990.