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  RIFLESSIONE DEL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE 
PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI, STEPHEN FUMIO HAMAO

UN FORTE MOMENTO DI GRAZIA 
DA ACCOGLIERE CON GIOIA E CON GRATITUDINE

Mercoledì, 31 maggio 2000

 

Il giubileo, in quanto evento religioso le cui origini risalgono ai primordi della storia della salvezza, è giunto a noi carico di risonanze delle vicende che hanno plasmato il popolo di Dio lungo il corso dei secoli. Per gli uomini che si apprestano a celebrarlo viene quasi naturale tendere l'orecchio per cogliere quegli echi in cui si riflette la dimensione della propria storia. Un tale atteggiamento è particolarmente pertinente per i migranti e gli itineranti, che vedono delle strette analogie fra la loro condizione e quella dei credenti. «Tutta la terra è mia, e voi siete presso di me come forestieri ed inquilini» (Lv 25, 23). In questa parola del Signore, riferita dal Libro del Levitico, è contenuta la motivazione fondamentale del giubileo biblico cui corrisponde, nei discendenti di Abramo, la consapevolezza di essere ospiti e pellegrini nella terra promessa. Tale convinzione continua nel VT estendendosi ai discepoli di Cristo, che essendo cittadini della patria celeste e concittadini dei santi (Cfr Ef 2, 19) non hanno stabile dimora sulla terra e vivono come nomadi (1 Pt 2, 11), sempre in cerca della meta definitiva. Queste categorie bibliche sottolineano che la Chiesa, presente sotto ogni cielo non si identifica con alcuna etnia o cultura, perché, come ricorda la lettera a Diogneto (fine secondo secolo) «per i cristiani ogni terra straniera è Patria e Patria è terra straniera».

I migranti e gli itineranti celebrano il loro giubileo nei giorni 1 e 2 giugno. Si tratta di due termini attorno a cui si aggregano le numerose componenti della mobilità umana. Le principali sono: i migranti, i rifugiati, i marittimi, gli studenti esteri, gli aeronaviganti, i nomadi, e i turisti. Migranti ed itineranti sono anche i termini con cui si denomina il Dicastero della Curia Romana che ne promuove e ne coordina la cura pastorale a livello di Chiesa universale: il Pontificio Consiglio della pastorale per i Migranti e gli Itineranti, appunto, che ha organizzato il loro giubileo.

Per l'illustrazione delle categorie sopra menzionate questo Dicastero ha curato la stampa di una brochure (La solidarietà della Chiesa per i Migranti e gli Itineranti) in cui si danno notizie circa la loro consistenza numerica, il tipo di approccio che la Chiesa ha con ciascuna di esse, la loro distribuzione geografica, le condizioni sociali e lavorative e le loro prospettive di vita.

Il Giubileo dei Migranti e degli Itineranti, si svolge in due giorni. Ha il suo culmine nella partecipazione alla S. Messa celebrata dal Santo Padre nella Piazza S. Pietro giovedì, 2 giugno mattina, alle ore 10. Con Lui concelebrano circa trenta Cardinali e Vescovi ed oltre 700 sacerdoti, impegnati abitualmente nella cura pastorale dei migranti e degli itineranti nei paesi o nel luogo del lavoro. Sono presenti anche molte autorità politiche, quali alcuni titolari o loro rappresentanti dei ministeri del governo italiano, i vertici delle istituzioni cui, in ragione della loro attività, fanno più direttamente riferimento i diversi settori della mobilità umana.

I Migranti e gli Itineranti che, per la circostanza, affluiranno a Piazza S. Pietro saranno non meno di 50.000. Elemento di aggregazione qui sarà il gruppo di appartenenza: l'essere migrante, marittimo, nomade ecc.

Il numero di ciascuno di settore, effettivamente presente, costituisce una rappresentanza simbolica rispetto a quello totale della categoria a livello mondiale. Consideriamo, per esempio i migranti. Dei 119 milioni (di cui il 44% nei paesi industrializzati e il 56% in quelli in via di sviluppo), nel giorno del giubileo ne saranno presenti 25.000. I Gruppi più consistenti sono i Filippini e gli Italiani.

I primi sono circa 15.000, di cui una gran parte costituita da immigrati in Italia, a incominciare da Roma. Sono presenti anche folte rappresentanze arrivate da molti altri paesi dei cinque continenti in cui i migranti filippini sono disseminati. Accompagnati da alcuni Vescovi e da sacerdoti, 800 Filippini vengono direttamente dal paese di origine. Sono pellegrini «ordinari» che intendono celebrare il loro giubileo con i loro connazionali emigrati.

Gli italiani sono circa 4.000 provenienti prevalentemente dai paesi Europei (Svizzera, Germania, Francia, Belgio) dove si erano riversati negli anni del secondo dopo guerra. Rappresentanze significative sono giunte da oltre oceano, in particolare dagli Stati Uniti e dal Canada.

Sono presenti molti altri gruppi di migranti di cui, per motivi di spazio, ci limitiamo a scrivere il nome dei principali con il numero dei componenti tra paretesi: Brasiliani (100), Capoverdiani (100), Congolesi (200), Coreani (100), Etiopi (500), Indiani (100), Paesi America Latina (1000), Nigeriani (300) Rumeni (500), Sr. Lanka (2000) Ucraini (400), Africani di varie etnie (500).

I rifugiati sono sempre molti: oltre 22 milioni. Condizionati come sono negli spostamenti, potranno partecipare alla celebrazione in misura modesta. D'altra parte l'interesse che essi, pur essendo un gruppo costituito in maggioranza da non cristiani, mostrano per il giubileo, ricorda come questo evento ha una dimensione universale che, in forme diverse, investe tutti gli uomini. Il senso che il giubileo ha per i rifugiati sarà oggetto di riflessione in un incontro previsto alla vigilia della celebrazione, al quale partecipano, oltre ai rifugiati stessi e gli operatori pastorali che ne curano l'assistenza sociale e religiosa, anche i dirigenti delle istituzioni, sia civili che religiose, sorte per la loro protezione. È un incontro impostato sulla testimonianza circa la condizione del rifugiato, e sulla ricerca degli elementi comuni con cui intendere e praticare la riconciliazione. L'incontro si conclude con la consegna ai presenti della carta giubilare dei diritti del rifugiato.

Si computa che gli studenti esteri nel mondo siano 1.600.000, di cui la metà negli USA (28%) Gran Bretagna (12%) e Germania (10%). In Italia sono circa 7.000, provenienti per buona parte dal continente africano o dai paesi dell'est Europa. A Piazza S. Pietro saranno presenti in numero di 400, provenienti quasi tutti, dalle università italiane.

Fra tutte le componenti rientranti nel fenomeno della mobilità umana, la gente del mare è quella meno visibile nella società. Vive e lavora, infatti, negli spazi senza confini delle distese delle acque, che non solo la tengono lontana dalla famiglia e dagli agglomerati sociali, ma la imprigiona nella solitudine e la pone in balia della permanente paura della minaccia del mare. Il suo numero è enorme. Oggi si contano 2 milioni di marittimi e di pescatori di alto bordo e 30 milioni di pescatori costieri. Ad essi vanno aggiunte le molte migliaia di persone che lavorano nelle piattaforme petrolifere o sono impegnate nell'industria delle crociere. La loro rappresentanza a Roma è costituita da un gruppo di 1000 persone, in cui sono assortiti i diversi gradi dell'equipaggio e i paesi di provenienza (30). Degno di menzione è il modo con cui il comitato Maris Populus a Portus per il Giubileo del Mare, con il Patrocinio dell'Apostolatus Maris d'Italia ha impostato il viaggio di avvicinamento a Roma. La nave del loro pellegrinaggio giubilare è salpata dalla Palestina, portandosi a bordo una barca in legno costruita sul modello di quella di Gesù e degli Apostoli, pescatori nel Mare di Galilea, di cui un esemplare fu ritrovato recentemente in fondo allo stesso lago. La rotta seguita è quella di s. Paolo nel suo viaggio verso Roma, con sosta in tutti i porti in cui fece scalo allora l'Apostolo. È arrivata a Fiumicino nel pomeriggio del 31 maggio, accolta dalle autorità civili e religiose. Il giorno successivo un gommone, con a bordo la barca e una rappresentanza dei partecipanti, risale il Tevere fino all'altezza di Ponte Marconi. Qui si forma un corteo che si avvia verso la Basilica di san Paolo fuori le Mura, dove i partecipanti assisteranno alla catechesi di preparazione al Giubileo ed effettueranno il passaggio della porta Santa. Quella barca sarà portata in dono al Papa nel processione delle offerte durante la Messa.

Significativa sarà anche la presenza degli zingari. Sono circa 700 in rappresentanza dei 17 milioni in cui si assommano le diverse etnie nelle quali sono suddivisi. Il gruppo più consistente (300-400) viene da paesi occidentali (Italia, Germania, Francia Spagna, Belgio, Portogallo, Olanda); alcuni vengono anche dagli Stati Uniti dove gli zingari sono un milione. Le rappresentanze più forti arriveranno dai paesi dell'est. La caratteristica più nota degli zingari è quella del nomadismo. Per tale motivo sono chiamati «figli del vento»; perché, analogamente a questa forza della natura, cambiano continuamente di direzione nel loro permanente andare. Oggi però tale caratteristica va perdendo la sua tipicità, specie nei paesi dell'Est, dove la pressione alla sedentarietà, già iniziata dai re dei paesi di riferimento, raggiunse forme di forte insistenza sotto i regimi comunisti.

Presenti sono anche i così detti dispensatori di gioia. È così chiamata la gente del circo e delle fiere e dello spettacolo viaggiante. Partecipano in circa 500 persone. Il gruppo più vistoso e più brioso è un complesso bandistico di 1.000 elementi, formatosi, per l'occasione, dalla confluenza di diverse bande musicali. Faranno brillare i loro ottoni e sentire la loro voce il primo giugno a sera sfilando in corteo da Castel Sant'angelo a Piazza S. Pietro dove si esibiranno sotto le finestre del Papa, eseguendo l'inno alla gioia di Beethoven

Quello del trasporto aereo è un settore che ha registrato un ritmo di sviluppo tra i più impressionanti. Il numero delle persone che ogni anno si muovono lungo le rotte del cielo ha superato il miliardo e mezzo. La cura pastorale si sente impegnata ad adeguarsi. Gli aeroporti dotati di cappella (generalmente pluriconfessionale o ecumenica) sono 150. I cappellani impiegati nell'assistenza religiosa in questi luoghi sono 130. Si ritiene sia costituita da circa 700 persone la rappresentanza al Giubileo. Essa si caratterizza per varietà della provenienza. Da Fiumicino vi partecipano 150 persone, da Hongkong 50, da Milano 50, Parigi 20, da Varsavia 80; altre più ristrette, da Manila, dal Canada e dagli USA.

Il mondo nel quale la mobilità ha assunto le proporzioni più vistose è quello del turismo e dei pellegrinaggi, detto anche, in termini più espressivi, dei pellegrini della bellezza e della fede, in quanto indicano gli obiettivi di chi lo pratica. Nel 1999 si sono registrati 656 milioni di turisti internazionali con un incremento del 3, 2% rispetto all'anno precedente. L'interesse del settore alla celebrazione dell'evento si evidenzia in tanti segni. Ne segnalo tre; la partecipazione della rappresentanza di tutte le categorie che, nelle sue diverse articolazioni, sono coinvolte al vasto fenomeno del turismo; la concessione, da parte di alcuni importanti uffici, di un permesso premio ai propri dipendenti che desiderano partecipare ai vari momenti del Giubileo; la raccolta di una somma da mettere a disposizione del Santo Padre per i poveri.

Qui si è indugiato sulla partecipazione alla Messa del 2 giugno che è un venerdì. Il giubileo dei migranti e degli itineranti incomincia il giorno precedente. Parlando della gente del mare e dei rifugiati si è fatto cenno anche alla loro partecipazione alla catechesi di preparazione al giubileo. In verità questo è momento comune a tutti i gruppi. Ad esso è dedicato il pomeriggio del primo giorno, giovedì, primo giugno.

I Migranti e gli Itineranti si distinguono non solo per categorie (migranti, rifugiati, nomadi, ecc.), ma, per quanto possibile, anche per etnia o provenienza. Per ciascuno dei raggruppamenti è stata messa a disposizione una Basilica o una chiesa ordinaria. Nel pomeriggio del primo, radunati nelle chiese loro assegnate, essi saranno preparati da vescovi e sacerdoti, a fare propri i segni del giubileo. Al termine passeranno la Porta Santa nella stessa basilica in cui sono radunati; nel caso si tratti di chiesa ordinaria, nella basilica più vicina.

Tale preparazione si propone di aiutare i pellegrini a fare proprio il giubileo, quale momento di grazia da accogliere con gratitudine, e da mettere a frutto per il rinnovamento spirituale. Mi auguro che i migranti e gli itineranti vi partecipino con questo spirito e con questo risultato.

 

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