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Pellegrini della bellezza e della fede

Oggi la società mondiale si trova immersa in una mobilità generalizzata, quasi frenetica. Il turismo è la manifestazione più evidente e quantitativamente più considerevole di questa mobilità.

Un fenomeno giovane 

Il turismo di massa è un fenomeno moderno. Neanche cento anni fa, la maggior parte delle persone nasceva, viveva e moriva senza abbandonare mai uno spazio geografico molto limitato. 

Lo sviluppo del turismo è stato possibile grazie ad alcuni fattori, come la disponibilità di tempo libero, la facilità dei mezzi di comunicazione, l'apertura delle frontiere fra i diversi paesi e una certa omogeneizzazione delle strutture economiche e amministrative. La conquista delle vacanze retribuite vi ha svolto un ruolo decisivo.

Il turismo è cresciuto come una delle maggiori industrie globali per volume economico, per numero di posti di lavoro e di utenti. La sua incidenza sullo sviluppo dei paesi sta diventando fondamentale, anche se talvolta i benefici non ricadono sulla comunità locale per un'errata politica.

Oltre il quotidiano

Nell'uomo è innato il desiderio di andare oltre l'orizzonte quotidiano. In un'epoca in cui i mezzi di comunicazione presentano nelle nostre case le meraviglie, le tradizioni e le culture del mondo intero, diviene irresistibile il desiderio di partire, per conoscere e ammirare altri paesaggi, per avventurarsi nell'ignoto.

Per soddisfare i sogni di tutti, il turismo si è diversificato in maniera straordinaria, fino al punto di personalizzarsi: si possono moltiplicare i viaggi e scegliere le stagioni più favorevoli per godere ora della montagna, ora della spiaggia, ora dell'incanto rurale, ora delle città.

Tra le destinazioni turistiche privilegiate si annoverano le cattedrali, i monasteri, i santuari o gli antichi cammini di pellegrinaggio, che esercitano una grande attrattiva sull'uomo contemporaneo. Del resto, una componente forte del viaggio è la ricerca spirituale di ogni persona. Infatti, il pellegrinaggio è presente in tutte le religioni.

Esclusi e privilegiati

I progressi tecnici e la qualità della vita del nostro tempo non sono alla portata di tutti gli uomini. Profonde fratture escludono interi paesi e gruppi sociali dal benessere e anche dalla giustizia. La divisione fra ricchi e poveri sembra accentuarsi in tempo di globalizzazione.

Molti ritengono che il turismo non sia estraneo dal contribuire a questa divisione. L'industria turistica mondiale si rivolge alle popolazioni dei paesi industrializzati e spesso sfrutta le risorse naturali e culturali di altri paesi meno ricchi e il lavoro di uomini e donne esclusi dalla ricchezza. Contrariamente allo sviluppo sostenibile raccomandato dagli esperti, il turismo spesso si trasforma in sconvolgimento degli equilibri del Creato e perfino in sfruttamento delle persone.

La programmazione turistica deve essere inserita in un quadro etico, che rispetti i valori fondamentali dell'uomo e tenda alla costruzione di un'umanità più giusta e più solidale. A queste esigenze risponde il Codice etico mondiale per il turismo (1.10.1999) adottato dall'Organizzazione Mondiale del Turismo (OMT).

Se tutte le potenzialità del turismo si ponessero al servizio della pace, della promozione di tutta la società, in particolare delle comunità dei paesi in via di sviluppo, il suo contributo al futuro dell'umanità sarebbe grande.

La Chiesa e il turismo

La Chiesa "pur non dimenticando gli stridenti contrasti economici e sociali che angustiano più parti della terra e preoccupata di fronte a non pochi aspetti inquietanti del turismo moderno, riconosce i profondi valori e gli specifici elementi di perfezionamento che esso può promuovere per un nuovo ordine di rapporti umani" (Peregrinans in Terra, 3).

Questa attenzione della Chiesa si sviluppa in molteplici forme: la preparazione a vivere cristianamente il viaggio, l'accoglienza dei turisti nelle comunità dei paesi visitati, l'attenzione ai professionisti e ai lavoratori del turismo, l'accompagnamento di chi visita il patrimonio culturale della Chiesa.

Compito del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti è di coordinare e promuovere le attività relative alla Pastorale del Turismo, dei Santuari e Pellegrinaggi intraprese dalle singole Conferenze Episcopali. Pertanto si impegna affinché "il turismo, correttamente indirizzato, possa servire allo sviluppo armonioso delle nazioni e alla scoperta dei doni che il Creatore e Padre di tutti ha seminato a profusione nell'universo e nel cuore degli uomini di ogni razza, di ogni lingua e di ogni cultura" (Giovanni Paolo II, 26.11.1992).

 

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