Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People People on the Move - N° 90, December 2002, p. 251-252. Estratto da unÂintervista al Segretario GeneraledellÂONU Kofi Annan:
ÂLÂoccidente deve impararea convivere con i piu poveriÂ*D. In Italia è stato votato dalla Camera lÂobbligo di prendere le impronte digitali agli extra-comunitari che chiedono il permesso di soggiorno. Secondo molti, un provvedimento liberticida e razzista. Condivide? R. Si devono prendere misure per proteggere i propri cittadini dalle minacce. Ma quando si protegge una società, non bisogna umiliare gli altri. D. Molti paesi dÂEuropa stanno decidendo giri di vite contro lÂimmigrazione clandestina. Scelte inevitabili o pericolose? R. Non tutti gli immigrati sono un problema. Anzi, se vorrete mantenere il livello di vita a cui siete abituati avrete bisogno di un bel po di lavoratori in più. Non sarà una questione di scelta, ma di necessità, accoglierli. Le società che hanno assorbito immigrati, dÂaltra parte, sono state le più dinamiche. Gli Stati Uniti sono un buon esempio. D. Eppure lÂelettorato di tanti Stati europei sceglie di dare fiducia a partiti xenofobi. R. La gente teme la disoccupazione, lÂaumento della criminalità, la perdita della propria identità culturale. I governanti dovrebbero far capire ai loro cittadini che quei timori non sono ignorati, dovrebbero occuparsi dei problemi più sentiti dalla collettività. Ma al tempo stesso devono spiegare chiaramente che il mondo è cambiato, che lÂinterazione tra società e gruppi è inevitabile. Le culture hanno sempre imparato molto lÂuna dallÂaltra. Non bisogna vedere soltanto gli aspetti negativi. D. Non molti sembrano dÂaccordo. R. Una volta un mio professore al liceo mostrò un foglio bianco su cui aveva tracciato un punto nero. ÂRagazzi, cosa cÂè quiÂ, chiese. Tutti rispondemmo: ÂUn punto neroÂ. Lui abbasso il foglio e disse: ÂNessuno di voi ha visto il foglio biancoÂ. E cosi: tendiamo ad essere ipnotizzati dagli aspetti negativi e non vediamo il quadro generale, il futuro di ciò che viviamo. Ci concentriamo sulla fobia verso gli immigrati, immaginiamo bei tempi passati che forse in realtà non erano così belli. Stiamo andando verso un mondo diverso pluralistico. Dovremmo festeggiare questa nostra diversità, invece di preoccuparci.
* da Â
La RepubblicaÂ, del 10 giugno 2002, p. 9
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