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Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move - N° 90,  December 2002, p. 183-184.

“Ricorre Oggi, 1° Agosto Il 50.Mo Anniversario Della Costituzione Apostolica Di Pio XII Sulle Migrazioni, La Exsul Familia”

Intervista di Radio Vaticana a S.E. Mons. Agostino Marchetto

La "Exsul Familia" è una Costituzione Apostolica (un documento solenne, dunque) con il quale Pio XII, 50 anni fa, ha voluto riprendere e sintetizzare la visione del Magistero ecclesiale nei riguardi del fenomeno migratorio. Lo richiedeva ormai un secolo di migrazioni. Lo richiedeva il momento storico, il dopoguerra, che vedeva unÂ’Europa in preda a drammatiche tensioni politiche ed economiche che avevano provocato la ripresa di imponenti flussi migratori. La Chiesa fino allora aveva considerato il fenomeno migratorio con una certa preoccupazione, per i numerosi pericoli ad esso impliciti. Nel 1952 essa incominciava invece ad intravederne pure le potenzialità, culturali e spirituali, secondo la teologia della storia. Per ulteriori informazioni è con noi lÂ’arcivescovo Agostino Marchetto, Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti. Eccellenza l'ascoltiamo:

In questo documento considerato la magna charta del pensiero della Chiesa sulle migrazioni erano precisati e codificati alcuni principi basilari circa lÂ’assistenza religiosa ai migranti, vale a dire lÂ’erezione di parrocchie nazionali e di missioni con cura dÂ’anime e lÂ’assistenza religiosa curata da sacerdoti della stessa lingua e cultura dei vari gruppi etnici. Si introducevano in sostanza elementi di sano pluralismo nellÂ’assistenza agli emigrati, contro la tendenza a una immediata loro assimilazione, sostenuta da alcuni Vescovi dei Paesi di accoglienza. Un limite fu lÂ’aver previsto allora la cura pastorale specifica, per i migranti, solo fino alla seconda generazione.

LÂ’Exsul Familia ha avuto un seguito?

Le migrazioni costituiscono un fenomeno estremamente cangiante. È ovvio che lÂ’esame di esso e delle sue conseguenze e lo stabilimento della relativa normativa pastorale doveva, di conseguenza, continuamente aggiornarsi. Nel 1969 Paolo VI emanava infatti la De pastoralis migratorum cura, cui faceva seguito lÂ’importante Chiesa e mobilità umana, nel 1978. Entrambi i documenti si rifacevano a una nuova inquadratura giuridica del Diritto Canonico, il quale a sua volta traduceva nella sua normativa le principali istanze emerse in Concilio. Ciò rivela la costante premura e attenzione della Chiesa verso i più assillanti problemi dei migranti. Essa risponde sottolineando il primato e la centralità della persona, la necessità della tutela e valorizzazione delle minoranze nella società civile ed ecclesiale, il valore delle culture nellÂ’opera di evangelizzazione, il contributo delle migrazioni alla pacificazione universale, la dimensione ecclesiale e missionaria del fenomeno migratorio, lÂ’importanza del dialogo e del confronto allÂ’interno della società civile, della comunità ecclesiale e tra le diverse confessioni e religioni. Giovanni Paolo II, poi, nei suoi frequenti interventi sulla problematica umana, sociale e religiosa dellÂ’emigrazione, ha dato e dà a questo fenomeno, oggi sempre più in evidenza, una singolare impronta personale, caratterizzata dal forte carattere umanista, oltre che cristiano, delle sue encicliche.

Ed ora si delineano nuove proposte circa la pastorale migratoria?

Da qualche tempo il fenomeno delle migrazioni si è, ancora una volta, notevolmente trasformato. Molti Paesi, tra cui lÂ’Italia, da Paesi di emigrazione sono diventati Paesi di immigrazione. Inoltre non sono più solo i cristiani ad emigrare, ma pure altri, di diversa cultura e religione, che si sono insediati nei Paesi più industrializzati. Le nostre società nazionali sono quindi destinati a diventare sempre più multiculturali. Altre esigenze, poi, emergono e altri valori devono ora essere perseguiti. Mi riferisco al dialogo interculturale e interreligioso. Dovrà altresì nascere un nuovo concetto di integrazione, e la nostra visione sarà più universalistica e missionaria. Diventerà necessario, nel rispetto della loro vocazione, un più marcato impegno e coinvolgimento dei laici cristiani nel lavoro pastorale della Chiesa. Potrebbero essere questi i capisaldi di un nuovo documento che viene oggi auspicato e che stiamo preparando. Nel ricordo del 50.mo anniversario della Exsul Familia la comunità ecclesiale prende cosi sempre più coscienza della sua missione universale, nel mondo e nella storia, davanti a Dio e agli uomini, fiduciosa che i migranti saranno alla fine strumento di unità e di pace, in un mondo sempre più unito, nel bene, e solidale.

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