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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 101, August 2006

 

 

VI Congresso Ecumenico Internazionale

del “Forum delle Organizzazioni cristiane per la pastorale nei Circhi e Lunapark”

 

 

Il nome stesso dell’organizzazione definisce, senza alcun dubbio, la sua composizione e il suo scopo. Vi aderiscono le organizzazioni cristiane e lo scopo è la pastorale dei circensi e dei lunaparkisti. Il Pontificio Consiglio vi partecipa in qualità di Osservatore. E’ un’organizzazione prevalentemente europea anche se in quest’ultimi tempi, vi hanno aderito anche gli Stati Uniti. E’ composta da membri delle Chiese Cattolica e Ortodossa e da Protestanti Evangelici.

I principali compiti del Forum sono: favorire, in spirito ecumenico, i rapporti, gli scambi, la riflessione e la formazione di tutti coloro che hanno la preoccupazione dell’annuncio del Vangelo tra i circensi e i lunaparkisti e promuovere lo sviluppo integrale di ogni persona operante nell’ambito dei circhi e lunapark in tutte le sue dimensioni umane, professionali e spirituali.

Il Sesto Congresso Ecumenico Internazionale del “Forum delle Organizzazioni cristiane per la pastorale nei Circhi e Lunapark” si è svolto a Barcellona (Spagna) dal 5 al 9 novembre 2005. All’incontro erano presenti delegazioni provenienti da quasi tutti i Paesi europei. Come di consueto il Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti ha preso parte al convegno in qualità di Osservatore. 

Sua Eminenza il Cardinale Stephen Fumio Hamao, Presidente del medesimo Consiglio, accompagnato da Mons. Anthony Chirayath, Incaricato del relativo settore, ha rappresentato il Consiglio. Il Sig. Cardinale ha rivolto il suo saluto ai congressisti e ha presieduto la concelebrazione eucaristica. La delegazione spagnola era guidata da S.E. Mons. José Sánchez Gonzáles, Presidente della Commissione Episcopale delle Migrazioni. Anche S.E. Mons. Lluís Martínez Sistach, Arcivescovo di Barcellona, ha portato il suo saluto ai convegnisti. 

Il tema che ha ispirato il Congresso è stato tratto dalla Genesi 12, 1-2: “Esci dalla tua terra…e diventerai una benedizione”. Durante il convegno vi sono state due relazioni, tre tavole rotonde con anche gruppi di studio organizzati per lingua.   

La prima relazione è stata tenuta da Dr. Francesc Torralba Roselló, filosofo e professore alla Università Ramon Llull, su “Itineranza e provvisorietà. Il popolo d’Israele come metafora antropologica”. L’itineranza e la provvisorietà erano condizioni fondamentali del popolo d’Israele e dell’uomo, ma ora tendono ad essere superate. L’uomo, infatti, sente il bisogno di edificare una dimora, una famiglia, una casa. La porta della casa umana ha un significato simbolico essenziale: separa e comunica l’ambito esterno con quello privato ed è segno dell’ospitalità e della accoglienza. L’itineranza e la provvisorietà costituiscono comunque il punto di partenza per recepire il messaggio evangelico della librazione operata da Cristo; in effetti, l’uomo che vive l’itineranza e la provvisorietà ha molte più possibilità di far sua la libertà evangelica che l’installato nel mito dell’autosufficienza.  

Il Dr. Armand Puig I Tarrech, pastoralista e professore alla facoltà di Teologia di Catalogna, ha tenuto la seconda relazione su “Uscire e comunicare le benedizioni del Vangelo”. Il relatore, dopo aver presentato le note salienti della figura di Abramo come nomade per vocazione, l’ha paragonata al Signore Gesù ed alla Chiesa primitiva rilevandone i parallelismi. La vocazione di Abramo innesca un processo inverso rispetto alle aspirazioni umane e da sedentario diventa nomade. Nulla peraltro conosciamo della sua vita sedentaria, così come niente conosciamo della vita di Gesù a Nazareth. La natura stessa della Chiesa è vocazione missionaria per annunciare una parola vissuta e testimoniata nella felicità e nella gioia proprio come ben sanno fare i circensi e lunaparkisti.  

Le tre tavole rotonde hanno visto protagonisti alcuni operatori del circo e del lunapark che hanno rilevato le proprie problematiche inerenti al lavoro, ad una legislazione assente, insufficiente od estremamente frazionata che permetta loro di svolgere la propria professione. Esse hanno affrontato anche il tema pastorale esprimendovisi gratitudine per il servizio degli operatori, ma sottolineando l’inadeguatezza del servizio religioso rispetto ai loro bisogni.   

La seconda tavola rotonda concerneva alcuni sacerdoti-clown. Le loro esperienze e motivazioni sono state diverse, spaziando dalla necessità di comunicare la gioia a chi ha bisogno di serenità a quella di mediare il messaggio evangelico in modo semplice ed intelligibile per tutti, alla ricerca di incarnazione nel mondo dei circensi. 

La terza tavola rotonda è stata tenuta dai direttori nazionali della pastorale, che hanno presentato la situazione sociale e religiosa dei circensi e lunaparkisti nelle rispettive nazioni e hanno descrivo la loro esperienza pastorale e la struttura in cui operano. Alcuni hanno rilevato la difficoltà di trovare collaboratori e sostegno dalla Chiesa locale. 

Le conclusioni dei vari gruppi di studio possono essere riassunte come segue:

  1. nel mondo della itineranza le radici sono soprattutto interiori; i luoghi di riferimento sono la famiglia; quelli di ritorno sono l’amicizia e gli avvenimenti, nonché i luoghi di sepoltura dei loro cari. Forte è la confidenza in Dio, vivendo alla giornata, con credenza nel futuro, nella creatività, nel superare le difficoltà, nella certezza della vita eterna;
  2. è necessario ascoltare molto, vivere e sperimentare la dimensione della “categoria”, dare testimonianza della speranza che è in noi;
  3. è compito degli operatori pastorali stimolare la Chiesa per recuperare le proprie radici pellegrinanti poiché ora essa è strutturata in modo “stanziale” con difficoltà a capire adeguatamente il mondo itinerante;
  4. la catechesi dovrebbe essere condotta a livello familiare; bisognerebbe elaborare il relativo materiale didattico, con un linguaggio molto figurato, per stimolare un dialogo familiare sulla fede;
  5. tutti siamo benedizione, gli uni per gli altri, occorre prenderne coscienza.  

Rev. Mons. Anthony Chirayath

 

 

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