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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 102 (Suppl.), December 2006

 

 

LA PASTORALE PER LA LIBERAZIONE

DELLE DONNE DI STRADA

(visione di insieme come risultato dell’inchiesta previa)

 

 

Prof. Mario POLLO

 

Premessa

Questo rapporto sconta tre limiti. Il primo è quello della scarsità delle risposte pervenute. Il secondo quello di una compilazione parziale e spesso soggettiva del questionario inviato. Infine, il terzo limite è costituito dal fatto che alcune risposte riguardano il territorio nazionale e altre una sola città.

Dei quattordici rapporti nazionali per venuti quattro sono stati ridotti a due perché riguardavano le stesse aree territoriali, mentre un altro non è stato possibile utilizzarlo perché non compilato seguendo la griglia e perché i dati che conteneva erano illeggibili essendo la fotocopia completamente scura.

Questo ha fatto sì che i rapporti su cui si è basata l'elaborazione siano stati undici. 

L'entità del fenomeno nelle diverse realtà locali

L'effetto evidente di quest'ultimo limite è visibile nella tab.1 relativa alla stima del numero di prostitute presenti nelle diverse realtà territoriali oggetto dell’indagine,dove si va dal numero di 300 prostitute attive nella città di Dublino alle 3.000.000 dell’India (secondo un’altra stima giunta pochi giorni fa le prostitute sareb­bero solo (!!) 500.000).

La diversità delle aree territoriali (una sola città o l'intera nazione) prese come riferimento non consente una stima attendibile della presenza di questa piaga nelle diverse società umane.

La tab.2 indica, comunque, analiticamente i dati che sono stati forniti date undici realtà territoriali

1. Numero medio donne di strada

 

N

Minimo

Massimo

Media

Deviazione std.

Stima numero prostitute

nella realtà locale

10

300,00

3.000.000,00

332.230,00

939.232,69

 

2. Stime per aree 

Irlanda/Dublino

300

  Danimarca/Copenhagen

4.000

India

3.000.000

500.000

Belgio

15.000

Francia

18.000

Italia

40.000

Repubblica Ceca

30.000

Thailandia

200.000

Polonia

 

Estonia

5.000

Colombia

35.000

Le caratteristiche delle donne di strada

L'arco di età delle donne che praticano la prostituzione è molto ampio in quanto va dagli 8 anni ai 60/65 anni. Questi estremi che toccano l'infanzia e la vecchiaia sono presenti in particolare nei paesi extraeuropei, in quelli asiatici e in quelli sudamericani.

Nei paesi europei dell'ovest l'età media vari anormalmente tra i 18 e i 30 anni mentre in quelli dell'est tra i 14 e i 45 anni. 

3.Età

 

Minimo

Massimo

Media

Età

8,00

65,00

24,20

La maggioranza dei paesi che hanno risposto alle domande del questionario sono paesi di destinazione della tratta. Per questo motivo solo un terzo di essi ha risposto alla domanda relativa alla stima delle donne oggetto della tratta, delle donne cioè che emigrano dal proprio paese di origine in un paese straniero in cui, consenzienti o meno, debbonopraticare la prostituzione.

Il dato più alto è fornito dal Belgio che appare come un punto di transito e smistamento della immigrazione finalizzata alla prostituzione in tutta l'Europa.

Per quanto riguarda i paesi di effettiva origine della tratta, le stime delle donne coinvolte varia dalle 1.000 dell'Estonia alle 200.000 della Thailandia, passandoperle 50.000 dell'India. 

4. Numero di donne oggetto della tratta

 

Minimo

Massimo

Media

Deviazione std.

Stima numero donne che emigrano

per prostituzione

1.000,00

200.000,00

83.666,67

103.683,81

Tra le esperienze che queste donne hanno a monte del loro ingresso nella prostituzione al primo posto, indicata nel 90,9% dei casi, si colloca la povertà, anzi la miseria, nei suoi aspetti più degradati e drammatici. In alcuni paesi poveri l’attività della donna prostituta è quella che consente la sopravvivenza e un relativo benessere alla famiglia che è rimasta nel suo paese di origine.

Al secondo posto, nel 72,7% dei casi, vi è l'esperienza delle violenze fisiche e morali subite in famiglia, se­guite in alcuni casi da fughe da casa che hanno esposto la ragazza ai rischi che l’hanno condotta, spesso suo malgrado, a prostituirsi.

Al terzo posto, nel 36,4% dei casi, quindi a molta distanza, si incontrano, a pari merito, l'esperienza della tossicodipendenza, che riguarda però esclusivamente i paesi europei dell'Est e dell'Ovest, e quella dell'immigrazione che riguarda in particolare gli altri paesi.

Al quarto posto si incontra la scelta volontaria, o indotta, di guadagnare molto denaro in poco tempo. Que­sta scelta è fatta spesso da ragazze che esercitano la prostituzione nel loro paese di origine.

Al quinto posto si collocano le donne che hanno vissuto nella loro infanzia delle serie carenze educative (18,2%).

All'ultimo posto si collocano le donne che hanno avuto problemi legati alla maternità, oppure problemi seri di salute o, ancora, che sono nella condizione di senza fissa dimora a causa di fughe da casa, abbandoni. Come si vede la "scelta" o l'induzione alla prostituzione sono in molti casi precedute da situazioni facilitan­ti o predisponenti. Questo non solo nei casi, minoritari peraltro, di una scelta della prostituzione effettiva­mente volontaria ma anche in quelli in cui questa "scelta" è frutto di una violenza e di una coercizione.

Per fare un esempio, se alcune donne non vivessero in condizioni di estrema povertà o miseria non ca­drebbero nelle trappole di alcune offerte di lavoro fatte loro dai trafficanti di persone umane e, allo stesso modo, non sarebbero facile preda di promesse di matrimonio che le fanno sperare in una condizione di vita decisamente migliore di quella che vivono nel presente. 

5. Esperienze da cui provengono le donne di strada

Tossicodipendenza

Frequenza

          4

 

Percentuale

    36,4%

Violenza subita in famiglia

Frequenza

          8

 

Percentuale

    72,7%

Povertà

Frequenza

        10

 

Percentuale

    90,9%

Senza fissa dimora

Frequenza

          1

 

Percentuale

    9,1%

Carenze educative

Frequenza

          2

 

Percentuale

    18,2%

Maternità problematica

Frequenza

          1

 

Percentuale

    9,1%

Guadagnare denaro in poco tempo

Frequenza

          3

 

Percentuale

   27,3%

Problemi di salute

Frequenza

          1

 

Percentuale

    9,1%

Immigrazione

Frequenza

          4

 

Percentuale

  36,4%

La tratta delle donne

Le osservazioni appena fatte circa il ruolo della povertà è confermato dal fatto che le stime degli osservatori indicano al primo posto tra le forme di reclutamento delle donne oggetto della tratta la promessa di un la­voro (90,9%).

Le condizioni di povertà rendono spesso anche agibile ai trafficanti di persone umane a scopo di prostitu­zione il reclutamento attraverso il rapimento. Infatti la possibilità di attuare dei rapimenti con la certezza quasi totale dell'impunità può verificarsi solo in un contesto sociale degradato dalla miseria e dal sottosvi­luppo. Le donne rapite vengono quasi sempre inviate all'estero a esercitare la prostituzione.

Questa forma di reclutamento è al secondo posto delle stime con l'indicazione da parte del 54,5% degli os­servatori.

Al terzo posto, con il 36,4% dei casi, si colloca il reclutamento avvenuto attraverso l'inganno del fidanzato c/o una promessa di matrimonio.

Al quarto posto, a pari merito con la scelta volontaria, vi è la vendita da parte della famiglia. Anche questo dato è il sintomo di condizioni di povertà degradate nella miseria morale.

6. Reclutamento

 

 

 

N.

%

Reclutamento

 attraverso

promessa di un lavoro

10

90,9

Reclutamento

attraverso

rapimento

6

   54,5

Reclutamento

attraverso

vendita da parte della famiglia famiglia

3

   27,3

Reclutamento

attraverso

inganno del fidanzato

4

   36,4

Reclutamento

attraverso

scelta volontaria

3

27,3

Le forme utilizzate dai trafficanti per mandare le donne reclutate all'estero sono principalmente quelle:

 a) dell'immigrazione clandestina, sia nella sua forma più classica, ovvero invisibile alle autorità dei paesi riceventi, sia nella forma che utilizza documenti e permessi falsi;

b) dell'immigrazione che, apparentemente, avviene regolarmente perché utilizza visti di studio o turi­stici, ma che poi si trasforma in immigrazione irregolare e, quindi, clandestina (tab.7).

La forma di immigrazione clandestina è funzionale a chi sfrutta queste donne perché le mette completa­mente in loro balia rendendo di fatto impossibile, in molti, casi qualsiasi tentativo di sottrarsi allo sfrutta­mento, magari attraverso la denuncia degli sfruttatori.

La denuncia normalmente avviene solo laddove ci sono leggi che "premiano" la denuncia degli sfruttatori e dei trafficanti, consentendo a queste donne sia di trovare rifugio in case sicure protette, sia di rimanere in modo regolare nel paese in cui sono entrate clandestinamente.

Questo però avviene solo in alcuni paesi europei, tra cui l'Italia, che da questo punto di vista sembra avere la legislazione più avanzata.

In molti paesi il sottrarsi allo sfruttamento e anche la denuncia degli sfruttatori comporta comunque il rim­patrio dopo la protezione loro accordata per consentire la testimonianza nel procedimento giudiziario. 

7. Canali utilizzati per invio all'estero di prostitute

 

Frequenza

Percentuale

immigrazione clandestina

2

18,2

immigrazione attraverso un paese terzo

1

9,1

Sia immigrazione regolare che clandestina

1

9,1

documenti falsi

3

27,3

visto studenti, lavoro, affari, turismo, documenti falsi

1

9,1

Totale

8

72,7

Non Risposto

3

27,3

Totale

11

100,0

 

La quasi totalità degli intervistati stima come basso il livello di sensibilità e di consapevolezza della popola­zione, sia nei paesi di origine che in quelli di destinazione, del fenomeno della tratta delle donne a fini di prostituzione.

L'unico paese che indica come elevato il livello di consapevolezza e di sensibilità è la Danimarca.

Questi dati indicano l'invisibilità di questo fenomeno sociale, in particolare nei paesi di destinazione del traffico, che pure è sotto gli occhi di tutti sia nelle strade delle città che in quelle di molte aree rurali. Questa invisibilità sociale non è materiale, percettiva, ma passa attraverso la depersonalizzazione, ovvero la riduzione delle persone invisibili a simulacri la cui umanità si esaurisce nell'apparenza al pari di una imma­gine televisiva.

 

8. Livello di consapevolezza della popolazione

 

Frequenza

Percentuale

basso

9

81,8

alto

1

9,1

Totale

10

90,9

Mancante di sistema

1

9,1

Totale

 11

 100,0

La scarsa sensibilità e consapevolezza della popolazione intorno alla piaga della tratta/prostituzione si rivela anche nell'assenza, o nella scarsità, nella gran parte dei paesi di politiche pubbliche per la prevenzione, dis­suasione e repressione di questo fenomeno.

9. Esistenza politiche pubbliche

 

Frequenza

Percentuale

Si

3

27,3

No

3

27,3

Scarse

3

27,3

Totale

9

81,8

Mancante di sistema

2

18,2

Totale

11

100,0

 

La prostituzione nei paesi di destinazione della tratta

Nella stragrande maggioranza dei paesi oggetto dell'inchiesta la prostituzione non è considerata un reato. In alcuni paesi, come la Colombia, la prostituzione non è reato solo se è praticata in alcune aree urbane destina­te a questa attività. In Danimarca invece la prostituzione in quanto tale non è considerata un reato mentre è considerato reato la mancata denuncia fiscale dei suoi introiti. In Thailandia è dichiarata illegale e punita con un'ammenda e nei casi più gravi con la detenzione. Secondo uno dei due rapporti pervenuti dall'India, in questo paese la prostituzione non è considerata un crimine, mentre per l'altro rapporto essa è legalmente proibita anche se chi lavora nell'industria del sesso non è perseguito.

10. La prostituzione è reato?

 

Frequenza

Percentuale

Si

2

18,2

No

8

72,7

 No se praticata in una zona a luci rosse

1

9,1

Totale

11

100,0

I protettori sono perseguiti teoricamente ovunque, anche se in alcuni paesi di fatto non lo sono. In alcune realtà, più che il classico protettore, si incontrano personaggi che promuovono la prostituzione, ricevendo una percentuale, come alcuni portieri di albergo, titolari di esercizi commerciali, autisti e taxisti, ecc.

I clienti, invece, non sono perseguiti in alcuna delle realtà territoriali indagate.

11. I protettori sono perseguiti?

 

Frequenza

Percentuale

Si

9

80,8

Totale

9

80,8

Mancante di sistema

2

18,2

Totale

 11

  100,0

 

L'emancipazione delle vittime della tratta e in generale delle donne di strada

Passando dall'analisi della situazione riguardo la prostituzione e della tratta delle donne da avviare alla pro­stituzione a quella degli interventi di contrasto di questo fenomeno, soprattutto sul versante del recupero delle donne che ne sono protagoniste, si deve osservare che solo nei paesi europei esistono delle leggi per favorire la liberazione di queste donne e il loro reinserimento sociale.

La legge più evoluta a questo proposito sembra essere quella italiana.

Occorre sottolineare che non in tutti i paesi in cui esistono queste leggi ci sono dei servizi pubblici idonei a sostenere il recupero ed il reinserimento sociale delle donne di strada (Tab. 13). In alcune realtà come il Belgio e l'Estonia questi servizi sono finalizzati quasi esclusivamente al contrasto ed alla prevenzione dell'AIDS. Infine è importante sottolineare che in Thailandia, pur non essendoci una legge per favorire il recupero, esiste però una diffusa rete di servizi pubblici.

12. Esistenza di leggi atte a favorire la liberazione delle donne di strada

 

Frequenza

Percentuale

Si

4

36,4

No

4

36,4

Totale

8

72,7

Mancante di sistema

3

27,3

Totale

11

100,0

13. Esistenza di servizi pubblici

 

Frequenza

Percentuale

Si

3

27,3

No

3

27,3

solo per la prevenzione e contrasto

AIDS

2

18,2

Totale

8

72,7

Mancante di sistema

3

27,3

Totale

11

100,0

Diversa appare la situazione per quanto riguarda l'esistenza di servizi per la liberazione delle donne di stra­da ed il loro reinserimento sociale promossi dal privato sociale e/o volontariato. Nel 63,6% dei paesi sono presenti in misura significativa, mentre nel 18,2% sono scarsi (Es. India) o esclusivamente rivolti ai minori abusati (Thailandia).

14. iniziative del privato sociale e/o del volontariato, case o strutture di accoglienza

 

Frequenza

Percentuale

Si

7

 63,6

Scarse

1

9,1

Rivolte prevalentemente ai minori abusati

1

9,1

Totale

9

81,8

Mancante di sistema

2

18,2

Totale

  11 

100,0

I servizi promossi dal privato sociale sono di vario genere, come si può osservare nella tab.15, e vanno dalle case protette presenti in poco più di un terzo dei paesi alla fornitura di cibo in un caso, passando per la formazione professionale, l'assistenza medica, l'assistenza legale e il patrocinio in tribunale, l'assistenza sociale, il lavoro sul caso, il counselling.

Il servizio di strada. è indicato presente solo in Irlanda e in Polonia, tuttavia esso, anche se non segnalato esplicitamente nella compilazione del questionario, è presente, magari in forme poco strutturate, in tutti i progetti perché senza il contatto in strada nessuna attività reale con queste donne appare possibile.

Come si può osservare vi sono servizi destinati ad affrontare situazioni emergenziali ed altri invece specificatamente vocati a fornire alle persone la possibilità di un effettivo reinserimento sociale.

Partendo dal presupposto che questi due tipi di servizi sono complementari e, quindi, entrambi necessari, occorre rilevare che in molti paesi questa complementarietà è praticamente inesistente.

Purtroppo la maggioranza delle riposte al questionario non conteneva indicazioni circa il tipo di servizi promossi dal privato sociale c/o volontariato. Infatti i dati contenuti nella tabella riguardano meno della metà dei paesi che hanno risposto all'inchiesta.

In ogni caso, leggendo le schede, si ha la chiara percezione che sia i servizi pubblici che quelli del privato so­ciale siano insufficienti e molto al di sotto del livello necessario a garantire un'efficace azione per recuperare le donne vittime dello sfruttamento sessuale.

15. Tipi di iniziative del privato sociale

 

Si

    %

servizio di strada

2

18,2

case work

2

18,2

assistenza legale

2

18,2

patrocinio in tribunale

1

9,1

amicizia

2

18,2

Counselling/psicoterapia

2

18,2

formazione professionale

3

27,3

assistenza medica

2

18,2

fornitura cibo

1

9,1

Case protette

4

36,4

Telefono amico

2

18,2

Servizio sociale

1

9,1

Consulenza viaggio all'estero o scomparsa all'estero

1

9,1

Interventi di crisi

 1

    9,1

Questa affermazione è confermata dal dato relativo al destino delle donne che ritornano al loro paese di o­rigine, o al termine della loro attività, o più facilmente perché espulse dal paese in cui esercitavano la prosti­tuzione.

Infatti, solo nel 18,2% dei casi viene segnalata l'esistenza di una forma di accompagnamento che rende me­no drammatico e traumatico il reinserimento nella comunità sociale di origine. La stessa percentuale segnala la possibilità di permanenza nel paese di emigrazione.

In alcune nazioni, specialmente asiatiche, il ritorno al paese di origine non è traumatico perché in questa re­altà era sconosciuta la loro vera attività nella località di emigrazione, oppure perché il denaro mandato a casa ha consentito loro, attraverso una sorta di compromesso sociale fondato su una rimozione più o meno cosciente, di acquisire comunque una certa onorabilità.

Dai dati della tabella si potrebbe ricavare l'opinione che nella maggioranza dei casi il destino di queste ra­gazze al loro rientro nel paese di origine non è drammatico.

Conviene subito dire che questa opinione sarebbe scorretta perché la tabella indica semplicemente i giudizi dati dagli osservatori sul destino di queste ragazze e, quindi, quella rappresentata non è che una gamma di possibili destini e situazioni relative al rientro e non indica affatto la loro effettiva frequenza.

Infatti, la realtà è diversa perché nella maggioranza dei casi le persone che "rimpatriano" non possono con­tare su alcun sostegno e il loro destino è spesso miserabile, anche perché debbono o affrontare il rifiuto della famiglia o un forte stigma sociale.

Le uniche possibilità per queste ragazze di sottrazione al trauma del rientro, e alla situazione miserabile che lo segue, è o l'inserimento sociale e lavorativo nel paese di emigrazione, o un accompagnamento che con­senta loro un dignitoso reinserimento nel loro paese di origine.

Purtroppo la legislazione di molti paesi non consente la prima ipotesi, soprattutto quando l'immigrazione è stata clandestina, e per la seconda ipotesi occorre constatare che ci sono pochi servizi che hanno una rete di collegamenti con i paesi di origine di queste donne e che, quindi, possano progettare e realizzare il rientro accompagnato.

 

16. Destino delle donne di strada al rientro nel paese di origine

 

Frequenza

Percentuale

Miserabile/ segregate e rifiutate dalla famiglia

2

18,2

oggetto di pettegolezzo/stigma sociale

1

9,1

non ci sono problemi quando è sconosciuta la loro attività

1

9,1

trovano ospitalità nel paese di destinazione

2

18,2

 positive solo per quelle che godono di un accompagnamento

2

18,2

Totale

8

72,7

Mancante di sistema

3

27,3

Totale

11

100,0

Le iniziative ecclesiali

Le iniziative ecclesiali a favore delle donne di strada sono realmente presenti in meno della metà dei paesi esaminati. In molti casi più che di iniziative della comunità ecclesiale, intesa soprattutto nella sua dimensio­ne istituzionale, si tratta di iniziative promosse da appartenenti alla comunità ecclesiale come le congrega­zioni religiose o i gruppi/associazioni laicali.

Vi è spesso, da parte delle persone più attivamente impegnate in questa missione pastorale e sociale, l'espressione di un profondo rammarico per l'indifferenza che manifestano alcune chiese locali per le iniziative volte a combattere questa drammatica piaga sociale e umana.

Nelle realtà ecclesiali in cui vi è l'attivazione di iniziative a favore delle donne di strada queste riguardano essenzialmente la prevenzione, l'assistenza sociale ed economica delle donne e, in qualche caso, un vero e proprio accompagnamento pastorale.

17. Iniziative ecclesiali a favore delle donne di strada

 

Frequenza

Percentuale

Si

5

45,5

No

2

18,2

 limitate ad alcune realtà/solo a livello di congregazioni religiosi e di gruppi laici

2

18,2

 

 

Totale

9

81,8

Mancante di sistema

2

18,2

Totale

11

100,0

 

17.1. Tipo di iniziative

 

Frequenza

Percentuale

prevenzione

1

9,1

accompagnamento pastorale

1

9,1

protezione, assistenza sociale ed economica

2

18,2

Totale

4

36,4

Mancante di sistema

7

63,6

Totale

11

100,0

Le iniziative ecclesiali nella maggioranza dei casi (tre quarti) sono sviluppate all'interno di una rete sociale che coinvolge o organismi pubblici, o organismi del privato sociale, o una pluralità di strutture ecclesiali. Vi è una sola realtà, quella belga, in cui le iniziative non fanno parte di una rete sociale essendo svolte in totale autonomia.

L'azione di rete appare molto importante perché nelle società complesse gli interventi condotti da un solo soggetto hanno scarsa probabilità di incidere nel tessuto sociale e culturale.

Questo significa che tutte le iniziative sia formative che pastorali per essere efficaci richiedono la costruzio­ne di reti sociali complesse.

18. Rete delle iniziative ecclesiali

 

Frequenza

Percentuale

Totale autonomia

1

20,0

organismi pubblici

1

20,0

privato sociale

1

20,0

tra strutture ecclesiali diverse

1

20,0

Totale

4

80,0

Mancante di sistema

1

20,0

Totale

5

100,0

L'importanza della rete sociale si rivela anche nella raccolta dei fondi necessari per sostenere le iniziative a favore delle donne di strada. Infatti la maggioranza di queste iniziative può contare sia su fondi pubblici che su fondi dati anche da altre chiese. Solo il 40% delle iniziative ecclesiali sono totalmente autofinanziate. Purtroppo solo due schede contenevano il dato relativo alla percentuale dei contributi pubblici ricevuti. In un caso questi coprivano il 50% ed in un altro caso l'80% del costo delle iniziative.

19. Chi contribuisce alle iniziative ecclesiali

 

Frequenza

Percentuale

autofinanziamento

2

40,0

contributi pubblici

1

20,0

 contributi pubblici + chiese + privati

2

40,0

Totale

5

100,0

Il numero delle donne raggiunte dai progetti presenti nelle diverse realtà territoriali varia da un minimo di 170 (Repubblica Ceca) a un massimo di 10.000 (Italia). Mediamente i progetti incontrano quasi duemilacin­quecento persone in ogni realtà. 

20. Numero di donne di strada incontrate nella realtà dei progetti locali

 

Minimo

Massimo

Media

Deviazione

 

 

 

 

std.

Numero prostitute in

incontrate

170,00

10.000,00

2.520,83

3.911,17

Si tratta di cifre significative perché ogni persona ha un valore inestimabile, per cui anche se solo una donna di strada fosse raggiunta dalle iniziative ecclesiali sarebbe comunque un fatto importante. Tuttavia, ri­spetto all'ampiezza del fenomeno, si tratta di cifre che in molte realtà risultano essere molto piccole rispetto alla dimensione del fenomeno prostituzione.

 

21. Numero di donne di strada raggiunte dalle iniziative ecclesiali

 

Frequenza

Irlanda /Dublino

281

India

300

Italia

5.000-10.000

Repubblica Ceca

170

Polonia

3744

Colombia

630

La maggioranza delle iniziative ecclesiali è concentrata nelle aree urbane e, nel caso della Repubblica Ceca e della Colombia, esse sono concentrate in alcune zone delle aree urbane dedicate alla prostituzione. Nel solo caso del Belgio le iniziative sono distribuite uniformemente nel territorio nazionale mentre in Italia esse so­no concentrate soprattutto nel Nord del paese.

Questi dati segnalano come, anche nelle realtà in cui sono presenti le iniziative ecclesiali, queste, nella mag­gioranza dei casi, riguardano solo una quota limitata del territorio nazionale, lasciando totalmente scoperte molte zone geografiche in cui la prostituzione è comunque presente.

 

22. Distribuzione territoriale delle iniziative

 

Frequenza

Percentuale

uniformi nel territorio nazionale

1

20,0

concentrate nelle aree urbane

1

20,0

concentrate in alcune zone urbane

2

40,0

In una zona geografica del paese

1

20,0

Totale

 5

100,0

Passando ad analizzare il tipo di personale che opera nei servizi promossi dalle iniziative ecclesiali c/o dalle congregazioni religiose e/o dai gruppi/associazioni laicali si osserva che, salvo il caso della Danimarca in cui esso è esclusivamente professionale, e dell'Estonia in cui, al contrario, è solo volontario, nella grande mag­gioranza delle realtà nazionali esso è formato da un mix di professionali e volontari. Un caso a se è quello della Colombia, che indica la presenza esclusiva di volontari retribuiti.

Il complesso di questi dati segnala comunque che il problema della prostituzione, laddove esistono delle i­niziative ecclesiali, istituzionali e non, è affrontato con uno sforzo significativo di qualificazione professio­nale oltre che ideale.

Solo tre schede hanno fornito anche i dati sulla percentuale di professionali e volontari all'interno dei servizi. L'India è il paese con la più alta percentuale di volontari, il 90%, seguita dall'Irlanda con il 75% e dall'Italia con il 30%.

23. Personale che opera nei servizi

 

Frequenza

Percentuale

professionale

1

9,1

volontario

1

9,1

professionale e volontario

5

45,5

volontari pagati

1

9,1

Totale

8

72,7

Mancante di sistema

3

27,3

Totale

11

100,0

Nella stragrande maggioranza delle iniziative ecclesiali il personale è formato sia da sacerdoti che da religio­si e laici. Vi sono però anche due realtà, l'Estonia e l'Irlanda,con una situazione leggermente differente. Nella prima operano solo religiosi, mentre nella seconda religiosi e laici ma non sacerdoti.

È comunque significativo, al di là di queste differenze marginali, che tutte le componenti ecclesiali siano im­pegnate nelle iniziative a favore delle donne di strada.

24. Tipo di personale

 

Frequenza

Percentuale

religiosi

1

9,1

sacerdoti, religiosi e laici

5

45,5

religiosi e laici

1

9,1

Totale

7

63,6

Mancante di sistema

4

36,4

Totale

11

100,0

Tra il personale che opera nei servizi promossi dalle iniziative ecclesiali quello che ha ricevuto una formazione specifica è quello che opera nei servizi di Dublino e in quelli promossi dalla Caritas Italiana.

Nel primo caso la formazione ha riguardato 53 persone, e nel secondo 300 persone.

Riguardo ai metodi utilizzati, normalmente essi sono articolati in varie fasi. La prima consiste nel contatto operato normalmente dalle unità di strada, la seconda nell'offerta di vari livelli di accoglienza, che vanno da una accoglienza temporanea e occasionale ad una più duratura finalizzata al reinserimento sociale, che rappre­senta una ulteriore fase, fino all'assistenza post rientro nella vita sociale o nel proprio luogo di origine.

Molto spesso le persone e le organizzazioni che operano con queste donne divengono le uniche amiche ve­re delle ex(o attuali) donne di strada, a cui si rivolgono in caso di bisogno. 

Le iniziative ecclesiali di tipo pastorale

Le iniziative ecclesiali, istituzionali e non, prevedono l'erogazione di servizi sia di tipo assistenziale e forma­tivo, sia di tipo pastorale. Nella maggioranza dei casi queste due azioni sono in equilibrio, mentre in una mi­noranza di casi l’azione pastorale è marginale rispetto a quella assistenziale.

La realtà in cui le iniziative sono esclusivamente di tipo assistenziale è quella colombiana. 

25. Iniziative assistenziali e pastorali

 

Frequenza

Percentuale

Percentuale

valida

solo assistenziali e rieducative

1

9,1

14,3

assistenziali e pastorali

4

36,4

57,1

 assistenziali con una piccola parte pastorale

2

18,2

28,6

Totale

7

63,6

100,0

Mancante di sistema

4

36,4

 

Totale

11

100,0

 

Gli obiettivi specificatamente pastorali perseguiti dalle diverse iniziative riguardano in prevalenza lo svilup­po di una relazionalità esistenziale autentica con queste persone, necessaria ad un vero accompagnamento spirituale e umano, all'interno di un cammino di promozione della persona e, quindi, di sostegno alla sco­perta della propria inviolabile dignità umana, facilitando anche, laddove possibile, l'accesso ai sacramenti e la preghiera. Tutto questo in un clima di accoglienza e di ascolto di queste persone.

26. Obiettivi dei progetti pastorali

 

Frequenza

Percentuale

relazione umana e accompagnamento spirituale

2

18,2

facilitare l'accesso ai sacramenti e alla preghiera

1

9,1

Promozione della persona, accompagnamento e ascolto

1

9,1

Lettura delle scritture con gli occhi delle donne di strada

1

9,1

Totale

5

45,5

Mancante di sistema

6

55,5

Totale

11

100,0

Questa azione pastorale avviene però spesso a fronte di un inesistente impegno o, peggio, di un orienta­mento perlomeno diffidente, se non ostile, della comunità cristiana verso la realtà umana del mondo della prostituzione.

È significativo che in nessuna relazione sia stata segnalata l'esistenza di un impegno effettivo della comuni­tà cristiana verso questo grave problema sociale. Infine, solo due relazioni hanno segnalato l'esistenza di progetti volti a sensibilizzare e mobilitare la comunità cristiana per fronteggiare questa vera e propria sfida alla condizione umana.

Tutto ciò segnala come la priorità dell'azione pastorale per le donne di strada non consista solo nell'azione diretta verso queste persone, ma richieda, contemporaneamente, l'attivazione di progetti atti a far prendere coscienza di questa grave emergenza sociale tutta la comunità cristiana.

Solo con una mobilitazione piena della comunità cristiana questa piaga dell'umano può essere efficacemen­te contrastata e le persone che la vivono restituite alla loro piena dignità di persone.

Tra l'altro occorre rilevare che tra le iniziative ecclesiali censite solo un paio prevedono forme di accompa­gnamento delle prostitute rimpatriate attraverso un collegamento con le chiese locali.

Collegamento che è attivo solo in due iniziative ecclesiali: quelle della Repubblica Ceca e dell'Italia.

Questo dato conferma quanto detto precedentemente sul fatto che queste donne sono quasi sempre lascia­te sole nel momento drammatico del rientro nei loro paesi di origine, e che le iniziative ecclesiali sono limi­tate al paese in cui operano le prostitute e non verso le realtà da cui queste provengono.

È interessante che in un sogno di chi opera a favore delle donne di strada compaia il "lavoro con i paesi di origine", a sottolineare quanto questa azione sia strategica per limitare la piaga sociale di questo fenomeno nei paesi poveri da cui ha origine spesso la tratta delle donne di strada.

Questo dato è ulteriormente sottolineato dal fatto che nelle iniziative ecclesiali di un solo paese sono pre­senti interventi di sostegno ai paesi ed alle chiese da cui provengono le donne di strada.

Allo stesso modo solo tre iniziative prevedono interventi rivolti specificatamente alle famiglie delle ragazze oggetto della tratta o che si prostituiscono.

27. Progetti di intervento nei confronti delle famiglie

 

Frequenza

Percentuale

Percentuale

valida

Percentuale

cumulata

Si

3

27,3

60,0

60,0

No

2

18,2

40,0

100,0

Totale

5

45,5

100,0

 

Mancante di sistema

6

54,5

 

 

Totale

 11

100,0

 

 

Infine, per quanto riguarda la dimensione pastorale, come si vede dalla tabella sottostante, solo quattro pro­getti nazionali prevedono dei progetti rivolti specificamente alla responsabilizzazione dei clienti delle donne di strada.

Dal punto di vista pastorale è un'azione estremamente importante quella di rendere consapevoli i clienti della loro complicità oggettiva con chi riduce in schiavitù, sfrutta e trae guadagni dal commercio degli esseri umani.

Si tratta, in altre parole, di far acquisire alle persone la consapevolezza del senso stabile delle proprie azioni individuali aprendo la loro morale individuale alla morale sociale.

28. Progetti di responsabilizzazione dei "clienti" delle donne di strada

 

Frequenza

Percentuale

Si

4

36,4

No

2

18,2

Totale

6

54,5

Mancante di sistema

5

45,5

Totale

11

100,0

 

Come notazione finale relativamente ai progetti promossi in ambito ecclesiale, è da rilevare come in un solo paese esistano delle procedure di valutazione degli stessi progetti.

L'assenza di procedure di valutazione indica che questi progetti non hanno ancora raggiunto un elevato li­vello di strutturazione e che il loro svolgimento è più legato alla buona volontà ed all'entusiasmo che ad una logica "professionale". 

I sogni di futuro di chi opera a favore delle donne di strada

I sogni espressi dalle persone che hanno compilato le schede e che sono attivamente impegnate nel lavoro con le donne di strada, salvo uno decisamente orientato verso l'utopia, sono tutti molto "realistici". Infatti le cose che sognano dovrebbero essere presenti nella realtà di qualsiasi società che voglia definirsi civile. Che la prostituzione non esista più è l'utopia di sfondo che illumina il faticoso presente di chi è impegnato in questa missione sociale e pastorale.

All'interno della scena che questo sfondo delimita vi è la necessità di costruire un'accoglienza autentica del­la comunità cristiana nei confronti di queste persone, fornendo relazioni, situazioni e luoghi che consentano loro di riscoprirsi persone importanti agli occhi di Dio, di ritrovare una piena coscienza di sé e il controllo della propria vita.

Perché questo si realizzi è necessario che le leggi cambino, che siano attivati servizi ad hoc per queste per­sone, che sia offerta loro una effettiva protezione sociale e la possibilità di denunciare i loro sfruttatori e di liberarsi dalle catene che le imprigionano nella prostituzione.

È necessario anche che la comunità cristiana, ed in primis i sacerdoti, sia formata ad affrontare non solo "teologicamente" ma esistenzialmente e, quindi, relazionalmente questo mondo, invisibile nonostante lo scandalo che produce.

Infine è necessario che le chiese dei paesi in cui operano le donne di strada attivino dei progetti a favore dei loro paesi di origine.

Questi sogni in una società civile dovrebbero essere da tempo realtà.

29. Sogni di futuro di chi opera a favore delle donne di strada

 

Frequenza

Percentuale

Che la prostituzione non esista più

1

9,1

Che la comunità cristiana accolga queste persone. Che esistano dei luoghi di pace e di serenità che consentano alle prostitute di ritrovare la serenità, lo spirito critico e la capacità di giudizio

1

9,1

Che cambi la legislazione

1

9,1

Che vi siano più servizi per le donne di strada

1

9,1

Che la prostituzione non esista più, che cambi la legislazione, che vi siano più servizi per le donne di strada

1

9,1

Che le donne denuncino i loro sfruttatori e possano restare in Danimarca

1

9,1

Empowerment delle donne e che questo fenomeno sia sradicato dal Risorto

1

9,1

Formazione di seminaristi e sacerdoti. Che i seminaristi siano preparati all’incontro con queste persone: prostitute, protettori e clienti. Che siano anche formati al controllo delle proprie pulsioni sessuali.

1

9,1

Che queste donne scoprano la loro importanza agli occhi di Dio

2

18,2

Rafforzamento della protezione sociale, lavoro con paesi di origine

1

9,1

 

Totale

11

100,0

 

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