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 Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People

People on the Move

N° 102, December 2006

 

 

OMELIA PER LA RIUNIONE EUROPEA DI

PASTORALE DEL TURISMO*

 

 

Cardinale Renato Raffaele MARTINO

Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale

per i Migranti e gli Itineranti

 

Rivolgo un saluto affettuoso a tutti voi e lo estendo anche a coloro che ci accompagnano spiritualmente da lontano, non potendo essere qui presenti fisicamente per vari motivi.

Desidero innanzitutto sottolineare quanto l’umanità cerchi Dio, in molte maniere. Essa ha sete di salvezza. Ciascuno di noi desidera la vera felicità e la vera libertà. Così come la terra ha bisogno della pioggia, il mondo ha bisogno del Vangelo, della Buona Novella del Signore Gesù. Tutti, pur se tra ombre e dubbi, cercano in fondo il Messia, unico capace d’illuminare la vita e la storia perché Egli è la luce del mondo (cf. Gv 8,12). L’annuncio di Gesù pertanto è, e deve essere, giustamente, al centro della pastorale del turismo.

Come secondo punto della nostra riflessone ritengo opportuno affermare che il Vangelo è scuola di convivenza. Però nel banchetto presentato nel Vangelo di oggi ci sono solo farisei riuniti nella casa del loro capo, e per questo vi si respira un’atmosfera molto particolare, di esclusione degli altri. I farisei non erano le persone più influenti nella società ebraica, come i sadducei, ma ne costituivano tuttavia una componente importante. A tale riguardo, si potrebbe dunque pensare inizialmente che Gesù, nel Vangelo di oggi, critichi una presenza elitista di invitati. Ma con sguardo più attento, però, vediamo che il suo intento è quello di smascherare i comportamenti esclusivisti dei farisei in ragione del loro attaccamento alle norme della purezza legale.

Di fatto Cristo, nel suo relativo discorso, insiste sulla gratuità del dono. Da coloro che conosciamo bene, che amiamo e dai quali riceviamo amore, noi già abbiamo una ricompensa, cioè il loro affetto e la loro stima. Per questo è necessario non dimenticare quanti invece sono lontani, coloro che non possono contraccambiare, i poveri, gli storpi, gli zoppi e i ciechi. Si tratta di conversione, di inversione completa dei valori. Infatti chi ci viene incontro, chiunque sia, rappresenta per noi il Signore a cui dobbiamo un amore preferenziale, se povero e debole.

Gesù affronta la questione dei poveri come denuncia e, allo stesso tempo, come annuncio. Denuncia perché nel “popolo di Dio” non ci dovrebbe essere nessun tipo di discriminazione, in quanto esso è un popolo scelto per vivere un progetto di solidarietà e uguaglianza. Annuncio, perché l’invito alle quattro categorie di indigenti ed emarginati, che risulta dal Vangelo, è, in fondo, ciò che Egli stesso realizza fin dall’inizio nella vita pubblica di Nazareth (Lc 4, 16-20); essi sono i primi ad entrare nel Regno che, però, non chiude le porte a nessuno. Per questo, in virtù del nostro compito pastorale, dobbiamo dare vita a un turismo che sia scuola di convivenza e rispetto reciproco, dove nessuno sia escluso o emarginato, e dove tutti siano rispettati nella loro legittima diversità.

Se pensiamo ora alla Chiesa che invita al banchetto eucaristico, unita a Cristo, ed in Lui identificata, essa non può tralasciare d’essere evangelizzatrice. La vitalità missionaria sgorga infatti dal suo stesso essere, come Corpo vivo di Cristo che tende a diffondersi in tutti i luoghi e i tempi e ad incarnarsi nelle diverse culture.

Con le parole di Gesù al banchetto nella casa del capo dei farisei, il Signore ci esorta insomma a ravvivare i due grandi amori che devono ispirare e penetrare la vita del cristiano e, ancor più, la vita dell’apostolo che ciascuno di noi è: l’amore per Cristo crocifisso e risorto per la nostra salvezza, che ama tutti e non fa distinzioni di persona – e così deve essere anche per noi –, e l’amore della Chiesa, che come madre e maestra accoglie nel suo amore per tutti.

Maria, icona della Chiesa, la Vergine che con bontà di madre tutti ci protegge, anche chi la nostra società esclude o emargina, diriga i nostri passi in questi giorni di lavoro per l’evangelizzazione nel nuovo areopago che è il turismo.



*In occasione della Riunione dei Direttori Nazionali per la Pastorale del Turismo in Europa, durante la Santa Messa di lunedì 6, Palazzo San Calisto, 6-7 novembre 2006.

 

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