Pontifical Council for the Pastoral Care of Migrants and Itinerant People People on the MoveN° 102, December 2006
Presentazione del Messaggio
Cardinale Renato Raffaele MARTINO Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti
Mi è gradito intervenire a questa Conferenza stampa in occasione della XXVII Giornata Mondiale del Turismo 2006, nella mia qualità di Presidente del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, che, nella sua preoccupazione pastorale per il vasto ambito della mobilità umana, annovera anche il turismo. La Giornata mondiale, istituita nellanno 1980, dallOrganizzazione Mondiale del Turismo, è stata ricevuta fin dallinizio con favore dalla Chiesa, che si manifesta in un messaggio annuale in cui i cristiani sono invitati a vivere il tempo del riposo, in generale, in sana distensione fisica e soprattutto spirituale. La nostra riflessione pastorale sul tema di questanno: Il turismo è ricchezza, incoraggia così a cogliere e promuovere quegli aspetti del turismo che lo rendono opportunità di crescita personale e comunitaria, unesperienza reale di spazio e cultura carichi di differenze e di desiderio ricco dinterrogativi, nellamore per il creato, nel rispetto della storia dellumanità e nellaccettazione mutua di popolo e popolo. In ogni caso, osserviamo nel messaggio cresce sempre più il numero di quanti vivono il fenomeno turistico, di grandi proporzioni e significato, come propria o altrui esperienza. Viaggiare e visitare sono in effetti verbi che ben si adattano a tante persone, attratte dal fascino di ciò che è sconosciuto, sia pur intravisto una qualche volta grazie ai mass-media o alle agenzie di viaggio o al racconto di altri. Ammirare e desiderare appartengono anche a una gran parte dellumanità interpellata da così tanti viaggi e visite. Ci riferiamo così ai più di 800 milioni di turisti internazionali, registrati lo scorso anno, mentre si calcola che, sempre nel 2005, gli introiti mondiali per turismo internazionale hanno raggiunto i 548.000 milioni di Euro, creando posti di lavoro tanto nei Paesi di accoglienza che in quelli di provenienza dei turisti. Le ricchezze del turismo sono certo molteplici e coprono un ampio ventaglio della vita personale e sociale, dalle innumerevoli possibilità di svago, alle opportunità di fare varie esperienze (di mare, terra, aria, montagna, ), utilizzando diversi mezzi di trasporto, e offrendo altresì la preziosa occasione di essere vicini a persone care e familiari cui dedicare, liberi dallo stress quotidiano delle occupazioni, cuore e sentimento, delicatezza e rispetto. Come ha ricordato il Santo Padre, lo scorso agosto, Le ferie costituiscono anche una preziosa opportunità per stare più a lungo con i familiari, per ritrovare parenti e amici, in una parola per dare più spazio a quei contatti umani che il ritmo degli impegni di ogni giorno impedisce di coltivare come si desidererebbe[1]. Lesperienza turistica, poi, si concreta molte volte in visite al patrimonio storico e artistico, culturale e religioso, anche di genti che pur soffrono del sottosviluppo. E se i sentimenti di solidarietà che ne nascono sono spesso deboli in consistenza come diciamo nel nostro messaggio , tuttavia il turismo permette di aprirsi al prossimo e crescere in umanità, qualora riesca a tradurre il nostro interesse in gesti concreti di aiuto, a sollievo della povertà, in difesa dei diritti umani e delle culture. Nel messaggio osserviamo, inoltre, che Il turismo è ricchezza proprio nella misura in cui aiuta a relativizzare i sistemi detti ricchi e li apre alla percezione di altre forme di essere ricchi. Infatti esso consente a un animo ben disposto di approfondire i valori della vita e ammirare le bellezze della natura, abbracciando con gli occhi le vette delle montagne e toccando il blu degli oceani, cosicché contemplando la bontà e la bellezza di Dio nella creazione si possono colmare le carenze di umanità che spesso si sperimentano nellesistenza quotidiana[2]. Il viaggio, lincontro con altri luoghi e culture, è anche un incentivo alla pace. Solo in un clima di serena stabilità, infatti, si possono moltiplicare le iniziative e lindustria turistica si sviluppa in maniera sostenibile, diventando, spesso, motore trainante delleconomia, offrendo formazione, occupazione e incentivi alla creatività. Linteresse del turismo alla buona gestione, tutela e valorizzazione del patrimonio artistico, culturale e ambientale, ne fanno dunque un alleato della comunità, dellambiente e delle generazioni future. È indispensabile, tuttavia, che il suo contributo alla crescita delle persone e della società sia animato da autentici valori etici e illuminato, per noi, dalla Dottrina Sociale della Chiesa che nella situazione difficile nella quale oggi ci troviamo, anche a causa della globalizzazione dell'economia, è diventata un'indicazione fondamentale[3]. Il turismo, aggiungiamo nel Messaggio, offre poi lopportunità di conoscere la storia delle passate generazioni, fissata in tante opere del lavoro umano e nei monumenti, significativi della cultura dei popoli. Si tratta di una ricchezza universale, che non rigetta luomo, ma ne conserva lorma, la traccia. Simbolica limmagine della vetrata, che abbiamo presentata la riguardo, la quale, composta da tanti tasselli distinti e indispensabili, come lumanità intera fatta di uomini e donne dai mille volti diversi, dai più svariati colori della pelle sono tutti espressione della vita di un Altro che è la Vita. È, proprio, luomo attesta il Messaggio ad essere il patrimonio più prezioso, poiché è frutto dellamore dellEterna comunità[4]. Il viaggio quindi ha unimportanza vitale quando contribuisce a far incontrare esseri umani, desiderosi di aprirsi e di acquisire e veicolare valori umani e anche cristiani, per uno sviluppo più giusto e sostenibile.
*In Sala Marconi, Radio Vaticana Palazzo Pio, il 15 settembre 2006.
[1] Benedetto XVI,
Angelus a Castel Gandolfo, 13.08.2006.
[2] Giovanni Paolo II,
Messaggio per la Giornata Mondiale del Turismo 2002, n. 1.
[3] Benedetto XVI, Lettera Enciclica
Deus caritas est, 25.12.2005, n. 27.
[4] Benedetto XVI, Lettera Enciclica
Deus caritas est, n. 17.
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